Il teatro e la cena dopo teatro ,chez zia Ebe

problemi estetici, storici, tecnici sull'opera

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Il teatro e la cena dopo teatro ,chez zia Ebe

Messaggioda Ebestignani » dom 14 ott 2012, 13:03

Siete tutti invitati : ma dovete meritarvelo : Chef :
Il giochino non e' nuovo,ma abbiate pazienza. E' venuto in mente alla vostra umile scrivente una sera in cui era ricoverata in una clinica di Ottawa per una puntura di ragno. Non sapevo - e non lo sapevate forse neppure voi - che in Canada ci fossero le Vedove Nere.Adesso lo so :evil: Cosi' una gita in campagna,profittando del tempo ancora mite,e' andata a finire con dieci giorni di ospedale.
Ma ogni male vuole un bene per ricompensa,cosi' eccomi in Italia per ferie di convalescenza.
E allora ogni paio di settimane,diciamo, vi invitero' a questo ( spero funny) game.Zia Ebe proporra' un'opera e un menu per il dopo teatro,a suo insindacabile giudizio.
Voi farete una scelta virtuale: organizzerete il cast,cantanti direttore e regista, avendo a disposizione tutti gli interpreti che abbiano lasciato testimonianze. Quindi niente Rubini,Tamburini o Méric-Lalande!

Stasera si fa il Pirata di Bellini. Perche' questa scelta? Perche' e' un'opera che a suo tempo fu amatissima e da molto e' entrata nel dimenticatoio. Classica storia fosco-romantica a triangolo,richiede due fuoriclasse e uno bravo.

Dopo le vostre scelte - preferibilmente con un minimo di motivazione- il menu di Zia Ebe,a chilometro zero perche' siamo a casa del Duca di Caldora in Sicilia, prevede:

Moscardini con capperi di Salina
Pasta fresca al pescespada
Filetto di cernia con insalatina di gamberi rossi,infuso di te' nero e patate
Torta di pistacchi di Bronte

Corvo Bianco di Salaparuta 2010, Regaleali Bianco 2011, e Taittinger 2009 in onore della
nazionalita' della prima Imogene.
Zibibbo di Pantelleria.

Le scelte di zia Ebe:

Gualtiero: Chris Merritt
Imogene: Montserrat Caballe'
Ernesto: Riccardo Stracciari

sul podio,Richard Bonynge ( per farci vedere quello che sa fare senza moglie)
Robert Carsen,orgoglio canadese,alla regia.

Buon divertimento,e se vi annoiate sara' mancata la fortuna,non il valore.
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Re: Il teatro e la cena dopo teatro ,chez zia Ebe

Messaggioda pbagnoli » dom 14 ott 2012, 18:42

Divertente!
Devo dire che mi attira più la cucina che non il palcoscenico, anche perché l'Imogene della Caba non è per me particolarmente allettante, ma - ammetto - c'è di peggio...
Il menù è invece molto, molto intrigante! Complimenti!
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: Il teatro e la cena dopo teatro ,chez zia Ebe

Messaggioda Ebestignani » dom 14 ott 2012, 19:32

Ma quel palcoscenico e' solo il mio: quello ideale dovete costruirvelo. Il mio ho provveduto a rinforzarlo con generose dosi di acciaio,vista la stazza dei due infelici amanti.....

Merritt era perche' solo lui e pochi altri possono reggere quel ruolo senza tagli ( ma chi? Lauri Volpi? Escalais? Gedda? Kraus? Blake?)
E la Caballe' era un omaggio alla memoria paterna. Mio padre aveva sentito la Callas nel 58 alla Scala, e pochi anni dopo la giovane Caballe' al Maggio. E con suo dolore - mai ha amato troppo Montsy - diceva che via,in quel ruolo "'un c'era partita".
Stracciari,cosi' austero e contegnoso,a suo agio nel canto fiorito,a mio parere si adatta bene ad Ernesto,che e' proprio il prototipo di quella che il nostro geniale Somerset chiamava la tinca.Perche' non e' un ruolo molto importante ma bisogna
essere bravi se no si squilibra - vedi Cappuccilli - tutta la immacolata linea musicale dell'opera.
Ma io aspetto i vostri!!!
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Re: Il teatro e la cena dopo teatro ,chez zia Ebe

Messaggioda mattioli » dom 14 ott 2012, 22:03

Cara zia Ebe,

purtroppo io non mangio nulla che viva nell'acqua, quindi del Tuo raffinatissimo menu papperei solo la torta. Però sarebbe senz'altro buonissima, quindi se permetti partecipo.
Il mio cast è:
Gualtiero: Alfredo Kraus (se è impegnato nei Campi Elisi, Nicolai Gedda)
Imogene: che domande...
Ernesto: Samuel Ramey
Direttore: Esa-Pekka Salonen (che farebbe forse disastri, quindi si tengano pronti per subentrare alle prime prove o Alfredo Simonetto o Fernando Previtali. Oppure scegliamo Tullio Serafin fin dall'inizio).

Poi ci sono cast alternativi.

Questo è il vecchia Decca:
Gualtiero: Luciano Pavarotti
Imogene: Dame Joan Sutherland
Ernesto: Sherrill Milnes
Direttore: Richard Bonynge

Questo è il Decca attuale:
Gualtiero: Juan Diego Florez
Imogene: Cecilia Bartoli (o Renée Fleming, inutile dirTi chi preferisco IO)
Ernesto: Jonas Kaufmann (tanto ormai fa tutto)
Direttore: Diego Fasolis o Giovanni Antonini o Alessandro De Marchi

Poi c'è la variante normanna, perché siamo in Sicilia, un Bellini wagnerizzato tipo Wagner (quello vero) che dirige Norma aggiungendo un'aria per Oroveso:
Gualtiero: Ben Heppner
Imogene: NIna Stemme (sentita ieri sera come Isolde in forma stratosferica)
Ernesto: Hans Hotter
Direttore: Christian Thielemann

Poi c'è la versione "early 78 giri":
Gualtiero: Leonce-Antoine Escalais (o Fernando de Lucia abbassato di tre toni)
Imogene: Irene Abendroth
Ernesto: Mattia Battistini (durata della cavatina: mezz'ora)
Direttore: Anonimo (basta il primo violino)

Poi c'è la versione Muti:
Gualtiero: Salvatore Licitra
Imogene: Karen Huffstodt
Ernesto: Giorgio Zancanaro
Direttore: Riccardo Muti

Poi c'è la versione Marazzi:
Gualtiero: Eric Cutler o Stephen Costello
Imogene: Anja Silja
Ernesto: Simon Keenlyside (in effetti...) o Thomas Hampson
Direttore: Marc Minkowski (ri-in effetti...)

Poi c'è la versione bonazze/i:
Gualtiero: Jonas Kauffmann
Imogene: Anna Netrebko (non ricordo se c'è la fida confidente della primadonna, se sì ovviamente Elina Garanca)
Ernesto: Erwin Schrott
Direttore: Gustavo Dudamel

Poi c'è la versione eccentrici, da prevedere litigi e fughe dal palcoscenico:
Gualtiero: Roberto A-lagna
Imogene: Angela Gheorghiu (Dio li fa e poi...)
Ernesto: Renato Bruson
Direttore: Sergiu Celibidache (clamoroso debutto all'opera)

Dimenticavo il regista: ovviamente Claus Guth, tutto ambientato in una stanza (come ai bei tempi dell'Ifigenia o del Fierrabras di Zurigo), una sola, tutta bianca, con una finestra da cui spuntano fichi d'India...
E adesso posso avere una fetta di torta al pistacchio?
Baci baci

AM
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Re: Il teatro e la cena dopo teatro ,chez zia Ebe

Messaggioda Ebestignani » dom 14 ott 2012, 22:46

Beh,carissimo Mattioli,pur non potendo che deprecare la sua astinenza da cio' che vive nell'acqua,era parecchio che non mi facevo tante risate,del che la ringrazio di cuore : cosa e' la Vedova Nera? non me la ricordo piu'.
Lei si e' meritata tutta la geniale pasticceria siciliana. Sa come prima idea cosa era spuntata? granita di limone con panbrioche. Insomma,se vuole c'e' anche quella. Il problema sara' tradurre il suo calembour ai miei amici canadesi, che
sono ancora stupiti ( in senso di ignoranza,non in senso negativo) di vedere sul mio tavolo di lavoro la sua ultima fatica assieme alla Critica della Ragion Pratica - se la compagnia non e' gradita mi perdoni.
La prossima volta,promesso,niente fish. L'Imogene di"che domande" suppongo sia la Maria,giusto? Prima di mettere le mani sulla versione del Maggio con l'altra MC,onestamente lo pensavo anch'io. Ma a mio avviso quello che li' ha fatto il soprano spagnolo non e' roba di questo basso mondo. A proposito,non avevo mai pensato a Ramey e invece dovevo farlo.
Le difficolta' della parte di Ernesto,variazioni della cavatina comprese,se le mangerebbe proprio come una fetta di torta.
Ad maiora,caro Mattioli
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Re: Il teatro e la cena dopo teatro ,chez zia Ebe

Messaggioda mattioli » dom 14 ott 2012, 23:08

Beh, ma se mi dà del lei comincio a farlo anch'io.
Aggiudicata anche la granita col panbrioche (non ci facciamo davvero mancare niente). Quanto allo stupore dei canadesi di vedere il mio libercolo accanto a quello dell'orologio di Konigsberg, si figuri il mio...
Sì, Imogene è la Maria. Mi scusi, ma in mancanza di averle viste entrambe dal vivo, resto sulla Greca. Con tutto il rispetto per la Catalana, però.
Piuttosto, mentre aspettavo la Sua risposta ho fatto un giretto su Youtube dove c'è una cavatina di Gualtiero davvero molto, ma MOLTO bello di Rockwell Blake. Poi cipollando qua e là sto ascoltando il duetto finale di Ermione con Rocky e la mia adorata ACA. Quindi forse sbuca un altro possibile Pirata:

Gualtiero: Rockwell Blake
Imogene: Anna Caterina Antonacci
Ernesto: Gerald Finley
Direttore: Antonio Pappano

Boh, veda un po' Lei.
Ossequiosamente
AM
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Re: Il teatro e la cena dopo teatro ,chez zia Ebe

Messaggioda Tucidide » lun 15 ott 2012, 11:00

Cerco di fare un cast plausibile.
Collocazione temporale: metà anni 90.

Gualtiero: Giuseppe Morino.


Imogene: Renée Fleming accompagnata da un direttore, un maestro ripetitore, un confidente, una dama di compagnia, un amante, un toy boy, chiunque insomma, basta che la tenga a freno:


Ernesto: ovviamente un baritono scuro, piacione ma sottilmente sinistro e con un "dark side" molto esibito: Dmitri Hvorostovskij.
(per lui sarebbe un debutto, penso, quindi non allego esempi).

Direttore: Riccardo Muti, che si danna l'anima per far rigar dritto la Fleming e la guarda costantemente malissimo ogni volta che lei si prende una licenza (cioè sempre).

Regista: imposto dalla direzione del teatro, ché sennò col cappero che Muti accetterebbe, Robert Carsen.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Il teatro e la cena dopo teatro ,chez zia Ebe

Messaggioda DottorMalatesta » lun 15 ott 2012, 12:54

Beh, un cast attuale a mio parere sulla carta ideale potrebbe essere:
Gualtiero: J.D. Florez (al quale peró servirebbe un coach: propongo di affidarlo alle premurose cure di Mat :mrgreen: )
Imogene: Natalie Dessay : Love : : Love : : Love :
Ernesto: Simon Keenlyside 8)

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Re: Il teatro e la cena dopo teatro ,chez zia Ebe

Messaggioda MatMarazzi » lun 15 ott 2012, 14:08

Carissima Zia Ebe punta dal ragno, carissimo Mattioli e carissimi tutti,
il giochino è divertente, ma posso giocarlo da un altro versante? Ossia il critico delle idee altrui? :)

In attesa che mi diate il permesso, me lo prendo! :)

Mi limiterei a Gualtiero, che rappresenta il problema maggiore di un allestimento dell'opera, nel passato come nel presente.
E non perché il ruolo sia più complesso o più importante degli altri, quanto perché - trattandosi di ruolo Rubini, ed essendo particolare anche all'interno della tipologia - pone esigenze estremamente delicate, che rendono difficilissima una soluzione.
Questo dipende anche dal fatto che i rubiniani del '900 sono stati sempre pochi, e molti di loro non hanno mai capito di esserlo, attratti come erano da altri modelli tenorili completamente diversi (in particolare il modello Duprez, che ha dominato per tutta la prima metà del '900 qualsiasi tenore con vocazioni vocalistiche).
Per cantare Rubini (e soprattutto per valorizzarlo poeticamente e renderlo affascinante) ci vogliono vocalità e personalità rare e particolari.
Anche ammesso (e non è affatto facile) che se ne possieda l'estensione disumana in alto - per giunta non potendo più ricorrere al falsetto, come egli faceva - i ruoli Rubiniani devono radicalmente distinguersi anche per una visione estetica (e di conseguenza tecnica) che non ha nulla delle successive scuole romantiche, in cui lo slancio all'acuto è stato associato (duprezianamente) al cri o dell'invettiva; quelli rubiniani sono personaggi neoclassici, quasi privi di sommovimenti tragici: rilucono di splendori angelicati, astratti e cavallereschi, anche se vestiti da pirati. E' la veriante "romaniana" del romanticismo, prima che Donizetti facesse del tenore italiano il disperato che impreca, si ribella, maledice e si brucia le ali nella vicinanza con le fiamme dell'inferno.

Da escludersi, a monte, le boutades mattiolesche (evidentemente scherzose, ma il lettore occasionale può non saperlo) su tenori con poca o punta esperienza vocalistica e magari non estesi in acuto.
La proiezione stellare con Rubini non è un optional e tantomeno il vocalismo.
Impensabili quindi Heppner, Kauffman e Licitra (quest'ultimo penso nemmeno per Muti).

Per ragioni simili escluderei anche Alagna, Costello e Pavarotti, benché più avvantaggiati in acuto e più "vocalistici" nella tecnica.
Poi, certo, in un mondo in cui si affida Gualtiero a Pier Miranda Ferraro e Bernabé Marti, c'è posto per tutti.... :cry:
E alla fine meglio Pavarotti di un pugno in faccia: eppure cantanti come lui, in un ruolo Rubini, non avrebbero potuto fare altro che tentare di stare a galla, mettendo una dopo l'altra le note (quasi tutte).
Se però vogliamo fare un "bel" Pirata, allora occorre trovare interpreti davvero "specifici" per il linguaggio rubiniano, capaci di valorizzarne la poetica e, vivaddivo, il senso.

Fra i tenori nominati, ve ne sono alcuni che hanno maggiore esperienza di vocalismo proto-ottocentesco: anzi, che hanno fondato su questo repertorio tutta la loro carriera.
E qui il discorso si fa interessante.
Zia Ebe propone Chris Merritt.
Mattioli propone Roqwell Blake.
Inoltre, pensando di fare il verso a me, lancia provocatoriamente il nome di Cutler. ;)

Segno quest'ultimo, ahimé, che Mattioli mi legge con minore attenzione di quella con cui io leggo lui! :)
Ho sottolineato mille volte (anche in questo forum) l'idiosincrasia di Cutler per i ruoli Rubini; anzi, ritengo che sulla sua carriera internazionale - che avrebbe potuto essere più brillante - abbia pesato non poco la leggerezza di accettare Arturo dei Puritani in una recita che poi è finita su DVD.
Proporre un tenore nei ruoli Nourrit (per le ragioni mille volte espresse) non equivale a proporlo in qualsiasi cosa sia stata composta in quell'epoca, e men che meno nei ruoli di Rubini.
Questo è un problema serio, su cui non si riflette abbastanza...
Poiché siamo molto distanti dagli anni di Rossini, Bellini e Meyerbeer, tendiamo a considerare un attuale tenore che sia specialista "di quell'epoca" in grado di cantare praticamente tutto ciò che all'epoca è stato scritto.
Se uno tenore ci persuade in Guglielmo Tell, perché non fargli fare anche Gualtiero? E magari il Barbiere di Siviglia?
Ed ecco che anche nel presente giochino fioccano le ipotesi Blake, Merritt, Cutler....

E invece se noi chiedessimo - usando la macchina del tempo - anche al meno smaliziato spettatore di quegli anni: "ma secondo te, Nourrit è come Rubini? " lui ci guarderebbe come pazzi.
Proprio come noi tratteremmo da pazzo un nostro pronipote del 2212, che - con la macchina del tempo - ci chiedesse se per noi un Florez e un Ben Heppner sono interscambiabili, tanto che i ruoli dell'uno e quelli dell'altro si possono affidare allo stesso cantante.

Merritt ha trovato la sua specificità nei baritenori pre e proto-romantici (in particolare nei personaggi Nozzari). Blake l'ha trovata nei ruoli David. Cutler avrebbe dovuto trovarla, per me, in quelli Nourrit, solo che il mondo non l'ha capito.
Nessuno dei tre però ha la trasparenza romantica, l'astrazione distaccata e la linearità immacolata dei ruoli Rubini: nessuno ne ha le caratteristiche vocali, psicologiche e (a essere precisi) nemmeno tecniche.
E' vero che a noi - quando cantano i ruoli Rubini - suonano un po' meglio di altri, visto che almeno loro conoscono il linguaggio primo-ottocentesco... ma restano sempre degli Heppner piazzati in personaggi per Florez.
Blake, ad esempio, in Puritani faceva letteralmente sorridere (e nel Faliero faceva piangere).
Merritt poi sembrava un orso in un negozio di vetrerie.
In entrambi i casi ti chiedevi se Elvira non fosse completamente idiota a perdere la ragione per tipi così...

Non sono d'accordo (anche se ammetto che l'idea è affascinante) nemmeno con le proposte "storiche" di Mattioli.
Escalais è il prototipo e l'esaltazione del tenore sceso giù da Duprez. E si tratta della tradizione anti-rubiniana per eccellenza.
Ok, era acutissimo, ma la sonorità, la scompostezza eroicizzante, lo slancio "disperato" erano quelli iperbolici dei tenori delle "maledizioni".
Se vogliamo tradire completamente il senso di un ruolo Rubini (angelicato e sublimante anche nelle vesti di un pirata) affidiamolo a un'erede di Duprez!
E non lo dico solo io!
Come ci ha fatto notare Tucidide alcuni anni fa, già il grande Eugenio Montale scrisse tutto ciò fin nel 1958, quando censurò proprio il Pirata di Franco Corelli alla Scala (che alcuni falsi storici continuano a favoleggiare come una rivelazione in merito).

Quanto a De Lucia (anche non considerando la baritonalità del baricentro, già evidenziata da Mattioli) se c'era qualcuno lontano dall'epica romantica era lui.
E' vero che canta con finezza, sfarzo di pianissimi, compiacimento di velluto, facilità virtuosistica, ma questo non fa di lui un proto-romantico e tanto meno un rubiniano.
Tutte quelle delicatezze e quei compiacimenti espressivi gli venivano dall'esperienza tardo-ottocentesca del Théatre Lyrique, dall'apertura alla Francia e alle sue nuove poetiche: i soloni della vociologia hanno fatto di tutto per presentarcelo come tenore del passato, mentre era in tutto e per tutto tenore della modernità; non è un caso che a lui - e al suo gusto francesizzante - si indirizzarono i primi Veristi.
Diverso sarebbe stato se avessimo citato Bonci...
Ecco, con Bonci sì che potremmo aprire una riflessione su una possibile declinazione proto-novecentesca dell'estetica rubiniana.


Lascio per ultimi i tre nomi su cui, secondo me, è possibile ragionare davvero.
L'ipotesi Florez.
Ok alla fine è da escludere, almeno per questo ruolo, ne convengo.
Eppure io credo che di tutti i tenori attuali quello che potrebbe dire le cose più sensate in alcuni ruoli rubini è lui.
Ok... è sottodimensionato in termini di carisma (Sonnambula e Puritani l'hanno dimostrato) e soprattutto è troppo rigido nella dinamica, troppo legnosetto nel cantabile.
Di Rubini però ha intanto lo slancio sopracuto, la felicità di inerpicarsi in linee argentee e fuori dal mondo; in più ha anche la purezza angelicata e il giovanilismo timbrico e quel qualcosa di cedevole e seducente che gesto ed espressione istintivamente possiedono.
Nemmeno la sua scarsa fantasia attorale sarebbe un problema, dato che anche Rubini (e si capisce benissimo dalle parti scritte per lui) grande attore non doveva essere affatto.
Tutto questo renderebbe per me Florez un candidato papabile per "certi" ruoli Rubini (Percy anzitutto), ma sicuramente non per tutti: nella fattispecie non per il Pirata.

Restano, fra quelli citati, Kraus e Gedda, ipotesi che finalmente sposo senza riserve: entrambi negli anni giusti sarebbero stati validissimi Gualtieri da quasi tutti i punti di vista (tranne da quello virtuosistico, ma nei loro anni non era un problema condizionante).
Dei due, come ha già detto Mattioli, meglio Kraus; non perché fosse miglior attore o musicista di Gedda (è vero il contrario), ma perché possedeva a un grado maggiore quella certa distinzione cavalleresca, magari anche un po' ingenua e buffa, ma che nei ruoli Rubini funziona.

Qualche altro rubiniano?
Be' intanto mi sorprendo che nessuno abbia nominato Kunde, che secondo me è stato il più rivelatore e incisivo dei tempi recenti.
Un Pirata offerto a lui (tra il 1990 e il 2000) sarebbe stata una scommessa vinta.
E poi... posso sorprendervi?
Se andiamo a scorrazzare nella storia del disco, possiamo trovare altri "potenziali" rubiniani - e dunque potenziali Gualtieri - anche in interpreti che non hanno mai cantato una nota di Bellini.
Può infatti succedere che tenori potenzialmente perfetti per questi personaggi siano stati orientati su altro repertori, anche solo per pigrizia o ignoranza.
Volete un esempio?
Ivan Kozlovski.

Premetto che io non amo affatto questo tenore (semmai le mie preferenze vanno a Lemeshev).
Le trovo quasi sempre ridicolo: retorico, pieno di sè, caramelloso fino alla stucchevolezza, massacratore di spartiti.
Questo perché mi tocca sentirlo in Faust, Rigoletto, Barbiere e persino Lensky (ebbene sì: lo odio anche in Lensky).
Eppure vi chiedo: quanti cantanti hanno avuto - come lui - una simile vocazione al sopracuto, fulgente, legatissimo e mai sparato? Quanti hanno avuto un simile culto della linea sempre immacolata, l'ossessione del legato sempre radioso e sublimante?
Quanti hanno, come lui, risolto la loro espressività in una sorta di trasparenza contemplativa e aristocratica, fino al narcisismo?
Quanti si sono fatti adorare in modo semplicemente isterico, grazie allo sfoggio della propria asessuata bellezza e irraggiungibilità?
Sembra la descrizione di Giovan Battista Rubini.
E invece stiamo parlando dell'idolo dei sovietici su un arco di trent'anni.

Qui lo sentiamo a più di 50 anni e si sente (soprattutto a livello di fiato).
Inoltre il brano è scritto per Duprez (che, come abbiamo detto, non c'entra nulla con Rubini).
Per il resto è il solito Kozlovsky: ritmo ed espressione sono optional, la pronuncia italiana molto dubbia... ecc...
Eppure in potenza, secondo me qui c'è tutto Rubini.




Avrei moltissimo da dire anche sui ruoli Tamburini e Meric Lalande ma ho già scritto troppo.
Dico solo che conosco troppo bene l'enorme competenza di Mattioli per non sapere che la sua ipotesi Antonacci in un ruolo Meric-Lalande è solo una provocazione: già vent'anni fa si lamentava che a Bologna le avessero affidato la versione francese del Moise, essendo la ri-scrittura per la Cinti troppo alta a suo giudizio per una voce come la sua.

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Re: Il teatro e la cena dopo teatro ,chez zia Ebe

Messaggioda mattioli » lun 15 ott 2012, 16:03

Beh, dico Matteo, non penserai davvero che io sia serio a proporre Heppner o Licitra per Gualtiero? E magari Hotter per Ernesto? : Nar :
Miao
AM

PS: se Kozlovskij (buona idea, però) non ti piace, allora Sobinov... O Clément...
PPS: le parti Méric-Lalande non sono così acute...
PPPS: ti leggo con tanta attenzione che mi par di ricordare che non hai solo censurato Cutler nei Puritani, ma anche Costello nella Bolena (altra parte Rubini)
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Re: Il teatro e la cena dopo teatro ,chez zia Ebe

Messaggioda DottorMalatesta » lun 15 ott 2012, 18:43

mattioli ha scritto:Beh, dico Matteo, non penserai davvero che io sia serio a proporre Heppner o Licitra per Gualtiero? E magari Hotter per Ernesto? : Nar :


Cosa vuoi Alberto, Mat non ha alcun senso dell'umorismo...

;-)

(SCHERZO!!!!)
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Re: Il teatro e la cena dopo teatro ,chez zia Ebe

Messaggioda mattioli » lun 15 ott 2012, 20:18

Peggio! E' permalosissimo. Se solo sospetta che lo prendi per il beep! ti fa un bop così! : WohoW :
Ma noi gli siamo affezionati lo stesso : Thumbup :
Amen
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Re: Il teatro e la cena dopo teatro ,chez zia Ebe

Messaggioda MatMarazzi » lun 15 ott 2012, 21:22

mattioli ha scritto:Beh, dico Matteo, non penserai davvero che io sia serio a proporre Heppner o Licitra per Gualtiero? E magari Hotter per Ernesto? : Nar :
Miao
AM


Ma che vi salta in mente! :)
Io non sono permaloso affatto e ho un notevole senso dell'umorismo.
E comunque avevo scritto che Heppner e Licitra erano "boutades" mattiolesche.
Mi mettevo solo nei panni di un inesperto che passasse di qua, leggesse e se ne partisse soddisfatto dicendo che un grande esperto come Mattioli suggerisce Licitra per il Pirata. :shock:

PPS: le parti Méric-Lalande non sono così acute...


Ok, ma pensa a un "M'odi a m'odi" con tanto di re bemolle filati sopracuti affidato alla Antonacci. :roll:
Era nata per i Colbran quella! :))

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Re: Il teatro e la cena dopo teatro ,chez zia Ebe

Messaggioda Ebestignani » lun 15 ott 2012, 22:24

Forse non mi crederete,ma nel mio elencuzzo di risposta a Pietro avevo omesso di proposito il nome di Kunde,fiduciosa nell'intervento riparatore del carissimo Matt. L'intervento e' stato al di sopra delle pur rosee aspettative di zia Ebe (doppia razione di dolce!) per l'incantevole puntualizzazione estetica e storicistica.
E questo mi da' gioia,perche' comincio a conoscervi bene.
E sono d'accordo anche con lui quasi incondizionatamente, una volta tanto. Kunde a tempo suo sarebbe stato sicuramente un eccellente protagonista. Tra l'altro,lo sapevate? e' stato Gualtiero in forma di concerto nel gennaio ultimo scorso,al
Lyceu di Barcellona,con la Devia come Imogene.
C'e' qualcosa pero'che non mi convince quando si discute di Pavarotti,e non soltanto da parte di Mat. Tendiamo tutti a dimenticarci di cosa era Pavarotti alla fine degli anni 60 :un tenore ancora perfettibile sul versante stilistico, probabilmente gia' da allora proiettato verso uno sfruttamento commerciale del suo talento,ma secondo me ancora in grado di raggiungere dei traguardi sostanzialmente preclusi a quelli che abbiamo citato. E questo per vari motivi: la malia innegabile del suo timbro,la spontaneita' scabra dei suoi recitativi, la peculiarita' di incarnare quella che Celletti,con definizione felicissima, riferendosi alla Bohème di Karajan chiamava "la voce della giovinezza,in una parola".
Matt dice "quasi tutte le note giuste" e "meglio di un pugno in faccia". Ora,risentendo il Rigoletto di Macerata con Milnes.che dovrebbe essere degli inizi degli anni 70,mi sono detta: certo che la vita e' strana. Perche',a parte il fisico ingrato,mi viene da giurare che sarebbe stato un grandissimo Gualtiero. Con tutte le note giuste,perche' quasi? E l'impatto della sua voce,in quelle melodie lancinanti,sarebbe stato trascinante.
Non e' possibile firmare cambiali in bianco,sono d'accordo: e la sua carriera successiva,nonostante la sua estrema oculatezza nell'affrontare percorsi nuovi,non ha confermato tutte le promesse,con la complicazione della sua deriva nazionalpopolare. Pero' allora,e qui ricominciamo la solita canzuncella,meglio di un pugno in faccia puo' essere altro, e
non lui: quelli, e soprattutto quelle, che sfruttano la situazione e che di deriva campano.
Matt,pero' ora che hai fatto trenta fai trentuno. Parlaci della tua Imogene e del tuo Duca Ernesto,se no la cena ci va di traverso ( tutti tranne Alberto che pesce non ne mangia :shock: )
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Re: Il teatro e la cena dopo teatro ,chez zia Ebe

Messaggioda Riccardo » mer 17 ott 2012, 13:39

Le vostre riflessioni sono talmente giuste, raffinate ed interessanti, che infatti il prossimo gennaio al Liceu di Barcellona il Pirata si farà in forma concertante con Kunde, Devia e Stoyanov! Ah questi teatri :(
Ich habe eine italienische Technik von meiner Mutter bekommen.
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