Bicentenario verdiano discografico

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Re: Bicentenario verdiano discografico

Messaggioda Enrico » mer 03 apr 2013, 23:44

Qualche rapido commento sulle scelte dell'ottimo Luca, in attesa di nuove indicazioni dal caro Malatesta.

Stiffelio: forse un po' di curiosità la meriterebbe, anche se confesso di averla ascoltata un paio di volte per radio (forse sul canale della Filodiffusione) solo in momenti in cui non avevo niente di meglio da fare (e la registrazione era sempre quella con Carreras, che per te forse è un deterrente).
Rigoletto: [ ... ]Non mi dispiace nemmeno l’edizione Bonynge Pavarotti-Sutherland (e Milnes, purtroppo).

Milnes a me piace abbastanza: colpevole solo di essere troppo più giovane della Gilda/Sutherland (riconosco però che Fischer Dieskau è superiore).
Conosci il Rigoltetto di Schlusnus? non l'ho inserito nel canone solo perché è in tedesco.
Il Trovatore: [ ... ]Come direzione (ma non per il cast, fatta eccezione per la Cossotto) mi piace anche Mehta.

Il mio primo Trovatore in LP, comprato per caso perché dovevo farmi cambiare l'Aida della Callas a causa di un disco difettoso. Avevo circa 12 anni, e già tentavo di comprendere il libretto di Cammarano (affiancato, in quell'edizione, da traduzione in inglese!). Fino a quel momento conoscevo solo una disordinata selezione del live scaligero con la Callas e la Stignani. La direzione di Mehta poteva sembrare un po' lenta, ma era anche molto chiara, e metteva bene in evidenza i diversi timbri strumentali negli accompagnamenti. La Cossotto aveva la bella voce limpida e ben timbrata, e bella dizione italiana, col pregio di suonare giovane rispetto alle Azucene erroneamente stregonesche: ma oggi mi sembra anche un po' monotona. La Price e Domingo secondo me erano un po' penalizzati dal tipo di registrazione (con un vibrato innaturale, fastidiosamente riverberato). Milnes, forse perché è stato il primo (anche nella diretta televisiva di vent'anni dopo dal Met) è ancora, come conte di Luna, uno dei miei preferiti (e qui la voce giovane è un pregio)
I Vespri Siciliani: per la direzione quarantottesca e grintosa (non per il cast in cui figurano persone a me molto antipatiche) Levine

Domingo mi è antipatico solo da alcuni anni; Milnes continua a piacermi. Raimondi anni fa lo ascoltavo spesso, ora non lo ascolto mai.
Falstaff: rientra in quell’elenco opere che detesto (fa compagnia a Cavalleria Rusticana). L’ho visto a teatro una volta sola, né tornerei a vederlo.
che non ti piace l'avevi già detto alcuni anni fa: a questo punto vorremmo qualche spiegazione in più (ti rimando per comodità al vecchio thread: http://www.operadisc.com/forum/viewtopic.php?f=3&t=438&start=15). Cavalleria la detestava anche Toscanini: non posso dirti che sei in buona compagnia perché so che nemmeno fra te e Arturo c'è molta simpatia...
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Re: Bicentenario verdiano discografico

Messaggioda Luca » gio 04 apr 2013, 15:46

Il Rigoletto tedesco di Schlusnus ce l'ho (come gran parte di opere italiane nella lingua di Goethe) ed è molto interessante (c'è anche la Klose!!!). Tuttavia sento un pò eccessivo e pesante Roswaenge come Duca. Ma visto che ci siamo è molto buona anche la versione russa dell'infelice gobbo (Ivanov, Petrov, Kozlowskij).
Trovo la musica di Falstaff (oltre che il soggetto 'seriosamente comico') molto dispersiva e frastagliata, ma poi si nota come Verdi non era tagliato (al contrario di altri suoi predecessori: Mozart, Rossini, Donizetti) alla risata. Se essa c'è (a me non ha mai fatto ridere quest'opera) si sente che è artificiale e forzata, composta cioè da un autore che ha sbandierato (e/o gli hanno fatto sbandierare) i miti della patria, dell'onore e della lealtà, mentre poi in quest'opera fa dire al protagonista tutto un monologo dissacratorio sull'onore e sulla fedeltà. Io lo vedo come una contraddizione.
No, torno a dire che non mi ha mai convinto: né nella musica e meno che meno nel libretto.
Per quanto riguarda Cavalleria Rusticana: Mascagni per allungare la vicenda ci mette cori e coretti compreso l'intermezzo che è diventato per certi aspetti l'anti "Va pensiero". Avrà anche vinto il premio Sonzogno, ma anche quest'opera continua a non piacermi (e pensare che ne ho varie edizioni).

