Der Ring des Nibelungen (Wagner)

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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda VGobbi » mar 06 nov 2012, 0:01

pbagnoli ha scritto:
Maugham ha scritto:
Ho trovato invece impressionante il Blu-Ray.
Senti il preludio atto 1 del Siegfried con quella tavolozza di neri.
O la veglia di Hagen nella Gotterdammerung.
Altro pianeta.

Proprio vero.
Ieri mi sono sentito il primo atto del Siegfried sul Blu Ray.
Ora, pur partendo dal presupposto che - contrariamente a Monsieur Maugham - io non ho collegato il mio lettore allo stereo, devo dire che la presenza del suono è talmente importante che mi sembrava di ascoltarlo per la prima volta. Eccezionale in particolare il dialogo fra Mime e Wanderer (tra l'altro, gara di bravura verbale fra Hotter e Stolze).
Però è davvero ingombrante!!!

Non ho capito! Cioe' avete ascoltato un cd con Hotter e Stolze in blu-ray? Come si fa?
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda pbagnoli » mer 07 nov 2012, 0:14

Si compra la nuova rimasterizzazione del Ring di Solti che contiene - all'interno di supercofana ricca di contenuti speciali - anche una versione completa del Ring su un Blu Ray di eccezionale definizione sonora!
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda Riccardo » mer 07 nov 2012, 22:50

MatMarazzi ha scritto:Certo, ma il fatto è che dietro le armature loro volevano a tutti i costi vedere la "società".
Mentre, secondo me, a Wagner (quello maturo, aggiungerebbe Maugham) non interessava affatto! Lui dietro le armature poneva un sogno di trascendenza universale (dal mondo! figuriamoci dalla ...società!) che si ispirava al nihilismo schopenaueriano, al proto-cristianesimo e alla metafisica delle religioni orientali

Molto interessante questo argomento, sto pensando anch'io da tempo a Wagner e a cosa gli sta succedendo.

Tu ragioni sul rapporto autori-epoche e condivido quello che dici.
Ma ti chiedo: sei sicuro che questo problema di Wagner nell'oggi riguardi TUTTO il Wagner e non in particolar modo il Ring, che è proprio il luogo dove in qualche modo si concentra in modo esasperato tutta l'ideologia (drammaturgica) wagneriana?

Il teatro musicale di Wagner si sviluppa proprio secondo un radicale principio rivoluzionario. Wagner scardina quasi tutte le regole pregresse sul fronte della scrittura per le voci e, in misura davvero visionaria, dal punto di vista della drammaturgia, che è il punto che hai sottolineato tu.

Ora: so che dico qualcosa che in un covo di wagneriani come Operadisc non si dovrebbe dire, ma ho l'impressione che col Ring Wagner sia andato leggermente oltre. Ha tentato un'operazione creativa gigantesca che gli è leggermente sfuggita di mano. Ci sono dei momenti nella Valchiria dove si ha veramente l'impressione che la stringente cooperatività tra musica e dramma (sovrana in ogni capolavoro) gli sfugga parzialmente di mano a vantaggio di una verbosità testuale legittima e straordinaria da un punto di vista poetico, letterario e filosofico, ma che non è del tutto compatibile con le regole essenziali che governano uno spettacolo audiovisivo come l'opera lirica. Almeno così sembra a me.

So bene di star insinuando qualcosa di criminoso per qualcuno, ma io vorrei sapere quanta gente a teatro è riuscita a seguire il secondo atto di Valchiria con il fiato sospeso per tutto il tempo. Credo pochi al giorno d'oggi, e per primi gli stessi tedeschi, che in teoria dovrebbero capire il testo meglio di noi - ma il punto è che non c'entra la lingua, perché il problema è drammaturgico, ossia di gestione istante per istante della situazione musicale rispetto ad un testo.

A questo aggiungo che mi sembra che Wagner in qualche misura si sia anche accorto di tutto questo, visto che nel Parsifal, pur rimanendo tutta l'architrave rivoluzionaria, c'è una ben maggiore attenzione alle proporzioni e all'efficacia teatrale del libretto musicato.

Per farla breve: sto cercando di capire perché con il Ring mi rompo le scatole, mentre amo molto tutte le altre opere.

