Der Ring des Nibelungen (Wagner)

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Messaggioda teo.emme » ven 14 dic 2007, 22:43

Voglio chiarire, dato che ho riletto la risposta di PBagnoli, e credo vi sia stato un fraintendimento: non c'è affatto da convincermi. Penso che la mancanza di una vera regia sia la cosa peggiore (in allestimenti moderni così come in quelli tradizionali). La mia curiosità sta nel fatto di vedere un Ring con pietre, pelli, elmi con corna o alucce, treccione bionde etc... E devo dire che ciò non mi scandalizza (a patto vi sia una autentica e capace regia). Del resto i teatri sono pieni di spettacoli (tradizionali o moderni, non importa) privi di una qualsiasi direzione registica. Di questo Ring poi mi attira moltissimo la direzione di Levine (direttore che mi piace moltissimo anche se da molti ingiustamente sottovalutato o denigrato) e almeno parte del cast (la Norman su tutti). Per il resto molti mi hanno esposto le tue stesse valutazioni e perplessità...
Ultima modifica di teo.emme il sab 15 dic 2007, 0:43, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda walpurgys » ven 14 dic 2007, 22:45

Concordo su Goldberg :evil: :roll: :(
Hofmann nel ''Tristan'' diretto da Barenboim nel 1986 a Bayreuth non è malvagio... :oops: ...non che sia il Tristano di riferimento...ci mancherebbe altro...è un Tristanino tascabile, piccino picciò diciamo e un pò lagnosetto.
Jerusalem, dite quello che volete, ma mi è sempre piaciuto e continuo ad essere convinto della bontà dei suoi personaggi wagneriani.
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Messaggioda teo.emme » ven 14 dic 2007, 22:54

pbagnoli ha scritto: ma mi resterebbe la curiosità morbosa su un Tristan di Hofmann... Dopotutto, sono sempre stato un amante del trash 8)


Beh..c'è il Tristan di Bernstein con cui potrai soddisfare questa tua curiosità...
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Messaggioda pbagnoli » sab 15 dic 2007, 0:13

Scusami, volevo dire Siegfried
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"DIE WALKURE" Zagrosek/Nel

