Madama Butterfly (Puccini)

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Re: Madama Butterfly (Puccini)

Messaggioda Nicola Biondo » dom 15 nov 2009, 1:29

Voglio solo ribadire una cosa che comunque è sotto gli occhi anzi alle orecchie di tutti, la emi purtroppo non era negli anni passati dal punto di vista della qualità sonora a livello delle D.G. e della Decca. Ed è davvero un peccato che la Callas faceva parte della scuderia italiana.Tutte le registrazioni dal vivo sono poco godibili, specialmente quelli degli anni 50 dove le corde vocali della divina erano perfettamente integre, non oso immaginare la goduria di una Callas registrata dai tecnici della Decca. Purtroppo per un appassionato di lirica la nitidezza della registrazione è molto importante specialmente di fronte a un genere musicale molto difficile da gestire per via delle voci e dell'orchestra, se si pensa che i Portoghesi registravano meglio della nostra RAI..... : : Andry :
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Re: Madama Butterfly (Puccini)

Messaggioda MatMarazzi » gio 19 nov 2009, 13:29

Nicola Biondo ha scritto:Voglio solo ribadire una cosa che comunque è sotto gli occhi anzi alle orecchie di tutti, la emi purtroppo non era negli anni passati dal punto di vista della qualità sonora a livello delle D.G. e della Decca. Ed è davvero un peccato che la Callas faceva parte della scuderia italiana.Tutte le registrazioni dal vivo sono poco godibili, specialmente quelli degli anni 50 dove le corde vocali della divina erano perfettamente integre, non oso immaginare la goduria di una Callas registrata dai tecnici della Decca. :


Però i tecnici EMI non avevano colpa della modestia delle registrazioni live della Callas.
Quella semmai era colpa dei tecnici RAI.
Non è che le registrazioni live italiane della Tebaldi e di Del Monaco (artisti DECCA) siano tanto migliori.
Erano incisioni "radio", tramandate attraverso i registratorini domestici degli appassionati. Anzi proprio di quelle registrazioni la EMI (che deteneva l'esclusiva sulla Callas) cercò per decenni di impedire la circolazione ufficiale; quando non fu più possibile impedirla, allora acquistò quei nastri e li inserì nel proprio catalogo.
Hai però assolutamente ragione nell'osservare che le registrazioni radio (i famosi broadcast) tedeschi, inglesi, americani e persino portoghesi erano mille volte migliori dei nostri.
(a proposito di Portoghesi... chissà perché nessuno è ancora andato a scavare nei loro archivi radiofonici: non c'è solo la Traviata con la Callas!! A Lisbona la Borkh ha cantato la sua unica Ariane e BarbaBlu di Dukas e la Crespin la sua unica Leonora del Trovatore, insieme a Corelli!!!)

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Re: Madama Butterfly (Puccini)

Messaggioda Nicola Biondo » gio 19 nov 2009, 16:44

Che li scovino al più presto. Magari anche all'interno dei nostri archivi RAI credo ancora qualcosa di possa pescare. I tecnici tedeschi hanno fatto delle ottime registrazioni dal vivo anche negli anni 50.
Saluti. : Chef :
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Re: Madama Butterfly (Puccini)

Messaggioda Raffaele » mar 24 nov 2009, 22:58

Qualche giorno fa ho potuto riacquistare la Madama Butterfly con Mirella Freni diretta da Von Karajan('74);in verità l'avevo già avuta diversi anni fa( vinile) ma era andata dispersa insieme a tutti i miei dischi quando mi sono trasferito dalla Puglia a Firenze(dove poi son rimasto) per l'Università...
Era tanto che non l'ascoltavo per bene e... devo dire che forse mi rimangio quello che ho precedentemente detto sulla Freni e su questa esecuzione ( dopo aver sentito la Scotto mi era sembrata un pò piatta)...
In realtà appena ho riascoltato l'entrata di Cio Cio San mi è sembrata perfetta...è il tono sommesso, lievissimo con cui canta il brano d'ingresso che mi fa pensare immediatamente ad una condizione di fanciullesca innocenza...risolvendo cosi' con la purezza del canto tutte le magagne e i problemi connessi alle questioni anagrafiche(insomma non fa il vocione ma non scimmiotta neanche una bambina)...
Saluti Raffaele
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Re: Madama Butterfly (Puccini)