Sarà questione di compatibilità della drammaturgia wagneriana (esasperata nel Ring) con la nostra epoca, come dice Mat?
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda MatMarazzi » ven 09 nov 2012, 18:46

Caro Ric,
intanto una precisazione.
Come tu ben sai, questo non è un "covo di wagneriani", ma solo un sito in cui Wagner è amato e collocato (insieme ad ogni altro compositore) in un bagaglio ampio e condiviso che è - o dovrebbe essere - l'opera nel suo insieme.
Così come il fatto che qui si parli a ragion veduta di una Varnay, di una Lotte Lehmann o di un Hotter (senza limitarci alla solita tiritera sui "tedeschi che urlano", ecc...) non fa di noi dei fanatici del declamato a danno di altre tradizioni canore.
Purtroppo in Italia siamo talmente abituati a considerare l'Opera da punti di vista parziali (e questo vale, ahimé, anche per le aule universitarie in cui dovrebbero formarsi i nuovi musicologi) che quando qualcuno dice che nell'opera C''E' ANCHE Wagner - oltre a Verdi, Rossini e Mozart - viene additato come un idolatra del tedesco.

Riccardo ha scritto:
Ma ti chiedo: sei sicuro che questo problema di Wagner nell'oggi riguardi TUTTO il Wagner e non in particolar modo il Ring, che è proprio il luogo dove in qualche modo si concentra in modo esasperato tutta l'ideologia (drammaturgica) wagneriana?


Capisco dove vuoi arrivare! :)
Io ho affermato che il problema di Wagner oggi (se mai c'è) sia esterno a lui e riguardi semmai il rapporto tra la sua musica e il nostro tempo.
Tu invece cerchi di riportare il problema su Wagner, sul Ring in particolare, sulla fragilità (a tuo sentire) fra la forza del pensiero e l'efficacia del nesso musica-teatro che esprime quel pensiero.

Forse hai ragione tu, ma io non ci credo.
Se davvero Wagner fosse stato "fragile" musicalmente e drammaturgicamente, la sua opera non si sarebbe imposta e in modo così clamoroso per oltre un secolo.
Non esiste al contrario un compositore che abbia imposto (ci piaccia o meno) una simile fascinazione su tutta la cultura a lui coeva e successiva.
Non può essere una questione di "pensiero", ma per forza di linguaggio.
Il fatto stesso che il Ring abbia prodotto letture opposte e altrettanto sbagliate (quella infantile e insensata filo-marxista o quella altrettanto illogica superomista e filo-nazista) dimostra che la sua forza non sta tanto nel concetto (che pure c'è, mi spiace per Kulsho, ed è doveroso sforzarsi di comprenderlo... altrimenti è come apprezzare la Venere del Tiziano per le tette belle sode ;) ), bensì nella forza immediata e possente della sua esposizione musical-teatrale.

Io ribadisco la mia tesi: che se oggi le nuove interpretazioni di Wagner non ci convincono è perché non vogliamo più saperne - che lo ammettiamo o meno - di negazioni e critiche al Da-Sein (come Triboulet ha ammesso, riassumendo il pensiero di tutti noi).

I nostri poveri interpreti attuali si arrovellano, si scervellano per tentare altre strade interpretative, disperdendo Wagner in una Babele di riletture e provocazioni che già da molto tempo hanno stancato e solo perché non hanno più il coraggio di seguirlo in quella strada di negazione che è la stessa del pensiero religioso (altra illustre vittima della nostra cultura).
Non vogliamo più saperne di metafisiche, di religioni, di Enti o di Nienti.

E dire che la strada per rendere ancora vivo Wagner ci sarebbe...
Checché ne dica il nostro ironico Triboulet, oggi la Metafisica è ancora viva!
Solo che non ha più l'aspetto di una religione o di un libro di filosofia: oggi è la fisica teorica, che dalla meccanica dei quanti in poi ha, sull'altare della Scienza in cui l'abbiamo posta, potuto scardinare senza che ce ne accorgessimo tutti i fondamenti oggettivi dell'esistenza, riportando l'umanità a quello stesso stadio di incertezza universale che alimentò i capolavori di Wagner.
Il fatto è che non lo sappiamo, perché mentre all'epoca di Wagner la riflessione filosofica era pane quotidiano, sapere condiviso, oggi la fisica teorica non ci tange per nulla: sappiamo che c'è, sappiamo che ogni tanto ci scappa qualche Nobel, ma senza alcuna influenza sulle nostre vite e sul dibattito collettivo.
Ci siamo abituati a fare a meno non solo delle religioni, non solo della riflessione filosofica, ma persino del dubbio.
E ne siamo soddisfatti (altrimenti non reggeremmo il turbine della vita di oggi).
Paradossalmente lo spazio e il tempo non sono mai stati tanto assoluti come nell'epoca che ne ha dimostrato la non-assolutezza! :)

E' per questo che, secondo me, Wagner è tanto lontano da noi quanto un libro di catechismo. :)
Perché tutto ciò che per lui era importante, per noi non lo è affatto: anzi, non ne vogliamo nemmeno sentir parlare! :)
Stando così le cose, forse sarebbe effettivamente meglio lasciarlo sedimentare un po'... e concentrarci (come dice Aspro) sulle incisioni del passato, nate quando i problemi che pubblico e artisti condividevano erano diversi.