Salutoni.
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Re: Bicentenario verdiano discografico

Messaggioda pbagnoli » gio 04 apr 2013, 16:33

Luca ha scritto:Il Rigoletto tedesco di Schlusnus ce l'ho (come gran parte di opere italiane nella lingua di Goethe) ed è molto interessante (c'è anche la Klose!!!). Tuttavia sento un pò eccessivo e pesante Roswaenge come Duca.

Concordo in pieno con Luca.
Schlusnus è una delle grandi epitomi del canto verdiano, ma Rosvaenge - che pure adoro - come Duca a me proprio non piace.

Luca ha scritto:Ma visto che ci siamo è molto buona anche la versione russa dell'infelice gobbo (Ivanov, Petrov, Kozlowskij).

Di questa registrazione ricordo proprio Kozlovskij, che a me sembra troppo artificioso e effeminato per essere veramente credibile
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(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: Bicentenario verdiano discografico

Messaggioda Enrico » gio 04 apr 2013, 16:43

pbagnoli ha scritto:Rosvaenge - che pure adoro - come Duca a me proprio non piace.


Funziona meglio nelle incisioni giovanili (1928 circa) di Questa o quella, La donna è mobile (con un bel legato un po' malinconico) e Bella figlia dell'amore (dove a modo suo rispetta anche i pianissimi prescritti da Verdi). Nel 1944 in effetti è un po' sguaiato e si prende qualche libertà di troppo (per esempio l'orribile conclusione acuta di Parmi veder le lacrime).
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Re: Bicentenario verdiano discografico

Messaggioda Enrico » gio 04 apr 2013, 16:56

DottorMalatesta ha scritto:Vorrei precisare ad Enrico che le riserve a Pavarotti, piú che alla voce (splendido il timbro, e ancora perfettamente rispondente alla tessitura), erano rivolte all´interprete.
Non metto assolutamente in dubbio la potenziale eccellenza di Pavarotti nel ruolo di Oronte (prova ne sia la splendida incisione di “La mia letizia infondere” nel disco con le rarità verdiane diretto da Abbado). Cosí come non dubito che nell´incisione in vivo con la Scotto, che purtroppo non conosco, sia assolutamente irreprensibile sotto il profilo vocale e interpretativo. Peró la lente d´ingrandimento dell´incisione ufficiale in studio sottolinea spietatamente come l´Oronte del Pavarotti “ultima maniera” sia parecchio discutibile per la linea frammentata, l´agogica fluttuante ed irregolare, il gusto canzonettaro.


E io vorrei precisare che non volevo contestare la tua critica: Pavarotti è quello che è (e non mi pare che faccia di meglio nel vecchio live): quando dico "trovatemi un buoinOronte" non voglio dire che Pavarotti va bene e gli altri no: voglio dire proprio che, anche per colpa di Pavarotti (e di Carreras, e di Bergonzi e dei pochi altri che ci hanno provato, e anche per colpa di quelli che avrebbero potuto e non hanno provato) manca nella scarsa discografia dell'opera una vera grande interpretazione di questo personaggio, e direi anche degli altri, perché non mi convincono né Ramey né Raimondi come Pagano, e nemmeno la Anderson e la Scotto al di là del loro impegno nel fraseggio: pensa a come sarebbe stata la Callas!
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Re: Bicentenario verdiano discografico

Messaggioda Luca » gio 04 apr 2013, 17:10

pensa a come sarebbe stata la Callas!
===============================================
la quale - aggiungo - si è limitata ad incidere "Se vano è il pregare" in un periodo di decadenza. A nessuno è mai venuto in mente di farle incidere tutto il finalone del II atto con le varie invettive....

