Nella Parigi di Proust...

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Nella Parigi di Proust...

Messaggioda MatMarazzi » mar 27 lug 2010, 14:26

Tuc mi chiedeva perché non mi piace la Devia...
Potrei rispondere perché non è come questa.

"Questa" è Felicity Lott, una delle più incredibili poetesse del canto del nostro tempo.
Qui è alle prese con un celeberrimo brano di Reynaldo Hahn, figura simbolo della Parigi della "Belle Epoque", intesa nella sua duplice accezione di slancio esistenziale, assalto del futuro e allo stesso tempo struggimento nostalgico di salotti, mondanità sfiorita e sfinimento emotivo.
Allievo di Massenet e Saint-Saens, amico di Verlaine, di Ravel, di Cortot, e naturalmente di Proust, Hahn ci ha lasciato un corpus incredibile di mélodies fra le più celebri ed emozionanti del repertorio vocale da camera.



Peccato che su Youtube non abbia trovato le due registrazioni di questo stesso brano che ritengo più suggestive: quella (davvero INCREDIBILE) di Emma Calvé, forse la sua interpretazione discografica più rappresentativa del suo genio, e quella del baritono Arthur Endrèze.

Ci consoleremo con un'altra registrazione d'epoca (1917), cantata da quella grande artista che era Alma Gluck...
Ok, non è la Calvé, specie nella filature, che non ricordano nemmeno alla lontanissima i suoni incorporei e sublimi della Francese.
Ma la Gluck è pur sempre evocativa di un'epoca dorata della storia del canto... Proprio come la Lott lo è della nostra...

Buon ascolto.
Mat

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Re: Nella Parigi di Proust...

Messaggioda Tucidide » mar 27 lug 2010, 15:04

Grazie milioni per questi link, Mat.
Devo dirti che preferisco la Gluck alla Lott, e non di poco. Trovo che abbia un fraseggio ipnotico, e che ricerchi colori vocali, specialmente nel registro grave, bellissimi.

Sempre per restare in tema, che mi dici di questo?

Intendiamoci, è bravo, ma in generale la vocalità baritonale mi sembra meno indicata per questa delicata melodia.

Sulla Devia... beh, non so te, ma io l'ho sentita dal vivo in romanze da camera di Rossini e Bellini, e riusciva benissimo a trasmettere la poesia dei brani. Fu insospettabilmente briosa anche ne "La danza". :shock: Purtroppo, su YT non ho trovato nulla.

Non so se sia questo il luogo, ma volevo farvi sentire anche questa romanza di Tosti (che a me piace molto - alè, l'ho detta! : Chessygrin : ) cantata da Palacio, che mi sembra dare a questa melodia un respiro inconsueto. Peccato per la pronuncia ispanica, troppo sonorizzata. : Blink :
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Nella Parigi di Proust...

Messaggioda MatMarazzi » mar 27 lug 2010, 20:56

Tucidide ha scritto:Sempre per restare in tema, che mi dici di questo?
http://www.youtube.com/watch?v=5Uq2UHzuVJo
Intendiamoci, è bravo, ma in generale la vocalità baritonale mi sembra meno indicata per questa delicata melodia.


Uppman è un cantante meraviglioso, ma per questo repertorio non ha l'emissione giusta.
Prova a sentire Endrèze o Souzay.

Sulla Devia... beh, non so te, ma io l'ho sentita dal vivo in romanze da camera di Rossini e Bellini, e riusciva benissimo a trasmettere la poesia dei brani. Fu insospettabilmente briosa anche ne "La danza". :shock: Purtroppo, su YT non ho trovato nulla.


purtroppo? :D

Non so se sia questo il luogo, ma volevo farvi sentire anche questa romanza di Tosti (che a me piace molto - alè, l'ho detta! : Chessygrin : ) cantata da Palacio, che mi sembra dare a questa melodia un respiro inconsueto. Peccato per la pronuncia ispanica, troppo sonorizzata. : Blink :


io sono per l'Ot libero... ma effettivamente Tuc... questo non era il luogo! :)
Il povero Tosti è un compositore raffinato e sensibile, che è giusto rivalutare e ammirare, unico vero rappresentante della lirica vocale a camera in Italia.
E tuttavia, non so cosa ne pensino gli altri, ma l'accostamento a quel gigante che è Hahn non gli giova...
Perché non rimaniamo alla Belle Epoque, con altre melodie per voce e pianoforte della Parigi "fin du siècle"?
Debussy... Ravel... e magari Satie?

