Opera del mese 1/2014: Tosca

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Re: Opera del mese 1/2014: Tosca

Messaggioda Luca » ven 17 gen 2014, 20:20

Si ma questo parallelo, a mio avviso, non aggiunge molto, anzi "peggiora la situazione": la Ricciarelli è molto al di sotto della Price per tanti elementi vocali ed interpretativi, Carreras e Di Stefano si equivalgono, Corena è da eliminare in entrambe le edizioni e continuo a preferire Taddei a Raimondi. La direzione del vecchio Karajan deve fare di necessità virtù e a me appare molto diluita rispetto alla Roma barocca della prima edizione. Non so se per Tosca la via della liricizzazione sia adeguata: resta sempre un'opera a forti tinte.

Salutoni.
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Re: Opera del mese 1/2014: Tosca

Messaggioda VGobbi » ven 17 gen 2014, 21:14

reysfilip ha scritto:Ascoltato il primo atto. Come prevedibile, Karajan fa meraviglie restituendo un suono orchestrale limpido e chiaro ma allo stesso tempo carico di sentimento (com'è meravigliosa l'entrata di Tosca con quei pizzicati appena avvertibili in sottofondo. In De Sabata sono meno "ordinati" e quasi non si notano.) Avete ragione a dire che si sente il barocco di S.Andrea della Valle e ciò si sente già nell'incipit d'atto con quell'attacco pomposo, greve, quasi strascicato: è proprio giugno a Roma, magari in una di quelle giornate afose che ogni tanto opprimono anche la capitale.
Dal punto di vista vocale, mi attirerò qualche ira ma non mi sembra che questa Tosca sia poi così rivelatoria. La Price è brava ma non sento il guizzo di genio (tralasciando la pronuncia che lascia un po' a desiderare). Per Di Stefano si sente che sono passati quasi 10 anni dall'altra Tosca classica con la Callas e tenta di replicare lo stesso Mario ma i risultati mi sembrano altalenanti. Su Taddei mi sta sfuggendo qualcosa: ha delle intuizioni fantastiche (finalmente un "Occhio alle porte/Senza dar sospetti" detto...senza dar sospetti :mrgreen: ) ma in dei momenti propone uno Scarpia col ghigno a mio avviso poco credibile.
Tutto ovviamente relativo al primo atto, ora ascolto gli altri due e poi riferisco.

Intanto chiedo scusa per il ritardo del cd. Finora ascoltato solo il primo atto ... ecco ... confesso che avevo, non dico paura ma che la mia recensione venisse tacciata di pregiudizi per il folle amore che ho nei confronti di Gobbi. Praticamente sono piu' o meno d'accordo con quanto scritto da Filippo, con qualche distinguo :

- la mia attesa maggiore era per Taddei, artista che amo tantissimo, ma che nel primo atto si e' dimostrato il solito Scarpia dal ghigno ... ghigno che in Gobbi, scusatemi io non vedo ... e' solo questione di colori ... gia' l'entrata con "Un tal baccano in chiesa" vi e' differenza di peso vocale o meglio di autorita', molto piu' convincente in quel di Gobbi. Per non parlare il confronto quando Gobbi canta la frase "Tosca gentile la mano mia ..." con quello di Taddei. Il primo e' dolcissimo, lieve ma viscido, in Taddei noto meno varieta' d'accenti e molto piu' monocorde.

- quella che doveva essere, per me, la peggiore in campo invece e' stata una piacevolissima sorpresa. Sto parlando della Price, in cui non si capisce una mazza o quasi una mazza di quel che dice (pecca non veniale nel canto di conversazione pucciniano), ma ha una voce baciata dalla natura, in cui e' impossibile resistergli.

- Di Stefano mi piace a prescindere ... ha quel quid inspiegabile ... pur affermando che grida un po' troppo ma non fa danni irreparabili.