Messaggioda walpurgys » mar 12 feb 2008, 2:09

“Die Walkure” diretta da Lothar Zagrosek e con la regia di Christoph Nel va vista per 2 motivi:
1) Per capire che Wagner non ha bisogno di tali orrori che vengono definite anche "regie".
2) Il Cast maschile ed in parte per la Denoke-attrice.
Il primo atto si apre in un interno che ha le fattezze di una scatola di legno dotata di fessure che l’attraversano verticalmente e creano suggestivi effetti con efficaci luci di taglio.
Niente albero, solo un tavolo con 2 sedie in mezzo, due porte ai lati del proscenio, una tenda a semicerchio di plastica gialla che copre un angolo della “scatola”, ed un tavolino con un secchio pieno d’acqua per le pulizie.
Siegmund è in scena fin dall’inizio bloccato in una ridicola posa plastica, coperto dal cappuccio di una felpa bianca, pantaloncini corti (sembrano boxer larghi) e giacca a vento metallizzata annodata in vita.
Sieglinde è seduta sul tavolo e quando si accorge della presenza dello straniero va nella direzione opposta parlando con la porta di sinistra.
La scena della bevanda è realizzata bene dosando sia ironia che intimità;
Sieglinde versa della birra a Siegmund e non gli stacca mai gli occhi di dosso e l’uomo segue perennemente con lo sguardo la sorella.
Bevono entrambi, ed entrambi compiono gli stessi gesti per asciugarsi del liquido che è caduto mentre inghiottivano e questa simmetria di posizioni e atteggiamenti sarà presente per tutta la recita con grande efficacia creando tra i due una immediata complicità.
Arriva Hunding vestito tipo Mao Tse Tung e fa a braccio di ferro con Siegmund, palpa e bacia con forza la povera Sieglinde che ha occhi solo per il fratello, pulisce una pistola per fare un po’ il minaccioso e serve in tavola due bistecche per se e lo straniero.
Sieglinde versa il sonnifero in una coppa di vetro riempita con una brodaglia verde e lascia solo il fratello.
La spada è una proiezione luminosa che appare sul muro della parete in fondo e Siegmund cerca inutilmente e timorosamente di afferrarla…ecco da questo punto il regista si comporta bene e crea un duetto d’amore registicamente intensissimo e molto sensuale.
La spada viene identificata con Sieglinde stessa perché la proiezione durante il suo monologo viene a crearsi sul corpo della donna e solo alla fine quando il muro si aprirà scopriremo che Nothung era nascosta sul davanzale di questa enorme finestra.
I gemelli si sfiorano, si cercano, compiono i medesimi gesti, Sieglinde copre i propri occhi e la bocca di Siegmund per immergersi nelle parole e nella voce dell’amato.
Veramente un bellissimo momento!
Non capisco, perché Sieglinde debba quasi impedire a Siegmund di togliere la spada dall’involucro di stoffa bianca simile alla sua camicia da notte e perché poi debbano fermarsi in due pose plastiche abbastanza stupide sul davanzale del finestrone.
Il secondo atto è un obbrobrio:
La scena è quella del primo atto, ma sollevata a 3 metri da terra con una scala che si collega alla porta di destra.
Wotan gonfia per poi stendersi su un materassino da mare, è vestito in tuta e la lancia è una lunga spiga di grano…fino al monologo si comporterà come un ragazzino viziato, poi si vestirà da ricco borghese.
Brunnhilde è un maschiaccio con la gonna e giacca maschile elegante che dispone statuine turistiche del David di Michelangelo e dei Bronzi di Riace per tutta la scena e credo rappresentino gli “eroi” per proteggere Wotan.
Arriva Fricka, una donna volgare, prepotente e violenta che arriva a picchiare e sculacciare Wotan, per poi sistemargli i vestiti su una sedia.
Ovviamente tra i due intercorre un legame più da madre e figlio che da coniugi.
Durante il monologo Wotan calpesterà le statuine e durante “l’annuncio di morte” Brunnhilde si avvolgerà in paio di ali nere come se fosse un angelo della morte; in realtà l’idea è buona, ma a lungo andare la trovata annoia e fa somigliare la Walkiria ad un capo indiano.
