Tristan und Isolde (R. Wagner)

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Messaggioda VGobbi » sab 15 dic 2007, 20:50

E se allargassimo gli orizzonti, anche se per il ruolo in se' non proprio da primario. Mi riferisco a Kurwenal. A me per ora mi piace solamente uno : Paul Schoffler.
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Messaggioda pbagnoli » sab 15 dic 2007, 22:15

VGobbi ha scritto:E se allargassimo gli orizzonti, anche se per il ruolo in se' non proprio da primario. Mi riferisco a Kurwenal. A me per ora mi piace solamente uno : Paul Schoffler.

Non saprei.
Quando ascolto Tristan non è un ruolo su cui io mi concentro.
Un buon interprete di Kurwenal mi fa piacere, ma non è un dato per me fondamentale per la riuscita di un'edizione.

Poi, sai, data la mia professione, ho un debole per i ruoli da...primario 8)
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Messaggioda Tucidide » sab 15 dic 2007, 23:43

pbagnoli ha scritto:Quello di Kleiber, purtroppo, non è all'altezza: si tratta di René Kollo, un personaggio che godette di una certa fama in quegli anni ma credo per mancanza di alternative. Non è pessimo, alla fine; certo Vinay sta su un altro pianeta

Devo dire che dal mio punto di vista Kollo è un tenore che mi piace abbastanza, e credo che il suo Tristan sia uno dei più poetici della discografia. Secondo me è molto bravo, soprattutto per come si cala nel ruolo cucitogli addosso da Kleiber, oltre che perfetto contraltare all'Isolde della Price.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Messaggioda VGobbi » sab 29 dic 2007, 16:12

Il Tristan scaligero ha risvegliato in me l'ascolto delle incisioni discografiche in mio possesso.

:arrow: Karajan - Vickers, Dernesch, Ludwig, Berry, Ridderbusch (EMI - 1972)

Registrazione cult di questo capolavoro. Tantissimi i punti d'interesse. La direzione fascinosa di Karajan (cos'e' in mano sua il preludio del primo atto, l'accompagnamento nel duetto d'amore del secondo atto od il Liebestod), il Tristan tormentato di Vickers, l'Isolde umana della Dernesch, la Brangane regale e sinuosa della Ludwig, il Re Marke dolcissimo ed ottimamente cantato di Riddebursch. Quel che mi lascia perplesso e' il convenzionale Kurwenal di Berry.

:arrow: Schmidt-Isserstedt - Lorenz, Baumann, Klose, Kronenberg, Herrmann (MYTO - Live Amburgo 1949).

Due i punti d'interesse che consigliano l'acquisto di questo live. Lorenz e Klose, imprescindibili. L'uno nel delineare un Tristan impeccabile, senza inutili affanni nella vocalita', reggendo l'impervia parte con sicurezza invidiabile. L'altra regalandoci una Brangane ineguagliabile per ricchezza timbrica e personalita' debordante.

:arrow: Busch - Svanholm, Traubel, Harshaw, Berglund, Ernster - (MYTO - Live New York 1946).

Anche in questo cofanetto son due i punti di forza : direzione e tenore. Busch sembra anticipare la "new bayreuth" grazie a tempi mossi ed ad una teatralita' sempre calzante. Svanholm e' l'unico del cast ad intuire le direttive di Busch, dove a fronte di falle vocali spesse volte imbarazzanti, fa riscontro una personalita' di primissimo piano, aiutato da una dizione che teme pochi confronti. Traubel rimane ancorata alle Isolde vecchia maniera, senza pero' eguagliare per bellezza timbrica la voce di una Flagstad. Il resto si dimentica in fretta.

Ed ora mi sto accingendo all'ascolto del Tristan diretto da Bernstein ...
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Messaggioda pbagnoli » sab 29 dic 2007, 18:20

VGobbi ha scritto: Ed ora mi sto accingendo all'ascolto del Tristan diretto da Bernstein ...

Auguri!... :lol:
Pizza colossale, diretta in modo pestifero e corredata da un pessimo tenorastro e da una primadonna sfiatata.
A mio modesto avviso, sopravvalutatissima; ma Bernstein è uno di quelli di cui mai e poi mai bisogna parlar male... :lol:
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Messaggioda VGobbi » dom 30 dic 2007, 13:28

