Der Ring des Nibelungen (Wagner)

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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda scat » ven 12 dic 2008, 12:43

Anch'io ho la Tetralogia in dvd diretta da Zagrosek a Stoccarda, non ho ancora visto Il Crepuscolo (regia, immagino "estrosa", di Peter Konwitschny, che di solito non delude - visto recentemente il Tristano diretto da Mehta con la sua regia che ho trovato meravigliosa, un grande artista davvero, messinscena leggiadra, piena di respiro e ritmo, in più punti commovente, concetti "visualizzati" con efficacia, finale da lacrime agli occhi; Waltraud Meier da sturbo!). La scelta di proporre quattro punti di vista diversi è coraggiosa, ci sono alti e bassi, secondo me alquanto farraginoso è il Sigfrido, regia tutto sommato banale, tranne l'ultima scena che riprende la stanza arredata in stile rococò di 2001: idea suggestiva ma senza un perché, ed in generale è proprio la "gratuità" di certi allestimenti, e non tanto l'infedeltà alle indicazioni del libretto, ad irritare. Ottima il primo atto de La Valchiria con la Denoke che ha scatti da lupa molto affascinanti... Quello che mi ha invece lasciato secco è l'interpretazione incredibile, da attore vero, di Esa Ruuttunen come Alberich nell'Oro del Reno!
La direzione di Zagrosek come vi è parsa?
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda VGobbi » dom 13 set 2009, 10:04

Ho letto con estremo interesse (in attesa di leggere il backstage di Marazzi sul capolavoro di Janacek), come sempre tra l'altro, la recensione di Bagnoli sul "Gottedammerung" diretto dal "mostro sacro" Kna. Checche' se ne dica, ovverossia interprete vecchio e sorpassato, il direttore tedesco costituisce, insieme a Furtwangler, l'asse portante del modo di concepire Wagner negli anni '40 e '50 e che al giorno d'oggi e' inconcepible eseguire, non soltanto perche' sono cambiati i gusti musicali, quanto l'impossibilita' di trovare interpreti davvero adeguati per sostenere le arcate immense che sapevano stagliare i Furt ed i Kna.

A parte questa piccola quanto doverosa considerazione, volevo soffermarmi su un appunto del tutto ingiusto appigliato al grande Uhde. Il sempre caro Pietro scrive testualmente : La voce di Hermann Uhde appare persino sprecata in un ruolo come Gunther, ma probabilmente gli mancò quel quid di personalità che avrebbe potuto fare di lui un grande interprete.

Personalmente mi dissocio in toto. Uhde e' stato uno dei piu' grandi cantanti wagneriani, in cui se c'era una cosa che non difettava era proprio quel "quid di personalita'". Sentire cosa sono il suo Olandese od il suo Telramund, per non dimenticare il suo Wotan (incisione live del "Prologo" sotto la bacchetta di Keilerth"), credo possa dimostrare come la personalita' di Hermann fosse prorompente. Insomma, non era certo un artista che passava via come se niente fosse!!!

Il suo Gunther, tanto per intenderci, e' tra i piu' singolari che mi sia capitato di sentire ...
Ultima modifica di VGobbi il lun 14 set 2009, 17:54, modificato 1 volta in totale.
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda MatMarazzi » dom 13 set 2009, 20:07

VGobbi ha scritto:Il suo Gunther, tanto per intenderci, e' tra i piu' singolari che mi sia capitato di sentire ...


Anche io sono uno scatenatissimo ammiratore di Uhde.
Però non l'ho mai sentito in Gunther e, in teoria, ce lo vedo poco in un personaggio tanto semplice e solare.
Non a caso, i personaggi in cui tu l'hai citato (che sono i "suoi" personaggi, ossia Telramund, Olandese, ecc...) sono maledetti e tenebrosi.
Ci spiegheresti la ragione per cui ti convince come Gunther?