Il combattimento tra Hunding e Siegmund viene comicamente sostituita dalla lotta tra due burattini giganti, mentre i cantanti vengono messi davanti a dei legii ed usano dei coni davanti alla bocca per creare un senso di lontananza.
Quello che rappresenta Siegmund cade e Hunding pugnala il rivale tenuto fermo da Wotan.
Il terzo atto è anche peggio;
in una specie di teatro diroccato, rialzato ed incorniciato stile 16:9, si incontrano le Walkirie che sono ragazzacce da discoteca che ballano ammiccanti sulle note della cavalcata mentre un paio di manichini sfilano davanti a loro creando ilarità nelle donne ornate di ali nere.
Sieglinde fugge tramite una porticina posta sotto questo palcoscenico, Wotan punisce Brunnhilde facendole accendere 4 candele che posizionerà su un tavolo dove si addormenterà e puntandole addosso il fascio di luce di un proiettore.
Poi finisce per guardare la figlia tramite un televisore a circuito chiuso su cui ha registrato gli ultimi istanti di Brunnhilde…Che idee geniali eh? A parte il primo atto tutto il resto andrebbe bruciato assieme al regista.
Le voci.
Robert Gambill non è un Heldentenor, e la voce è opaca, legnosa, anche se ha un buon centro ed un buon grave, ma quando sale sforza parecchio (i Waelse sono orrendini), però interpreta e fraseggia Siegmund con una immedesimazione totale, con una passione ed una visceralità davvero coinvolgenti e commoventi.
Angela Denoke mi ha in parte deluso;
è una eccellente attrice nel primo atto, carismatica e calamitante, in breve si impossessa in della scena e dell’attenzione, dal secondo in poi il suo volto è fisso in una maschera imbronciata….
La Denoke riesce a rendere nei gesti perfettamente le ansie, le paure, ma anche la femminilità e la freschezza di Sieglinde, ma vocalmente mi aspettavo molto di più.
La voce è chiara e sa creare accenti drammatici, ma quando sale all’acuto perde smalto e sicurezza trasformandosi in un ululato tremolante, in basso si svuota completamente, il fraseggio è un po’ monotono e non brilla per sfumature, tanto che sembra emettere sempre la stessa nota.
In pratica quello che l’attrice fa in scena non lo esprime vocalmente, cosi’ Sieglinde sembra quasi infastidita più che innamorata.
Ma, ripeto, in scena lei e Gambill sono straordinari!
Attila Jun è un buon basso, dalla voce piena, corposa giustamente scura, ma mai volgare e dipinge un Hunding estremamente viscido.
Jan Hendrik Rootering che ricordo come grande interprete dei ruoli da basso wagneriani è un ottimo Wotan canagliesco e vanesio nel secondo atto, ma che sa esprimere il proprio dramma personale con pacatezza ed eleganza, tra l’altro ha dalla sua parte una voce di basso chiara, ma ricca di sfumature e sicurezza.
Tichina Vaughn è letteralmente una sciagura.
Il personaggio che esce fuori dalla sua interpretazione è stato raramente cosi’ insopportabile;
volgarissima, parodistica, matronale, eccessiva, veemente, voce traballante e sempre emessa in mezzoforte, timbro qualunque ed ingolato, come attrice poi è talmente caricaturale e sopra le righe che non si spiega perchè Wotan non le rompa in testa una di quelle statuine per farla tacere. Da dimenticare.
Renate Behle…strana cantante;
La voce è chiara, stridula, con un timbro acidulo e senza una goccia di sfumatura, fraseggia in maniera monotona, e scenicamente non ha alcun carisma tanto che la sua Brunnhilde risulta talmente rimpicciolita, talmente ridotta, da risultare una comprimaria più che la protagonista della vicenda senza una idea o un perchè.
Non c’è commozione, non c’è umanità, non c’è la divinità, nell’annuncio di morte è talmente dimessa che non crea nemmeno una briciola di sacralità o timore.
Nell’ultimo dialogo con Wotan è talmente vinta e rinunciataria che quasi non ci sia accorge di lei.
Praticamente, e mi spiace, non c’è ne il personaggio ne la cantante.
Le Walkiriette urlacchiano allegramente.
La direzione non brilla per novità particolari o varie sottigliezze, ma in compenso crea un buon tappeto sonoro che asseconda le voci.