Io almeno la vedo così.

Salutoni,
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda Aspro » ven 09 nov 2012, 19:53

MatMarazzi ha scritto:Solo che non ha più l'aspetto di una religione o di un libro di filosofia: oggi è la fisica teorica, che dalla meccanica dei quanti in poi ha, sull'altare della Scienza in cui l'abbiamo posta, potuto scardinare senza che ce ne accorgessimo tutti i fondamenti oggettivi dell'esistenza, riportando l'umanità a quello stesso stadio di incertezza universale che alimentò i capolavori di Wagner.


O piuttosto di certezza fondata sul nulla? Perchè credere solo in un mondo di materia (che peraltro nella sua parte visibile è solo il 5% del totale di ciò che esiste) dominato dall'entropia dove l'universo finisce in un brodo di onde elettromagnetiche al tempo 10 alla 99 anni (+ o -) è quanto di più desolante e vuoto possa esserci. Credo che ancora non ci siamo arrivati e guai se così sarà.
Ma tu sei sicuro che ove la metafisica e lo spirito fossero completamente sostituiti dalla fisica teorica potrebbe esserci ancora spazio per l'arte (e non solo Wagner)?

Tra l'altro mi sembra che le idee di Wagner, soprattutto quelle espresse nel Ring ed in Parsifal vadano proprio in direzione opposta rispetto alla elevazione del puro mondo materiale come verità e fine assoluto.

MatMarazzi ha scritto:Non può essere una questione di "pensiero", ma per forza di linguaggio.


E qui sono completamente in accordo con te; il nostro tempo e Wagner non parlano più la stessa lingua, anche perchè come giustamente hai scirtto, la riflessione filosofica è poco praticata adesso. Andare sotto il velo del testo è prerequisito essenziale per comprendere e godere appieno dell'opera di Wagner (ma il discorso potrebbe essere ampliato ad altri contesti artistici e non).

Lancio una provocazione...
E se avesse avuto ragione Sinopoli, quando scirveva che la messa in scena perfetta di Wagner deve essere fatta in forma di concerto - per un pubblico che già interiorizzato quel che ascolterà?
Vuoi vedere che Lepage alla fine è più avanti di tutti e che una scena totalmente spoglia e personaggi che fanno poco e niente se non cantare sarà la via da battere (tranne le tremende cadute di stile tipo gli Æsir che scivolano di panza tipo superman per entrare in scena)?
E vuoi vedere che alla fine il mezzo davvero insostituibile sia il disco?
Peccato che al Met hanno in buona parte toppato sul cast :( .

Saluti

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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda MatMarazzi » ven 09 nov 2012, 20:25

Aspro ha scritto:O piuttosto di certezza fondata sul nulla? Perchè credere solo in un mondo di materia (che peraltro nella sua parte visibile è solo il 5% del totale di ciò che esiste) dominato dall'entropia dove l'universo finisce in un brodo di onde elettromagnetiche al tempo 10 alla 99 anni (+ o -) è quanto di più desolante e vuoto possa esserci. Credo che ancora non ci siamo arrivati e guai se così sarà.
Ma tu sei sicuro che ove la metafisica e lo spirito fossero completamente sostituiti dalla fisica teorica potrebbe esserci ancora spazio per l'arte (e non solo Wagner)?
Tra l'altro mi sembra che le idee di Wagner, soprattutto quelle espresse nel Ring ed in Parsifal vadano proprio in direzione opposta rispetto alla elevazione del puro mondo materiale come verità e fine assoluto.


Scusa, ma a me pare che la fisica teorica stia facendo esattamente il contrario di ciò che tu paventi.
Sta smantellando il "materialismo" (chiamiamolo così) molto meglio di come abbia mai fatto la religione o la filosofia. :)
Quanto a Wagner non so dove tu abbia tratto l'idea che per me egli volesse elevare il mondo materiale a verità o fine assoluto.
Ho sempre e solo scritto il contrario...
Davvero non capisco!

