Ma Falstaff deve far ridere?

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Ma Falstaff deve far ridere?

Messaggioda VGobbi » dom 13 mag 2007, 22:27

DA ALTRO THREAD

MatMarazzi ha scritto:Mi ricordo che abbiamo ascoltato un secondo atto del Falstaff che ci aveva fatto sbellicare...
Tu lo ricordi? Chi era il cantante?
Era Stabile?


Per quale motivo vi siete sbellicati?
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Re: Il Falstaff di Verdi/Boito: l'opera dell'ingiuria melodi

Messaggioda MatMarazzi » lun 14 mag 2007, 10:19

VGobbi ha scritto:
MatMarazzi ha scritto:Mi ricordo che ce n'era uno che ci aveva fatto sbellicare...
Tu lo ricordi? Chi era il cantante?
Era Stabile?

Per quale motivo vi siete sbellicati?


Ti è mai successo, Vittorio, di ricordare l'effetto di qualcosa e non la causa?
A me succede spesso.
In quel caso ricordo che sentimmo un Falstaff assolutamente esilarante (intendo l'interprete). Credo che fosse la scena con Ford, diretta da Toscanini e con Stabile, ma non sono sicuro.

Devo dire che, mentre io sono un fanatico delle opere tragiche ed enfatiche, il nostro Gaetano è un cultore finissimo di opere divertenti.
Non solo te le fa scoprire, ma ti ci fa anche sbellicare sopra!

:-)

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Messaggioda VGobbi » lun 14 mag 2007, 18:21

Ed il Falstaff di Gobbi ti fa sbellicare?
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Messaggioda MatMarazzi » mar 15 mag 2007, 8:07

VGobbi ha scritto:Ed il Falstaff di Gobbi ti fa sbellicare?


:(

A te pare che abbia senso dell'umorismo? Tu hai mai riso con le sue trovate? :(
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Messaggioda pbagnoli » mar 15 mag 2007, 18:30

Ma Falstaff deve veramente far ridere?
Adesso dico questo non per spezzare una lancia a favore di Gobbi, ma mi viene in mente una frase di Giulini che era riportata nel booklet dei dischi della DGG. Diceva più o meno questo: "Ricordo un Falstaff che feci con Sir Geraint Evans. Non era affatto buffo. Lavorammo su questo".
Falstaff non è buffo: sono le situazioni in cui si trova, ad esserlo (buffe).
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Falstaff

Messaggioda Luca » mar 15 mag 2007, 18:43

Ma Falstaff - non è la scoperta dell'America quello che sto per dire - è una COMMEDIA LIRICA non una farsa. La commedia come genere letterario ha sempre un insegnamento (la cossidetta morale) che non è affatto burlesca. Inoltre il protagonista è un anti-eroe e questo ha il suo peso, come lo era stato qualche anno prima Don Pasquale e come in fondo lo sarà anche Gianni Schicchi (nonostante la burla riuscita a vantaggio della figliola, ma quanta amarezza nel commiato finale !). Sotto il rivestimento 'leggero' tutti i tre questi personaggi sono dei 'perdenti' e vi pare che un perdente possa far ridere come un clown ?

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Re: Falstaff

Messaggioda VGobbi » mer 16 mag 2007, 23:37

pbagnoli ha scritto:Ma Falstaff deve veramente far ridere?

Luca ha scritto:Ma Falstaff - non è la scoperta dell'America quello che sto per dire - è una COMMEDIA LIRICA non una farsa. La commedia come genere letterario ha sempre un insegnamento (la cossidetta morale) che non è affatto burlesca.

Credo che queste frasi rispettano in pieno il mio pensiero su Falstaff. Ecco di conseguenza le mie perplessita' sui motivi che un Falstaff potesse far sbellicare dalle risa, come se fosse un'opera buffa in stile rossiniano.
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Re: Falstaff

Messaggioda MatMarazzi » mer 23 mag 2007, 12:14

VGobbi ha scritto:Ecco di conseguenza le mie perplessita' sui motivi che un Falstaff potesse far sbellicare dalle risa, come se fosse un'opera buffa in stile rossiniano.


Io sarei molto più perplesso su un interprete di Falstaff che non riuscisse a far ridere nemmeno nella scena con Ford (perché citavo quella) che è una delle più divertenti e irresistibili di tutta la storia dell'opera.