Avete visto e ascoltato gli altri spettacoli?
Del "Goetterdaemmerung" ho trovato l'olocausto di Brunnhilde urlacchiato da Luana DeVol vestita in rosso che se la spassa con la sagoma di un cavallino attaccato ad un bastoncino di legno.
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Messaggioda pbagnoli » mar 12 feb 2008, 11:00

Credo che quello che racconti potrebbe integrare efficacemente il discorso che stiamo facendo ormai da tempo sulla regia. Non conosco Nel, ma mi sembra che questo gusto di voler sempre épater le bourgeois sia un po' la costante di molti registi per i quali può valere il vecchio concetto del re nudo.
Attenzione: contesto ferocemente l'idea che sia necessario tornare ai fondali dipinti e alla didascalia; ma la regia deve narrare lo spettacolo, non deve abbandonare i cantanti e soprattutto deve essere una fucina di idee per tenere avvinto lo spettatore, NON disgustarlo
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Messaggioda walpurgys » mar 12 feb 2008, 15:06

Ma infatti quello che mi chiedo è:
perchè spettacoli scadenti ed inutili come questo trovano una pubblicazione audio e video, mentre allestimenti suggestivi e con personalità no o devono faticare anni!?!
Penso al bellissimo e magico Ring concertato da Eschenbach e diretto da Wilson, oppure all'altrettanto sensazionale e struggente Ring di Sinopoli del 2000 a Bayreuth, oppure quello delicatissimo di Tate con la sapiente regia di Carsen, o lo spettacolo firmato da Caurier-Leiser, fino all'incisivo duo Pappano/Warner ...per fortuna verrà realizzato il dvd degli spettacoli Mehta/Fura dels Baus in fase di trionfale rappresentazione a Firenze, tra l'altro tutti sono supportati da ottimi e azzeccatissimi cast...penso alla Brunnhilde astratta e accorata della Watson mai più cosi' in forma, nemmeno con l'epico Thielemann, cosi' come la Gasteen, oppure a quella appassionata della Casselmann o della Baird...persino la Schnaut sempre cosi' inerte e tecnicamente tremenda sembra migliore di quello che è, per non parlare dei vari Titus, Rasilainen, Andersen, Seiffert, Schnitzer etc!
E invece ci propinano tale sbobba senza che nulla venga aggiunta all'interpretazione wagneriana...mah... :x :evil: :roll: :? :(
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Re: "DIE WALKURE" Zagrosek/Nel

Messaggioda Maugham » mer 13 feb 2008, 13:15

walpurgys ha scritto:“Die Walkure” diretta da Lothar Zagrosek e con la regia di Christoph Nel va vista per 2 motivi:
1) Per capire che Wagner non ha bisogno di tali orrori che vengono definite anche "regie"..


Caro Walpurgys,
comprendo il tuo disappunto e riconosco la genuinità della tua fede wagneriana. :D
Permetti però che ti dica, in tutta franchezza, che trovo il tuo metodo d'analisi non del tutto corretto.
E’ un metodo comunque diffuso, che a volte troviamo anche nelle riviste specializzate. Quando un recensore si trova di fronte a uno spettacolo che non capisce o non apprezza (le due cose sono a volte conseguenti) toglie dal contesto diversi momenti e li mette fra virgolette per esprimere sdegno o fare dell’ironia.
Leggerti comunque è stato un piacere, soprattutto quando dici che Brunnhilde sembrava un capo indiano! E' vero! :lol: :lol: :lol:

Non dico che questa Walkiria sia di levatura storica, intendiamoci, e sono del parere che Nel soffra in questo allestimento di un eccesso di macchinosità, ma, permetti, ti sei chiesto se tutte le cose che Nel ha realizzato (per discutibili che siano) nascano da un'incapacità del regista o da precise scelte, forse bizzarre, forse anche irritanti, ma che ti sono sfuggite?

Ad esempio, stando al primo atto, a me è parso che Nel individui in Sieglinde una centralità drammaturgica superiore sia a quella di Siegmund che di Hunding. E’ lei la protagonista e il centro d’attenzione.
Cosa è Sieglinde per Nel?
Una donna schiavizzata e stuprata da tutti gli uomini che incontra per ridursi a essere solo un "contenitore" per una stirpe di eroi che verrà.
Vediamo, dico io… 8)
Stando a Nell, come viene “stuprata” Sieglinde? Da Nothung, che il regista vede non solo come simbolo, ma come vero e proprio strumento della virilità di Wotan.
Tutto è abbastanza chiaro a partire da “Die Manner Sippe” in poi. Quando tu dici che “la spada è Sieglinde” ci vai vicino; io vado oltre: “la spada è dentro Sieglinde”. Guarda infatti dove si trova la proiezione di Northung quando lei dice le parole “la conficcò fino all’elsa” e ti prego di notare il senso di estasi sensuale nella parte finale del pezzo quando Sieglinde coccola la spada e la tiene dentro di sé con trasporto e entusiasmo.
Però Siegmund deve conquistare lui la spada per affrancarsi dal babbo incombente. :)
Qui, Walpurgys, non c’entra la finestra, c’entra che Nothung (finalmente la vediamo) è avvolta nello stesso telo della sottoveste di Sieglinde, ovvero è dentro di lei, Siegmund la strappa a viva forza (Sieglinde si contorce dal dolore) e quando la agita trionfante lei si stende a terra e allarga le gambe per offrirsi, rassegnata, all’ennesima violenza. Questa volta del fratello.
Quindi, per Nel ovviamente, Sieglinde subisce tre violenze; la prima, dal padre, la seconda dal fratello e la terza, che non vediamo, dal figlio, che la ucciderà nascendo.
Per Nel Sieglinde è solo uno strumento per la realizzazione di disegni più grandi lei.