Messaggioda Luca » mar 09 mar 2010, 19:04

Sono tornato su quel capolavoro che è la Butterfly perché sto riascoltando dopo decenni (non esagero!) l'edizione Callas Karajan: è monumentale e davvero innovativa per la direzione e la Greca. Se ho tempo farò una recensione per rinverdire la memoria di questa edizione che, quando apparve, non trovò tutta la critica unanime nel lodarla. A mio avviso se c'è qualcosa da rimproverare è il melenso ed inconsistente Pinkerton di Gedda: a fronte di soluzioni così studiate ed interessanti che provenivano dalla Callas sarebbe stato opportuno collocarci il suo partner di sempre ossia Di Stefano: al grigiore esistenzialistico ed intelligente fraseggio della Callas avrebbe fatto da contraltare la solarità superficiale forse, ma di grande effetto di Di Stefano.

Saluti, Luca.
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Re: Madama Butterfly (Puccini)

Messaggioda Triboulet » mer 10 mar 2010, 1:09

Luca ha scritto:Sono tornato su quel capolavoro che è la Butterfly perché sto riascoltando dopo decenni (non esagero!) l'edizione Callas Karajan: è monumentale e davvero innovativa per la direzione e la Greca. Se ho tempo farò una recensione per rinverdire la memoria di questa edizione che, quando apparve, non trovò tutta la critica unanime nel lodarla. A mio avviso se c'è qualcosa da rimproverare è il melenso ed inconsistente Pinkerton di Gedda: a fronte di soluzioni così studiate ed interessanti che provenivano dalla Callas sarebbe stato opportuno collocarci il suo partner di sempre ossia Di Stefano: al grigiore esistenzialistico ed intelligente fraseggio della Callas avrebbe fatto da contraltare la solarità superficiale forse, ma di grande effetto di Di Stefano.


E io l'attendo con impazienza la tua recensione! Come darti torto Luca, secondo me è una delle 5 o 6 registrazioni della Callas davvero imprescindibili, e forse una di quelle imprescindibili in assoluto nell'interpretazione moderna. Quel disco arrivò nel 55 come un fulmine a ciel sereno, e a tutt'oggi nessuno è riuscito ad eguagliare il bagliore e la potenza di quel fulmine, almeno per quel che è la mia esperienza di ascolto. Paradossalmente è l'unico disco di Butterfly che consiglierei, quantomeno per capire Butterfly-personaggio. Sono daccordo che possono esserci nel complesso edizioni più equilibrate, anche se non sottovaluterei Gedda quì. Probabilmente la sua lettura (forse anche inconsapevole) è quella di un Pinkerton abbastanza ingenuo e sprovveduto pure lui. Il suo Josè a fianco della Carmen callasiana è perfetto anche per questa "melensaggine" che tu riferisci e che è insita in quel personaggio. Quì sono daccordo anche io ci sarebbe voluto Pippo, che del resto cantò le uniche 3 recite di Butterfly di tutta la carriera della Callas. Eccoli quà tutti e due, 20 secondi di filmato (dalle prove), in qualità pessima, ma per il sottoscritto sono 20 secondi immensi e infiniti:

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Re: Madama Butterfly (Puccini)