Anzi, ti dirò: se mi trovassi di fronte a un baritono così spocchioso e arrogante da assumere toni tragici e pose sofferte persino dicendo "gli sparo una girandola di botte sulle corna" o "vado a farmi bello" (perché si sa... Falstaff è un povero diseredato, incompreso, schiacciato dalla meschinità borghese, bla.. bla.. bla...), allora non riderei davvero!
Piangerei! :(

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Messaggioda gustav » ven 08 feb 2008, 20:13

pbagnoli ha scritto:Ma Falstaff deve veramente far ridere?
Adesso dico questo non per spezzare una lancia a favore di Gobbi, ma mi viene in mente una frase di Giulini che era riportata nel booklet dei dischi della DGG. Diceva più o meno questo: "Ricordo un Falstaff che feci con Sir Geraint Evans. Non era affatto buffo. Lavorammo su questo".
Falstaff non è buffo: sono le situazioni in cui si trova, ad esserlo (buffe).



Condivido in pieno...Certo per alcune situazioni si ride, per forza, ma poi non siamo di fronte ad una comicità fine a se stessa!
Che c'è poi nella baldanza di Falstaff? e non sono solo io a dirlo...C'è il Ttovatore, Rigoletto, Traviata..."
Vi riporto un testo che sto leggendo su questo:
"In quest'addome c'è un migliaio di li ngue che annunciano il mio nome : Falstaff. Ciò è la metfora del teatro verdiano che sembrava ormai superato. "Tutto declina " dice Falstaff: "Mondo ladro!"...
Invece del Simon Boccanegra del tribunale dell'inquisizione ecc. qui abbiamo i figuri loschi della taverna della Giarretttiera!
Il riso qui è PER FORZA AMARO, per forza esso deve far riflettere...

"Un intero patrimonio di idee, su cui si fondava il teatro verdiano e sul quale si erano educate intere, viene rimesso in discuzìssione, trasformato in burla" scrisse Giuseppe Barigazzi...
E questo riesumare, deridere per capire, rilfettere su principi valori ecc. che si credevano intangibili non è di una modernità pungente?
Il ridere qui non è un pretesto: è pura disillusione

Per tutti questi motivi Falstaff mi ha sempre ricordato vagamente il vecchio padre birbante dei fratelli Kramazov di Dostoievskij...Anche lui non era un intrallazzatore un pò pagliaccio, ma che alla fine la sapeva più lunga di tutti?
Mi pare anche che ad un certo punto dicesse qualcosa del genere: "io faccio il buffone e voi mi deridete, ma alla fine sono io che rido di tutto, anche di voi!".
Più Falstaff di così!. :?:
«Fortunato l’uom che prende / ogni cosa pel buon verso, / e tra i casi e le vicende / da ragion guidar si fa»
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Messaggioda MatMarazzi » sab 09 feb 2008, 12:46

gustav ha scritto:Condivido in pieno...Certo per alcune situazioni si ride, per forza, ma poi non siamo di fronte ad una comicità fine a se stessa!


Caro Giustav,
tutto quello che scrivi è bello e condivisibile.
Ma io continuo a chiedermi... perché in Italia dobbiamo sempre "giustificare" la comicità?
Perché continuiamo a vedere come contrapposti il mondo della risata e quello delle cose "serie"?
Tu dici che quella di Falstaff non è una comicità "fine a sè stessa".
E' vero...
Ma non diresti mai che quella di Traviata è una "tragicità fine a sè stessa".
Non sentiresti il bisogno di fare i distinguo...

Ora, io trovo che comico e tragico siano cose ugualmente serie.
E che i contenuti possano essere altrettanto profondi o altrettanto superficiali sia che si pianga, sia che si rida.
E tuttavia (era questa la mia tesi) Verdi col Falstaff aveva scelto la strada della risata, e proprio per questo SE NON SI RIDE allora Verdi ha fallito l'obbiettivo, quale che sia la profondità della sua opera.

Ecco perchè mi sono ribellato alla domanda posta da Vit "ma si deve veramente ridere al Falstaff?".
Certo che si deve ridere, perché è una commedia.
Se non si ride è una commedia fallimentare (anche se i contenuti hanno una profondità straordinaria).

Non so se sono riuscito a chiarire il mio pensiero.