Salutoni,
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Re: Nella Parigi di Proust...

Messaggioda MatMarazzi » gio 29 lug 2010, 17:03

Vi avevo promesso il baritono Arthur Endréze, quello che secondo me è il maggiore interprete di Reynaldo Hahn (e infinite altre cose).
Eccolo nella canzone Phyllis ACCOMPAGNATO DALLO STESSO HAHN!!
Per quanto siano melodie delicate... non c'è cantante donna che sappia come lui scendere nell'anima del suono.

Ah! A proposito, attenti che la prima mélodie non è di Hahn (si tratta di Psyché di Palladilhe, molto bella anche lei).
Phyllis inizia circa al minuto 2.40

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Re: Nella Parigi di Proust...

Messaggioda Riccardo » gio 29 lug 2010, 17:26

MatMarazzi ha scritto: e magari Satie?

Ecco servito!

Non riesco a trovare l'interpretazione di Cathy Berberian che mi ricordo mi piaceva un sacco...

FELICITY LOTT & MALCOLM MARTINEAU - La Diva de l'Empire
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Re: Nella Parigi di Proust...

Messaggioda MatMarazzi » gio 29 lug 2010, 18:26

Riccardo ha scritto:Non riesco a trovare l'interpretazione di Cathy Berberian che mi ricordo mi piaceva un sacco...


Io ho ben presente la "Diva" della Berberian, ma non mi pare proprio che sia travolgente come quella della Lott, che hai linkato.
Oggi davvero nessuno penetra questo mondo quanto il soprano inglese.
La leggerezza e l'ironia (e la classe) sono davvero unici.

Grazie
Mat
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Re: Nella Parigi di Proust...

Messaggioda dottorcajus » gio 29 lug 2010, 21:58

La Lott è artista che ammiro immensamente. La scoprii tanti anni fa alla Scala in Arabella e ne rimasi affascinato. Potevo godermela quale Marescialla alla Fenice di Venezia in accoppiata con la Semiramide della Horne ma un ginocchio galeotto fece saltare il progetto ed io rimasi triste e deluso nelle perso nelle nebbie della laguna alla ricerca della Felicity e delle meravigliose sensazioni che avrei provato ascoltandola nel Rosenkavalier.
Vorrei credere nella reincarnazione, forse potrebbe reincarnarsi in se stessa ed incrociare nuovamente la mia strada.
Endreze lo scoprii tanti anni fa sui banchi dei mercatini parigini e fu una meravigliosa scoperta. A mio parere canta bene tutto con una voce di morbidezza rara.
Grazie per questi ascolti, rinfrancano l'anima di chi li ascolta.
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Re: Nella Parigi di Proust...

Messaggioda MatMarazzi » gio 29 lug 2010, 22:39

dottorcajus ha scritto:La Lott è artista che ammiro immensamente. La scoprii tanti anni fa alla Scala in Arabella e ne rimasi affascinato. Potevo godermela quale Marescialla alla Fenice di Venezia in accoppiata con la Semiramide della Horne ma un ginocchio galeotto fece saltare il progetto ed io rimasi triste e deluso nelle perso nelle nebbie della laguna alla ricerca della Felicity e delle meravigliose sensazioni che avrei provato ascoltandola nel Rosenkavalier.
Vorrei credere nella reincarnazione, forse potrebbe reincarnarsi in se stessa ed incrociare nuovamente la mia strada.
Endreze lo scoprii tanti anni fa sui banchi dei mercatini parigini e fu una meravigliosa scoperta. A mio parere canta bene tutto con una voce di morbidezza rara.
Grazie per questi ascolti, rinfrancano l'anima di chi li ascolta.
Roberto