Saluti, Luca.
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Re: Bicentenario verdiano discografico

Messaggioda DottorMalatesta » gio 04 apr 2013, 17:44

Scusate se vado direttamente al nocciolo della questione, ed affronto i grandi titoli verdiani.
IMHO é piú facile trovare edizioni di riferimento tra le opere cosiddette minori che tra i grandi capolavori verdiani.
Personalmente, con l´aurea eccezione del Falstaff di Toscanini (tuttora edizione di riferimento per il senso indiabolato e pur controllatissimo del ritmo, e l´idiomaticitá del canto di un cast che, come nessun altro, ha saputo sottolineare i fuochi d´artificio sintattico-lessicali dell´opera) tutte le edizioni degli altri capolavori verdiani mi lasciano comunque, per un motivo o l´altro, insoddisfatto. :roll:
Alcuni esempi?

Rigoletto: Certo, c´é l´edizione di Kubelik, che peró trovo molto invecchiata (la Scotto un po´ troppo manierata, e Bergonzi infinitamente inferiore al bruciante Pavarotti). La splendida incisione con Giulini vale quasi solo per la direzione. Tutte le altre hanno le loro piccole o grandi magagne.

Traviata: direi l´edizione di Lisbona con la direzione di Giudici, la Callas e Kraus. L´edizione DG ha la splendida direzione di Kleiber, ma Domingo e la Stratas sono inascoltabili. Tutte le altre edizioni hanno alti e bassi. Se uno sopporta i tempi scelti dal direttore :roll: , anche l´edizione Muti non é male.

Trovatore: sceglierei Karajan I per la Leonora lunare della Callas : Love : e il canto generoso (sebbene tutt´altro che irreprensibile) di Di Stefano. L´edizione Karajan II é funestata da cast tra i piú folli mai riuniti per quest´opera. L´edizione con la Stella e Bergonzi non é male, ma invecchiata anch´essa. Non ho ancora ascoltato l´edizione Sony diretta da Muti (devo trovare tempo!!!).

Otello: nessuna edizione ha un tenore che, vocalmente e stilisticamente, ricordi Tamagno (con l´eccezione di quella col senile Pavarotti), il che é un limite enorme. Ció detto, sceglierei Karajan II con Freni e Vickers.
- Macbeth: Abbado in studio. Ma la Gencer (1960) é nettamente superiore, e come rinunciare al Fischer-Dieskau con Gardelli?

Simon Boccanegra: Abbado (ma c´é Domingo, diminutio notevolissima!!!)

Aida: Qui invece non ho molti dubbi e scelgo Karajan II con Freni, Carreras e Baltsa. Il dramma che colpisce due giovani innamorati (ma come dimenticare il fraseggio di Vickers con Solti?).

La ventisettesima opera: direi Muti (ma cast piuttosto anonimo...)

Ernani: anche qui non ho molti dubbi e scelgo Muti (un Domingo in fondo convincente, splendida direzione, ottimi Freni e Ghaiurov). Ma anche Bergonzi e Price non sono male...

Ballo in maschera: per iniziare suggerirei l´edizione Solti con Pavarotti e la Price. Ma anche Bergonzi come Riccardo é interprete di riferimento...

Luisa Miller: come scegliere tra Pavarotti e Bergonzi? In fondo, non é male il video dal Met con Domingo (che qui non é malaccio) e la Scotto...

Che ho dimenticato?
Ciao,
DM

P.S.: scusate l´analisi decisamente... non analitica! Volevo solo sottolineare come pochissime incisioni verdiane mi convicano da cima a fondo. Cosí invece non mi accade per Wagner: é perché in Verdi sono piú esigente?