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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda pbagnoli » dom 13 set 2009, 20:17

Infatti: io l'ho ascoltato nel Ring del 1956 diretto da Knappertsbusch e mi sembra poco interessante.
Per carità: la voce non si discute.
Il personaggio però non esce fuori per niente. Ho la sensazione che cerchi di ricavare il massimo possibile da Gunther cercando di trasformarlo in una specie di superuomo, ovviamente senza riuscirci
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda VGobbi » lun 14 set 2009, 18:01

Mi sono rinfrescato la memoria, andandomi a sentire i passi in cui e' presente il Gunther di Uhde. Che il ruolo gli vada stretto per un cantante dotato di un carisma immenso come quello di Uhde, posso concordare. Cio' nonostante lascia il segno. Anzi tutto grazie ad una voce ed un timbro singolarissimi, che rimangono impressi nella memoria dell'ascoltatore per un accento ed una dizione che restano veramente leggendari. Uhde cerca di farne di Gunther non una vittima sacrificale, non un uomo spaurito o vigliacco, succube ora di Hagen (grandioso Greindl), ora di Varnay (ammazza, quanto e' brava! Non me la ricordavo cosi', io che personalmente ho sempre preferito la "bruna" Modl). Piu' che altro resta vittima degli eventi che gli susseguono, ma dialoga da par suo contro l'Hagen/Greindl o Brunhilde/Varnay. Insomma, un Gunthter per nulla "complessato" in stile Fischer-Dieskau o pietosamente umano come ce lo tratteggia uno Stewart, ma una vera divinita' seppur perdente, sconfitto dal destino. Un Gunther fuori dal coro ...
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda VGobbi » gio 06 gen 2011, 11:25

Riapro questo thread per porvi all'attenzione il Ring live ripreso da Bayreuth diretto da Thielemann. Ho appena ordinato dal sito di Amazon Italia.

Qualcuno l'ha già ascoltato? Cosa ne pensa?
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda MatMarazzi » gio 06 gen 2011, 18:35

VGobbi ha scritto:Riapro questo thread per porvi all'attenzione il Ring live ripreso da Bayreuth diretto da Thielemann. Ho appena ordinato dal sito di Amazon Italia.

Qualcuno l'ha già ascoltato? Cosa ne pensa?


L'ho ascoltato per radio e non ne sono rimasto particolarmente soddisfatto.
Oddio... Thielemann sa il fatto suo, è innegabile.
Non si può dire che non conosca Wagner a menadito e non sappia tradurre ogni intenzione in suono.
E tuttavia c'è una logica vetusta, spocchiosa e superata in quella sua visione: c'è il rimpianto di un Wagner incombente e gradasso che - ne sono certo - manda in visibilio i vari nostalgici della collina, ma che a me pare ben poco in sintonia con i nostri tempi.
Non voglio dire che non sia un taglio lecito (ogni cosa che piace è lecita), ma sterile... questo sì.
Thielemann è uno di quelli che tentano di riportare Wagner sul piedistallo...
Se penso a tutta la fatica che ci era costata il farlo scendere di là (da Wieland a Boulez)!

Solo opinioni mie, eh?
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda Riccardo » ven 07 gen 2011, 23:36

MatMarazzi ha scritto:Thielemann è uno di quelli che tentano di riportare Wagner sul piedistallo...
Se penso a tutta la fatica che ci era costata il farlo scendere di là (da Wieland a Boulez)!

Non ho sentito questo Ring ma avendo sperimentato il piedistallo di Thielemann in Elektra, dov'è forse ancora più insostenibile, non ho dubbi che Mat abbia ragione...

Eppure funziona così bene altrove (Rosenkavalier). Mi hanno detto pure nella Frau ohne Schatten, qualcuno l'ha sentita?
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda VGobbi » sab 08 gen 2011, 14:21

Mi e' arrivato il pacco, tranne il Prologo.