Messaggioda Milady » sab 13 mar 2010, 15:16

Amici carissimi,
Arrivo in gran ritardo, forse fuori tempo massimo.
Eccellente recensione.Mi è piaciuta molto.
Combacia "ad unguem" con l'idea che mi sono fatta da tempo sulla gran Diva-Divina Gheorghiou (ex- signora Alagna o quasi,ninzò, non sono gossipara),bellissima donna , buona cantante ,ma , in certi casi,- e questo lo è- routinière: bella routine , ma routine.Dubito che venda una caterva di dischi di questa sua Butterfly , "ut erat in votis" degli astuti ed avidi "producers".
La Netrebko , che occupa il primo posto della hit parade lirica , oltre ad essere bella almeno quanto la Gheorghiou, se non di più,ha un che di più carnale e comunicativo: non si mette sul piedistallo.A me piace moltissimo in generale ,e mi sembra molto più bella e più brava della Gheorghiou.
Alla TV - l' antica e benemerita Tv ,sparita dall'orbe terracqueo come i dinosauri- ricordo una incantevole ,aggraziata (e un po' smancerosa ) Anna Moffo.
Dal vivo , ad eccezione della Tebaldi, non ho avuto la fortuna di sentire grandissime cantanti in questo ruolo , che è veramente una salita di sesto grado: la protagonista deve dare vita vocale , senza bambineggiare o veristeggiare, al passaggio da una acerba adolescenza ad una dimensione tragica di donna in preda ad una crescente nevrosi, che vede svanire tutti i suoi sogni e che si tiene lontana da quella realtà che , irrompendo di prepotenza nella sua vita,la frantuma, conducendo inevitabilmente Cio-Cio-San al suicidio .
Tra le cantanti viste e ascoltate "pirzonalmente di pirzona" , la prima delle mie tante Butterfly- è stata la Tebaldi.
Infatti, il ricordo di quella serata affiora alla mia memoria con quell'alone fiabesco e incantato dei ricordi lontanissimi.
La vidi prima che entrasse nel camerino : volto sereno dai lineamenti classici,in una parola : bellissimo, carnagione bianca come un giglio,occhi chiari e luminosi, il sorriso dolce e accattivante, procedeva a passi misurati,alta e maestosa con la sua figura morbida e imponente.
Allora non erano di moda le cantanti dal vitino di vespa- anzi, tutto il contrario : ho visto certe corazzate Potemkin, assolutamente improbabili quali evanescenti creturine destinate a morire di consunzione. Di conseguenza,costumisti e registi addobbavano con molto kitsch Butterfly , mandandola in scena tutta imbustata in sbrilluccicanti kimono extralarge a fiorami ,abbelliti - si fa per dire- da un'alta e rigida cinturona stretta in vita in vita: un insieme che avrebbe trasformato in un informe fagotto perfino un esile "petit rat" . Si aggiungano pericolose scarpine a zeppa , alte assai , che trasformavano i graziosi passettini della geisha in un periclitante zompettio.
Veniva poi stesa su sul viso una robusta gittata di biacca ,ossia di cerone bianco , insieme a generosi tratti di carbone che più nero non si può,per tirare su gli occhi "all'uso giapponese" ,nonché una ricca mano di fard - allora chiamavasi "la salute"- d'un rosso pomodoro San Marzano sui pomelli ,e, tocco finale , tante aguzze bacchettine, che emergevano tipo armi improprie da una parruccona lucidissima, a più piani e terrazzi come i giardini di Babilonia,"nira nira" ,alta mezzo metro, inaccettabile persino nelle più surreali follie dei Legnanesi ( a me , tra parentesi, simpaticissimi).
Dimenticavo il rametto di fiorellini alla tempia e l'ombrellino civettuolo!
La Tebaldi non sfuggì all'orrida sorte di dover indossare dall'A alla Z tale orrido addobbo di rigore per la sfortunata geisha.
La sua recitazione era ispirata ai più noti canoni secolarmente in voga nel teatro lirico, conditi da qualche zuccherosa smanceria o da immprovvisi scatti improntati ad una gestualità caricata.
La voce era un gran ben di Dio, vellutata e potente: un portento.
L'interprete oscillava però tra il patetico e il magniloquente.
Come disse una vecchia signora accanto a me, tergendosi il ciglio : "Ah!Che bella Butterfly! Ho pianto dall'inizio alla fine". (E piansi anch'io).