MatMarazzi ha scritto:Non può essere una questione di "pensiero", ma per forza di linguaggio.

E qui sono completamente in accordo con te; il nostro tempo e Wagner non parlano più la stessa lingua,


Ancora una volta non capisco, Aspro.
Io non ho detto questo.
Anzi, nelle mie intenzioni ho proprio detto il contrario.
Il linguaggio funziona anche oggi, è il pensiero che c'è dietro che non corrisponde più a ciò che la nostra epoca persegue, per me ovviamente.
Ne' sottoscriverei mai e poi mai la tesi che oggi non siamo più capaci di andare "sotto il velo del testo".
Che siamo "superficiali", ecc...
Per me non siamo affatto superficiali, nè più, nè meno di come erano i nostri nonni.
Solo che (proprio come i nostri nonni) anche noi andiamo alla ricerca delle cose che ci persuadono, mentre ignoriamo le altre!
Non ci mettiamo a sollevare veli se non per trovarvi temi e concetti che riteniamo sensibili.
E sotto Wagner ci troviamo cose che non riteniamo affatto sensibili...
La metafisica non è per noi un tema sensibile...
Per questo facciamo finta di non sentire ciò che i fisici ci vanno dicendo fin dai tempi di Einstein. :)

E se avesse avuto ragione Sinopoli, quando scirveva che la messa in scena perfetta di Wagner deve essere fatta in forma di concerto - per un pubblico che già interiorizzato quel che ascolterà?

Questa, per me, era solo la scappatoia di uno che non ha compreso l'evoluzione del suo tempo e, anzi, si rifiuta di comprenderla.
Sinopoli viveva immerso nel fascino di un mondo che era tramontato con la prima guerra mondiale.
Era tanto interessante anche per questo...

Vuoi vedere che Lepage alla fine è più avanti di tutti e che una scena totalmente spoglia e personaggi che fanno poco e niente se non cantare sarà la via da battere (tranne le tremende cadute di stile tipo gli Æsir che scivolano di panza tipo superman per entrare in scena)?
E vuoi vedere che alla fine il mezzo davvero insostituibile sia il disco?
Peccato che al Met hanno in buona parte toppato sul cast :( .

Può darsi, Aspro, ma non per me.
Fare le cose male (perché la regia di Lepage è davvero male) non è mai una risposta al disagio o alla difficoltà.
Io almeno la vedo così.

salutoni,
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda VGobbi » sab 10 nov 2012, 1:11

pbagnoli ha scritto:Si compra la nuova rimasterizzazione del Ring di Solti che contiene - all'interno di supercofana ricca di contenuti speciali - anche una versione completa del Ring su un Blu Ray di eccezionale definizione sonora!

Cavolo!!! Deve essere una cosa sovrumana ... ma esiste solo per il Ring di Solti? Immagino che il prezzo sia quasi proibitivo, vero?
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda Riccardo » sab 10 nov 2012, 2:15

MatMarazzi ha scritto:Caro Ric,
intanto una precisazione. Come tu ben sai, questo non è un "covo di wagneriani", ma solo un sito in cui Wagner è amato e collocato (insieme ad ogni altro compositore) in un bagaglio ampio e condiviso che è - o dovrebbe essere - l'opera nel suo insieme.

Ovviamente il mio appellativo era scherzoso... Certo è che, un po' perché i registi che contano quasi sempre si occupano di lui, un po' perché la Scala di questi anni continua a vederlo come il cimento massimo, un po' per l'incombente e temibile anniversario del 2013, di Wagner si parla molto spesso su queste pagine e in qualche modo ci si deve sempre fare i conti.
Wagner ha prestato poi purtroppo molti argomenti a coloro che criticano la tradizione operistica precedente, i quali vedono quelli che sono in Wagner elementi di conquista ed innovazione come dei caratteri naturali e scontati che appartengono alla normale sensatezza drammaturgica di un melodramma. E parlare con questa gente è tanto penoso quanto parlare con coloro che sostengono, da prospettive opposte, che in Wagner si urla e non si canta etc.