Finora ho ascoltato "Die Walkure". A me personalmente, la direzione di Thielemann, sicuramente l'elemento piu' prestigioso del cast, mi ha fatto letteralmente sbalzare dalla sedia. Era da parecchio, ma davvero parecchio tempo che non mi entusiasmavo per un'edizione discografica di un'opera straconosciuta. Cosa mi e' piaciuto di lui? La sua direzione, sembra un inno, una dedica ai vecchi direttori storici del passato (Kna, Furt), aggiornato ai gusti odierni. Quindi non mancano le famose ampie arcate sonore, cosi' come non manca la cura del dettaglio (vero banco di prova dovrebbe essere "Das Rheingold", ma vedremo quando arrivera' anche questi cd a casa mia). Altro grandissimo merito, e vi assicuro che non e' da poco, e' la sua capacita' innata di raggiungere un giusto equilibrio tra l'orchestra e le voci. Mai ho avuto la sensazione che il cantante venisse sommerso dal magma sonoro. Insomma, dopo la bellissima esperienza del suo Tristan, anche questa Walkiria mi ha lasciato davvero estasiato. Fortuna che le note positive non si limitano solo alla direzione. Anche il cast, almeno nella maggior parte, ha fatto la sua degnissima figura. A partire, ad esempio, dal Siegmund giovanile (almeno di voce) di Wottrich. Il suo "Walse", in effetti e' un po' cortino, ma per il resto canta da par suo, aiutato dalla bellezza della voce (dove viene esaltata la musicalita' ed il canto nel famosissimo "Inno alla primavera") e nei splendidi duetti con Brunhilde ed in misura maggiore con Siegliende. La quale era Westbroek, artista singolarissima ed interprete di rara comunicativa, anche se la sua voce presenta asprezze evidenti, rendendo il suo personaggio meno sensuale di quanto riuscivano altre celebrate interpreti. L'Hunding era affidato al basso Kwangchul Youn, il quale ricorda per imponenza gente del calibro di un Talvela o Ridderbusch. L'importante personaggio di Fricka era in mano alla Michelle Breedt, mezzosoprano che ben ha figurato. Il Wotan era affidato al bravissimo Albert Dohmen. E' vero che nel finale giunge in effetti stanchino (ma quasi tutti a quanto pare), eppero' ci regala un "Signore dei corvi" imperituro come da tempo non si sentiva. Nulla e' lasciato al caso, un Wotan multiforme, capace di adattarsi come un camaleonte a seconda della situazione del momento. Ecco che cosi' abbiamo interprete gioioso nell'attacco del secondo atto, sulla difensiva nello scontro con Fricka, desolato e sconfortato nel lungo monologo, autoritario nel "Geh, geh", terribile e vendicativo contro le Walkirie, passionale e struggente nell'Addio. Resta, e l'ho lasciata volutamente per ultima, la Brunhilde della Watson. A mio modesto parere, risulta l'anello debole del cast. Sia vocalmente (vibrato evidente quando sale in alto) che interpretativamente (certe frasi non vengono curate come si spererebbe). Forse perche' ho ancora nelle orecchie l'impietoso paragone con la Stemme sentita alla Scala ...
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda pbagnoli » sab 08 gen 2011, 17:16

Dell'Anello di Thielemann ormai ho ben più di un'annata: sostanzialmente ho le registrazioni che corrispondono agli ultimi 4 anni (se non sbaglio) dello spettacolo di Tankred Dorst che, a partire da quest'anno, viene smantellato.
L'ultimo dei miei desideri sarebbe stato quello di acquistare il (carissimo) cofanetto in cui è stato assemblato uno di questi spettacoli: l'audio della radio bavarese che io mi sono scaricato da OS è eccellente in ogni sua parte e comprende anche la fanfara prima di ogni atto.
Spettacolo altalenante: è il massimo che se ne possa dire.
Se consideriamo la direzione, probabilmente è la massima espressione del Wagner di oggi. Con buona pace del mio sodale Matteo che auspica un Wagner diverso, sembra che ovunque - Colle compreso - la direzione punti sempre su un tipo di spettacolo rassicurante, tranquillo, comodo, di facile presa e di immediata comprensione. Se vi ricorda Barenboim...avete perfettamente ragione!
Ho provato a pensare quindi alle parole dell'amico Maugham che, a proposito dei debutti scaligeri recenti che mi avevano visto polemico e rompicoglioni, mi aveva fatto notare giustamente l'importanza di avere in buca un...coach che trasmetta sicurezza a tutti i componenti del cast, a cominciare da quelli che hanno meno esperienza sul tema. Be', sapete, aveva ragione: gente come Barenboim o Thielemann, che conoscono la materia anche rovesciata.
Basta questo per farne grandi interpreti?
Sì, credo di sì.
Ragazzi, siamo onesti: questi hanno scritto la storia delle grandi interpretazioni wagneriani e, se anche mettono le opere su un piedestallo, be', io lo posso accettare.
In più, questa interpretazione di Thielemann ha avuto il pregio di sapersi rinnovare in alcuni ruoli chiave: Siegmund (da Wottrich a Botha), Siegfried (da Gould a Ryan), Wotan (da Struckmann a Dohmen), Hagen (recentemente Halfvarson), e così via; purtroppo non si è rinnovato nel ruolo di Brunnhilde, sempre appannaggio di Linda Watson, interprete complessivamente affidabile ma ben poco interessante, soprattutto in rapporto alla grandiosa Herlitzius, precedente titolare della parte sempre sul Colle ma penalizzata dal resto di un cast veramente penoso, a cominciare da Wotan/Titus.
Quindi, mi spiace per Matteo ma, per quanto mi concerne, viva Thielemann per l'affidabilità e per l'ampio respiro che riesce a dare alla partitura, oltre che per il rapporto che si intuisce splendido con i cantanti.