P.S.: quanti rimpianti ha lasciato la Callas!!!!
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Re: Bicentenario verdiano discografico

Messaggioda Enrico » gio 04 apr 2013, 21:40

DottorMalatesta ha scritto:- Traviata: direi l´edizione di Lisbona con la direzione di Giudici

Giudici???? Ghione, Franco Ghione!
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Re: Bicentenario verdiano discografico

Messaggioda DottorMalatesta » gio 04 apr 2013, 21:50

Enrico ha scritto:
DottorMalatesta ha scritto:- Traviata: direi l´edizione di Lisbona con la direzione di Giudici

Giudici???? Ghione, Franco Ghione!


:lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
Questa sì che è bella!
Un vero e proprio lapsus freudiano, verrebbe da dire! :mrgreen:
Pensa che volevo scrivere... Giulini (sbagliando nuovamente! : Hurted : ).
Vabbè, dovrò davvero decidermi ad andare da un bravo neurologo : Blink :
DM
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Re: Bicentenario verdiano discografico

Messaggioda flipperinodoc » gio 04 apr 2013, 23:34

beh..... forse giudici non avrebbe fatto peggio di ghione..... : Sailor :
e poi scusate nel Simone di Abbado non c'è Carreras? : Doctor : : Doctor : : Doctor : : Doctor :
non respira! .... sarà all'ottavo piano!
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Re: Bicentenario verdiano discografico

Messaggioda Enrico » ven 05 apr 2013, 0:09

flipperinodoc ha scritto:nel Simone di Abbado non c'è Carreras?

È vero, sì, c'è Carreras: cantante che di solito il nostro neurologo apprezza. Forse in quella registrazione non gli piace, e allora il suo inconscio l'ha sostituito con Domingo. Uno psicanalista freudiano, con noi, diventerebbe pazzo!
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Re: Bicentenario verdiano discografico

Messaggioda Enrico » ven 05 apr 2013, 0:52

Ho riascoltato il primo atto dell' Oberto diretto da Marriner.
Per chi vuole saperne di più c'è un vecchio thread in cui si era discusso di alcune registrazioni dell'opera, in disco e in video (http://www.operadisc.com/forum/viewtopic.php?f=4&t=509). Attenzione: Matteo Marazzi raccontando le proprie impressioni su un dvd con la Herlitzius cita a un certo punto un "amico Enrico" che non sono io (lo faccio notare perché non conosco quel video).

In questa lunga lunga lunga serie di interventi su Aida (http://www.operadisc.com/forum/viewtopic.php?f=4&t=162)possiamo trovare notizie e opinioni interessanti sulle registrazioni di Harnoncourt, di Solti (con Vickers e anche "live" con Bergonzi) con qualche confronto con Karajan, dell' Aida con la Varady e di conseguenza del Radames di Pavarotti (Berlino & Milano), e, più disordinatamente, di altri interpreti dell'opera: passando poi a una discussione sul "si bemolle" finale di Celeste Aida (filature, smorzature, falsetti e via dicendo); seguono varie opinioni sull'annunciata Aida con Kaufmann (se ne sa nulla? mi pare di no) e questioni di archelogia musicale (le registrazioni di Aida citate da Thomas Mann ne La Montagna Incantata): alla fine si torna all'Aida di Harnoncourt.
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Re: Bicentenario verdiano discografico

Messaggioda teo.emme » ven 05 apr 2013, 1:00

Anche io (come con Wagner) voglio dire la mia

Oberto
Delle varie edizioni disponibili scelgo senza dubbio quella Orfeo, diretta con mano sicura ed elegante da Gardelli (non è fantasiosissimo, certo, ma è largamente sottovalutato) con i complessi di Monaco e un ottimo cast: Bergonzi, Panerai e la Dimitrova. Devo dire che lo preferisco di gran lunga al soporifero Marriner (e Ramey in Verdi non mi convince mai).

Un giorno di regno
Pur apprezzando moltissimo l'edizione diretta da Gardelli, di quest'opera - non particolarmente riuscita a dire il vero - scelgo la versione Bruscantini/Oncina/Pagliughi/Capecchi/Simonetto, per il clima e il garbo di una civiltà musicale oggi scomparsa (piaccia o meno la cosa).

