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Fidelio (Beethoven)

MessaggioInviato: gio 27 dic 2007, 21:52
da pbagnoli
Il recente riferimento di Tani a questa splendida opera mi ha fatto venir voglia di riascoltarla.
Ho scelto la versione del 1953 di Furtwaengler con la Modl e Windgassen. A me piace molto, anche se mancano i dialoghi a mio giudizio indispensabili nell'economia di un singspiel.
La Modl è in difficoltà con gli acuti (questa è proprio una parte da soprano vero), ma come al solito è un genio della comunicazione e l'intesa con il Maestro è di quelle storiche.
A tale proposito, non posso fare a meno di stupirmi di come Furtwaengler sapesse collaborare con cantanti così diverse come la Flagstad e la Modl, ottenendo il meglio da entrambe...

MessaggioInviato: gio 27 dic 2007, 22:37
da Alberich
Quell'edizione è bellissima. Credo che basti sentire il pezzo "Er sterbe" per rendersi conto della straordinarietà dell'incisione.
Peccato davvero per l'assenza dei dialoghi.

MessaggioInviato: sab 29 dic 2007, 0:37
da pears
se l'argomento è il Fidelio in generale, io ho riscoperto da poco la versione diretta da Toscanini e a stupirmi, molto positivamente è l'ottima prova di Jan Peerce che sostiene la tessitura e certi ritmi forsennati davvero da grande professionista. Inoltre il timbro non particolarmente fascinoso rende bene la malinconia del personaggio.

la mia edizione però preferita (forse perché la prima) è quella live di Klemperer con la Jurinac (incandescente) e Vickers grandioso interprete come sempre.

MessaggioInviato: sab 29 dic 2007, 10:07
da pbagnoli
Peerce è stato un gran bravo professionista. Non riesce ad entusiasmarmi, ma lo apprezzo (più o meno) incondizionatamente.
Sul live con la Jurinac e Vickers sono d'accordo con te, anche se probabilmente il Florestan che mi emoziona maggiormente rimane Patzak

MessaggioInviato: sab 29 dic 2007, 12:00
da Tucidide
Il Fidelio è una delle mie opere preferite. Fra le edizioni che conosco, mi piace molto quella diretta da Furtwaengler del 50 a Salzburg con la Flagstad e Patzak: trovo strepitosa lei e molto espressivo lui.
Fra le edizioni stereo, forse quella di Karajan è quella con il suono orchestrale che preferisco, e Vickers è molto bravo (io che non amo molto questo cantante, devo dire che a fare Florestan mi piace molto, anche con Klemperer).

Volevo chiedervi che ne pensate dell'edizione diretta da Harnoncourt. Qualcuno la conosce? Dopo il suo sorprendente Freischuetz, sarei curioso di sentirlo alle prese con il Fidelio.

MessaggioInviato: sab 29 dic 2007, 12:42
da pears
su you tube si trova anche il Florestan di Dermota, molto sicuro e con voce timbrata. per certi versi ricorda quello di Peerce.

MessaggioInviato: sab 29 dic 2007, 14:31
da pbagnoli
Tucidide ha scritto: Volevo chiedervi che ne pensate dell'edizione diretta da Harnoncourt. Qualcuno la conosce? Dopo il suo sorprendente Freischuetz, sarei curioso di sentirlo alle prese con il Fidelio.

Io ne penso tutto il bene possibile: a me piace moltissimo anche se gli interpreti non sono sempre all'altezza, a cominciare dalla Margiono.
In compenso Seiffert è molto bravo e vale l'ascolto.
La direzione è, come sempre nel caso di Harnoncourt, molto particolare.
E' un direttore che riesce a non essere mai banale o scontato

MessaggioInviato: sab 29 dic 2007, 15:26
da VGobbi
Il Fidelio costituisce la classica palla al piede nel repertorio operistico. Un'opera sinfonica che poco si confa' alla teatralita' che richiede un melodramma. Faticosamente, ripeto, faticosamente l'ho digerita ogni volta che mi sono approntato per ascoltarla, naturalmente a casa. Mi manca il Florestan di Patzak, in cui concordo e presumo l'eccezionalita' della sua interpretazione con Pietro. Ho Windgassen, ho Vickers e pure Jerusalem, unico ruolo in cui riesco ad apprezzarlo, specie nella scena che apre il secondo atto.

E visto che l'avete rispolverato, provero' a riascoltarlo con maggiore pazienza, non prima di aver terminato una sfilza di ascolti del Tristan wagneriano.

MessaggioInviato: sab 29 dic 2007, 18:01
da teo.emme
Il Fidelio di Harnoncourt è splendido (come era altrettanto splendido il suo Freischutz). Oltre ai classici Furtwaengler e Klemperer (magnifici entrambi), vorrei però suggerire l'edizione diretta da Bernstein. Ogni volta che la ascolto rimpiango sempre di più il fatto che il grande direttore americano abbia inciso così poche opere.

MessaggioInviato: sab 29 dic 2007, 18:09
da pbagnoli
teo.emme ha scritto: vorrei però suggerire l'edizione diretta da Bernstein. Ogni volta che la ascolto rimpiango sempre di più il fatto che il grande direttore americano abbia inciso così poche opere.

Vero!
Ma tu sei soddisfatto del cast vocale?...