Basta tutto ciò per giustificare il costo (elevatissimo) di un cofanetto i cui contenuti sono reperibili tranquillamente - e gratuitamente - sulla Rete?
Ovviamente no.
L'operazione avrebbe avuto un suo senso e una logica se avessero messo su DVD il video dello spettacolo di Dorst
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda VGobbi » sab 08 gen 2011, 18:30

Vedo che Pietro, ha sollevato alcuni punti interessanti che vorrei contraddire :

- il cofanetto intero, edito da Opus Arte ed acquistato tramite Amazon Italia, l'ho pagato complessivamente 90 eur. Non mi sembra un prezzo eccessivo.
- equazione Thielemann uguale a Barenboim, lo trovo semplicemente blasfemo. Thielemann sta davvero su un altro pianeta, per chiarezza espositiva, per tensione teatrale e per il suo, direi quasi inconfodibile, sound.
- sul fatto che il Wagner di Thielemann sia rassicurante, quasi semplicistico, mi sembra un'affermazione affrettata. O meglio, vorrei capire cosa intendi per "lettura rassicurante".

L'unica cosa che concordo, e' sulla Brunhilde della Watson. Non fa danni gravi, ma non mi sembra un'aquila, tenendo conto che contestavate la prova della Stemme.
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda pbagnoli » sab 08 gen 2011, 19:17

VGobbi ha scritto:- il cofanetto intero, edito da Opus Arte ed acquistato tramite Amazon Italia, l'ho pagato complessivamente 90 eur. Non mi sembra un prezzo eccessivo

Allora, sempre su Amazon: il Ring di Solti, incisione storica in studio, costa Euro 107,26; quello di Karajan, 103,98; quello di Bohm 50,58; Haitink 47,26; Krauss 62,41.
Questi sono alcuni di quelli su CD; in video, invece, ti trovi il Ring di Copenhagen con la Thèorin, la direzione di Schonwandt e la regia di Holten per 87,49; quello storico di Boulez del Centenario per una settantina di euro (da Ricordi, su Internet costa di più); quello di Barenboim-Kupfer l'ho pagato, da Messaggerie in offerta qualche mese fa, una trentina di euro (7 DVD).
Ora, se vogliamo stare a quelli soli in CD, come vedi quelli che costano maggiormente sono Solti e Karajan: è logico, sono incisioni in studio che ancora oggi dettano legge, a prescindere dai gusti personali; ma Bohm te lo porti a casa con poco più di una cinquantina di euro e hai una registrazione storica.
Secondo me, invece, 90 Euro per una registrazione che:
:arrow: è tutto fuorché storica
:arrow: è comodamente reperibile in almeno quattro versioni, tutte di ottimo suono, su Internet (e con le alternative degli interpreti)
:arrow: è un di più per chi ha già tutto, perché non mi sembra una versione da consigliare a un neofita
:arrow: manca del video
be', Vittorio, a mio modesto avviso è un furto.
Poi, se a te piace, hai fatto benissimo a prendertelo.
Ti ripeto: io la conosco bene perché è quella che mi ha fatto più spesso compagnia in palestra. Ripeto: scaricata da Internet, in almeno 4 versioni diverse, a 0 Euro. Se vuoi, ti posso precisare che quella che mi convince maggiormente è quella del 2006

VGobbi ha scritto:- equazione Thielemann uguale a Barenboim, lo trovo semplicemente blasfemo. Thielemann sta davvero su un altro pianeta, per chiarezza espositiva, per tensione teatrale e per il suo, direi quasi inconfodibile, sound.

