Andrea Chénier (Giordano)

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Re: Andrea Chenier

Messaggioda MatMarazzi » lun 22 giu 2009, 19:44

pbagnoli ha scritto:Qual'è? Quella in cui è vestito da paggetto? :D
La parte visiva è spaventosa, ma sull'audio concordo con Luca
OT: vedendo questi video del passato, viene proprio da dire che si sono fatti passi da gigante negli allestimenti delle opere negli ultimi anni, eh?...


La delusione peggiore però non è lo stile attorale o registico (ad esempio il soprano non recita affatto male) ma lo stesso Vickers.
Anche io auspicavo un suo manrico... prima di vedere questo video. A quel punto mi è stata chiara l'idiosincrasia di Vickers per il linguaggio protoverdiano...
E non è solo una questione di trilli e fraseggio: pare in tutto un pesce fuor d'acqua.
E anche il suo impaccio come attore (lui che di solito bruciava i palcoscenici) conferma la mia vecchia teoria: se non sai cantare una certa musica, non la sai nemmeno recitare (e se non la sai recitare, non la sai nemmeno cantare).

Salutoni,
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Re: Andrea Chénier (Giordano)

Messaggioda Raffaele » mer 27 gen 2010, 12:09

Avrei bisogno di un consiglio; in questi giorni mi è capitato di vedere alcune occasioni nei negozi( cofanetti cd a buon prezzo) e tra queste proprio l'Andrea Chenier Pavarotti/Caballè;
ci avevo fatto un pensierino ma alla luce di quanto letto nei post precedenti (e nella recensione sul sito)sono un pò indeciso...
Mi sa che non ci sono poi cosi' tante edizioni soddisfacenti( probabilmente a tutte manca qualcosa) e mi domandavo se questo può essere un Andrea Chenier da tenere comunque o se se ne può fare tranquillamente a meno...
Al momento posseggo quella con Gigli (Naxos) alquanto "vecchiotta" direi, quella Callas/Del Monaco( lei fenomenale come al solito ma il resto...Mah! E poi l'audio...)...quella live Corelli/Tebaldi-Von Matacic(niente di eccezionale ma sicuramente una delle migliori per ora, la Tebaldi meravigliosa, mi sembra che desse il meglio di se dal vivo piuttosto che in sala di registrazione, voce dolcissima e bellissima e non eccessivamente inerte come pare essere solitamente...) e poi un live del 79 con Domingo/Marton -Bartoletti ( m'aspettavo di più ...lui mi piace abbastanza , lei voce potente e sicura ma "pesantuccia" come al solito...)...ah , poi dopo la recensione di p.Bagnoli acquistai incuriosito il live(Myto) con Di Stefano:concordo con lui che con la voce a posto poteva essere un sicuro Chenier di riferimento...l'interpretazione , l'accento...sono splendidi...però purtroppo la voce...
E infine sono alla ricerca del cofanetto Domingo/Scotto(probabilmente il migliore per la direzione di Levine e per l'interpretazione della Scotto) e del live Myto con Bergonzi/Gulin-Guadagno.
Intanto mi è capitata questa cosa del cofanetto Pavarotti/Caballe - Chailly...
Mi piacerebbe sentire pro e contro specie sulla Maddalena della Caballe...E' proprio da evitare o vale comunque la pena di averla nella collezione?...Grazie e salutoni a tutti...
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Re: Andrea Chénier (Giordano)

Messaggioda Tucidide » mer 27 gen 2010, 12:25

Raffaele ha scritto:quella live Corelli/Tebaldi-Von Matacic(niente di eccezionale ma sicuramente una delle migliori per ora, la Tebaldi meravigliosa, mi sembra che desse il meglio di se dal vivo piuttosto che in sala di registrazione, voce dolcissima e bellissima e non eccessivamente inerte come pare essere solitamente...)

A me sembra un bel po' più che "niente di eccezionale". :)
Forse è la mia edizione preferita in assoluto, soprattutto per merito di una direzione ed un'orchestra strepitose, calibrate sulle voci giganti che agiscono sul palcoscenico. Intendiamoci: è uno Chénier old style, che più old non si può, testimonianza di una serata di cinquant'anni fa, dove però tutti danno il loro meglio. Corelli mi piace molto di più che in studio, anche se come sempre è disordinato musicalmente, perché sento una partecipazione emotiva incandescente. La Tebaldi, come dici tu, è meravigliosa, e Bastianini è strepitoso.
Per me, numero uno : Thumbup : , come diceva Dan Peterson. : Chessygrin :

Intanto mi è capitata questa cosa del cofanetto Pavarotti/Caballe - Chailly...
Mi piacerebbe sentire pro e contro specie sulla Maddalena della Caballe...E' proprio da evitare o vale comunque la pena di averla nella collezione?...Grazie e salutoni a tutti...