Caro dottor Cajus,
Vorrei consigliarti, a proposito della Lott, di acquistare la sua Belle Helene, fatta pochi anni fa allo Chatelet con la regia di Pelly e la direzione di Minchovksy.
E' uno dei must assoluti del nostro tempo: uno dei DVD più esaltanti che esistano (anche gli altri del cast sono fantasmagorici, in particolare Beuron).
Inoltre qui lei è - dal mio punto di vista - molto più brava che non in Strauss (dove pure era bravissima).

Sempre a proposito della Lott, non so se ti piace Britten...
Se sì, ti suggerirei di ascoltare il disco del Giro di Vite diretto da Bedford, con lei e Langridge.
E' un prodotto di tale bellezza che non ci si crede... Una di quelle incisioni che ti lasciano l'amaro in bocca, tanto sono belle.

Anche a me rinfranca l'anima parlare di queste meraviglie! :)
Un salutone,
Mat

PS: e fatti leggere più spesso! :)
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Re: Nella Parigi di Proust...

Messaggioda dottorcajus » sab 31 lug 2010, 12:58

Vedi Mat io devo molto, direi moltissimo, a questo sito ed a tutti voi. Leggervi mi ha fatto riflettere e mi ha aiutato a chiarire definitivamente il mio rapporto con la lirica. Essa è per me solamente puro svago ed il mio piacere scaturisce solamente dal suo semplice ascolto. Non riesco ad andare oltre nè forse mi interessa. Manco della vostra profondità di ascolto e pago il mio disinteresse nel valutare ciò che non riesco a vedere a teatro. Cd, Dvd, e quanto altro che mi arriva attraverso la tecnologia non smuove più di tanto il mio senso critico.
Spesso gli argomenti che trattare richiedono una conoscenza di argomenti collegati al tema che, per pura ignoranza e per l'innata idiosincrasia per qualsiasi forma di studio, non possiedo. Mi perdo quando analizzate i "ruoli Ronzi", concetto che ammetto tranquillamente di aver appreso attraverso voi e che prima mi era completamente ignoto. Così accade per molto altro. Quando parlate di cantante sono in difficoltà sia perchè non sono un loro profondo conoscitore sia perchè faccio fatica a fossilizzarmi su un unica visione del canto lirico.
Liberata del suo potere ludico la lirica diventa per me un argomento simile ad altri da trattare con la stessa metodologia di analisi e finisce per interessarmi nel suoi aspetti generali ed in particolare nel suo rapporto con l'oggettività.
Comunque grazie dell'invito, cercherò l'ispirazione giusta per partecipare di più.
Roberto
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Re: Nella Parigi di Proust...

Messaggioda Riccardo » sab 31 lug 2010, 14:36

dottorcajus ha scritto:Vedi Mat io devo molto, direi moltissimo, a questo sito ed a tutti voi. Leggervi mi ha fatto riflettere e mi ha aiutato a chiarire definitivamente il mio rapporto con la lirica. Essa è per me solamente puro svago ed il mio piacere scaturisce solamente dal suo semplice ascolto. Non riesco ad andare oltre nè forse mi interessa. [...]Liberata del suo potere ludico la lirica diventa per me un argomento simile ad altri da trattare con la stessa metodologia di analisi e finisce per interessarmi nel suoi aspetti generali ed in particolare nel suo rapporto con l'oggettività.

Il potere ludico secondo me è fondamentale e va assolutamente preservato!
Tutto il resto secondo me può venire in supporto, se ne abbiamo voglia. Tutte le riflessioni, i confronti, gli approfondimenti secondo me sono entusiasmanti ed avvincenti nella misura in cui ci rendono ancora più emozionante l'ascolto e la fruizione di questo genere d'arte così speciale.