Boh!
Per me anche Barenboim è chiarissimo in tutto quello che dice! Anzi, per qualcuno questo potrebbe essere proprio un limite: l'assenza di veri problemi, un certo turgore buono per tutti gli usi, una narrazione comoda e gradevole.
A me ha detto tutto quello che c'era da dire; in questo mi ritrovo un po' nel ragionamento di Matteo. Come dicevo prima, Maugham sostiene invece che questa "regolarità" è particolarmente comoda quando devi far debuttare un cantante in una parte impegnativa, per esempio la Stemme in Brunnhilde o Kowaljow come Wotan. Devo dire che un discorso del genere ha le sue porche ragioni.
La Walkiria del 7 dicembre potrà essere stata tante cose, ma non si può dire che non sia stata "chiara" nel suo dipanarsi.
Thielemann a me sembra molto simile, ma questo non è necessariamente un male: può andarmi bene. Certo che se devo cercare un Wagner diverso, ancora oggi probabilmente vado a riascoltarmi Clemens Krauss del 1953, tra l'altro recentemente ristampato usando le matrici originali della radio bavarese con notevole miglioramento del suono.
In che cosa ti sembra inconfondibile il sound di Thielemann rispetto - per dire - proprio a Barenboim?
A me sembrano due splendidi direttori, che prendono la materia e la raccontano in modo molto limpido.
Oltre a tutto, nel caso di Thielemann mi manca il supporto dello spettacolo, che invece ho con Barenboim; per me è un aspetto importante, perché mi fa vedere la fusione della musica con il dipanarsi della narrazione sul palcoscenico.

VGobbi ha scritto:- sul fatto che il Wagner di Thielemann sia rassicurante, quasi semplicistico, mi sembra un'affermazione affrettata. O meglio, vorrei capire cosa intendi per "lettura rassicurante".

Dipende da quello che cerchi, Vittorio.
Se ti serve qualcosa di pret-à-porter, Thielemann va benissimo. Potrei indicarti anche Bohm, che tra l'altro ha un cast nettamente superiore in tutte le parti. Oppure Barenboim 1991.
Se cerchi il Dramma Esistenziale, probabilmente devi rivolgerti a Karajan.
Se cerchi il caposaldo della Grande Smitizzazione, devi tornare a Krauss (tra l'altro, forse la migliore prova della Varnay). Se cerchi l'evoluzione della Demolizione del Mito, non puoi prescindere da Boulez.
Tutte queste per me sono letture più difficili e problematiche


VGobbi ha scritto:L'unica cosa che concordo, e' sulla Brunhilde della Watson. Non fa danni gravi, ma non mi sembra un'aquila, tenendo conto che contestavate la prova della Stemme.

Rileggi quello che abbiamo scritto, Vittorio: non contestavamo la prova della Stemme in quanto tale, ma in quanto Brunnhilde.
Stiamo pur sempre parlando della più grande Isolde dei nostri tempi.
Se quella testa di pera che risponde al nome di Matteo Marazzi avesse continuato il suo ciclo di articoli sulle grandi interpreti di Isolde, forse non mi avresti fatto quest'osservazione; però già con quello che aveva scritto potresti aver la chiave di lettura del nostro pensiero in tema.
Noi pensiamo, non diversamente da Cosima, che chi è grande interprete di Isolde difficilmente lo sarà anche di Brunnhilde.
Il discorso gira intorno a quest'assunto.
Poi, se l'alternativa è la Schnaut, o la Eaglen, o la Watson, allora mi tengo la Stemme tutta la vita
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda VGobbi » sab 08 gen 2011, 20:35

pbagnoli ha scritto:Allora, sempre su Amazon: il Ring di Solti, incisione storica in studio, costa Euro 107,26; quello di Karajan, 103,98; quello di Bohm 50,58; Haitink 47,26; Krauss 62,41. Etc ...