Ecco, per questa incisione userei invece la definizione di "niente di eccezionale". La Caballé... mah... non dico niente sennò arriva il palafreniere della Montse e chissà cosa mi tira fuori... :D (Stecca, scherzo, eh... chi mi legge da tempo sa che mi diverto a dire battute, ma sempre senza intento malevolo :mrgreen: ).
Pavarotti non mi convince, come Andrea, e devo dire che nemmeno Nucci mi dice qualcosa di significativo. E' bella la direzione (anche se preferisco Matacic).
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Andrea Chénier (Giordano)

Messaggioda Raffaele » mer 27 gen 2010, 13:42

Tucidide ha scritto:
A me sembra un bel po' più che "niente di eccezionale"


Si hai ragionissima, scusami...mi sono espresso malissimo(causa raffreddore che mi tiene in perenne stato di rincoglionimento)...
Volevo dire per l'appunto un pò troppo vecchio stile ma, ce ne fossero di Andrea Chenier come quello!
Comunque grazie e spero di sentire anche l'opinione di chi tifa per la Caballè!
Salutoni Raf
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Re: Andrea Chénier (Giordano)

Messaggioda Milady » mer 27 gen 2010, 16:23

Amici carissimi,
non ho l''edizione integrale con Roswaenge , ma un'antologia, ora in uno dei tanti scatoloni della soffitta, in cui questo grandissimo tenore canta l'Improvviso: antologia da me ascoltata e riascoltata in passato , con una punta di assoluta eccellenza nella romanza "In fermen land", la mia preferita.
Torno subito in tema.
A molti Andrea Chénier non piace. Pur riconoscendo che non è di grana finissima e che cade in qualche secca,a me sì questa operona piace , e la trovo trascinante e piena di teatralità-: lasciamoci andare una volta tanto , memori dell'Elogio della cattiva musica scritto da uno snob che più snob non si può : Proust. (E di buona musica nello Chénier c'è nìè tanta , anche di cattiva diranno i molti che non amano quest'opera).
Irrinunciabile "conditio sine qua non" : deve essere cantata da grandi cantanti che siano altrettano grandi intrepreti , come è stato giustamente notato,Vickers , che poteva fare tranquillamente a meno di una voce bella, tanto profondo, innovatore e illuminante era il suo scavo psicologico, tanto alta la sua capacità attoriale . ( Tra parentesi che Otello e che Samson!... che tutto !)
Stesso discorso per i direttori, che debbono essere capaci di alternare squarci melodici ai brani più accusati sul piano agogico.
Altro ingrediente fondamentale : un coro non vociferante e che vada all'unisono. Purtroppo, nonostante l'antico blasone , ho sentito spesso cori quasi goliardici.
Ho ancora viva nella mente una antica edizione con Franco Corelli, gran voce , esibita con grande compiacimento ( suo e del pubblico) , ma il tratto aristrocratico e "disdegnoso" c'era eccome, accanto ad una memorabile presenza scenica.
L' ho pure cisto e rivisto con vero piacere alla Tv d'antan: grande intrepretazione, ma la soggiogante magia dell'esecuzione dal vivo , naturalmente, era in parte assente.
Certamente per un Andrea Chénier godibile ci vogliono almeno tre signori cantanti e insieme signori intepreti, come pure un direttore capace di non scadere in effetti bandistici o larmoyants . I comprimari debbono essere poi almeno più che decenti ( e non raccolti all'ospizio canoro di turno).
E ci vuole anche un coro come sopra enunciato .
Non e per niente facile mettere insieme un cast di questo tipo.
Una delle ultime esecuzioni dal vivo cui ho assistito era l'opposto: uno Chénier dalla voce durissima e presenza scenica nulla, una Madaleine de Coigny eloquente ma giù di voce ed un bravo Bruson , un po' troppo "grand seigneur" e senza ,soprattutto , l'allure nazionalpopolare che, almeno in certe pagine , secondo me ,il ruolo Gérard richiede.
Mi tornano alla memoria anche alcune lontane esibizioni dal vivo di Mario Del Monaco.
In disco sarà stato anche troppo enfatico e tonitruante , dal vivo la padronanza della scena e il piglio tribunizio ( in senso buono) mettevano in ombra certe intemperanze e una certa monotonia evidenziate dal disco.
Ricordo una grande Bastianini .
Quanto a Maddalena , ineguagliata resta la Callas , sia nell'edizione live scaligera che nelle incisioni a parte de "La mamma morta" : "Philadelphia" docet.
Anche la messa in scena non deve essere né polverosa né ipermoderna.
Ricordo l'ultimo Andrea Chénier da me purtroppo ascoltato veduto al teatro della mia città .
Oltre a masse disordinate, confusionarie e agitate senza una idea che fosse una, nel finale appariva un immenso altarone superbarocco, con profusione di ori e ericchissime pennellate di un inguardabile un celestone . Angiolone gigantesco e tozzo, ed angiolotti rubizzi a schiera .
Andrea e Madeleine , sfiatati , messi alla frusta dall'impervia vocalità dell'ultima scena, si incamminavano lemmi lemmi verso questo altarone-ghigliottina -allegorica , come fossero sposi "portati" , come si dice a Napoli.
Nel depliant si leggevano sussiegose note di regia , ma in questo preciso caso il regista aveva messo nero su bianco,anzi celestone su oro, l'antico e vieto adagio: Il matrimonio è la tomba dell'amore.
Buon pomeriggio a tutti
da
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Re: Andrea Chénier (Giordano)