Comunque, a parte questo, il punto che mi interessava di più non era tanto Wagner in sé, ma la distanza che io percepisco tra il Ring e le altre opere mature. Mentre le seconde sopravvivono anche sotto una prospettiva "tradizionale" dal punto di vista dei codici espressivi del teatro, mi sembra che il Ring non viva d'altro che di tutta quella impalcatura mitologica, rituale, ai limiti del religioso, alla quale molti sono affezionati, tedeschi e non tedeschi, ma che rappresenta qualcosa di molto diverso da quella che è oggi la consueta fruizione operistica, intesa dunque come spettacolo a tutti gli effetti e non come seduta di meditazione o erudizione filosofica (quella la si fa a casa sui libri o alla biblioteca universitaria, non a teatro).

E io stesso, quando vado a sentire il Parsifal, non ci vado perché è Pasqua e devo andare a messa alla Staatsoper di Berlino o di Monaco (come fanno molti autoctoni - e l'atmosfera può essere talora inquietante). Ci vado perché è un gran bel pezzo di teatro (e pure i monologhi di Gurnemanz tengono molto bene il passo con la musica, a mio avviso, diversamente dal II atto della Valchiria o da certe tirate di Hagen nel Crepuscolo).
Ripeto: a tutti piace il finale del Ring con quella musica da fine del mondo che Hollywood riciclerà in tutti i film, a tutti piace il primo atto dei Walkuere, a tutti piace il viaggio sul Reno di Sigfrido o la Marcia funebre, ma un'opera dovrebbe valere per la sua totalità e tenere sveglia l'attenzione ogni minuto. Sfido molti wagneriani o acculturati vari a non aver lasciato cadere la palpebra nemmeno una volta in quei momenti in cui la logorrea e lo sfilacciamento musicale sembrano avere la meglio sull'efficacia del tessuto drammaturgico. Naturalmente non per questo smetterò di ammirare il genio di Wagner per la titanica sfida in cui si è voluto cimentare e per lo straordinario entusiasmo da sognatore/visionario (i cui frutti più compiuti si raccolgono però secondo me altrove).

So bene Matt che tu tendi a non criticare mai la storia della composizione, ma credo non ci sia nulla di male nel commentare l'opera dei compositori per provare a discutere quali ciambelle siano loro uscite meglio di altre (esattamente come facciamo abitualmente per i grandi interpreti).

Aggiungo ancora che, per quanto riguarda il Ring, i nodi verranno al pettine quando Spinosi passerà dal Liebesverbot al Ring. O quando vi ci si cimenterà gente tipo Gardiner o Rattle senza Berliner. Allora lì sì che la messa verrà smantellata per far emergere il resto. Se c'è :D
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda DottorMalatesta » sab 10 nov 2012, 11:23

Riccardo ha scritto:[
Comunque, a parte questo, il punto che mi interessava di più non era tanto Wagner in sé, ma la distanza che io percepisco tra il Ring e le altre opere mature. Mentre le seconde sopravvivono anche sotto una prospettiva "tradizionale" dal punto di vista dei codici espressivi del teatro, mi sembra che il Ring non viva d'altro che di tutta quella impalcatura mitologica, rituale, ai limiti del religioso, alla quale molti sono affezionati, tedeschi e non tedeschi, ma che rappresenta qualcosa di molto diverso da quella che è oggi la consueta fruizione operistica, intesa dunque come spettacolo a tutti gli effetti e non come seduta di meditazione o erudizione filosofica (quella la si fa a casa sui libri o alla biblioteca universitaria, non a teatro).

E io stesso, quando vado a sentire il Parsifal, non ci vado perché è Pasqua e devo andare a messa alla Staatsoper di Berlino o di Monaco (come fanno molti autoctoni - e l'atmosfera può essere talora inquietante). Ci vado perché è un gran bel pezzo di teatro (e pure i monologhi di Gurnemanz tengono molto bene il passo con la musica, a mio avviso, diversamente dal II atto della Valchiria o da certe tirate di Hagen nel Crepuscolo).
Ripeto: a tutti piace il finale del Ring con quella musica da fine del mondo che Hollywood riciclerà in tutti i film, a tutti piace il primo atto dei Walkuere, a tutti piace il viaggio sul Reno di Sigfrido o la Marcia funebre, ma un'opera dovrebbe valere per la sua totalità e tenere sveglia l'attenzione ogni minuto. Sfido molti wagneriani o acculturati vari a non aver lasciato cadere la palpebra nemmeno una volta in quei momenti in cui la logorrea e lo sfilacciamento musicale sembrano avere la meglio sull'efficacia del tessuto drammaturgico. Naturalmente non per questo smetterò di ammirare il genio di Wagner per la titanica sfida in cui si è voluto cimentare e per lo straordinario entusiasmo da sognatore/visionario (i cui frutti più compiuti si raccolgono però secondo me altrove).