MessaggioInviato: sab 29 dic 2007, 18:56
da teo.emme
Beh, non è certo il massimo (soprattutto il tenore: Kollo ha più di una difficoltà nella grande aria di Florestan, soprattutto nella cabaletta), ma la concertazione di Bernstein è superlativa. Confesso poi che il tradizionale inserimento della "Leonore III" prima del finale, mi piace moltissimo: è filologicamente scorretto, vero, e forse teatralmente inefficace, ma resta di una suggestione incredibile, donando al finale un ancor più grande respiro epico.

MessaggioInviato: sab 29 dic 2007, 19:03
da pbagnoli
Non parli della Janowitz... 8)
Per me è un disastro.
La personalità è proprio piccina piccina, e nell'ampio respiro che Bernstein dà a Abscheulicher ci sta proprio come un pesce fuor d'acqua, a mio parere.
So che a quelli che vedono il canto come te questa è una cantante che va molto a genio, ma io proprio non riesco ad entusiasmarmi per nulla di quello che le ho sentito fare...
Io sento nello stesso ruolo una Modl e mi si apre un mondo completamente diverso, anche se gli acuti sono tirati come acciughe

MessaggioInviato: sab 29 dic 2007, 19:42
da teo.emme
Pensa (e lo dico senza polemica) che secondo me lì la Janowitz è l'unica a porsi allo stesso livello del direttore. Sembra anzi, uno strumento perfettamente accordato con la lettura di Bernstein. Al primo ascolto rimasi deluso: una Leonora fragile e dimessa, ma poi è stata proprio questa fragilità, così umana, a convincermi. La Modl dipinge un personaggio del tutto differente certo, più drammatico e forte, agli antipodi della voce lirica della Janowitz. Due letture differenti ecco. Io però resto incantato di fronte alla perfezione della Janowitz e non ritengo che manchi di personalità, ma laddove altre hanno sottolineato l'eroismo e la disperazione esteriore, lei ha sottolineato la sofferenza interiore, quasi composta. Ovviamente entrambe le interpretazioni sono da conoscere. :D

MessaggioInviato: sab 29 dic 2007, 21:40
da pbagnoli
teo.emme ha scritto:Pensa (e lo dico senza polemica) che secondo me lì la Janowitz è l'unica a porsi allo stesso livello del direttore

Mah... :roll:
Proverò a riascoltarmela, prima o poi.
Il problema, per me, sarà rivalutare tutte queste cantanti dalla voce melodiosa e strumentale, che ho alquanto in uggia, anche se riconosco che hanno costituito un momento fondamentale della storia del canto.
Di esse, la Janowitz è probabilmente quella che è più antitetica alla mia personalissima visione del canto in genere, e di questo ruolo in particolare; ma prometto che me la riascolterò tenendo presenti le tue osservazioni...

MessaggioInviato: gio 03 gen 2008, 17:01
da MatMarazzi
Tucidide ha scritto:mi piace molto quella diretta da Furtwaengler del 50 a Salzburg con la Flagstad e Patzak: trovo strepitosa lei e molto espressivo lui.


Caro Tucidide,
riaprirei il thread perchè mi fa piacere discutere del Fidelio di Salzburg, anche se parto da sensazioni molto distanti dalle tue.

Concordo sull'espressività di Patzak: è sempre stato uno dei cantanti più eloquenti che abbia sentito.
E tuttavia, pur riconoscendogli la capacità di dire, non amo sempre ciò che dice.
In lui ravviso quasi sempre un'ombra di buonismo da cinema da bravi sentimenti austriaco (stile Sissi). Ovunque lo abbia ascoltato, in Mahler, in Offenbach, in Verdi, in Schubert o in Strauss, Patzak mi ricorda sempre un brav'uomo nato vecchio: pacato e costantemente in smoking, ideale come nonnino delle favole.
Questo me lo rende detestabile come Erode e come Loge, ma ammetto che come Florestan la sua possa essere una visione ammissibile.
Semplice... ma ammissibile.

Quanto alla Flagstad non so che dire: come Leonore a me pare affaticata (il che è comprensibile vista l'età), pachidermica nell'abscheulischer, troppo corta di almeno una terza rispetto alla scrittura del ruolo e lontanissima da quella facilità vocalistica e classicistica per la quale - è indubbio - Beethoven scriveva.
E poi mi pare impossibile come interprete: mi ricorda una nonna dei fiordi, saggia e corpulenta, solennemente statica, inamovibile, più adatta a raccontare le favole ai nipotini davanti al caminetto che a vestirsi da ragazzo, sfidare il potere e sfoderare le pistole.

Su Fuertwaengler non posso dire altro che è grande, ma talmente grande da far perdere di senso a tutta l'opera, almeno per me.
Il suo Fidelio è un faro di luce ideale, talmente abbagliante che in esso si smarriscono non solo i personaggi ma gli stessi meccanismi teatrali dell'opera, che invece avrebbero proprio bisogno di essere valorizzati.

Il resto del cast (escluso Schoeffler, altro dinosauro vicino all'estinzione) è emozionante, è vero... la Schwarzkopf, Greindl, Dermota sono il futuro che picchia alla porta! Ma è un po' poco per divertirsi in un Fidelio.

in sostanza, condivido assolutamente l'ammirazione di Tucidide per le grandi personalità di questa edizione (e per il fascino del commiato post-bellico di giganti in via di smobilitazione), ma non credo che il risultato ci consegni un'esecuzione davvero convincente, a cui sia possibile "credere".
Che ne dici?

Salutoni
Matteo