Ancora e... sempre TURANDOT

opere, compositori, librettisti e il loro mondo

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Re: Ancora e... sempre TURANDOT

Messaggioda Maugham » mar 22 dic 2009, 18:03

Triboulet ha scritto: Quanto alla Crespin, non metto bocca, ne sai molto più di me.


Sbagli, il crespiniano per eccellenza è Mat. Ha scritto anche un bellismo pezzo su di lei. : Thumbup :

Quel che sapevo io è che fu lanciata nel tardo Wagner quando quei ruoli erano ancora territorio delle declamatrici tedesche. E' vero che fece Brunhilde con Karajan?


Sieglinde, Elsa, Senta ed Elizabeth le ha sempre avute in repertorio.
Ha fatto Brunnhilde solo con Karajan a Salisburgo e a New York. E solo quella light della Walkiria. Alla Brunnhilde del Crepuscolo non credo abbia mai pensato.
La sua scrittura in Kundry fu davvero una "sperimentazione", perchè "tradizionalmente" questo ruolo veniva letto soprattutto in chiave ambigua e luciferina, con colori pre-espressionisti.Tra l'altro era la prima volta in cui lei cantava Wagner in lingua e si sottopose a un training sfiancante.
Doveva essere la Kundry di Solti nella registrazione Decca.

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Re: Ancora e... sempre TURANDOT

Messaggioda FRITZ KOBUS » mar 09 mar 2010, 23:19

Come far ascoltare l'opera ai bambini? Faccio il maestro elementare e cerco disperatamente, oltre che insegnare un po' di storia della musica e quelle due o tre cose tecniche minime con lo strumentario didattico, di sensibilizzare i bambini ad un ascolto sensato. Sensato, inmmaginerete, significa ascolto attento, pronto a cogliere, in ciò che viene sentito, almeno una parte di quanto il compositore ha voluto o cercato di dire attraverso la sua composizione perché, se la musica ha una significato, in qualche modo andrà pur colto. Non lo si coglie con un ascolto distratto e tantomeno mettendo qualsiasi tipo di musica come "sottofondo", sistemi utilizzati per rapportarsi alla musica con cui sono correntemente a contatto non solo loro ma un po' tutti. Quindi ai bambini bisogna mostrare come "dentro" alla musica ci sia qualcosa che si può recepire come un, appunto, discorso, rivolto a noi perché ci possiamo emozionare, perché possiamo rifletterci su, perché ci faccia lezione, perché ci renda diversi da come siamo, perché attraverso di esso acquisiamo una diversa capacità di lettura delle cose o, semplicemente perché ci impressiona, o ci fa piangere. Con la musica strumentale è meno difficile: esperienze di ascolto di sicuro successo come il Sint Saens de la Danza macabra o del Carnival danno soddisfazione ai bambini (che le mimano e sono contenti) e agli insegnanti. Ma con l'opera come si fa? Pur desiderando con tutto me stesso di potermi svegliare un giorno e scoprire che la festa di Halloween non inquina più le lande mediterranee, ho sfruttato il 30 ottobre per far ascolatre ai miei alunni il coro delle streghe del Macbeth: un successone. Il desiderio era quello di passare ad un'opera intera. Meno facile di quanto possa sembrare è accostarli al teatro in musica attraverso l'opera buffa o la farsa. Complicato per loro seguire le trame ma anche comprendere le relazioni tra i personaggi. Turandot invece funziona benissimo. Se le implicazioni sulla sensualità come forza primigenia che scioglie il gelo del mondo esulano dall'orizzonte cognitivo dei bambini, essi sono mostruosamente attratti dall'aspetto fiabesco che caratterizza l'opera, dal mistero degli enigmi, dalle figure magiche e simbolicamente ricchissime di Calaf e della principessa di gelo. Inoltre, e per loro è una sorpresa, la musica li esalta; i ritmi e le sonorità barbariche, i languori notturni, l'evocazione di distanze incommensurabili, gli elementi soprannaturali, fanno di quest'opera un concentrato di sorprese. In ultimo c'è il "Nessun dorma" che loro conoscono come "la canzone di Pavarotti" e che immette in questa esperienza d'ascolto un elemento di quotidianità altrimenti inesistente. Risulta infatti difficilissimo che in qualche famiglia ci sia qualcuno che ogni tanto ascolta un po' d'opera e il pericolo di pasare per quello che li fa ascoltare roba strana e sconosciuta è sempre presente. La "canzone di Pavarotti" limita questo pericolo. Turandot ha anche una comunicativa di tipo "didattico" soroprendente.
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Re: Ancora e... sempre TURANDOT

Messaggioda pbagnoli » ven 12 mar 2010, 18:46

Matteo ha fatto qualche corso d'introduzione all'opera per i bambini e per i...dummies!
Spero che legga questo thread e che ti racconti le sue esperienze su questo tema!
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Re: Ancora e... sempre TURANDOT

Messaggioda FRITZ KOBUS » ven 12 mar 2010, 19:08

pbagnoli ha scritto:Matteo ha fatto qualche corso d'introduzione all'opera per i bambini e per i...dummies!
Spero che legga questo thread e che ti racconti le sue esperienze su questo tema!