Nabucco
Io scelgo il Muti dell'edizione Emi, anche se deve scontare il gravissimo handycap del peggior Zaccaria testimoniato dal disco (a mio giudizio) ossia un Ghiaurov che definire al lumicino è puro eufemismo. Sinopoli non mi piace in quest'opera...troppo "bombastic". In effetti l'edizione con la Callas è molto deteriorata e tagliata (ma il finale stravolto c'è pure - inspiegabilmente - nell'edizione di Gardelli)

I Lombardi
Scelgo ancora Gardelli, ma a pari merito con il Gavazzeni della Scala.

Jerusalem
Opera splendida: l'unica versione completa è quella splendidamente diretta da Luisi, ma con un cast semipietoso. Peccato.

Ernani
Senza dubbio scelgo l'edizione Rca diretta da Schippers con la Price, Bergonzi, Sereni e Flagello: a mio gusto una delle migliori incisioni verdiane di sempre. QUella diretta da Bonynge non mi piace: la Sutherland è ormai in fase decadente (e l'orribile dizione/pronuncia, non più riscattata da uno splendore vocale ormai perduto, diventa difetto intollerabile), il marito si limita ad accompagnare senza fantasia e con grandi mazzate e la versione scelta include il brutto sfogo tenorile che Verdi obtorto collo dovette scrivere per far piacere al buon Rossini. .

I due Foscari
Sceglierei Gavazzeni per la direzione (alla Scala), altrimenti ripiego su Gardelli (anche se il cast non mi convince).

Giovanna d’Arco
VAdo sul sicuro: Domingo/Caballé/Milnes/Levine.

Alzira
Opera molto più interessante di quanto la tradizione e la leggenda verdiana ci hanno voluto tramandare: opto per Gardelli/Bruson/Araiza/Cotrubas (Orfeo).

Attila
E' un'opera che adoro e scelgo il Muti dell'edizione romana del 1970 con la Stella, Raimondi, Guelfi e Cecchele. Sceglierei anche il Muti scaligero, ma l'incisione è funestata dall'incomprensibile presenza della Studer...

Macbeth
Chailly con Nucci, Verrett, Ramey, Luchetti. Ma confesso di avere un debole per la versione di Sinopoli.

I Masnadieri
Non ho dubbi: Gardelli/Bergonzi/Caballè/Raimondi/Cappuccilli.

Il Corsaro
Direi Gardelli, Carreras, Norman, Caballè: ma è un'opera che proprio non mi piace.

La battaglia di Legnano
Mi piace moltissimo l'edizione scaligera diretta da Gavazzeni con Corelli, Stella, Bastianini.

Luisa Miller
Per non dire Maag (con Pavarotti e la Caballé) propongo Levine (Domingo/Millo/Chernov) e Cleva (Moffo/Bergonzi/Verrett).

Stiffelio
Qui devo andare sul dvd e proporre l'ottimo live di Levine dal Met (molto meglio di quella diretta da Gardelli).

Rigoletto
Difficile scegliere. Ne propongo due: Heger/Rosvaenge/Schlusnus/Berger (in tedesco) e Samosud/Ivanov/Kozlovski/Maslennikova (in russo).

Il Trovatore
Sarò criticato, ma scelgo tutta la vita il Muti scaligero.

La Traviata
Scelgo Pretre/Caballè/Bergonzi/Milnes..

I vespri siciliani
Scelgo la versione integrale in francese diretta da Mario Rossi (di recente ripubblicata da Opera Rara) con cast quasi interamente francese. Gli unici Vespri restituiti al gusto grand-opéra

Simon Boccanegra
Opera magnifica…direi la classica edizione Abbado

Aroldo
Per una versione integrale di quest'opera malriuscita direi Luisi. Almeno ha ottimo suono ed è ben diretta.

Un ballo in maschera
Ancora un classico: Leinsdorf/Price/Bergonzi/Verrett/Merrill.