Mah, sai che non sono d'accordo. Cioe', se fai un Ring al giorno d'oggi e lo fai pagare solo 90 eur, credimi che il costo e' davvero modesto. Poi sui Ring vecchi e giustamente storici, hanno da parecchio tempo applicato forti sconti, che non fanno testo. Probabilmente tra qualche anno, anche il Ring di Thielemann sara' venduto allo stesso prezzo di quello di un Krauss o Bohm.

pbagnoli ha scritto:Secondo me, invece, 90 Euro per una registrazione che:
:arrow: è tutto fuorché storica
:arrow: è comodamente reperibile in almeno quattro versioni, tutte di ottimo suono, su Internet (e con le alternative degli interpreti)
:arrow: è un di più per chi ha già tutto, perché non mi sembra una versione da consigliare a un neofita
:arrow: manca del video
be', Vittorio, a mio modesto avviso è un furto.

Anche qui, ti potrei facilmente risponderti. Non so perche’, ma ho sempre prediletto l’acquisto dei cd ai dvd. Questo e’ un fatto puramente soggettivo. Forse perche’ mi permette di concentrarmi ancora di piu’ sul canto, non tanto sulla bellezza timbrica, quanto sulla sua capacita’ di entrare nel personaggio, senza l’ausilio della recitazione (compito, a mio modesto avviso, ancor piu’ difficile). Anche se lo sanno pure i sassi che l’opera e’ canto e recitazione.
Sul punto riguardo al neofita, pensavo che scrivevi tutt'altra cosa. Ovverossia, che questo Ring e' inadatto per chi possiede tante versioni, perche' nulla aggiunge di nuovo. Anzi, visto che trovi la lettura di Thielemann "rassicurante", cosa c'e' di meglio di iniziare con l'ascolto di Wagner in modo soft? Poi, caso mai, allargherei il discorso ad altre letture, sempre in riferimento a chi e' digiuno della musica di Wagner.

pbagnoli ha scritto:Per me anche Barenboim è chiarissimo in tutto quello che dice! Anzi, per qualcuno questo potrebbe essere proprio un limite: l'assenza di veri problemi, un certo turgore buono per tutti gli usi, una narrazione comoda e gradevole.

Sara’, a me pare di no. Prova a riascoltarti, o meglio a confrontare la direzione di Barenbhoim con quella di Thielemann. Mi riferisco, nel primo caso, alla registrazione proposta dalla Teldec. Ecco, quella e’ un Wagner dal turgore ed opaliscenza di suono, un magma che non rinuncia a travolgere tutti, nessuno escluso … Tante volte ho perso il filo del segno sul libretto, nel Ring di Barenbhoim, proprio per l’eccessivo volume che copriva le voci dei poveri cantanti. Questo con Thielemann non succede, tenendo conto che ha un materiale vocale meno appariscente, di quello in possesso del direttore argentino/israeliano.

pbagnoli ha scritto:
VGobbi ha scritto:L'unica cosa che concordo, e' sulla Brunhilde della Watson. Non fa danni gravi, ma non mi sembra un'aquila, tenendo conto che contestavate la prova della Stemme.

Rileggi quello che abbiamo scritto, Vittorio: non contestavamo la prova della Stemme in quanto tale, ma in quanto Brunnhilde.
Stiamo pur sempre parlando della più grande Isolde dei nostri tempi.
Se quella testa di pera che risponde al nome di Matteo Marazzi avesse continuato il suo ciclo di articoli sulle grandi interpreti di Isolde, forse non mi avresti fatto quest'osservazione; però già con quello che aveva scritto potresti aver la chiave di lettura del nostro pensiero in tema.
Noi pensiamo, non diversamente da Cosima, che chi è grande interprete di Isolde difficilmente lo sarà anche di Brunnhilde.
Il discorso gira intorno a quest'assunto.
Poi, se l'alternativa è la Schnaut, o la Eaglen, o la Watson, allora mi tengo la Stemme tutta la vita