Grazie signor "pisano in percentuale significativa". Lo spero anch'io.
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Re: Ancora e... sempre TURANDOT

Messaggioda MatMarazzi » sab 13 mar 2010, 0:37

FRITZ KOBUS ha scritto:
pbagnoli ha scritto:Matteo ha fatto qualche corso d'introduzione all'opera per i bambini e per i...dummies!
Spero che legga questo thread e che ti racconti le sue esperienze su questo tema!


Grazie signor "pisano in percentuale significativa". Lo spero anch'io.


E' vero.
Ho fatto un corso per bambini (7-8 anni) su Turandot. E' stato da un lato deludente, dall'altro esaltante.
Deludente perché i bambini (non so se solo quelli di oggi) sono risultati refrattari ad andare oltre la "fabula", la storiella, le situazioni fiabesche.
In compenso la sorpresa è venuta dal fronte musicale.

Anche Turandot (sia pure non con la compelssità delle opere di Wagner) si fonda sui temi conduttori.
La facilità che hanno i bambini di memorizzare i temi e riconoscerli mi ha fatto impallidire.
Quando al terzo atto (ossia alla sesta lezione) hanno riconosciuto un tema secondario che Puccini aveva usato solo un'altra volta in tutta l'opera ossia all'inizio del primo atto (prima lezione, ascoltata sei settimane prima) sono trasecolato.
Ho grande esperienza di temi conduttori, perché col mio club abbiamo curato corsi sui Leitmotiv di Lohengrin, Tristano e persino quelli della Tetralogia: quindi conosco bene l'immane fatica che fanno gli adulti (anche musicisti) a memorizzarli.
Per i bambini è una cosa facilissima!

Mi sono talmente eccitato che avevo quasi deciso di partire, l'anno dopo, con la Donna senz'Ombra, anche se in tedesco, lavorando solo sui temi.
Poi è saltato tutto...

Salutoni,
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Re: Ancora e... sempre TURANDOT

Messaggioda pbagnoli » sab 13 mar 2010, 0:47

Dovresti raccontare anche di quello che hai fatto per gli allievi ufficiali!
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Re: Ancora e... sempre TURANDOT

Messaggioda VGobbi » sab 13 mar 2010, 14:06

pbagnoli ha scritto:Dovresti raccontare anche di quello che hai fatto per gli allievi ufficiali!

Racconta, racconta ... Non puoi piu' tirarti indietro!
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Ancora e... sempre TURANDOT

Messaggioda FRITZ KOBUS » dom 14 mar 2010, 0:25

Ho fatto un corso per bambini (7-8 anni) su Turandot. E' stato da un lato deludente, dall'altro esaltante.
Deludente perché i bambini (non so se solo quelli di oggi) sono risultati refrattari ad andare oltre la "fabula", la storiella, le situazioni fiabesche.


Da cosa vuoi che siano attratti i bambini a quell'età? In primo luogo da quanto colpisce il loro immaginario: personaggi e vicenda; il fiabesco, se ben presentato, ha un sicuro successo e si porta dietro il successo della musica e dell'espressività del canto. Non vorrai mica che ci forniscano una lettura strutturalista dell'opera. Ho lavorato su Turandot in una quinta classe. I bambini di dieci anni dovevano essere preparati ad ascoltare qualcosa di cui avevano una limitatissima esperienza (fatta solo a scuola) per un tempo a cui non sosno abituati. La storia li ha colpiti moltissimo: la meravigliosa bellezza della principessa Turandot ha giocato un fascino irresistibile sulle bambine, l'eroismo di Calaf sui maschietti, l'ambientazione esotica che cala tutto in una cornice misteriosa esaltata dalla centralità dgli enigmi... gli ingredienti, ben amalgamati, ci sono tutti e la musica è stata recepita perfettamente sul piano emozionale. Un lavoro più tecnico è possibile ed auspicabile anche, ma senza correre il rischio di soffocare nemmeno un pochino l'elemento emotivo che è l'unico a poterci, in definitiva, incatenare alla musica.
Cosa è successo con gli ufficiali (i dummies indicati da Bagnoli)?
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Re: Ancora e... sempre TURANDOT

Messaggioda pbagnoli » dom 14 mar 2010, 13:25

Vacante è un posto d'uffizial nel reggimento mio
io scelgo voi
Partite tosto, addio!

Il nostro Matteo, alfiere della liricizzazione degli ambienti più impensabili, ha spopolato anche all'Accademia di Modena.
Lascerei raccontare a lui, se volesse...
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Re: Ancora e... sempre TURANDOT

Messaggioda Luca » sab 17 apr 2010, 15:03

Avete letto, amici, il cast della prossima Turandot in Arena il 18 giugno p.v. con la regia di Zeffirelli?
Turandot: Casolla / Calaf: Berti: / Liù: Cedolins // Direttore Carella.

Mah...
Lascio a voi i commenti nel bene e nel male!

Saluti Luca.
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Re: Ancora e... sempre TURANDOT

Messaggioda pbagnoli » sab 17 apr 2010, 15:40

Perché, ci sarebbe anche un bene?
Una roba più nazional-popolare di questa mi sembra impossibile da trovare; già che ci siamo, tanto valeva mettere anche Pippo Baudo a fare le presentazioni del cast.
La Casolla mi sembra una Turandot decisamente invecchiata.
Berti ha ormai trovato la sua vera dimensione: tenore da Arena.
Sulla Cedolins ho ormai smesso di pronunciarmi da tempo.
Zeffirelli approfitterà del Barnum dell'Arena per tirar fuori qualche nano e ballerina in più rispetto a quelli che già c'erano nelle altre sue produzioni della stessa opera. Il video del Met è tremendo!
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Re: Ancora e... sempre TURANDOT

Messaggioda Maugham » dom 18 apr 2010, 13:47

pbagnoli ha scritto: Il video del Met è tremendo!


Insomma...insomma...
io non amo particolarmente Francone, ma devo ammettere che quella Turandot (da me vista dal vivo alla Scala) faceva la sua figura.
Ovviamente bisognava accettare una visione esclusivamente favolistica del titolo.
Voglio dire, una volta che si stava al gioco...il gioco era davvero ben fatto e sbalorditivo.
Niente a che vedere con la stasi trionfale delle sue recenti Aide e Carmen.
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Re: Ancora e... sempre TURANDOT

Messaggioda pbagnoli » mar 20 apr 2010, 15:26

Alla Scala la vidi anch'io: era spettacolo assai più intimo e raccolto, e poi c'era la Dimitrova che io scoprivo per la prima volta.
Al Met, lo stesso spettacolo è diventato un Barnum ipertrofica: paillettes, figuranti, majorettes, non manca nulla! E così, viene a mancare anche la poesia che c'era, per esempio, nel primo atto a Milano quando dal nulla spunta il palazzo di Turandot. Sì, c'è anche a New York, ma lì è puro kitsch
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Re: Ancora e... sempre TURANDOT

Messaggioda Tucidide » mar 20 apr 2010, 17:39

Maugham ha scritto:io non amo particolarmente Francone, ma devo ammettere che quella Turandot (da me vista dal vivo alla Scala) faceva la sua figura.
Ovviamente bisognava accettare una visione esclusivamente favolistica del titolo.
Voglio dire, una volta che si stava al gioco...il gioco era davvero ben fatto e sbalorditivo.

Sono d'accordo! Quella Turandot a me piace moltissimo.
D'altronde, Napoleone diceva che dal sublime al ridicolo c'è solo un passo (citazione di una citazione di Celletti : Nar : ) e Zeffirelli sta sempre sul crinale. Alcune volte cade di là, altre resta in equilibrio.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Ancora e... sempre TURANDOT

Messaggioda Luca » mar 20 apr 2010, 18:17

Concordo con Pietro circa la diversità dei due allestimenti della Turandot zeffirelliana: il primo, alla Scala, era migliore, mentre il secondo, a mio avviso, si doveva un pò adeguare a certo kitsch statunitense e lo ha fatto con tutti i rischi del caso. La popolarità di Zeffirelli al MET è indiscutibile e perciò il regista fiorentino ha messo in pratica l'adagio "melius abundare quam deficiere. Quanto ai cast, avendo entrambi i video, dirò: Dimitrova e Marton si equivalevano nel dare di Turandot una vecchia immagine di vendicatrice all'ultimo acuto (pensiamo che la Dimitrova aveva studiato il personaggio con la Cigna...il che dice tutto). La Marton, a mio avviso, però prevale per essere meno monolitica (nota: le ho udite dal vivo tutte e due). Calaf non mi è mai parso adatto a Domingo, alla Scala però mascherava meglio che a NY le mende vocali (la 'miagolata' nell'unisono con la Marton "Gli enigmi sono tre..." è evidente!); la Ricciarelli alla Scala era la fragile e risaputa Liù, mentre la Mitchell era una sorta di Price aggiornata, ma non so con quanto profitto. Fra Maazel e Levine, preferisco il secondo....
Bisognerebbe vedere cosa Franco escogita a Verona avendo a disposizione lo spazio che sappiamo.... Forse, come dice Pietro, anche lì metterà in pratica il detto latino riportato sopra!

Salutoni, fra una tesina e un'altra da sistemare...
Luca.
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