Il nonno riemerse un po' immusonito dai tendaggi del loggione , dove si rintanava per giudicare solo orchestra e voci,con un giudizio lapidario : "Gran bella voce , si sa, la Renata la sa cantare , ma non ci siamo ". La nonna , come al solito, disse :"Tu non sei mai contento".Io non approfondiie: allora mi bastava ad abundantiam quella voce meravigliosa.
Della Toti dal Monte, da lui sentita non so dove , diceva :" Mahy! Fa la bambina ,ma non è mica una bambina. E poi la cinguetta e la piagnucola troppo".
Va detto , per onestà, che , salvo Lina Pagliughi,non amava i soprani leggeri, con la "vocina a trombettina" (sic).
Credo che ,a modo suo, si lamentasse della mancata evoluzione spirituale di Cio-Cio- San.
E questa arrivò trionfalmente con l'incisione della Callas.
Bisogna mettere i puntini sull' "i". Quella storica incisione , come tutte le cose veramente rivoluzionarie,non fu accolta come meritava, almeno all'inizio.
Sentii ancora una volta la sempiterna gnegnera sulla brutta voce della Callas :"non ha mai avuto una bella voce. Figuriamoci ora che è tanto dimagrita!"
Fu un vero e proprio spartiacque che segnò un "ante" ed un "post".
Poiché è uno dei dei dischi da me più amati , ascoltati e riascoltati , non aggiungo una parola di più.
Ritengo molto brava la Scotto della prima incisione con la voce smaltata della giovinezza , impreziosita da un notevole e variegato fraseggio : dote questa, messa in primo piano dall'incisione del 1978, nella quale, alle molte pecche vocali -acuti sofferti e ballerini- l'astutissima Renata sopperiva con un fraseggio scavato nel profondo, sulla scia della - per lei-inimitabile Callas.
( Mi si deve spiegare perché taluni guardano con la lente di ingrandimento certe incertezze della Callas, e si promuove all'Empireo canoro la Scotto, in nome del fraseggio . Perché la Calls non fraseggiava forse in modo magistrale?)'
Naturalmente trovo ottima anche la Freni, ci mancherebbe altro!Soprattutto nell'edizione diretta da HY. Von Karajan.
Nell'incisione diretta da Sinopoli ,infatti, le geniali intuizioni psicanalitiche di questo Direttore non risultano realizzano del tutto nel canto fermo , "sano" e,solare per natura e immacolato della Freni. Entro questa particolare prospettiva , il ruolo non trova nella Mirella nazionale l'ideale "cup of tea" per dare compiuta espressione ad una creatura dalla psichye distrutta dalla marea montante di unainvincibile nevrosi .
Ricordo infine Raina Kabaivanska, bellissima donna e straordinaria cantante-attrice. Rispetto alle incisioni in studio la voce suonava molto più rotonda e armoniosa, particolarmente negli acuti, afcili e svettanti.L'ingresso era , vocalmente ,davvero "na' cosa grande".
Sarebbe stato opportuno che la sua Butterfly, un ruolo da lei sostenuto con grandissimo successo in innumerevole recite, avesse trovato benevola udienza presso qualche grande casa discografica ,tecnologicamente agguerrita , nonché capace di mettere insieme un cast di alto rango.
Voglio infine ricordare quei mirabili teatrini di serie B,d'un tempo, veramente a prezzi popolari e caratterizzati dalla totale partecipazione emotiva da parte del pubblico , particolarmente in Butterfly: uno spettacolo nello spettacolo.
Ho fatto appena in tempo a vedere chi, come la nonna, faceva appena in tempo a chiudere il negozio.
La cena,un piatto unico, stava in un gavettone: un minestrone di verdura con poco brodo ,molto pane , parmigiano "grattato"e vari pezzetti di carne.Frutta a piacere. "Boccia" grossa per l'acqua ,"boccia " piccola per il vino, precluso alla "bambina.Per la bambina, bottiglietta in vetro con l'aranciata e ricco panino con la braciola. Se all'aperto, cono gelato o cassatina Avios. Il tutto era stipato in un borsone di paglia, che fungeva poi da cestino.
Naturalmente il pubblico- femminile per la maggior parte, era tutto dalla parte di Cio-Cio- San: spietato e incomutabile pollice verso invece per il mendace ed incostante Pinkerton.
Poiché già tutti conoscevano a menadito la triste istoria della geisha, al suo apparire :"Poerina! Come l'è bellina ! E come l'è vestita bene!". Pinkerton già alle primissime battute era tacciato di essere " un pocobono,un gazzilloro ,un gazzilloretto" ( diminutivo spregiativo: un fatuo) .