- Karajan qua e' falso come Giuda. :mrgreen: Troppo barocco, troppo kitsch questa Tosca per piacermi. No, sinceramente per quanto ho sentito nel primo atto (dove ha la colpevolezza di coprire in poche occasioni le voci, difetto che male sopporto), io non ho amato la sua lettura, innovativa che volete, dello spartito pucciniano. Forse sono ancorato al "bianco e nero" di De Sabata.
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Re: Opera del mese 1/2014: Tosca

Messaggioda VGobbi » ven 17 gen 2014, 21:15

flipperinodoc ha scritto:a questo punto sarebbe anche interessante un parallelo con la seconda tosca di Karajan....
soprano e baritono vocalmente completamente diversi. tenori in parte sovrapponibili. lo stesso sagrestano!!
orchestre "rivali"....

che ne pensate?
flip

Dimenticavo, non male l'idea di comparare le due Tosche di Karajan. Bravo Flipperino! :wink:
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Re: Opera del mese 1/2014: Tosca

Messaggioda reysfilip » ven 17 gen 2014, 23:08

Ho ascoltato secondo e terzo atto mi hanno fatto ricredere su dei punti: Taddei nel secondo atto è uno Scarpia esemplare, sadico e subdolo come il barone dovrebbe essere. La sola frase "Alla cantata ancor manca la Diva" è piena di anelito, bramosa, conturbante. Penso di non aver mai apprezzato così tanto "Ha più forte sapore la conquista violenta". Ora vi sgancio una domanda forse da stupidi: è una mia impressione o quella parte è assai rassomigliante al Credo di Iago nell'Otello? E Scarpia stesso non è una sorta di emulazione dello Iago verdiano? Scarpia stesso nel primo atto dice "Per ridurre un geloso allo sbaraglio/Iago ebbe un fazzoletto, ed io un ventaglio!" creando un collegamento volontario tra i due. L'unica differenza è che Scarpia soccombe nel suo stesso piano, piano che comunque viene portato a compimento.
La Price e Di Stefano si confermano come adatti a questa Tosca karajaniana così barocca. La Price finisce per coinvolgere nonostante la pronuncia un po' acciaccata (su questo sono d'accordo con Vittorio), ma le si perdona a fronte di una voce così pastosa ma non stucchevole (forse calca troppo il compianto sul cadavere ancora fresco di Mario, è l'unico punto in cui mi è sembrata eccessiva)visto che riesce a mantenere quasi sempre un personaggio altero. L'ultimo duetto tra lei e Di Stefano è di una dolcezza unica, merito di entrambi. E a proposito, Di Stefano l'ho trovato centrato soprattutto nel terzo atto dove regala un incipit onirico dell'"E lucean le stelle" e si scioglie in piani da brivido nell'"O dolci mani".
Karajan si riconferma straordinario per intuizioni che danno a questa Tosca tutto il sapore barocco e decadente che dovrebbe avere (da notare lo stridore tra l'inizio pastorale del terzo atto e il successivo tema dell'"E lucean le stelle" morboso e sensuale come non mai). Dei punti mi hanno colpito: quello immediatamente succesivo ad "Aprite le porte, che ne oda i lamenti" che sembra uscito quasi dall'Elektra, così come il punto dell'uccisione. Il finale del secondo atto invece è da manuale, è stato quasi come sentirlo per la prima volta, una calibrazione delle parti dell'orchestra meravigliosa.
Insomma una Tosca promossa a pieni voti, e ben si comprende come mai sia un classico. Per me rimane comunque alla pari di quella di De Sabata.
A questo punto, sono curioso di sentire anche l'altra Tosca Karajaniana. Ne ho letto meraviglie.
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Re: Opera del mese 1/2014: Tosca