Ora, questo potrebbe essere un buon punto di partenza; ovvero analizzare in forma scenica come Wagner sviluppi due concetti di femminilità opposti quali Sieglinde e Brunnhilde e un occasione per chiedersi perchè il Nostro faccia a pezzi proprio la più diretta espressione di una femminilità vera e sorgiva di tutta la sua produzione.
Anche perchè un'analisi del genere, ammesso che abbia un senso, o lo fai in quest'opera o da nessun'altra parte, visto che Walkiria è l’unico lavoro dove Wagner mette a confronto due personaggi femminili di pari importanza al di fuori dalla dialettica santa-diavolessa.
Poteva venir fuori un percorso se non rivelatorio, perlomeno curioso…
Poi, concordo con te, Nel si perde per strada, arruffa la matassa, mette troppa carne al fuoco, vuole smitizzare anche dove non ce n’è bisogno e non c’entra del tutto la figura di Brunnhilde finendo per offrirci il solito dualismo Sieglinde-tutta-carne e Brunnhilde-tutta-testa che già conosciamo e che altri hanno già affrontato con altri mezzi e altre idee.

Sai, si tratta di una regia a tesi. E come tutti gli spettacoli a tesi (verso cui sono per natura diffidente :roll: ) anche questo ha dei limiti e delle forzature.

Però, convieni con me, prima di buttare alle ortiche un allestimento, almeno proviamo a capire dove voglia andare a parare.
Zagrosek anche a me ha incuriosito. La sua lettura anti-romantica, i tempi lenti, i colori spenti del primo atto, il rifiuto di ogni belluria fine a se stessa si sposa in maniera efficace con le idee, condivisibili o meno, di Nel.

walpurgys ha scritto:“"Avete visto e ascoltato gli altri spettacoli?..


Siegfried di Morabito. L'ho trovato, questo sì, molto interessante. :D
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Messaggioda pbagnoli » mer 13 feb 2008, 19:51

Devo dire che questa discussione mi fa venir voglia di vederla, questa Walkure... 8)
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Messaggioda Alberich » mer 13 feb 2008, 21:51

pbagnoli ha scritto:Devo dire che questa discussione mi fa venir voglia di vederla, questa Walkure... 8)


Stavo per scrivere le medesime parole...... :D
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Messaggioda walpurgys » gio 14 feb 2008, 9:58

Ringrazio Maugham per la chiarezza e la spiegazione.
Infatti alla luce di quello che dici la scelta di Nel di fare Sieglinde/Nothung la stessa cosa e la scena dell'estrazione della spada dall'involucro risulta molto interessante e fascinosa. :D :wink:
E difatti come ho scritto il primo atto è sicuramente quello più riuscito e che vale la visione del DVD.

Ma gli altri due atti... :roll: :evil:...sono per me senza salvezza!

Com'è il "Siegfried" ? :oops:
E gli altri spettacoli?