La forza del destino
Schippers/Price/Tucker/Merrill/Verrett/Tozzi/Flagello: splendida edizione, integrale, ben diretta e ben cantata.

Don Carlos
Versione in 5 atti (1867: originale francese): l'unica disponibile (e ottimamente eseguita) è quella diretta da Matheson
Versione in 4 atti (1884 in italiano: la mia preferita): Karajan senza dubbio
Versione in 5 atti (1886 in italiano: raffazzonata): Giulini/Domingo/Caballè/Raimondi/Milnes/Verrett

Aida
Direi Muti nella splendida edizione Emi, ma anche Harnoncourt.

Otello
Peccato che Pavarotti abbia falsificato la sua natura, ci avrebbe regalato l'Otello ideale. Ad oggi l'edizione che consiglio è quella diretta da Karajan con Del Monaco/Tebaldi/Protti.

Falstaff
Giulini con Bruson, una visione malinconica di fascino incredibile.

(e se volessimo includere una Messa da Requiem direi Reiner/Price/Elias/Bjorling/Tozzi)
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Re: Bicentenario verdiano discografico

Messaggioda Enrico » ven 05 apr 2013, 2:16

teo.emme ha scritto:Nabucco ... il finale stravolto c'è pure - inspiegabilmente - nell'edizione di Gardelli

Vero? quella con Gobbi?? possibile??? e non me lo ricordo???? serve un neurologo anche per me!

I Lombardi
Scelgo ancora Gardelli, ma a pari merito con il Gavazzeni della Scala.

Vado ad aprire un thread sui Lombardi (http://www.operadisc.com/forum/viewtopic.php?f=4&t=1869): così puoi darci qualche notizia in più su queste due edizioni che possono piacere o non piacere ma sono senza dubbio importanti.

Il Trovatore Sarò criticato, ma scelgo tutta la vita il Muti scaligero.

La Traviata Scelgo Pretre/Caballè/Bergonzi/Milnes..

Spiegaci perché, dai... (la seconda piaceva anche a me fino a qualche anno fa, ora preferisco altre registrazioni)

I vespri siciliani
Scelgo la versione integrale in francese diretta da Mario Rossi (di recente ripubblicata da Opera Rara) con cast quasi interamente francese. Gli unici Vespri restituiti al gusto grand-opéra

Vero? interessante! veramente integrale? non la conosco...

FalstaffGiulini con Bruson, una visione malinconica di fascino incredibile.

Raggiungici nel thread su Falstaff: http://www.operadisc.com/forum/viewtopic.php?f=3&t=438
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Re: Bicentenario verdiano discografico

Messaggioda Luca » ven 05 apr 2013, 12:45

A me la Traviata RCA Caballé Bergonzi Pretre proprio non mi piace e - per l'occasione - dò le 'botte' a tutti coloro che l'hanno realizzata: Pretre per me è sempre stato un mediocre direttore (e l'ho udito dal vivo in un'orrenda Turandot alla Scala di qualche anno fa) e qui a volte è lento e strattonato dalla Caballé, a volte rumoroso e stretto ("Si ridesta in ciel l'aurora" è esilarante). La Caballé non ha un briciolo di drammaticità, suoni bellissimi a tratti, a profusione filati e filatini (e chissà quanti 'sfilatini' s'è magnata...), ma non ha l'anima lacerata della Callas (assoluta vetta tuttora ineguagliata, almeno per me), ma nemmeno la 'carnosità angelica' di una Tebaldi, né il virtuosismo di una Sills (Sutherland a parte). Bergonzi è poco giovanile (lo si sapeva già dall'edizione Sutherland-Pritchard), tutte buone maniere e correttezza e Milnes quando canta specie in alto sembra aver mangiato la calce, tanto va indietro.
Senza chiamare in causa la Callas che ho nominato nell'edizione londinese esiste in alternativa a questa di Pretre il 'live' del 1970 (MET) diretto da Bonynge con Sutherland-Pavarotti (ancora giovane)-Milnes.

Grande assente nella discografia di Traviata è la Gencer! Forse ci sarà qualche 'live'...

Saluti, Luca.
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