Il duetto d'amore era accompagnato da " Bischera , un lo stare a sentire, gl'omini un pensano che a una cosa! Mandalo a fare in .... Ma dagli una bella ciabattata , da ricordassene! Ma Icchè tu voi, l' è giovanina la un capisce un c.... nulla!".
Se il soprano era un donnone di stazza pesante e il tenorino un omarino piccin piccino e magrolino , oltre al canonico "La faccia du' viaggi", piovevano consigli del tipo: "Lasciala stare, grullo . Un insistere !E ti viene il mal di schiena". Se il poveretto provava a spostare l'amata farafallina bene, ferma e pesa come masso della Gonfolina: " E un ce la fa, o Madonna ,questo ci resta secco!Chiamate la Misericordia".
Quando il proscenio si apriva su Suzuki e Butterfly , c'era chi sospirava :"Ehy,avercela una donnina di servizio perbenino come quella lì!" Ma esplodeva un corale "Poerina, quel sudicione un gli ha lasciato nemmeno i' becco d'un quattrino per campare . E c'è di mezzo anche un figliolino!La un è mica rimasta incinta da sola!".Cominciavano a fioccare insulti pesanti per Pinkerton :" Porcellone! Lazzerone!Figlio di bona donna , figlio di p...", reo di avere messo incinta la geisha "in du' balletti" e piantata lì. "Comodo, eh, i ssignore!" E memorabile fu un catacombale "Omini", tout court, declamato come inappellabile condanna al braccio della morte dell'intera e abbietta genia maschile, accolto da globali consensi.
Le nozze col "ricco Yamadori " erano ardentemente auspicate :"Un fa' la bischera!Piglialo , c'ha i quattrini! Ti fa fare la bella vita a te e a' i ' ttu' bambino!Moviti! Un stare lì sull'albero a cantare!". Ma l'ala più romantica obbiettava : "Ma fatela finita , una bona volta! L'è innamorata persa, quella poeraccia! L'amore ...".
Il dialogo col console era commentato più o meno così: "O te,costì, un ti gingillare!Faglielo capire a quella poeraccia come stanno le cose! Parla chiaro !". E di Cio-Cio-San : " La un vo' senti' ragioni. Lei la pensa solo a quel figlio d'un cane (a seguire irriferibili parolacce squisitamente fiorentine : terminazione in "olo". E poi matematica sicurezza sul mestiere della di lui madre)."
"Un bel dì vedremo" lo sentii siglato da prosaici quanto realistici :" Poera illusa! Che bischera tu sei ! oh, ma l'è proprio una gran bischera!Ma icché l'aspetta?Ma vai ,mandalo a fare in .... Io te lo rimanderei diritto diritto in America a calci in ...".
Quando la situazione cominciava a precipitare ,ovunque fazzoletti e vigorose soffiate di naso e :"Poerina,poera creatura, la dee perfino andare a chiedere l'elemosina!Io ci manderei lui, quello schifoso!"
Quando Pinkerton si affacciava dubitoso,a "passi tardi e lenti", per cantare "Addio fiorito asilo" , tutta la summa del turpiloquio fiorentino gli piombava addosso: una goduria!
All'atto del suicidio, "con onor muore " ,fu folkloristicamente postillato da un "Ovvia! questi giapponesi, son peggio de' napoletani e de' siciliani!"
Quando Cio-Cio- San brandiva infine il coltellaccio (non un pugnale, bensì una lama da macelaio , bella , grossa e lucente perché doveva essere vista bene anche negli ultimi posti ) :"Noo,noo,ma icché tu fai? Sta ferma! ma che sei rimbischerita?Un fa' la bischera,... Che brutta fine! Un se la merita mica!Io ,una bella coltellata gliela darei, ma a lui!E di core"( Altre auspicate mutilazioni del farfallone americano, sono facilmente intuibili).
La protagonista ci metteva un po' a suicidarsi -"Come la patisce, poerina!"-e quando , troppo tardi, Pinkerton arrivava: "Smovi le chiappe , lazzerone!Hai visto che capolavoro t'ha'fatto? Mandatelo alle Murate!E chiudetelo bene!".E ancora :" E gli è americano, un capisce nulla ,un n'è come noi".
Un mondo bollente e partecipe scomparso più dell'Atlantide.
Allora , ho smugugnato sulle intoccabili Scotto e Freni, ho lodato la Kaibavanska: Giudici mi manderà a soggiornare a lungo nelle patrie galere.
In più mi sono lasciata andare a pittoresche riesumazioni di antiche soirées , in barba al bon ton.
Scusatemi!
Non riguardo quello che ho scritto, quindi questa volta le beccate per gli svarioni me le cucco io.
Buon pomeriggio a tutti!
da Milady
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Re: Madama Butterfly (Puccini)