PS. il DVD l'ho trovato a prezzo economicissimo (9.90 euro), quindi oer chi vorrà acquistarlo auguro BUONA VISIONE! :D 8)
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Messaggioda Maugham » gio 14 feb 2008, 13:42

pbagnoli ha scritto:Devo dire che questa discussione mi fa venir voglia di vederla, questa Walkure... 8)


Prima di far perdere a te e a Alberich quattro ore abbondanti del vostro tempo nonchè qualche soldino per procurarvela voglio premettere che il mio post si riferiva solo a un possibile metodo d'indagine applicato a quell'allestimento.

Intendiamoci, quella Walkiria non è un granchè! :D

Saluti
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Re:

Messaggioda Calaf » sab 23 feb 2008, 23:29

Maugham ha scritto:
Intendiamoci, quella Walkiria non è un granchè! :D

Saluti
Maugham


E se non è un granché la Walkiria mi saprai dire cosa è il Crepuscolo. Sinceramente l'ho visto e sentito un po' a pezzi e a bocconi e non ho avuto né il tempo né soprattutto la voglia di soffermarmi a rifletterci sopra...Parlo soprattutto della regia e io sono tutt'altro che un conservatore.
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Re: Re:

Messaggioda Maugham » dom 24 feb 2008, 12:23

E se non è un granché la Walkiria mi saprai dire cosa è il Crepuscolo. Sinceramente l'ho visto e sentito un po' a pezzi e a bocconi e non ho avuto né il tempo né soprattutto la voglia di soffermarmi a rifletterci sopra...Parlo soprattutto della regia e io sono tutt'altro che un conservatore.


Non posso entrare nel dettaglio perchè quel Crepuscolo l'ho visto un po' di anni fa, al tempo della prima uscita su DvD, e adesso non ce la faccio a ritagliarmi tutto il tempo necessario per un'analisi come si deve.
Ribadisco che, per giudicare serenamente questo Ring, occorre domandarsi prima il perchè di certe scelte. Magari per non condividerle.
In Germania Wagner subisce da anni un processo di demistificazione e anche di snaturamento strutturale che non ha eguali in altre parti del mondo. Perchè? Perchè Wagner, per i tedeschi, è ancora un terreno minato, considerato, dalle persona di cultura medio-alta, come una gloria nazionale sotto certi aspetti scomoda e, dalle persone di cultura generalista o non interessate all'opera e alla musica storicizzata, come l'emblema di quanto di più reazionario e conservatore ci sia nella cultura tedesca. L'equivalente musicale delle fraulein in pettorina e dei signori baffuti con il giacchetto di lana cotta. :lol:
Con queste premesse è facile capire come la scelta iconoclasta e antimitologica e antieroica (realizzata più o meno bene a seconda dell'artista coinvolto) sia il punto di partenza di molti allestimenti degli ultimi anni. Ed è una forca caudina mica da ridere.... che ad esempio negli USA o in Francia è sentita con meno urgenza.
Considera ad esempio la vera e propria schizofrenia artistica di Bayreuth che, dalla morte di Wieland, ancora non ha trovato una sua linea coerente tra rinnovamento e tradizione, limitandosi a far marciare fianco a fianco Tannhauser con i parrucconi e le arpe e Parsifal che sembrano videoclip. Tenta e ritenta, non ce la fanno. Bayreuth è un festival, sotto il profilo teatrale, affascinante ma privo di una sua identità. Certo, a questo ha contribuito senza dubbio una direzione artistica non particolarmente brillante, ma sono anche del parere che questo derivi da un rapporto "Wagner-Germania di oggi" non ancora del tutto chiarito e risolto.

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Il Ring di Moralt

Messaggioda Alberich » mar 27 mag 2008, 21:29

Qualcuno conosce il Ring di Moralt?
Lo sto ascoltando a spizzichi e bocconi (l'ho comprato a pochi euri qualche settimana addietro) e mi piacerebbe sapere la vostra.
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