Anche lo svago dei sensi secondo me, se affrontato con un pizzico curiosità intellettuale, se ne avvantaggia in termini di appagamento!

Almeno, per me è così... (anche se in verità sono il primo che per pigrizia non seguirà i consigli discografici di Matteo : Blink : )
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Re: Nella Parigi di Proust...

Messaggioda MatMarazzi » sab 31 lug 2010, 16:30

Caro dottorcajus,
devo dire che sono un poco dispiaciuto nel leggere quello che hai scritto.
Nessuno di noi è o presume di essere uno "studioso" della materia operistica.
Siamo tutti appassionati che condividono un piacere che - come ha giustamente scritto Ric - resta la molla di ogni nostra riflessione o scambio di opinioni.

E' vero che dopo tanti anni dedicati all'Opera (trenta nel mio caso) non mi basta più dire "questo mi piace, questo no".
Mi appassiona anche chiedermi perché una cosa mi piace e un'altra no... Perché alle volte mi annoio, altre volte mi esalto; perchè un artista diventa celebre... e cosa lo rende gradito non semplicemente al mio personalissimo "sentire", ma anche a più o meno vaste comunità dei fruitori.

E' vero che il piacere "ludico" resta il fondamento (per tutti noi), ma se ad esso ci si fermasse in cosa consisterebbe una discussione e che senso avrebbe avuto aprire un forum. Per dirci a vicenda "questo mi piace, questo no"?

non siamo noi a professare le verità "uniche" e "fossilizzate", ma proprio chi - non riflettendo abbastanza sulle ragioni della propria passione - non trova di meglio che recitare postulati appresi come a scuola.
E noi questo, come tu sai bene, proprio non lo facciamo.
L'analisi dei ruoli "Ronzi" deriva dalle domande che ci poniamo; non da dogmi appresi e ripetuti.
Ma è inutile che queste cose che le dica a te... :) Tutto quello che tu scrivi è vissuto, personale, frutto della tua passione e delle tue riflessioni in merito (penso alle considerazioni sulle distribuzioni di repertorio fino al primo novecento).
Proprio come le nostre sui ruoli Ronzi.

Salutoni,
Mat
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Re: Nella Parigi di Proust...

Messaggioda dottorcajus » sab 31 lug 2010, 18:25

Continuo la mia esternazione personale scusandomi per le mie divagazioni.
Purtroppo il limite della scrittura, almeno per me, sta proprio nell'impossibilità di correggere strada facendo il senso che gli altri attribuiscono alle tue parole e, troppo spesso, leggendo le risposte ai miei interventi, mi rendo conto di non aver saputo chiarire bene il mio pensiero.
Mi riesce difficile chiarire meglio cosa intendo per "puro piacere ludico" quando mi riferisco alla lirica, dovrei descrivere la mia personalità che è ricca di apparenti contraddizioni. Forse potrei semplificare dicendo che l'ascolto in modo diverso da come ne discuto e un modo non influenza o viene influenzato dall'altro.
La cosa che più mi piace di questo luogo è che spessissimo leggo interventi dove invece di cercare conferme alle proprie tesi ci si pongono interrogativi tesi a mettere in dubbio le nostre certezze, senza per questo rinunciare al loro valore.
Mi sono spinto anche ad offrire altrove una spiegazione della divisione delle voci che qui proponete (Vocalisti-Declamatori-Coloristi) senza sapere se la mia tesi fosse in sintonia con il vostro pensiero ma sospinto dal desiderio di comunicare quel valore che questa vostra divisione contiene, cioè la necessità di interrogarsi su cosa stia avvenendo nel mondo della lirica e la necessità di iniziare un analisi di tutto ciò prescindendo dalle proprie opinioni in materia.
Sbaglierò ma queste ultime parole scritte racchiudono il motivo per cui sento gratitudine nei vostri confronti. Questo è il mio modo di agire nei confronti dei tanti aspetti della vita e, in questo caso, la lirica diventa uno di questi e sono felice di poterla trattare in tale modo. Mi annoia il discutere di essa attraverso l'esibizione delle proprie passioni che, seppur ben argomentate, sono sempre frutto di considerazioni influenzate dal gusto personale, che in quanto tale non è mai discutibile.
Non saprò mai spiegare perchè sia restato affascinato da Kraus tanto quanto restavo affascinato da quei cantanti che facevano della sregolatezza la loro dote principale, perchè fossi stregato da Blake tanto quanto venivo ammaliato da Bruson. Da un lato perfezione dall'altro mancanza di regole, due opposti che mi colpivano positivamente forse in virtù della mia personalità che poggia su tesi apparentemente incoerenti.
Infine vorrei chiarire che "la ispirazione" nasconde la vergogna verso la mia pigrizia e la mia sudditanza nei confronti di una mia peculiare caratteristica, il tendere a fare sempre quello che ho voglia di fare.