Ma ho chiaro in mente quanto tu e Mat, avevate scritto sulla Stemme. L’avete trovata straordinaria, ma non e’ la sua parte. Beh, anch’io ascoltandola dal vivo, ammettevo che c’era un certo disagio nel suo canto … eppure non e’ poi cosi’ uno spreco a sentirla cantare in Brunhilde, anche se non e’ propriamente il suo ruolo. Insomma, a volte ho l’impressione che mettiamo proprio i puntini sulle i … ed io per certi artisti, posso fare a meno di una punteggiatura cosi’ pignola. ;-)
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda teo.emme » dom 09 gen 2011, 4:38

Ho ascoltato il Ring di Thielemann (e non solo il Ring, ma anche il suo Beethoven), la sua lettura è interessante, poderosa, epica,,,si rifà - secondo me - ad un'estetica addirittura precedente a Furtwangler (che più ascolto più mi convinco non c'entrar nulla con certa tradizione pomposa e retorica: alla Klemperer per intenderci e oggi alla Barenboim). Thielemann esegue Wagner come se in platea vi fosse ancora lo zio Wolf (mi auguro si comprenda che il mio è un giudizio estetico e non politico)... Può piacere, perché la sua lettura è accompagnata da un magistero tecnico invidiabile ed una tensione etica che travolge, ma - domando - oggi è ancora attuale un Wagner così mitico e iperuranico? Dopo Karajan, Moralt, Krauss, Boulez? E soprattutto dopo Furtwangler, che a torto viene ricondotto ad una scuola "storica" dell'interpretazione wagneriana... Certo è appagante, è sontuoso, è coinvolgente...ma non dice nulla di nuovo. Meglio lui di Barenboim (che ormai si è dedicato alla maniera più vieta, nel suo ricondursi a Klemperer et similia...ossia alla morte civile dell'interpretazone musicale...), tuttavia non aggiunge nulla alla storia interpretativa del Ring. Oggi, credo, sarebbe rivoluzionario ascoltare il Wagner di Salonen o, perché no, il nuovo Abbado piuttosto che riproporre gloriosi, ma ormai triti cliché esecutivi.

Ps: preferisco di gran lunga il Beethoven di Thielemann che il suo Wagner...
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda VGobbi » dom 09 gen 2011, 19:53

Ed ecco alla seconda giornata. Qui vocalmente perdiamo qualcosa, almeno dal protanogista maschile. In effetti il Siegfried di Stephen Gould, francamente e' un pochettino imbarazzante. Ha un timbro direi quasi chioccio per un ruolo cosi' eroico come quello del protagonista. Vedo in lui poca spavalderia, quasi un essere infido piu' adatto ad interpretare la voce di Mime, in questo caso cantata dal funzionale ed aggiungo bravo Gerhard Siegel. Il Viandante di Dohmen, conferma, se mai ce ne fosse bisogno, la grande statura del cantante ed inteprete allo stesso momento. Piacevolissima sorpresa pure l'Alberich del dovizioso (intendo di timbro e di volume) Shore. Sarei molto curioso sentirlo nel Prologo. Lussuoso l'ottimo Fafner di Hans-Peter Konig (gia' sentito splendidamente dal vivo nel Re Enrico - Lohengrin - alla Scala qualche annetto fa). Perfetta anche l'Erda della Mayer, forse meno cavernosa ma altrettanto convincente. La Brunhilde della Watson, a differenza che nella Walkiria, qua ha presentato meno problemi vocali. L'ho trovata decisamente piu' in parte e convincente, senza pero' far gridare al miracolo, surclassando il modesto Gould.

Ma il vero vincitore e' Thielemann. Una direzione emozionante, gia' dall'attacco del preludio del primo atto fino all'accordo finale dell'opera. Thielemann sa coinvolgere l'ascoltatore, senza mai lasciarlo solo. E sa sorreggere i cantanti, come pochi, pochissimi sanno farlo. Un Wagner cosi', non lo sentivo da parecchio tempo al giorno d'oggi. Altro che Barenbhoim!!!
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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