Messaggioda Luca » sab 13 mar 2010, 17:26

Interessantissimo testo di Milady (ma a quale recensione ti riferisci ?) con tutta la sua simpatia che abbiamo imparato a conoscere e gustare. Faccio qualche ulteriore considerazione relativa alla I parte: certo è che la Tebaldi fisicamente non poteva sposarsi ad hoc col personaggio, ma la voce era davvero quella più morbida, amorosa, luminosa, ecc., che l'Italia abbia avuto. L'interprete era 'all'italiana', ossia "mamma e amore" e questo mandava in visibilio molti melomani del tempo. Da notare che, sul piano della discografia, l'edizione Callas (1955) si colloca a mezza strada fra le due in studio della Tebaldi (1951 con Campora ed Erede direttore) e 1959 (con Bergonzi, la Cossotto e Serafin direttore) e forse anche questo elemento deve aver influito alla sua non piena accoglienza, oltre al cambio di rotta interpretativa qui rappresentata. Da tener conto poi di un altro aspetto: Butterfly (e non Turandot che, sostanzialmente, è molto più breve quantitativamente, anche se acutissima) è veramente il personaggio pucciniano più massacrante per l'esecutrice: le sono concessi circa 15 minuti di assenza all'inizio del I atto ed altrettanti poco dopo l'inizio del III, ma per il resto sta sempre in scena!

Saluti, Luca.
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Mirella Freni

Messaggioda Luca » gio 05 ago 2010, 8:22

Allargo un pochino il discorso, visto che Pietro è impegnato con le Butterfly. Sarebbe interessante un confronto tra le due incisioni di Karajan effettuate quasi a 20 anni di distanza l'una dall'altra. In una c'era la Callas e la sua visione esistenzialista e amara, nell'altra la Freni che canta benissimo, ma non mi pare sia un mostro di novità relativamente alla caratura del personaggio. Come sottolineava Riccardo, anche io sono più (anzi assolutamente) orientato verso la Scotto che ha approfondito la lezione Callas!

Salutoni.
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Re: Mirella Freni

Messaggioda Riccardo » ven 06 ago 2010, 18:31

Ho finalmente letto la bella recensione di Pietro della Butterfly di Sinopoli!

Su Carreras non concordiamo, ma c'è un'altra cosa su cui ho qualche dubbio...ed è che davvero la "spontaneità" della Freni sia qui più convincente di un certa sofisticazione della Scotto.
Io trovo che questi personaggi femminili pucciniani, ci metto dentro anche Mimì e Manon, parlino a noi con una tale abbondanza di zucchero, con un tale esagerazione emotiva, che non sia tanto la naturalezza e la spontaneità a renderli interessanti, quanto proprio quel che riusciva a tirare fuori la Scotto, ossia una sorta di malattia folle. C'era qualcosa di morboso, e certo anche di autoreferenziale, nel suo modo di cantare questa musica. Erano dei ritratti di maniera che però secondo me ne coglievano una verità.

Lo spiccio buon senso della Freni non lo sento ideale in queste partiture...anzi la "spontaneità" ne mette in luce in qualche modo gli aspetti caricaturali ed inverosimili.

Voi che ne dite?
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Re: Mirella Freni

Messaggioda VGobbi » sab 07 ago 2010, 17:58

Riccardo ha scritto:La Berganza, nel suo ruolo più riuscito (e verrò linciato lo so), la miglior Suzuki di sempre.