Messaggioda flipperinodoc » sab 18 gen 2014, 12:24

questa volta non mi trovo d'accordo con l'amico luca.
a mio avviso la tosca II è un altro miracolo di karajan. lascia sconcertati scoprire come della stessa opera un direttore possa darne una visione così diversa, sviluppata in modo completamente diverso... visione che incredibilmente alla fine arriva allo stesso traguardo. qui la sensualità debordante è sostituita da un sottile velo di erotismo, una sorta di "delicata" attrazione fisica dei due innamorati: mai come in questa edizione tosca e mario fanno sesso dall'inizio alla fine. il duetto del primo atto è l'attrazione fisica di due giovani bellissimi, la torture del secondo accendono in floria ancor più desiderio, il duetto del terzo atto ricorda certe atmosfere del Tristano.....
è qui il miracolo! la voce della ricciarelli si inserisce alla perfezione in questa miniera di suoni rarefatti e dolcissimi, il timbro solare di carreras ne è un compagno inimitabile.
il sostegno che karajan dà ai due giovani amanti non è definibile. nessuno ci ripresenterà mai più atmosfere romane così cangianti e mutevoli, rese da un'orchestra che fa gara a chi produce suoni uno più bello dell'altro.
In questa atmosfera si inserisce Scarpia: uno scarpia sussurrato, raffinato, meno bieco e duro di taddei, più cangiante nei colori! un sadismo sottile di un uomo che non è più solo un perfido capo della polizia, ma è un raffinato amante di giochi erotici, un seduttore che cerca di eccitare tosca con quei suoi occhi gelidi e penetranti, non meno terribili di quelli perfidi di taddei.
bravo anche raimondi nei suoi gelidi sussurri: e qui ancora una volta torniamo alla discussione sui cast di karajan. potranno essere discutibili, a volte sbagliati ma non sono mai privi di senso: ognuno di loro aderisce come un guanto alla concezione del maestro austriaco. (scelti come parti ideali per l'interpretazione del direttore o interpretazione adattata ai cantanti? non lo sapremo mai, ma poco ci importa) e come sempre il risultato di insieme supera la somma sei singoli elementi. non mancano ovviamente i momenti in cui l'eccitazione travolge l'ascoltatore. la tortura del II atto, il finale d'atto di sconvolgente lentezza e profondità, l'apertura del III in cui l'alba romana ti appare davvero davanti agli occhi come un dipinto.
insomma una versione diversa ma sempre emozionante di un'opera che karajan ha sempre adorato.
ce ne proporrà anche una terza: un giornale scrisse a tal proposito: "il miracolo della tosca senza Tosca......" io c'ero, giovanissimo e sicuramente poco esperto.... ma l'emozione di quegli ottoni nella scena della fucilazione me la porto ancora sulla pelle!
buon sabato a tutti
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Re: Opera del mese 1/2014: Tosca

Messaggioda Raffaele » sab 18 gen 2014, 14:37

flipperinodoc ha scritto:...
A mio avviso la tosca II è un altro miracolo di karajan. lascia sconcertati scoprire come della stessa opera un direttore possa darne una visione così diversa, sviluppata in modo completamente diverso...


Condivido pienamente...Io sono rimasto letteralmente sconvolto(ma veramente) quando ,per esempio, per la prima volta ho ascoltato il sottofondo musicale che accompagna le frasi di Scarpia poco dopo l'ingresso in chiesa: " Fu grave sbaglio quel colpo di cannone! Il mariolo spiccato ha il volo, ma lasciò una preda...
preziosa... un ventaglio. "...
E' incredibile come Karajan scomponendo, rallentando e quasi rarefacendo le note riesca a trasformare quello che potrebbe essere un banalissimo commento musicale in pensiero allo stato puro, un pensiero sinistro, inquietante,diabolico...Qui ,come in tante altre situazioni, riesce con la sola incisione discografica laddove tanti altri falliscono o sono insignificanti con tanto di cantanti in carne ed ossa, orchestra,costumi e scenografie...Credo che Karajan sia il direttore che più di ogni altro abbia compreso e sia entrato pienamente in sintonia col genio di Puccini quale grande uomo di teatro che intuiva le potenzialità insite in nascenti forme d'arte quali il cinematografo...

Saluti a tutti Raffaele
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Re: Opera del mese 1/2014: Tosca

Messaggioda VGobbi » sab 18 gen 2014, 20:48

Ascoltata tutta la Tosca Karajan I. Secondo me con il suono e l'orchestrazione che ha stagliato il direttore austriaco, ci voleva tutt'altro cast. Azzeccatissima solo la scelta della Price, che si è lasciata andare in volute di suono rigogliose, circondata dallo splendido "giardino sonoro" che gli ha ricamato Karajan. Price assolutamente vincitrice del cast e sensualissima Tosca, nonostante la pecca non indifferente di una dizione davvero ostrogota, ma in questo contesto ci può assolutamente stare.

Il Cavaradossi di Di Stefano arriva un po' tardi. Ci sarebbe voluto il Di Stefano degli anni '40. Comunque non mancano sprazzi del grande cantante che fu, ma sono sprazzi.

Taddei come Scarpia, personalmente lo trovo pesce fuor d'acqua in questo contesto, anche in virtù di un canto brusco, poco lascivo e trattenuto, direi sbrigativo ed in forte contrasto con i tempi lenti optati dal direttore.

Direzione che si conferma, ripeto, troppo kitsch per questo Puccini. Insomma, per me una deludente incisione che si salva solo per la Price, quella che da cui mi aspettavo di meno.
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Re: Opera del mese 1/2014: Tosca

Messaggioda VGobbi » sab 18 gen 2014, 23:22

Sentito anche la Tosca Karajan II. Non c'è dubbio mille volte questa. Unico cambio in cui farei, e' sostituire la Ricciarelli con la Price "prima versione". E' un ruolo un po' troppo largo per la Katia con alcuni suoni che sconfinano nel grido belluino, ma finché rimane nel registro centrale, la sua voce perlacea sa ancora emozionare, ad esempio il bellissimo e commovente suo "Vissi d'arte".