Messaggioda stecca » mer 27 gen 2010, 17:30

Non ho alcun problema ad ammettere che la incisione DEcca di Chenièr è il più brutto disco della Caballé (inciso in contemporanea al Turco in Italia peraltro...) cosiccome nulla di che pure i live del tardo periodo.
Ciò posto nella incisione live del Filadelfia 1966 con Corelli è invece una Maddalena vocalmente sensazionale
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Re: Andrea Chénier (Giordano)

Messaggioda Triboulet » mar 02 feb 2010, 0:27

stecca ha scritto:Non ho alcun problema ad ammettere che la incisione DEcca di Chenièr è il più brutto disco della Caballé (inciso in contemporanea al Turco in Italia peraltro...) cosiccome nulla di che pure i live del tardo periodo.
Ciò posto nella incisione live del Filadelfia 1966 con Corelli è invece una Maddalena vocalmente sensazionale


C'è una Maddalena della Caballè del 66?!? pensa te quante cose si imparano... : Chessygrin :
Chenier... Musicaccia, come disse la divina Raina... oddio io non mi spingerei così arditamente nel giudizio, ma la trovo opera assai banale nella scrittura, di gusto esteriore (che culmina nel megaduettone-gara di acuto del finale... "la nostra morte è il trionfo dell'amor" : Blink : ), con poche idee veramente buone legate malamente da un canto di non-conversazione. Ok forse ci sono andato giù pesante :mrgreen: ma è quel che penso.
Edizioni: mi sono sempre fatto bastare l'edizione Corelli-Stella, abbastanza appagante vocalmente. Se ne dovessi comprare una oggi prenderei Domingo-Scotto, sicuramente meno a posto sul profilo vocale, ma almeno si caverebbe fuori qualcosa di diverso. Ma comunque non la compro...
Poi ovviamente c'è la Callas live. E' vero, a tratti emozionante, ma si sente che lei è la prima a non crederci... chissà la sua Fedora com'era...
Di Giordano mi piacerebbe ascoltare Siberia, o la Cena delle Beffe. Chissà un giorno me le procurerò.
Della Montse suggerirei piuttosto l'acquisto del cd con Freddie Mercury (che ho riascoltato di recente con piacere), se proprio vogliamo esteriorità... già, sono più fan di Mercury che di Giordano : Chessygrin : , giusto per rimanere in tema di blasfemie musicali, pregiudizi, presunta intoccabilità ecc. ecc. Non mi si può certo dare dello snob!!

PS: è, francamente, converrete che Mercury era più coinvolgente di Pavarotti.....
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Re: Andrea Chénier (Giordano)

Messaggioda Milady » mar 02 feb 2010, 9:40

[
Chenier... Musicaccia, come disse la divina Raina... oddio io non mi spingerei così arditamente nel giudizio, ma la trovo opera assai banale nella scrittura, di gusto esteriore (che culmina nel megaduettone-gara di acuto del finale... "la nostra morte è il trionfo dell'amor" : Blink : ), con poche idee veramente buone legate malamente da un canto di non-conversazione. Ok forse ci sono andato giù pesante :mrgreen: ma è quel che penso.


