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Puccini, tra puccinismo e modernità

MessaggioInviato: gio 28 nov 2013, 13:32
da DottorMalatesta
Visto che Mattioli sostiene che il forum sonnecchi in un noioso consenso, vorrei provare a smuovere un po' le acque.

Ho l'impressione che, dal punto di vista registico, Puccini sia un autore per lo più confinato ad una lettura illustrativa, da cartolina, e che poche siano le regie che hanno tentato di sottrarlo ad un puccinismo zuccheroso e di maniera.

Così, a bruciapelo, alcune regie che hanno tentato di percorrere "strade nuove":

- Manon Lescaut di Robert Carsen

-Tosca di Robert Carsen

- Trittico di Richard Jones

- Turandot di David Pountney

- Bohème di Baz Luhrmann, e soprattutto quella con la regia di Stefan Herheim.
Per inciso, Bohème mi sembra l'opera che più spesso rischia di essere tradotta in regie polverose e zuccherose. La Bohème di Zeffirelli è stata una produzione importante, fondamentale, ed è forse l'Ur-Bohème, uno spettacolo dal quale ne sono generati infiniti altri (come tante copie, imitazioni più o meno riuscite dell'originale). Ma siamo sicuri che, con lo scorrere dei decenni, sulla Bohème di Zeffirelli non si sia depositata un po' di polvere? E' ancora uno spettacolo in grado di parlare e communovere?
La più sconvolgente regia di quest'opera che mi è capitato di vedere è stata quella di Herheim, al solito regista strepitoso dal punto di vista scenotecnico. Qui la vicenda "avveniva" dentro la testa di Rodolfo, diventava una sua allucinazione, una via di fuga nel sogno, una sorta di negazione della realtà: Mimì che, giovane e bella, si ammala e muore di cancro. Bella novità, direte voi.



Beh... il concetto era reso con un'abilità tecnica sorprendente, e alla fine lo spettacolo convinceva, anche se Bohème diventava, di fatto, un'opera espressionista, anche negli espliciti richiami visivi a certa pittura tipo Otto Dix:



Che dite? Una provocazione? Un'idiozia? Uno stupro dell'opera? Una lettura nuova e in grado di parlare al linguaggio e alla sensibilità di oggi?


P.S.: il video intero si trova su questo sito nipponico (che, almeno sul mio computer, sembra a prova di antivirus)
http://v.youku.com/v_show/id_XMzY0NjU0NTEy.html

Re: Puccini, tra puccinismo e modernità

MessaggioInviato: gio 28 nov 2013, 19:11
da mattioli
Ciao MM,

mi hai fatto voglia di vedere La Bohème di Herheim...
Comunque se ben ricordo Carsen di Puccini fece l'integrale, almeno delle opere principali.
Nell'elenco delle produzioni importanti metterei anche la Butterfly di Wilson, oggi inguardabile, ma che a suo tempo fu importante e, mah sì, di rottura rispetto al puccinismo zeffirelliano...
Ciao ciao

: Chef :

Re: Puccini, tra puccinismo e modernità

MessaggioInviato: gio 28 nov 2013, 19:31
da DottorMalatesta
mattioli ha scritto:Nell'elenco delle produzioni importanti metterei anche la Butterfly di Wilson, oggi inguardabile, ma che a suo tempo fu importante e, mah sì, di rottura rispetto al puccinismo zeffirelliano...


Anche solo a sentire nominare Wilson mi riempio di bolle :mrgreen: Comunque ammetto che a sua Butterfly è una delle cose "meno peggio" che ha fatto...

Ciao!

DM

P.S.: la Bohème di Herheim, nel bene e nel male, lascia il segno!

P.P.S.: al solito hai ragione, Carsen ha messo in scena: Manon, Turandot, Boheme, Trittico, Tosca, Butterfly, Fanciulla. Del Puccini "importante" manca solo Rondine.

Re: Puccini, tra puccinismo e modernità

MessaggioInviato: dom 01 dic 2013, 13:24
da DottorMalatesta
Vedo ora che la Boheme di Herheim è in vendita in Bluray

Immagine

E', lo ripeto, una Boheme che lascia il segno!

DM

Re: Puccini, tra puccinismo e modernità

MessaggioInviato: mar 04 mar 2014, 16:39
da mattioli
Oh, chi si vede! Il sommo Mascherpa! Nella latitanza dei tenutari (specie uno, WSM, alias Divino), Ti dò il benvenuto io.
Su Puccini trovo che tu abbia perfettamente ragione: è uno degli operisti più maltrattati della storia. Credo però che per ripensarlo lettura musicale e scenica debbano andare di pari passo, anche per ridargli quei valori più schiettamente drammaturgici sempre annegati nella melassa del sentimentalismo modello "è stato così bello, ho pianto tanto". Adesso però non ho il tempo di sviluppare il discorso. Ancora benvenuto, ciao.

AM

Re: Puccini, tra puccinismo e modernità

MessaggioInviato: mar 04 mar 2014, 17:38
da pbagnoli
vittoriomascherpa ha scritto:
mattioli ha scritto:Ti dò il benvenuto io.

Grazie, Alberto.

Meno male che ogni tanto ho il tempo di collegarmi, fra una menata lavorativa e l'altra, perché poi ho la gradevole sorpresa di ritrovare un vecchio amico: Vittorio Mascherpa, appassionato colto e profondo, ricco di saggezza e di ascolti profondi.
Grazie davvero di essere venuto su queste pagine: ci onori con la tua presenza
Pietro

Re: Puccini, tra puccinismo e modernità

MessaggioInviato: mar 04 mar 2014, 18:16
da DottorMalatesta
Arrivo finalmente anch'io a dare il mio cordiale benvenuto a Vittorio!
Ho sentito parlare di te anche recentemente ("Solo cose belle! Solo cose belle!" tanto per citare Olaf, il pupazzo di neve dell'ultimo cartone animato Disney. Scusami ma avendo una figlia di 4 anni questi sono i miei attuali orizzoni culturali :mrgreen: ), e sono davvero contento della tua presenza su questo nostro forum!
8)

Venendo a Puccini, condivido le tue riflessioni. Mi permetterei di fare anche il nome di Sinopoli, interprete rivoluzionario sempre, ma soprattutto in Puccini, le cui opere ha contribuito ad accostare ai grandi capolavori del Novecento europeo, sottraendole alla polvere e alla melassa da cui erano sommerse da troppo troppo tempo.

Ancora benvenuto!

Francesco (DM)

Re: Puccini, tra puccinismo e modernità

MessaggioInviato: mar 04 mar 2014, 20:20
da VGobbi
Chi si rivede Mascherpa!

Giammai l'avrei creduto ... :twisted: