«La lirica è un tumore»

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«La lirica è un tumore»

Messaggioda Tucidide » lun 06 feb 2012, 12:36

... parola di marcoferri giornalista.
http://www.marcoferri.info/2012/02/02/l ... co-perche/

Che ne pensate?
A me pare un articolo che, a voler essere gentili, potrei definire miope, tendenzioso e maramaldo. Se però decidessi di abdicare alla mia proverbiale ( :?: ) signorilità e far prevalere la vena da romagnolo fumantino, mi esprimerei diversamente.
Sono però curioso di sentire altre idee a riguardo. :)

Un saluto dall'innevata Romagna.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: «La lirica è un tumore»

Messaggioda Alberich » lun 06 feb 2012, 12:47

E' un articolo molto mal fatto. Sottolinea un punto giusto nel peggiore dei modi.
Saluti da Sarajevo innevatissima!
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Re: «La lirica è un tumore»

Messaggioda Leporello » mer 15 feb 2012, 1:47

Utilizzando lo stesso criterio di valutazione di colui che ha scritto l'articolo linkato, ci sarebbe da chiedersi perché lo stato paga (o debba pagare) le testate giornalistiche, dato che oramai i giornali stampati li leggono soltanto una sparutissima minoranza degli italiani (e, mi verrebbe da dire, meno male).... o perché ingaggia insegnanti di sostegno, dato che i ragazzi portatori di handicap (o diversamente abili, che dir si voglia) sono meno di una decina in istituti sovraffollati (in percentuale: 0,x %)...
Lo sostengo da un pezzo: i giornalisti riescono ad essere tra le categorie più becere che esistano... essi lo sanno (ma fanno finta di non saperlo) che nella comunicazione non soltanto il medium è messaggio (come ha dimostrato McLuhan) ma il modo di esprimersi orienta il sentimento obnubilando la ragione (in altre parole: l'utilizzo di termini o espressioni "sensibili" evoca in chi ascolta un sentimento che orienta il giudizio, ancor prima di valutare il contenuto della notizia stessa)... è una vergogna! : Andry :

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Re: «La lirica è un tumore»

Messaggioda Riccardo » mer 15 feb 2012, 12:08

Leporello ha scritto:Lo sostengo da un pezzo: i giornalisti riescono ad essere tra le categorie più becere che esistano... essi lo sanno (ma fanno finta di non saperlo) che nella comunicazione non soltanto il medium è messaggio (come ha dimostrato McLuhan) ma il modo di esprimersi orienta il sentimento obnubilando la ragione (in altre parole: l'utilizzo di termini o espressioni "sensibili" evoca in chi ascolta un sentimento che orienta il giudizio, ancor prima di valutare il contenuto della notizia stessa)... è una vergogna! : Andry :

Questa è una musica che sento spesso, ma quindi?
Le ipotesi sono solo due: o si fanno sparire i giornalisti, e tutti, ossia quelli della carta stampata della tv e di internet (e noi non avremmo più notizia di nulla, nemmeno di che cosa succede nel paese di fianco al nostro) oppure si cerca di favorire il pluralismo e leggere più interpretazioni possibili della realtà in modo da crearcene noi una propria, la più critica e approfondita possibile...

No? :D
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Re: «La lirica è un tumore»

Messaggioda VGobbi » mer 15 feb 2012, 20:59

Non pensavo che Leporello fosse xxxxxx!!! :mrgreen:
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: «La lirica è un tumore»

Messaggioda Leporello » gio 16 feb 2012, 3:13

Riccardo ha scritto:
Leporello ha scritto:Lo sostengo da un pezzo: i giornalisti riescono ad essere tra le categorie più becere che esistano... essi lo sanno (ma fanno finta di non saperlo) che nella comunicazione non soltanto il medium è messaggio (come ha dimostrato McLuhan) ma il modo di esprimersi orienta il sentimento obnubilando la ragione (in altre parole: l'utilizzo di termini o espressioni "sensibili" evoca in chi ascolta un sentimento che orienta il giudizio, ancor prima di valutare il contenuto della notizia stessa)... è una vergogna! : Andry :

Questa è una musica che sento spesso, ma quindi?
Le ipotesi sono solo due: o si fanno sparire i giornalisti, e tutti, ossia quelli della carta stampata della tv e di internet (e noi non avremmo più notizia di nulla, nemmeno di che cosa succede nel paese di fianco al nostro) oppure si cerca di favorire il pluralismo e leggere più interpretazioni possibili della realtà in modo da crearcene noi una propria, la più critica e approfondita possibile...

No? :D

Scusa, Riccardo, ma io non ho mai sostenuto che non si debba più stampare alcun giornale, quanto piuttosto che debba esserci (anzi, bisogna pretendere) un'etica della comunicazione.... a ciò si aggiunga l'eliminazione dei finanziamenti pubblici ai giornali. Forse (e sottolineo il forse) così si tornerà ad una maggiore qualificazione del servizio: troppo facile e troppo comodo sparare a zero (magari inventarsi le notizie o, peggio, amplificarle spudoratamente, anche solo aggiungendo un aggettivo -del tipo "inquietante"-... partendo dal presupposto che "l'importante è lo scoop"). La gente non legge perchè nei giornali non trova notizie ma opinioni... OPINIONI: di destra, di sinistra, di centro, di lato, di sotto, di sopra... siamo sommersi dalle opinioni... trova, cioè, lo "spoloquio" ben confezionato di servitori in gonnella nera e grembiule e cuffietta bianchi che sul vassoio anzicchè l'argenteria o il servizio di porcellana di boemia hanno un foglio di carta ed una penna, pronti a far contenti i loro padroni... mi chiedo dove sia finita la ricerca della "ben rotonda verità".
Se, invece, i giornali dovessero vivere di ciò che vendono, allora sì che punterebbero a dare il massimo... e molte (troppe) testate di serie B (per non dire Z) morirebbero di morte naturale... Darebbero il massimo per un semplicissimo motivo: appena il lettore (posto che abbia una mente critica matura) subodora del marcio, e cioè faziosità nel comunicare o falsità anche minima nel contenuto, non comprerà più quel giornale, dicendo a se stesso: "questo mi vuol prendere in giro!". Ma per arrivare a tanto è necessario rimettere in sesto la scuola e le altre agenzie educative... : Doctor :
A questo punto mi chiedo: in un ambiete come il nostro, in cui la fanno da padrone tele novellas, fiction e programmi disgustosi come l'isola dei famosi o il grande fratello (che per mia somma meraviglia sono il pane quotidiano dei miei alunni... nel 90% dei casi... e arrotondo per difetto!) c'è possibilità anche solo di pensare ad una soluzione del genere? :roll:

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Re: «La lirica è un tumore»

Messaggioda Riccardo » gio 16 feb 2012, 22:00

Leporello ha scritto:Scusa, Riccardo, ma io non ho mai sostenuto che non si debba più stampare alcun giornale, quanto piuttosto che debba esserci (anzi, bisogna pretendere) un'etica della comunicazione....

D'accordissimo, ma la pretesa dell'etica della comunicazione, in caso di assenza di finanzamenti statali, dovrebbe avvenire da parte di chi acquista i giornali. E tu sei così sicuro che il pubblico possa selezionare le testate "etiche" rispetto a quelle che non lo sono?
Pensi davvero che la maggior parte della gente preferisca leggere una riflessione argomentata di Giovanni Sartori piuttosto che le sciocchezze tendeziose dei giornali gratuiti o di quelli esplicitamente faziosi?

Leporello ha scritto: La gente non legge perchè nei giornali non trova notizie ma opinioni...

Sei sicuro?
Se così fosse Cronaca Oggi e ciarpame vario dovrebbero avere meno lettori del Corriere della Sera o di Internazionale. E invece non è così. Eppure tra chi legge il Sole 24 Ore e il Corriere c'è solo una minoranza che legge gli editoriali rispetto ad una semplice scorsa delle strillate nei titoli.

E in ogni caso tu dici:
Leporello ha scritto:mi chiedo dove sia finita la ricerca della "ben rotonda verità".

quando prima osservavi giustamente che
Leporello ha scritto:nella comunicazione non soltanto il medium è messaggio (come ha dimostrato McLuhan) ma il modo di esprimersi orienta il sentimento obnubilando la ragione (in altre parole: l'utilizzo di termini o espressioni "sensibili" evoca in chi ascolta un sentimento che orienta il giudizio, ancor prima di valutare il contenuto della notizia stessa)...


Insomma, la questione non è semplice. La ricerca dei fatti nudi e crudi è un'utopia, perché la stessa selezione dei fatti nudi e crudi è già un intervento interpretativo. Se dunque interpretazione deve essere, forse meglio che sia il più possibile seria, argomentata e pluralistica.
Il populismo e la demagogia sono qualcosa di cui i cittadini sono vittima ma anche artefici. Ed un semplice annullamento dei finanziamenti pubblici non risolverebbe per nulla il problema. Anzi, in parte potrebbe far morire i giornali "di qualità" (o quelli "meno indecenti") a vantaggio di tendenziosi e in mala fede.

Purtroppo credo che le regole della comunicazione "razionale", "intellettuale" siano esattamente opposte a quelle della comunicazione "artistica". I codici della prima sono faticosi e richiedono competenze riflessive per potervi accedere. Quelli della seconda sono invece tanto più efficaci tanto più riescono ad intercettare le percezioni universali.

La vera soluzione comunque l'hai detta: partire dal sistema educativo, ma richiede tempi assai lunghi per riparare i danni fatti nei decenni scorsi.
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Re: «La lirica è un tumore»

Messaggioda Leporello » ven 17 feb 2012, 22:47

[/quote]
Riccardo ha scritto:
Leporello ha scritto:Scusa, Riccardo, ma io non ho mai sostenuto che non si debba più stampare alcun giornale, quanto piuttosto che debba esserci (anzi, bisogna pretendere) un'etica della comunicazione....

D'accordissimo, ma la pretesa dell'etica della comunicazione, in caso di assenza di finanzamenti statali, dovrebbe avvenire da parte di chi acquista i giornali. E tu sei così sicuro che il pubblico possa selezionare le testate "etiche" rispetto a quelle che non lo sono?
Pensi davvero che la maggior parte della gente preferisca leggere una riflessione argomentata di Giovanni Sartori piuttosto che le sciocchezze tendeziose dei giornali gratuiti o di quelli esplicitamente faziosi?

E, di fatti, accanto a questo, aggiungevo non come semplice corredo nè come alternativa, ma come elemento con-costitutivo, il fatto che ci debba essere una rifondazione del sistema educativo-formativo... le due cose vanno di pari passo.

Riccardo ha scritto:[...]E in ogni caso tu dici:
Leporello ha scritto:mi chiedo dove sia finita la ricerca della "ben rotonda verità".

quando prima osservavi giustamente che
Leporello ha scritto:nella comunicazione non soltanto il medium è messaggio (come ha dimostrato McLuhan) ma il modo di esprimersi orienta il sentimento obnubilando la ragione (in altre parole: l'utilizzo di termini o espressioni "sensibili" evoca in chi ascolta un sentimento che orienta il giudizio, ancor prima di valutare il contenuto della notizia stessa)...


Insomma, la questione non è semplice. La ricerca dei fatti nudi e crudi è un'utopia, perché la stessa selezione dei fatti nudi e crudi è già un intervento interpretativo. Se dunque interpretazione deve essere, forse meglio che sia il più possibile seria, argomentata e pluralistica.

La ricerca della ben rotonda verità, oltre ad essere una citazione di Parmenide è anche e soprattutto il fondamento dell'etica della comunicazione.... se sarà così, il pluralismo perde di significato... faccio un esempio traendolo da un argomento affine: per conoscere il pensiero di Cartesio, è inutile che vada a leggermi venti e più manuali di storia della filosofia (per rispettare il pluralismo)... basta e avanza la lettura di quello che VUOLE comunicarmi senza faziosità ciò che pensava il padre della filosofia moderna (è questa l'etica della comunicazione)... il pluralismo c'è e deve mantenersi perchè (direi quasi "solo e soltanto") si parte dal presupposto che il fatto narrato è filtrato da una penna (coscienza) faziosa, che è come dire: siccome non mi fido di te, allora vado a vedere cosa altri mi dicono dello stesso avvenimento.... in questo modo la notizia è ridotta ad opinione.... anzi ad opinioni: il pluralismo pretende le opinioni, anzi ne è quasi il presupposto fondante.

Riccardo ha scritto:Il populismo e la demagogia sono qualcosa di cui i cittadini sono vittima ma anche artefici. Ed un semplice annullamento dei finanziamenti pubblici non risolverebbe per nulla il problema. Anzi, in parte potrebbe far morire i giornali "di qualità" (o quelli "meno indecenti") a vantaggio di tendenziosi e in mala fede.

E sì, credo che su quest'ultimo punto debbo darti pienamente ragione... ma perchè viviamo in quest'oggi, respiriamo questa determinata cultura, partecipiamo di questo modo di fare... ossia: oramai siamo stati de-formati così! e dagli col bisturi e con la seta a togliere ciò che è marcio e ricucire ciò che è sanguinante....

Riccardo ha scritto:La vera soluzione comunque l'hai detta: partire dal sistema educativo, ma richiede tempi assai lunghi per riparare i danni fatti nei decenni scorsi.

Con l'impegno a più mani l'impresa è ardua ma non impossibile....
ai posteri l'ardua sentenza.

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Re: «La lirica è un tumore»

Messaggioda Riccardo » sab 18 feb 2012, 18:08

Leporello ha scritto:il pluralismo c'è e deve mantenersi perchè (direi quasi "solo e soltanto") si parte dal presupposto che il fatto narrato è filtrato da una penna (coscienza) faziosa, che è come dire: siccome non mi fido di te, allora vado a vedere cosa altri mi dicono dello stesso avvenimento.... in questo modo la notizia è ridotta ad opinione.... anzi ad opinioni: il pluralismo pretende le opinioni, anzi ne è quasi il presupposto fondante.

Ma tu pensi davvero che esistano i fatti svincolati dalle opinioni?
O non è forse che ogni fatto, nel momento in cui viene conosciuto, diventa opinione?

Condivido la tua idea che il pluralismo sia un "male minore" rispetto all'impossibilità di accedere alla "rotonda verità".

Ma ho l'impressione che la "rotonda verità" sia inaccessibile proprio perché, come tale, è soltanto un'utopica aspirazione dell'umana mente limitata ed imperfetta. Un po' come la geometria di Euclide, è un'astrazione, una necessità della nostra mente.

Credo però che l'alternativa al credere in una "rotonda verità" non sia affatto il relativismo del nulla, ma la ricerca di quell'"area della verità" rispetto alla quale possiamo dire - in questo caso sì con certezza - che cosa sicuramente è falso.
Vale un po' lo stesso con le interpretazioni delle opere d'arte.
Un testo di solito concede più interpretazioni possibili, pur nella fedeltà all'autore. Ma allo stesso modo ne esclude una larga parte che per sicuro non sono pertinenti.
In qualche modo credo che l'area della verità sia comunque tendenzialmente più finita di quella della falsità. Qui credo stiano le ragioni di un moderato ottimismo e dell'indispensabilità del pluralismo come "metodo scientifico" della ricerca di quest'"area della verità".

Perdona la divagazione, ma è un tema che mi appassiona.
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Re: «La lirica è un tumore»

Messaggioda Leporello » sab 18 feb 2012, 22:45

Riccardo ha scritto:
Leporello ha scritto:il pluralismo c'è e deve mantenersi perchè (direi quasi "solo e soltanto") si parte dal presupposto che il fatto narrato è filtrato da una penna (coscienza) faziosa, che è come dire: siccome non mi fido di te, allora vado a vedere cosa altri mi dicono dello stesso avvenimento.... in questo modo la notizia è ridotta ad opinione.... anzi ad opinioni: il pluralismo pretende le opinioni, anzi ne è quasi il presupposto fondante.

Ma tu pensi davvero che esistano i fatti svincolati dalle opinioni?

Onestamente, sì.... e continuerei a sostenere il sì anche qualora si volesse, come fanno i tomisti, spaccare il pelo in 4 affermando che bisogna distinguere fra comunicazione dei fatti ed opinione!
Sono del pari persuaso (e l'esempio che ho addotto nel post precedente a proposito dei manuali di filosofia dovrebbe confermare ciò che penso) che anche la comunicazione di notizie è verità e non semplice opinione.... tutto sta a chiarire previamente cosa intendiamo per opinione (perchè mi pare che utilizziamo il termine con accezioni diverse)

Riccardo ha scritto:Ma ho l'impressione che la "rotonda verità" sia inaccessibile proprio perché, come tale, è soltanto un'utopica aspirazione dell'umana mente limitata ed imperfetta. Un po' come la geometria di Euclide, è un'astrazione, una necessità della nostra mente.

Non sottoscriverei in toto quanto hai detto...solo in parte.
Per il semplice motivo che è vero che l'uomo fa esperienza dell'errore, ma per averne consapevolezza (ossia per aver capito di aver sbagliato) deve venir fuori da esso, cioè deve rapportarlo alla verità che ha scoperto successivamente, altrimenti non si accorgerebbe di aver sbagliato... rimarrebbe nell'errore.
Il criterio di valutazione discriminante per l'uomo, dunque, è sempre la verità... contestualizzata, limitata, sfiorata, da approfondire per quanto si voglia... ma è pur sempre la verità: l'uomo sbaglia... sì... ma si accorge anche dell'errore!
La verità semmai la conosciamo prendendo d'assedio "il mondo" (non a caso fra virgolette)... la nostra è una verità parziale, ma è pur sempre verità... non opinione. Nè vale a giustificazione il fatto che, appunto perchè affermiamo che la verità la conosciamo parzialmente, questo la relativizza... Le geometrie non-euclidee, per esempio, hanno allargato il concetto di spazio... ma in uno spazio euclideo la geometria che dall'illustre matematico greco prende il nome è ancora valida, è verità... Il problema è mettersi d'accordo sul punto di vista... questo sì... ma non che a prescindere da esso riduciamo, sofisticamente (perchè Protagora e Gorgia sarebbero gli antesignani di questa posizione), la ben rotonda verità ad opinione: se guardiamo le cose dallo stesso punto di vista, le vedremo esattamente allo stesso modo!
Onestà vuole (ecco l'etica della comunicazione) che si debbano considerare tutte le prospettive, tutti i punti di vista, senza mortificarne o declassarne alcuno.

Riccardo ha scritto:Perdona la divagazione, ma è un tema che mi appassiona.

Carissimo Riccardo, non c'è motivo per scusarti... la passione per questi temi è comune (come spero si sia notato)... : Thumbup :

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