In attesa di ultimare l'ascolto del Tristan diretto da Bernstein (finiti i primi due atti), voglio segnalare la recensione di Bagnoli su un altro storico Tristan, quello diretto da Kleiber. Anche in questo caso, dovro' rinfrescare la mia memoria ... ma ricordo che piu' di tutti mi fece un'enorme impressione l'Isolde di Margarete Price.
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Messaggioda pears » dom 30 dic 2007, 13:48

ho letto l'ottima recensione di Pietro in homepage e incuriosito mi sono andato a riascoltare il terzo atto. effettivamente Kollo (che pure mi convinceva meno negli altri due, specie il duetto) sembra veramente alzare la testa e con la pochezza dei suoi mezzi si getta a capofitto nel maelstrom orchestrale creato (sadicamente?) dal direttore.
L'effetto è notevole e non so spiegarmi il perché, sicuramente non è un effetto di natura musicale. Ho sentito spesso annaspare Kollo (tremendo il suo Kaiser straussiano o il suo Florestan) ma come Tristan e soprattutto nel terzo atto, dove in qualche modo siamo chiamati a vederlo macellare il protagonista, riesce davvero a sopravvivere e a uscirne non dico vincitore, ma lasciando qualcosa nel cuore. almeno al sottoscritto. poi, chiaro, entra la Price e di colpo siamo in un altro pianeta, il pianeta giusto, e ci regala un Mild und Leise davvero toccante (l'ho riascoltato tre volte... però anche Kollo un paio me lo sono studiato) con una voce che è senza fatica. ecco, questo è il contrasto. la drasticità dell'assenza fisica in Kollo (la frase non è mia...) e l'assoluta, paradisiaca, leggerezza nella Price. Una leggerezza psicologica. Una sorta di tenerezza catartica. NOn so, proprio quel contrasto che rende il duetto d'amore fallimentare (lui veramente deficitario), diventa di grande efficace nella successione prima di Tristan e poi di Isolde.
chiaramente sono impressioni emotive, di pancia, nient'altro. senza nessuna pretesa.
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Messaggioda VGobbi » dom 30 dic 2007, 20:26

La recensione di Pietro e le illuminanti considerazioni di Pears, mi portano ad ascoltare al piu' presto l'incisione di Kleiber.

Nel frattempo ho terminato l'ascolto dell'edizione Philips. Penso che sia il Tristan piu' lungo della storia discografica e non. Tempi lentissimi quelli scelti da Bernstein, eppure la tensione narrativa procede a meraviglia e si mantiene sempre vigile. A mio avviso i momenti migliori, sono il secondo atto (precipuamente dal bellissimo "O sink hernieder" fino alla fine dell'atto e l'inarrivabile "Liebestod"). Il cast da' adito a qualche perplessita', ma solo esclusivamente al protagonista, ovverossia quel Peter Hofmann balzato agli onori, per mancanza di una vera concorrenza, dallo star system. E qui e' aiutato moltissimo dal direttore che praticamente accompagna il solista, aiutandolo nei passi di maggiore tensione e forza drammatica. La Behrens, invece, e' una splendida Isolde. Dissento da quanto scrive Pietro, anche perche' la cantante tedesca ha sempre mostrato difficolta' e stridore negli acuti e questo lo sappiamo tutti. Pero' ha sopperito questo handicap grazie al carisma ed una personalita' di forte spicco, ritagliandosi una spazio di primissimo piano nel repertorio wagneriano, pur non avendo propriamente voce da Isolde o Brunhilde. Il resto del cast, a mio modestissimo parere, e' splendido. Si parte dall'esuberante Kurwenal di Weikl, passando per la meteora Minton nei panni di una Brangane struggente, per concludere sul Re Marke dolcissimo di Sotin, capace di non far rimpiangere un mostro sacro qual era Ridderbusch.

Ed ora mi leggo l'ultima fatica di Pietro, questa volta il Tristan bayreuthiano della coppia Vinay/Modl.
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Messaggioda Tucidide » mer 02 gen 2008, 12:37

Ho letto con attenzione la recensione testé apparsa del Tristan und Isolde del 52. Mi trovo molto in accordo con quanto detto da Pietro, tranne forse per il Tristan di Vinay, cantante che non riesco a fare "mio", nel senso che non riesco a trovare nel suo canto sicuramente sentito e partecipe la commozione che mi recano altri. D'accordissimo invece sulla Moedl, grande Isolde.
Nota: la mia versione Myto non mi soddisfa da un punto di vista tecnico: il secondo e il terzo atto presentano un fruscio molto invadente, che non mi pare presente nel primo, e inoltre è stato operato un brusco taglio alla fine del primo atto, con gli ultimi minuti posti nel 2° CD.
L'edizione Orfeo d'Or che è segnalata in home-page è migliore, da questo punto di vista?

Saluti e buon anno! :D
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Messaggioda pbagnoli » sab 05 gen 2008, 22:22

Tucidide ha scritto:Nota: la mia versione Myto non mi soddisfa da un punto di vista tecnico: il secondo e il terzo atto presentano un fruscio molto invadente, che non mi pare presente nel primo, e inoltre è stato operato un brusco taglio alla fine del primo atto, con gli ultimi minuti posti nel 2° CD.
L'edizione Orfeo d'Or che è segnalata in home-page è migliore, da questo punto di vista?