Roberto

P.S.
Il mio precedente intervento non era la risposta alle tue proposte discografiche. Non ho preclusioni di repertorio ed ascolto tutto sempre senza alcun pregiudizio. Di conseguenza cercherò di procurarmi quanto hai proposto.
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Re: Nella Parigi di Proust...

Messaggioda MatMarazzi » sab 31 lug 2010, 22:33

dottorcajus ha scritto:La cosa che più mi piace di questo luogo è che spessissimo leggo interventi dove invece di cercare conferme alle proprie tesi ci si pongono interrogativi tesi a mettere in dubbio le nostre certezze, senza per questo rinunciare al loro valore.


Caro Dottor Cajus...
Vedi che anche tu, come tutti noi, condividi il nostro spirito fenomenologico! :)
Anche tu, come noi, preferisci interrogarti che enunciare dogmi! :)
Questo è lo spirito dei nostri dibattiti!

Mi sono spinto anche ad offrire altrove una spiegazione della divisione delle voci che qui proponete (Vocalisti-Declamatori-Coloristi) senza sapere se la mia tesi fosse in sintonia con il vostro pensiero ma sospinto dal desiderio di comunicare quel valore che questa vostra divisione contiene, cioè la necessità di interrogarsi su cosa stia avvenendo nel mondo della lirica e la necessità di iniziare un analisi di tutto ciò prescindendo dalle proprie opinioni in materia.

Acc... non so che reazione tu abbia avuto, ma non è facile difendere posizioni non allineate...
Personalmente, ormai diversi anni fa, non ho esitato ad abbandonare un certo forum italiano che pure avevo visto nascere, quando mi sono accorto che il solo fatto di porsi delle domande era considerato un orribile difetto.

Non saprò mai spiegare perchè sia restato affascinato da Kraus tanto quanto restavo affascinato da quei cantanti che facevano della sregolatezza la loro dote principale, perchè fossi stregato da Blake tanto quanto venivo ammaliato da Bruson. Da un lato perfezione dall'altro mancanza di regole, due opposti che mi colpivano positivamente forse in virtù della mia personalità che poggia su tesi apparentemente incoerenti.


Eppure io non ci vedo alcuna incoerenza.
Il bello (in tutte le forme artistiche) si fonda sulla capacità dell'artista di mettere a frutto ciò di cui dispone per costruire qualcosa.
C'è chi perviene al bello assecondando le regole; che ci invece deve usare l'arma dell'eversione.
L'importante è che alla fine il risultato emozioni.
Io stesso idealizzo (in certi ruoli) la purezza formale di una Sutherland, in altri l'umanità rabbiosa di una Moedl. Nel momento in cui arrivano a costruire vere emozioni musical-teatrali - ognuna coi propri mezzi e la propria personalità - non le considero poi tanto diverse.

Salutoni e grazie del bellissimo messaggio.
Mat
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