Re: Aida (Verdi)
Inviato: mar 02 feb 2010, 9:14
Amici carissimi,
ho avuto la fortuna di ascoltare i" 3 buontemponi" dal vivo e in forma. Mi associo a quanto dice Luca: averne oggi di buontemponi così!
Non so quale sia il termine tecnico esatto, ma la smorzatura di Corelli sulla nota finale del "Celeste Aida", era elettrizzante ,emozionante ,rendeva benissimo il "morendo" prescritto dallo spartito.: il "morendo" di una voce partecipe giovane e sfarzosa. E poi "cascava o teatro".
E non parliamo di Dame Joan e della Horne, prodighe di colori e di acrobazie inaudite, mai gratuite.La Horne poi aveva una sorta di spavalderia che rendeva le sue variazioni- chiamiamole così- emozionanti.Le scintillavano gli occhi mentre le eseguiva.
E che dire dei ricami e degli arabeschi sonori di Dame Joan? Ascoltavo incantata (, dal vivo, Sonnambula)
Quanto al primo Di Stefano che iizialmente non conoscevo, un antologia e i CD la prima Manon mi misero dinanzi ad una voce dal timbro ammaliante , capace di finezze da manuale.Poi questo bagaglio tecnico fu abbandonato in nome della "verità della parola scenica" ( o qualcosa di simile).Lessi , non ricordo più dove, che Di Stefano soleva dire a Von Karajan, in sala di registarzione:,"Lei vorrebbe che io facessi cosi e così..." ,-eseguendo filature , messe di voce ,pianissimi - "Ma ..." e continuava imperturbabile e dispettoso sul forte e mezzoforte. Credo che a un certo punto Karajan non ne potesse più.E gli do ragione: se hai un tenore irrimediabilmente brado, ci si rassegna,Se è capace di ben altro , ma ci rinuncia, ci si strappa i capelli o lo si fa uscire dalla comune.Credo che Karajan abbia alla fine optato per la seconda ipotesi.
Buon giornata a tutti
da
da
Milady
ho avuto la fortuna di ascoltare i" 3 buontemponi" dal vivo e in forma. Mi associo a quanto dice Luca: averne oggi di buontemponi così!
Non so quale sia il termine tecnico esatto, ma la smorzatura di Corelli sulla nota finale del "Celeste Aida", era elettrizzante ,emozionante ,rendeva benissimo il "morendo" prescritto dallo spartito.: il "morendo" di una voce partecipe giovane e sfarzosa. E poi "cascava o teatro".
E non parliamo di Dame Joan e della Horne, prodighe di colori e di acrobazie inaudite, mai gratuite.La Horne poi aveva una sorta di spavalderia che rendeva le sue variazioni- chiamiamole così- emozionanti.Le scintillavano gli occhi mentre le eseguiva.
E che dire dei ricami e degli arabeschi sonori di Dame Joan? Ascoltavo incantata (, dal vivo, Sonnambula)
Quanto al primo Di Stefano che iizialmente non conoscevo, un antologia e i CD la prima Manon mi misero dinanzi ad una voce dal timbro ammaliante , capace di finezze da manuale.Poi questo bagaglio tecnico fu abbandonato in nome della "verità della parola scenica" ( o qualcosa di simile).Lessi , non ricordo più dove, che Di Stefano soleva dire a Von Karajan, in sala di registarzione:,"Lei vorrebbe che io facessi cosi e così..." ,-eseguendo filature , messe di voce ,pianissimi - "Ma ..." e continuava imperturbabile e dispettoso sul forte e mezzoforte. Credo che a un certo punto Karajan non ne potesse più.E gli do ragione: se hai un tenore irrimediabilmente brado, ci si rassegna,Se è capace di ben altro , ma ci rinuncia, ci si strappa i capelli o lo si fa uscire dalla comune.Credo che Karajan abbia alla fine optato per la seconda ipotesi.
Buon giornata a tutti
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Milady