Luca afferma che Di Stefano e' uguale a Carreras. Francamente mi pare di no, anzi Carreras mi pare molto più in forma e con un timbro celestiale che nulla ha da invidiare a quello distefeniano. Si esalta logicamente nei due momenti topici assegnati a Cavaradossi, personalmente prediligo il canto spianato ed incantatore del suo "Recondita armonia".

Lo Scarpia di Raimondi e' un classico e questa registrazione dona ai posteri la testimonianza di uno dei Scarpia più famosi degli anni 70/80. Ricalca molto la lascivia del personaggio, senza scadere a brutture vocali, anche se l'entrata in chiesa e' decisamente fiacca.

Direzione meno rigogliosa, ma più attenta ai dettagli e con un sound meno invadente di quanto invece faceva percepire nella sua prima incisione.

Per me, se dovessi scegliere, sicuramente e senza nessuna indecisione, il Karajan II.
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Re: Opera del mese 1/2014: Tosca

Messaggioda flipperinodoc » dom 19 gen 2014, 14:19

ma i nostri moderatori?
i miei colleghi? che fine hanno fatto?
amici? vi mando un'alfa? :lol: :lol: :lol:
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Re: Opera del mese 1/2014: Tosca

Messaggioda pbagnoli » dom 19 gen 2014, 18:23

Be', io nei giorni scorsi ho contribuito alla home con una recensione di un'edizione della Messa in si minore di Bach...
Maugham è in uno dei suoi periodi di non-produttività: gli capitano, alcuni di voi ancora non lo conoscono sotto questo aspetto.
Francesco sarà impegnato in qualche casino ospedaliero

Aspettavo ancora un po' il parere degli altri prima di esprimere il mio su questa registrazione.
Che - per me - è un capolavoro.
A parte l'ovvia considerazione sul fatto che Leontyne Price sia una protagonista meravigliosa, storica, incredibile (ci sono anche alcuni live a testimoniarne la suprema bellezza che NON è solo vocale, ma anche interpretativa), c'è tutto il resto che è favoloso, magico, irripetibile.
Trovo che questa registrazione sia invecchiata molto meno rispetto a quella di De Sabata, e proprio per la protagonista, perché secondo me una Tosca così isterica come quella della Callas oggi non sarebbe più proponibile, mentre la Price sì, eccome.
Non solo: pur concordando in astratto sul fatto che sia difficile avere una protagonista ideale per quest'opera, la Price ci si avvicina e molto.
Sensualità da tramortire un toro, voce di opulenza meravigliosa, acuti sfolgoranti, gravi torbidi e peccaminosi, sfumature, rispetto di tutti i segni di espressione, persino un pizzico di ingenuità, rilassatezza squisitamente romana nei momenti più sensuali (laddove la Callas invece suonava sempre isterica), tono blandamente minaccioso anche nei confronti di Scarpia: tutto è perfetto, non c'è niente che non mi piaccia di questa meravigliosa Artista.
Per me è favoloso anche Di Stefano.
Il quale - è vero - ha avuto una stagione breve che qui era già passata ma, siamo onesti, chi altri avrebbe potuto fare Cavaradossi in un contesto come quello immaginato da HvK? Del Monaco?
D'accordo, gli acuti sono molto difficili, ma il medium è favoloso e si sposa a meraviglia con le atmosfere di Karajan. E, per quanto mi riguarda, l'attacco di "E lucevan le stelle" vale già da solo l'acquisto del disco. E che dire dell'attacco di "Qual occhio al mondo"? Si sarebbe dovuto aspettare Kaufmann per ritrovarne uno paragonabile...
Il nostro amico Vittorio si è sentito in dovere di massacrare Taddei allo scopo nemmeno tanto recondito di esaltare Tito Gobbi. Io sono contrario ai confronti, ma se si vuole farne uno, non credo proprio che il Tito di Bassano del Grappa ne possa uscire bene... per cui lascerei perdere. Aggiungerei che io lo trovo forse un po' troppo sensuale e sessualmente esplicito per i miei gusti, ma lo fa con una voce di tale onnipotenza che accetto tutto; esattamente il contrario di quanto affermato da Vittorio. A beneficio del quale aggiungo: non amo Gobbi, ma non arriverò mai a negare l'importanza storica del suo Scarpia per patrocinarne un altro di mio maggior gradimento...
Quanto a Karajan, sto con Elvio Giudici: è la prima volta che un direttore si accorge di quanto sia importante Roma in questa vicenda.
Roma è onnipresente: con le volute barocche di Sant'Andrea della Valle; con le atmosfere calde, afose e opprimenti di Palazzo Farnese; con il risveglio dell'alba contemplata da Castel Sant'Angelo.
Non solo: sposo completamente quanto affermato da Raffaele:
E' incredibile come Karajan scomponendo, rallentando e quasi rarefacendo le note riesca a trasformare quello che potrebbe essere un banalissimo commento musicale in pensiero allo stato puro, un pensiero sinistro, inquietante,diabolico...Qui ,come in tante altre situazioni, riesce con la sola incisione discografica laddove tanti altri falliscono o sono insignificanti con tanto di cantanti in carne ed ossa, orchestra,costumi e scenografie...