Saluti e buon anno! :D

Francamente non saprei, Alberto: io ho solo quella Myto.
Auguri anche a te!
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Messaggioda VGobbi » dom 06 gen 2008, 19:33

Finito di ascoltare l'ennesimo Tristan. :oops:

Questa volta e' quello famoso diretto da Kleiber. Le mie opinioni sul direttore, non si discostano tanto da quelle nei confronti di un Kraus. A fronte di un'intelligenza d'interprete fuori del comune, ha fatto riscontro un repertorio, piu' che ristretto, direi semplicemente ridicolo ed irritante.

E' incredibile che il maestro tedesco si sia auto-limitato firmandosi solamente ed esclusivamente in una decina (ventina?) di capolavori che al giorno d'oggi, inutile negarlo, costituiscono autentiche pietre di paragone. E' il caso di questo Tristan travolgente, un inno all'amore ineluttabile, verso il tragico epilogo finale, sublimato da una Margarete Price, Isolde d'inestimabile valore, sia vocalmente (fattore tutt'altro da ignorare) che psicologicamente. Di fronte un Tristan formato-mignon, l'inadeguato ma coraggioso Kollo. Personalmente penso che se ci fosse stato un Bernstein, il tenore tedesco avrebbe potuto fare miglior figura. Il Tristan di Hofmann dell'edizione Philips e' li' a dimostrarlo. La Fassbaender mostra qualche percepibile defaillances vocale, ma ha carisma da vendere. Fischer-Dieskau si trova a suo agio con Kleiber, piuttosto che con Furt. Onnipotente e dolcissimo il Re Marke di Moll. Lussuoso il cammeo che ci dona Dermota nei panni del pastore.
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La vena isterica nel personaggio di Isotta

Messaggioda melomane » mer 09 gen 2008, 13:49

Carissimi,
lessi tempo fa della vana isterica del personaggio di Isotta: la visione mi affascina, in quanto penso che l'effetto di un filtro d'amore possa causare qualche conflitto.
Conoscete "Wake not the dead" di Johann Ludwig Tieck (1773-1853)?
La bella amata riportata a vita dopo la morte doveva, per sopravvivere, cibarsi di sangue di vivi (pare che Brunhilda sia stata la prima donna vampiro a essere portata sul palcoscenico).
Una vicenda iscritta in questo clima trova, secondo me, il vertice interpretativo nella vena espressionista di Martha Mödl, che riesce anche a rendere la vena passionale con voce fluente nei primi acuti e calore e smalto fulgido nelle note gravi.
Mi scuso per la mia presenza intermittente, leggo più di quanto non scriva, per motivi familiari, ma è il mio sito di opera.

Un caro saluto

Francesco
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Messaggioda pbagnoli » mer 09 gen 2008, 16:02

Francesco, io non ho capito un tubo, credo perché hai ammassato una sfilza di notizie in poco spazio: potresti spiegare meglio il tuo post?
Grazie! :D
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Un clima gotico

Messaggioda melomane » mer 09 gen 2008, 16:25

Grazie Pietro,
ho seguito un'ispirazione che forse poco dialoga con la logica.
Ho visto nella vicenda del filtro d'amore un approccio al soprannaturale che conduce al clima gotico di una novella romantica la cui morale, a mio parere, mette all'indice le forzature sulle dinamiche umane (amore, morte, quant'altro) come possibile fonte di imprevedibili esiti.
Nella novella "Wake not the dead" di Johann Ludwig Tieck il principe Walter riporta alla vita l'amata Brunhilda grazie all'artificio di un mago e alla formula "Bevi, tu che riposi, che il tuo cuore possa ancora battere nel tuo petto".
Brunhilda immediatamente si alza e chiede a Walter di riportarla al suo castello: ma non è una favola a lieto fine, perchè per tenersi in vita la giovane deve nutrirsi di sangue umano, e numerose sono le vittime.
La trasfigurazione di Isotta è ben differente, ma l'esito è la tempesta d'amore e di morte che così gloriosamente Wagner rende in musica, quasi a dispetto di un'amore "impossibile" perchè contrario alle consuete dinamiche della vita umana.
Martha Mödl è l'unica interprete che conosco che interpreta al meglio, un unicum, Eros e Thanatos.
Se opportuno posso allegare il link della novella.

Grazie come sempre per l'attenzione

Un caro saluto

Francesco
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Re: Un clima gotico

Messaggioda pbagnoli » mer 09 gen 2008, 17:07

melomane ha scritto: Se opportuno posso allegare il link della novella.

Grazie come sempre per l'attenzione

Un caro saluto

Francesco

Mi sembra un'ottima idea.
Naturalmente, se possibile, in italiano... 8)
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