Carissimo,
Chénier ha un pregio notevole: se eseguita bene , per me,è travolgente .Soprattutto se è cantato bene il diaspendioso duettone finale, al quale i due protagonisti, salvo rare eccezioni, arrivano in cattivo arnese.
Ho pure ascoltato la Fedora (Callas- Corelli) . La registrazione o non c'è oppure chi ce l'ha se la tiene stretta , sparando cifre proibitive. Un paccato.


Della Montse suggerirei piuttosto l'acquisto del cd con Freddie Mercury (che ho riascoltato di recente con piacere), se proprio vogliamo esteriorità... già, sono più fan di Mercury che di Giordano : Chessygrin : , giusto per rimanere in tema di blasfemie musicali, pregiudizi, presunta intoccabilità ecc. ecc. Non mi si può certo dare dello snob]
Ho anche io il CD Mercury-Caballé ; spiritoso e coivolgente, una chicca. I miei nipotii ne vanno pazzi. (Sono loro che ne hanno "agevolato " l'acquisto).E Mercury aveva , nel suo genere, una magnifica voce ed una comunicativa ed una ironia strepitose.

Io poi sono una accanita fan di Elvis Presley - scoperto da pochi anni: nel gospels è sensazionale.
Con simpatia
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che non sa "quotare"...
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Re: Andrea Chénier (Giordano)

Messaggioda Enrico » mar 02 feb 2010, 18:20

Il primo Chénier visto in televisione negli anni '80 era con Carreras: della storia capivo solo che quei due alla fine erano stranamente contenti di andare a farsi ghigliottinare, ma Carreras pareva un personaggio interessante (prima, forse, ne ignoravo l'esistenza). Poi una selezione in cassetta con Domingo, con fascicolo allegato, testi commenti e riassunti. Si capiva meglio, ma mi annoiava: l'ho sentita una o due volte e poi mai più. Di nuovo Domingo in televisione, primi anni'90, quando almeno conoscevo qualche pezzo famoso del tenore e del baritono. In cd i primi acquisti furono l'edizione con Corelli e Tebaldi di Vienna e quella con Gigli: non ricordo se le ho mai ascoltate per intero. Tra le due preferisco quella con Gigli, circondato da tanti cantanti poi diventati famosi -perfino Taddei e la Simionato nelle piccole parti- come testimonianza di un vecchio stile verista popolare sentimentale che non si usa più ma che fa capire i motivi del successo antico dell'opera: la retorica sentimentale e patriottica ne faceva una delle opere più belle al tempo dei nonni.
Quella con la Caballè e Pavarotti è invece l'edizione che ho ascoltato tutta intera almeno due volte e senza annoiarmi: niente di speciale, direzione di Chailly ordinariamente corretta, orchestra forse un po' sacrificata rispetto alle voci (soprattutto se la confrontiamo con la registrazione più vecchia ma esageratamente stereofonica di Gavazzeni con Del Monaco, anche quella da ascoltare a pezzi ogni tanto), ma con pregi "divulgativi" notevoli: prima di tutto la dizione perfettissima di Pavarotti e Nucci (bene, si può ascoltare in macchina anche senza libretto...); poi la chiarezza complessiva del discorso musicale ma anche dell'azione: non un vero dramma recitato con passione sul palcoscenico, forse, ma una sorta di lettura come quelle che una volta si facevano alla radio dei grandi drammi con attori famosi. È vero che la Caballè forse era poco interessata a un'opera che non le permetteva troppi effetti di pura vocalità, ed è vero che Nucci, come in molte registrazioni in studio, appariva abbastanza incolore (non c'è una frase che mi ricordi per particolari intenzioni interpretative); ma Pavarotti secondo me ci credeva, con semplicità, e porgeva anche lui la sua lettura corretta, scorrevole, ben scandita, ben accentata, un po' neutra, senza sovrapporre al peronaggio troppe intenzioni complicate: nel timbro, nella pronuncia ben articolata, nello squillo degli acuti è l'unico che possa ricordare l'antico Tamagno: anche in quel caso un tenore non particolarmente amante dell'opera verista, impegnato però a pronunciare bene e sfumare anche per trovare una via interpretativa "contraltina" ma drammaticamente credibile (come sarà per esempio per Lauri-Volpi, prima di Pavarotti) prima dell'arrivo di Caruso. Nel caso di Pavarotti siamo un po' a metà: tecnica di canto italianissima e ortodossa che deriva da Caruso e da Gigli, interpretazione incentrata sulla facilità vocale e sulla pronuncia pura e semplice delle parole come per Tamagno. Pavarotti nell'Andrea Chénier è un po' come un Lauri-Volpi privo degli aspetti ottocenteschi, o come un Gigli con minore opulenza vocale e senza singhiozzi. Caruso, naturalmente, era tutto l'opposto: ma senza registrazioni complete che si può dire di più?
Se non dimentichiamo che nei tempi antichi cantava Chénier perfino un tenore considerato "di grazia" come Alessandro Bonci, possiamo vedere in Pavarotti, dopo il lungo monopolio di Corelli e Del Monaco (con la concorrenza di Tucker e di Bergonzi), o di altre voci sonore e metalliche come Barioni e Filippeschi, una possibile alternativa, negli anni'80, agli Chénier frequenti e onnipresenti di Carreras e di Domingo (affiancati da quelli di Bonisolli o di Martinucci o di Lando Bartolini): se l'esperimento non fosse rimasto limitato al disco e pochissime recite tardive, forse lo avremmo apprezzato di più anche in questo repertorio (come forse nell'Otello, se non si fosse limitato anche lì a una sorta di "prova generale" subito dimenticata). I frammenti in video delle recite al Metropolitan non sono così brutti come si dice. D'altra parte è un'opera di cui oggi si parla poco e che non si vede spesso. Le edizioni di cui ho avuto notizia o ascoltato qualcosa in anni recenti sono state quelle con Josè Cura e con Armiliato (anche lui sembra, con la Dessì, avere oggi una sorta di monopolio per certi ruoli): interessanti per alcuni aspetti, ma non memorabili. Ho varie edizioni complete in video (Del Monaco-Tebaldi a Tokyo, varie versioni con Domingo o Carreras, con o senza Caballè, il film a colori della Rai con Corelli), ma, per un motivo o per un altro, non ho mai voglia di ascoltarle per intero.
La questione Chénier diventerebbe più interessante se si degnassero di farsi vivi in quest'opera personaggi come Alagna o Villazon, o Kaufmann se mai vorrà studiare un'opera italiana: io, se potessi allestire uno Chénier, proverei a chiamare Florez (ma quello è troppo impegnato con le sue Cenerentole e Marie!). Da una parte avremmo uno Chénier poeta e vero uomo, dall'altra uno Chénier più immaturo e ragazzino. Ma bisognerebbe pensare anche al resto del cast.
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Re: Andrea Chénier (Giordano)

Messaggioda Triboulet » mer 03 feb 2010, 1:30

Milady ha scritto:Ho pure ascoltato la Fedora (Callas- Corelli)


Cara Milady, non riesco a far finta che tu non abbia scritto questa frase! : Chessygrin :
Qualche ricordo ce lo racconti però, non penso ci sia molta gente che può vantare un ricordo simile, specie di una serata il cui audio non ci è dato ascoltare... (ok, è un off topic spudorato, ma mi sia concesso :cry: ).
Tra l'altro Fedora è un'opera che la Callas studiò in quel di Atene insieme a Tosca, ma finì nel cassetto. Emergenza (un Parsifal annullato) volle che la tirasse fuori a sorpresa. Nel complesso trovo il personaggio più interessante di Maddallena, condividendo con Tosca il carattere un po' mondano e menzognero, altero e fragile, ricco però di un fascino algido poco incline alla frivolezza pasticciona della romanaccia Floria... insomma io ce la vedo Callas-Fedora forse più di Tosca, sicuramente più di Maddalena....

Ecco, io comprerei (ovviamente ce l'ho già), al posto dello Chenier, la squinternata Fedora di Gardelli con la fiera della senescenza Olivero-Del Monaco-Gobbi (anno 1969). La Fedora della Olivero è mostruosa, con tutte le sue leziosità, eccessi e limiti vocali... Lunga vita alla divina Magda!
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Re: Andrea Chénier (Giordano)

Messaggioda pbagnoli » mer 03 feb 2010, 13:41

Sì Milady, il nostro Triboulet ha perfettamente ragione.
Adesso apri un thread intitolato "Fedora Callas" e ci scrivi tutto - ma proprio tutto - quello che ti ricordi di quella serata, croce e delizia di tutti i collezionisti del mondo : CoolGun :
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: Andrea Chénier (Giordano)