Quanto a questo specifico aspetto, segnalo quello che Karajan riesce a fare nella scena dell'interrogatorio, grazie a un'orchestra felpatissima, a quello che si intraode della cantata della Price e un Taddei quasi scherzoso.
Qualcosa di diverso l'ho sentito solo da Sinopoli, ovviamente nell'incisione in studio.

Quindi, per quanto mi riguarda, sono lontano anni luce dalla definizione di "Kitsch" adottata da Vittorio.
E' un'incisione capolavoro, una pietra miliare della storia del disco. Un'incisione che - contrariamente a quella di De Sabata - non appare invecchiata.
Una di quelle per cui abbiamo aperto la sezione de "I grandi classici"
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
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Re: Opera del mese 1/2014: Tosca

Messaggioda Luca » dom 19 gen 2014, 20:16

Concordo in larga parte con Pietro (specie per Taddei) ed ho proseguito l'ascolto del II atto evidenziando alcuni dettagli che rendono preziosa l'edizione.
Li elenco come ho fatto per i precedenti:

- "Ha più forte sapore,,," Taddei è eccezionale ma si sposa con un'orchestra larga perché densa ed eroticissima, canta tutto e non bercia morchiosamente e con monotonia come Gobbi (mi spiace Vittorio, ma è così!);
- De Palma: il racconto di Spoletta è una miniatura anche per la capacità di cantare piano e l'orchestra sfoggia sonorità vicine all' "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto"; ad esso segue l' "O bei tratti di corda" davvero terribile nel suo ghigno beffardo! Grandissimo De Palma;
- L'ingresso di Cavaradossi è spettrale! L'orchestra ridotta al minimo fa veramente paura ed è al contempo eloquentissima;
- Imponente l'ingresso di Cavaradossi nella stranza della tortura;
- Taddei torna ad essere davvero grandissimo e vario nelle battute di conversazione più distese e colloquiali ("Ed or fra noi...");
- Molto realistico Di Stefano nei suoi lamenti, ma altrettanto sgangherato in alto ("Vittoria, Vittoria");
- Vulcaniche le battute del martellamento psicologico di Scarpia su Tosca ("Legato mani e piedi.."). Tutti suonano, oltre a cantare e a descrivere una situazione di per sé disumana per crudeltà;
- Molto eloquenti le battute della Price ("Quanto... Il prezzo"), ma tutto il seguito della tentata violenza, vede un Taddei efficace.
- "Vissi d'arte": è l'aria della primadonna di turno. La Price sfoggia tutta la sua opulenza e al cattolicesimo di Tosca si sovrappone il suo timbro gospel-spiritual protestante; una lezione di ... ecumenismo musicale ed è cantata benissimo. Le sue espansioni in alto, nel suono ed in fatto di sensualità, sono veramente da prima della classe (altro che Callas che resta fredda) ;
- Della Price occorre sottolineare, accanto alla volitività e alla passionalità, anche la paura che serpeggia nella sua voce nello stare alla mercé dell'empio mostro;
- Morte di Scarpia e finale dell'atto: si ode tutta la rassegnazione nella Price nella frase "Si per sempre" che con un suono più fievole (paura?) aggiunge "la più breve" e "Si". Bello il connubio tra passionalità e drammaticità nell'introduzione alla morte di Scarpia, per poi esplodere in modo fiammeggiante quando Scarpia è colpito. La Price nella frase "Or gli perdono" apre un pò il suono, ma è efficacissima e non è lontana dal noto "va a morì ammazzato" di romanesca memoria. Bello è anche il "Davanti a lui...". La conclusione riprende certe sonorità barocche del I atto che verso la fine tornano ad essere spettrali.