Riccardo, forse é una questione di sensibilitá e gusti personali.
Non ti nascondo che trovo il Parsifal piuttosto "pesante" dal punto di vista della prospettiva drammaturgica tradizionale (non era lo stesso Wagner a definirlo "ein Bühnenweihfestspiel"?). Voglio dire, mentre andando a teatro a sentire il Parsifal mi sembra in effetti di andare a messa, non ho mai avuto la stessa sensazione andando a sentire il Ring...
Voglio dire, nel Ring c´é una tale VARIETÀ di elementi, personaggi, ambientazioni, che davvero non riesco ad annoiarmi... quasi mai! Certo, ci sono dei momenti in cui la tensione si attenua (li hai giá citati tu...), ma se si segue con attenzione il testo, e se si sta ascoltando una vera, grande interpretazione, é difficile sbadigliare... Forse nel Parsifal (a mio parere molto piú uniforme come tinta, come atmosfera morale, drammaturgica e musicale) la varietá presente nel Ring non c´é (o fatico a trovare)...
Questo almeno secondo me (ma ammetto di stare vivendo una fase molto ringhiana... ;-) )

Ciao,
Doc


P.S.: a proposito del dibattito tra fisica e metafisica... cedo le armi!!! :mrgreen:
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda Riccardo » sab 10 nov 2012, 12:17

Caro Malatesta, è proprio quello che tu chiami 'varietà' ciò che io chiamo 'tessuto sfilacciato', e quello che tu chiami 'unità di tinta e di atmosfera morale' che io chiamo 'efficienza teatrale e drammaturgica'!

Mat, ci espliciti il legame tra Einstein e Wagner? :D
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda DottorMalatesta » sab 10 nov 2012, 12:23

Guarda Ric, sono in piena luna di miele ringhiana : Chessygrin : , magari tra un po´mi passa e mi trovo un´amante parsifaliana... :mrgreen: Per il momento: viva il Ring! (almeno, secondo me!).

Ciao!
Doc

P.S.: anch´io mi sono perso qualcosa nella relazione Einstein-Wagner :mrgreen:
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda pbagnoli » sab 10 nov 2012, 18:49

VGobbi ha scritto:
Cavolo!!! Deve essere una cosa sovrumana ... ma esiste solo per il Ring di Solti? Immagino che il prezzo sia quasi proibitivo, vero?

Prova a guardare sulle varie "vetrine" di Amazon: i prezzi si stanno un po' abbassando, anche se siamo pur sempre intorno ai 180 Euro
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda VGobbi » sab 10 nov 2012, 20:05

pbagnoli ha scritto:
VGobbi ha scritto:
Cavolo!!! Deve essere una cosa sovrumana ... ma esiste solo per il Ring di Solti? Immagino che il prezzo sia quasi proibitivo, vero?

Prova a guardare sulle varie "vetrine" di Amazon: i prezzi si stanno un po' abbassando, anche se siamo pur sempre intorno ai 180 Euro

Gia' non mi piace il Ring di Solti, figurati se mi compro un doppione ... anche se immagino deve essere una f.i.g.a.t.a. pazzesca sentirlo in blu-ray. Chiedevo se e' il futuro, oppure un episodio isolato i cd in versione blu-ray?
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda Enrico » sab 10 nov 2012, 20:48

VGobbi ha scritto: Chiedevo se e' il futuro, oppure un episodio isolato i cd in versione blu-ray?


Potrà essere il futuro quando i prezzi scenderanno, ma non credo che butterò via migliaia di cd per sostituirli tutti col blu-ray.
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda pbagnoli » sab 10 nov 2012, 21:57

VGobbi ha scritto:Gia' non mi piace il Ring di Solti, figurati se mi compro un doppione ...

I gusti sono gusti.
Questo, però, non è un banale doppione: c'è un sacco di materiale di qualità molto, molto elevata. Foto, making of, il "Ring resounding" di Culshaw, eccetera

VGobbi ha scritto:anche se immagino deve essere una f.i.g.a.t.a. pazzesca sentirlo in blu-ray. Chiedevo se e' il futuro, oppure un episodio isolato i cd in versione blu-ray?

Il Blu Ray ha una qualità inimmaginabile. E' qualcosa in più rispetto alla solita masterizzazione in cd, che pure è presente nello stesso cofano
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