Mi sembra veramente incresciosa quest'affermazione. Ma vi fa proprio schifo la Berganza?

La Freni, di cui non sono per nulla in fans, qui la trovo fantastica (parlo della Butterfly diretta dall'immenso Sinopoli) davvero bravissima ... ma non e' certo solo in questo ruolo che mi convince.

Carreras partecipe e basta ed avanza per il ruolo di Pinkerton. Sharpless, beh in questi ruoli di conversazione continuo a ritenere Gobbi insuperabile (scusatemi per questa mia fissazione).
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Mirella Freni

Messaggioda pbagnoli » dom 08 ago 2010, 15:50

Luca ha scritto:Allargo un pochino il discorso, visto che Pietro è impegnato con le Butterfly. Sarebbe interessante un confronto tra le due incisioni di Karajan effettuate quasi a 20 anni di distanza l'una dall'altra

Lo farò, Luca: solo che mi sono dimenticato a casa il disco della Callas, per cui devo rimandare il discorso a fine agosto!!!
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Re: Mirella Freni

Messaggioda pbagnoli » dom 08 ago 2010, 15:58

Riccardo ha scritto:c'è un'altra cosa su cui ho qualche dubbio...ed è che davvero la "spontaneità" della Freni sia qui più convincente di un certa sofisticazione della Scotto.
Io trovo che questi personaggi femminili pucciniani, ci metto dentro anche Mimì e Manon, parlino a noi con una tale abbondanza di zucchero, con un tale esagerazione emotiva, che non sia tanto la naturalezza e la spontaneità a renderli interessanti, quanto proprio quel che riusciva a tirare fuori la Scotto, ossia una sorta di malattia folle

Discorso molto complesso, Riccardo; e te lo dico da appassionato cultore della Scotto, per me una delle cantanti più importanti del secolo scorso (spero mi perdonerai l'iperbole).
Come dicevo, amo infinitamente della Scotto il live di Chicago 1974, peraltro con un Carreras straordinario come afflato e ancora perfettamente in voce; ma la trovo, in questo personaggio, un po' troppo...scotteggiante.
Della Freni - che solitamente amo molto meno della Scotto - amo molto la palpitante ingenuità oltre che la consapevolezza di un personaggio di cui si capisce che ha sviscerato anche le virgole; valga come esempio la diversificazione dei tre "Il nome!" con cui sottolinea l'avvistamento della nave di Francis Blummy.
Stiamo comunque parlando di livelli stratosferici di comprensione del personaggio; e, fra questi, ci metterei anche la Maria Spacagna dell'edizione "milanese" che rivela anfratti incredibili.
L'avevo recensita ai tempi per Operaclick; adesso me la sono riascoltata scoprendomi innamorato di questa versione molto meno esteriore, molto meno zuccherosa ed estremamente più dura. Chissà cosa ne avrebbe tirato fuori un Sinopoli con la sua lucida analisi...
Vittorio, capisco le tue ragioni per Gobbi, ma il baritono di Bassano non incide sulla discografia in modo rilevante: il ruolo è quello che è, purtroppo.

Oggi a chi faremmo fare una Butterfly che "spacchi"?
Protagonisti, direzione, regia?...
Fuori le idee!
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Re: Mirella Freni

Messaggioda MatMarazzi » ven 13 ago 2010, 18:55

Riccardo ha scritto:Io trovo che questi personaggi femminili pucciniani, ci metto dentro anche Mimì e Manon, parlino a noi con una tale abbondanza di zucchero, con un tale esagerazione emotiva, che non sia tanto la naturalezza e la spontaneità a renderli interessanti, quanto proprio quel che riusciva a tirare fuori la Scotto, ossia una sorta di malattia folle. C'era qualcosa di morboso, e certo anche di autoreferenziale, nel suo modo di cantare questa musica. Erano dei ritratti di maniera che però secondo me ne coglievano una verità.
Lo spiccio buon senso della Freni non lo sento ideale in queste partiture...anzi la "spontaneità" ne mette in luce in qualche modo gli aspetti caricaturali ed inverosimili.