Messaggioda Maugham » mer 03 feb 2010, 18:10

Enrico ha scritto: o Kaufmann se mai vorrà studiare un'opera italiana:


Sebbene non faccia di certo le bave per sentire lo Chénier di Kaufmann, non ho capito questa tua perplessità. Kaufmann ha in repertorio una sacco di opere italiane e le canta. Tosca, Traviata, Rigoletto, Butterfly, Don Carlo etc. Adesso sta per debuttare in Maurizio di Sassonia (perché, perché, perché? : Andry : con tutto quello che un artista della sua levatura potrebbe cantare! )
Ciao
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Re: Andrea Chénier (Giordano)

Messaggioda Tucidide » mer 03 feb 2010, 19:00

Maugham ha scritto:
Enrico ha scritto: o Kaufmann se mai vorrà studiare un'opera italiana:


Sebbene non faccia di certo le bave per sentire lo Chénier di Kaufmann, non ho capito questa tua perplessità.

Beh... forse le bave no, ma non mi dispiacerebbe affatto un Kaufmann Chénier. :) Un ruolo creato da un grande tenore wagneriano credo che gli starebbe bene.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Andrea Chénier (Giordano)

Messaggioda Enrico » mer 03 feb 2010, 19:19

Maugham ha scritto:
Enrico ha scritto: o Kaufmann se mai vorrà studiare un'opera italiana:


Sebbene non faccia di certo le bave per sentire lo Chénier di Kaufmann, non ho capito questa tua perplessità. Kaufmann ha in repertorio una sacco di opere italiane e le canta.


Hai ragione, forse mi sono espresso male: il problema è che finora non gli è stata data grande visibilità nelle opere italiane in Italia: non l'ho mai sentito dal vivo, devo accontentarmi di registrazioni e filmati d'oltralpe, e le opere da lui cantate per intero che conosco sono tedesche o francesi: Fidelio, Carmen, Werther. Lo so che ha fatto la Tosca, ma anche di quella, in Italia, si è saputo ben poco, se non in questo sito. Così fan tutte è ormai cosa antica, e nella Traviata è interessantissimo ma non indispensabile. Delle arie italiane incise in cd non mi lamento, ma non mi accontento. Secondo me in altre opere di Verdi (Aida? Trovatore? Otello?)e perfino di Donizetti (Lucia, per esempio, e forse anche la Favorita) potrebbe avere qualcosa da dire, ma non mi sembra interessato, come anche in Bohéme più che nella Butterfly. Parlando di Chénier pensavo a lui come possibile alternativa ai soliti tenori che cantano Chénier e che il più delle volte mi annoiano: non credo che sia un'opera da buttare via, e come diceva Milady forse c'è proprio bisogno di bravi cantanti (e bravi direttori) per poterla apprezzare. Come Maurizio di Sassonia mi va ancora benissimo il solito eterno Domingo, anche nelle ultime prove a New York (alla radio era esattamente come potevamo aspettarcelo, forse meglio dei pochi altri che ancora si fanno sentire in questo repertorio); ma siccome la parte è stata creata da Caruso (anche se il brevissimo frammento in disco del 1902 non può farci capire quale sarebbe stata l'interpretazione più matura di Caruso), e siccome ormai pare anche quella affidata ai soliti tenori che cantano la solita Adriana come il solito Chénier, potrebbe essere in fin dei conti interessante sentire come la canta e la interpreta Kaufmann: poi il bravo tenore, abbastanza giovane e forte, si dedicherà, come speriamo, anche ad altro, e forse un giorno le radio italiane, se non i teatri, si accorgeranno di lui.
Enrico B.
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Re: Andrea Chénier (Giordano)

Messaggioda Milady » mer 03 feb 2010, 23:06

Carissimo Triboulet ,
verso la fine del pmeriggio ho inviato al bagnolissimo un MP su quanto riesco a ricordare di una lontanissima e giustamente mitica Fedora -Callas .
Appare ancora tra i messaggi in uscita nel pannello di controllo utente.
Certamente debbo aver sbagliato qualcosa. Non so.
Farò certamente una figuraccia da super sprovveduta , ma non so come si faccia ad aprire un thread.
Magari si tratta solo di mettere un titolo nuovo.
Ora tutto è nelle mani del bagnolissimo.
Buona serata a tutti
da Milady
Milady
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