Mi manca il III atto, ma continuo a preferire QUESTA Tosca alla II di HvK.
Saluti domenicali.
Luca.
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Re: Opera del mese 1/2014: Tosca

Messaggioda VGobbi » dom 19 gen 2014, 20:55

Pietro, forse non ci capiamo. Al di la dei paragoni ingombranti, lasciamelo dire, e di cui non ti piacciono (però come puoi giudicare una prestazione senza avere un tuo bagaglio di esperienze dove hai tratto conclusioni, aspettative, opinioni), e' che questo Scarpia del Karajan I, Gobbi o non Gobbi, non mi piace. Se dovessi scegliere altri Scarpia che mi hanno soddisfatto pienamente, allora citerei appunto il Raimondi del Karajan II, quello di Ramey sotto Sinopoli o di Bruson con Levine sul podio. Non questo di Taddei e le motivazioni le ho anche date, anche se logicamente non pretendono di convincere nessuno, oltre al fatto che le mie orecchie sentono in modo diverso da come li sentite voi.
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Re: Opera del mese 1/2014: Tosca

Messaggioda pbagnoli » dom 19 gen 2014, 21:26

VGobbi ha scritto:Al di la dei paragoni ingombranti, lasciamelo dire, e di cui non ti piacciono (però come puoi giudicare una prestazione senza avere un tuo bagaglio di esperienze dove hai tratto conclusioni, aspettative, opinioni)

Spiegati meglio.
Cosa vuoi dire?
Che non sono all'altezza di giudicare lo Scarpia di Gobbi?
Che non l'ho ascoltato abbastanza?
O cos'altro volevi dire?
Non ho capito, davvero
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Re: Opera del mese 1/2014: Tosca

Messaggioda VGobbi » lun 20 gen 2014, 0:38

pbagnoli ha scritto:Il nostro amico Vittorio si è sentito in dovere di massacrare Taddei allo scopo nemmeno tanto recondito di esaltare Tito Gobbi. Io sono contrario ai confronti, ma se si vuole farne uno ...

Chiedo scusa se non mi sono spiegato Pietro. Intendevo che questo Scarpia di Taddei l'avrei criticato, anche senza tirare in ballo Gobbi come paragone.
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Re: Opera del mese 1/2014: Tosca

Messaggioda DottorMalatesta » mar 21 gen 2014, 12:19

Arrivo un po´ in ritardo a dire la mia.
Flipperinodoc mi ha preceduto: anch´io volevo domandarvi che senso avesse per Karajan re-incidere Tosca (al di lá della diversa etichetta, DECCA versus DG, e della diversa orchestra WP versus BP). La seconda Tosca di Karajan mi sembra ancora piú “estremista” della prima, ma la concezione di fondo (liricissima, profumatissima) resta. Mi e vi domando solo se, in fondo, non la Tosca II non sia uno (splendido) doppione. Altrove, le riletture di Karajan sono state ben più radicali e profondamente diverse (emblematico in tal senso il Trovatore inciso con la Callas e quello con la Price).
Carreras e la Ricciarelli riescono a rendere immediatamente l´idea di una coppia di giovani (a mio parere piú di un Di Stefano vocalmente molto provato e una Price straordinaria, ma dal timbro carnoso e “maturo”). Stupisce (un po´) la scelta di Raimondi. È come se Karajan, da quel mago dei suoni qual era, avesse puntato ad una maggior differenziazione anche timbrica: Raimondi ha il timbro più secco ed acidulo (come di un oboe) un po´ come era Gobbi, mentre Taddei ha il calore e la luminositá di un violoncello. Circa il sagrestano di Corena, come penso di aver giá scritto altrove, Karajan era un austriaco che in fatto di comicitá era greve come un prussiano.
In tutta onestá, io trovo entrambe le incisioni due capolavori. Forse dal punto di vista orchestrale la seconda riesce addirittura a superare la prima.
E´ indubbio che Karajan segni una tappa fondamentale nella discografia di Tosca. Almeno quanto De Sabata e Sinopoli. Ma quale delle due incisioni è davvero un classico? Entrambe? Non lo so. La prima incisone `del 1962, la seconda del 1984. Ora, il Karajan del 1962 NON E´ il Karajan del 1984! Eppure, non so, la sensazione che la seconda Tosca sia uno splendido doppione resta…

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