Un salutone
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Messaggioda Maugham » sab 09 feb 2008, 12:55

gustav ha scritto:[Per tutti questi motivi Falstaff mi ha sempre ricordato vagamente il vecchio padre birbante dei fratelli Kramazov di Dostoievskij...Anche lui non era un intrallazzatore un pò pagliaccio, ma che alla fine la sapeva più lunga di tutti?
Mi pare anche che ad un certo punto dicesse qualcosa del genere: "io faccio il buffone e voi mi deridete, ma alla fine sono io che rido di tutto, anche di voi!".
Più Falstaff di così!. :?:


Paragone invero ardito! :shock:
prendendo ancora per buona l'interpretazione cattolico-positivista dei Karamazov si può dire semplificando che Dostoevsky miri a dimostrare l'esistenza di Dio attraverso la sua negazione.
Ebbene, Fjodor Karamazov è proprio il primo esempio che troviamo nel romanzo di questa negazione . Non solo per quello che fa (bagordi, gozzoviglie, intrighi), nè per quello che è (laido, meschino, sensuale in maniera malsana, avido, sprezzante di qualsiasi etica), bensì per la ricaduta che la sua figura ha sui figli e su tutti quelli che lo circondano. Diciamo che la sua presenza malsana e agghiacciante intride tutto il romanzo e solo avendo in mente il suo profilo possiamo capire i comportamenti di tutti. Vederlo solo come un pupazzone furbo che poi la sa più lunga di tutti mi sembra riduttivo.
Perfino a Smerdjiakov Dostojevsky concede un appiglio di giustificazione. Al vecchio Karamazov no, assolutamente.
Come si può paragonare quindi questo nero abisso dell'anima, che usa i modi da pagliaccio e le buffonate unicamente come copertura per una bassezza morale senza limiti, al nostro caro Sir John?
Che può essere tutto, ma malsano, perfido e, soprattutto, laido, non lo è mai.

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Messaggioda dottorcajus » lun 11 feb 2008, 1:19

Posso confermare lo straordinario Falstaff di Mariano Stabile attraverso il racconto di un anziano signore che ha avuto modo di vederlo in teatro. Era una recita, credo a Firenze, in cui si ammalò improvvisamente il baritono scritturato per l'occasione. Il pubblico fu avvertito che lo spettacolo sarebbe stato rimandato a più tardi in attesa dell'arrivo del sostituto. Arrivò Stabile, ormai ritiratosi o prossimo al ritiro, anziano. Si dall'ingresso fu, sempre secondo il racconto del mio anziano amico, strepitoso.
Lui mi ricorda spesso "L'onore, ladri" come un momento particolarmente bello e riuscito.
Roberto
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Messaggioda teo.emme » lun 11 feb 2008, 14:42

Se Falstaff deve far ridere? Beh..dipende. Falstaff è opera ambigua, a mezza via tra dramma e commedia, e qui risiede il suo fascino. E la sua difficoltà. Non deve far ridere, se per ridere si intende sbracare, caricando la parte con lazzi e vezzi di pessimo gusto, di parlati, di versi, di falsettini, di vocioni, di gestualità sovrabbondante. Sarebbe un Falstaff terribile, ridotto a farsa volgare (e purtroppo il 90 % delle esecuzioni, anche con cast "di lusso", non si allontana da questi stereotipi). Del resto pure un Falstaff serioso, noioso, drammatico, sarebbe un'insopportabile forzatura. Credo che un Falstaff ideale dovrebbe far sorridere lasciando che la malinconia di fondo si intrecci con naturalezza alla commedia, senza forzare un aspetto o l'altro, senza caricare, senza aggiungere. Che davvero non ce n'è bisogno, è tutto già lì pronto nella musica di Verdi e nel libretto di Boito. A me pare che solo Bruson/Giulini abbiano colto pienamente questa dimensione.
teo.emme
 

Messaggioda VGobbi » lun 11 feb 2008, 21:09

Pero' teo.emme, obiettivamente, il Falstaff di Bruson non fa neanche sorridere. Troppo serioso, troppo malinconico, un personaggio che poco rispecchia l'animo verdiano. Un Bruson vocalmente impeccabile quanto poco credibile psicologicamente.
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Messaggioda teo.emme » lun 11 feb 2008, 21:16

VGobbi ha scritto:Pero' teo.emme, obiettivamente, il Falstaff di Bruson non fa neanche sorridere. Troppo serioso, troppo malinconico, un personaggio che poco rispecchia l'animo verdiano. Un Bruson vocalmente impeccabile quanto poco credibile psicologicamente.


Sarà che ho in mente la versione video... A me quel Falstaff non appare affatto serioso. Anzi, lo trovo una commedia perfetta, con un retrogusto di amarezza e malinconia, che però sono già sottesi alla musica verdiana. Insomma davvero non saprei trovare di meglio...
teo.emme
 

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