Ebbene Ric,
anche io non riesco a essere d'accordo.
Trovo che lo zucchero "pucciniano" sia tale proprio perché a cantanti come la Freni abbiamo affidato questo repertorio.
E' lei che ve lo spande sopra... Una volta adeguatamente ...spolverati, i personaggi di Puccini rivelano elementi di realismo inquietante e a momenti persino malato, di quella malattia che ha segnato il Novecento.
Io, come Triboulet, continuo a trovare nel canto patologico della Stratas una delle risposte più convincenti (la sua Suor Angelica rabbiosa e internata è uno dei casi più angoscianti di malessere pucciniano che ci siano stati consegnati).

La Scotto è la negazione del realismo; lei vampirizza questi personaggi sottoponendoli a una mitraglia di effetti esteriori e miniaturizzati che, per ammirevoli che siano, ci allontanano ancora di più dalle loro potenzialità.
Io non credo a un solo secondo della Scotto in queste parti.
Mentre al contrario nella Gioconda la Scotto è semplicemente un ciclone.
E dire che non avrebbe avuto la voce per la parte (specie nel 79). Nondimeno è talmente a suo agio nella dismisura del ruolo, che ci appare di una naturalezza disarmante.
Non c'è vocione che possa starle al paragone.
Forse avrebbe dovuto approfondire i personaggi grandiosi e grotteschi del tardo romanticismo italiano. I personaggi "dusiani" di Boito, della Pantaleoni, di Catalani e Smareglia. Sarebbe stata a mio avviso ben più incisiva che in Puccini.

Questa almeno è la mia opinione.
Salutoni,
matteo
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Re: Madama Butterfly (Puccini)

Messaggioda Triboulet » ven 13 ago 2010, 20:16

Ringrazio infinitamente Luca della recensione sulla Butterfly callasiana, una delle mie registrazioni da isola deserta, e forse una delle 5 irrinunciabili di Maria.
Se non l'avesse fatta lui prima o poi l'avrei fatta io, ma lui l'ha scritta meglio di quanto io avrei potuto fare, quindi meglio così.
La Callas aveva una strana idiosincrasia col verismo (o quello che si suole genericamente chiamare così). Se avesse potuto avrebbe rinunciato volentieri a molte sue incisioni pucciniane in favore di una Bolena o di un Macbeth, eppure questa Butterfly fu fortemente amata e voluta, perchè in essa l'artista percepiva la complessità dell'evoluzione psicologica e ne vedeva un terreno ideale d'espressione. Le eroine "in caduta libera" erano la specialità della Callas (da Traviata, a Lucia, a Norma ecc.), e questa rappresentava una sfida psicologica ancora più alta e per questo più allettante. Ancora oggi la sua interpretazione, per me, non trova eguali, neanche nelle pur eccellenti Scotto e Freni (men che meno nella sequela di altre interpreti che sono venute dopo). Rincresce che abbia abbandonato il ruolo così presto, il suo ferreo perfezionismo la faceva sentire in questa parte costantemente inadeguata sia vocalmente che scenicamente. Aggiungo anche che la Callas aveva pure colto certe contraddizioni tra aspetto teatrale e scrittura (era molto in ambasce perchè, a quanto si dice, non riusciva mai a far quadrare il dannato primo atto come avrebbe voluto), e chissà cosa avrebbe combinato nella famigerata edizione originale del 1904 (che pure non conosco ma della quale ho letto proprio quì l'altro giorno). Altra cosa di cui si lamentava era la fatica che doveva fare per cambiare il colore della sua voce su un cantato così spinto (forse anche per questo si tenne lontana da altre esperienze nel ruolo, probabilmente avrebbe ancor di più accelerato il suo declino vocale). Ma lì si percepisce la grandezza dell'artista, che con ferrea volontà piega i suoi mezzi a servizio della credibilità del messaggio che porta. Bene, non mi dilungo ulteriormente, e regalo a Luca e a tutti voi una breve intervista (in italiano) in cui la divina esprime esplicito apprezzamento per questo ruolo:

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