Idomeneo di Mozart: la figura d'Elettra

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Re: Idomeneo di Mozart: la figura d'Elettra

Messaggioda DottorMalatesta » gio 06 mar 2014, 13:18

Caro Vittorio,
tu m´inviti a danza! 8)
Ti rispondo più che volentieri precisando tuttavia che nella vita faccio il neurologo (excusatio non petita accusatio manifesta?? :mrgreen: ), e che quindi potrei scrivere delle inesattezze.
Per “sintomo somatico da conversione” si intende la presenza di un sintomo (ossia di un disturbo riportato dal paziente ma non dimostrabile oggettivamente, ad esempio disturbi della sensibilitá tipo formicolio ad un braccio) o di un segno clinico (cioè di un disturbo clinicamente ed oggettivamente evidenziabile: ad esempio un disturbo nella forza di un braccio con impossibilità a sollevarlo) o di entrambi, che non sono l´espressione di una lesione corporea, ma piuttosto una reazione del corpo ad un disagio interno.
Per parlare di “disturbo di conversione” è´ tuttavia necessario 1. dimostrare una relazione causa-effetto tra la sofferenza emotiva del soggetto e il disturbo clinico; 2. dimostrare la valenza “simbolica” del disturbo clinico.
Provo a spiegarmi con un esempio (se non ricordo male uno dei primi casi descritti da Freud o dal suo maestro Charcot). È il caso di un uomo che presentava una paralisi (funzionale, cioè non conseguente ad alcun danno neurologico dimostrabile) del braccio destro. Grazie all´ipnosi Freud (o Charcot, non ricordo) riuscì a far emergere alla coscienza del soggetto l´evento traumatico – sepolto nell´incoscio del paziente – che aveva indotto la comparsa di quel tipo di disturbo clinico: da ragazzo, nel corso di un alterco con il padre, il paziente lo aveva ferito leggermente con un coltello. Il paziente aveva poi rimosso (“de-vertere” da cui “di-versione”, rimozione) l´evento traumatico dal suo stato cosciente (che infatti in condizioni di veglia non ricordava, ma aveva richiesto l´utilizzo dell´ipnosi per riaffiorare). Tuttavia questo evento traumatico era talmente forte (un atto di violenza contro la figura paterna!), talmente energico (come una pentola a pressione senza valvola di sicurezza), che sebbene rimosso dallo stato cosciente, aveva utilizzato il linguaggio del corpo per la sua espressione (con-vertere, da cui “con-versione). Di qui la comparsa della paralisi funzionale al braccio destro (quello con cui aveva impugnato l´arma). Paralisi “simbolica”, punizione inflitta dalla figura paterna (internalizzata e radicata nella psiche del soggetto a formare il cosiddetto “Super-Ego”) contro un gesto impulsivo commesso dall´”es” del figlio e con potenzialitá distruttive (la violenza contro il padre, quando reale e non solo “simbolica” – come nel transitorio complesso edipico – è un atteggiamento condannato da tutte le forme di societá; costituisce una forma di tabù, come e al pari dell´incesto, perché mina la sopravvivenza della specie e della società stessa).
La moderna psichiatria ha rivisto moltissimo di queste concezioni, che però mantengono il loro indubbio fascino.
Circa la corrispondenza strettissima tra la vicenda di Lucia di Lammermoor (soprattutto la scena della follia) e i quattro stadi dell'isteria descritti da Charcot decenni dopo, ti consiglierei di recuperare l'interessantissimo saggio: The origins of Lucia di Lammermoor’s cadenza di R.M. Pugliese pubblicato in Cambridge Opera Journal, 2004; 16, 1, 23–42. (se ti interessa contattami con messaggio privato).
Ciao!
DM

P.S.: un film che rappresenta in modo quasi didascalico (forse troppo) questi strani disturbi è il celebre “Io ti salverò” (quello con la scena del sogno realizzata da Salvador Dalì) di Hitchcock. Film tuttora godibilissimo e sorta di "bignami" per appassionati di psicanalisi freudiana.
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Re: Idomeneo di Mozart: la figura d'Elettra

Messaggioda Freniano » gio 06 mar 2014, 13:57

DottorMalatesta ha scritto:Circa la corrispondenza strettissima tra la vicenda di Lucia di Lammermoor (soprattutto la scena della follia) e i quattro stadi dell'isteria descritti da Charcot decenni dopo, ti consiglierei di recuperare l'interessantissimo saggio: The origins of Lucia di Lammermoor’s cadenza di R.M. Pugliese pubblicato in Cambridge Opera Journal, 2004; 16, 1, 23–42. (se ti interessa contattami con messaggio privato).


Come nota personale, aggiungo che il bel saggio che citi (leggibile anche in italiano qui: http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=& ... GQ&cad=rja) è un sunto della tesi di laurea della mia amica Romana, compagna nel corso di drammaturgia musicale del grandissimo professor Emilio Sala, che verteva proprio sulle "pazzie" del melodramma romantico, da Dalayrac (la cui Nina è la prima pazza per amore della storia dell'opera) in poi. Da leggere consiglio anche il bellissimo saggio SIEGHART DÖHRING, Die Wahnsinnsszene, in Die «Couleur locale» in der Oper des 19. Jahrhunderts, che all'epoca avevo tradotto.
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Re: Idomeneo di Mozart: la figura d'Elettra

Messaggioda DottorMalatesta » gio 06 mar 2014, 15:49

vittoriomascherpa ha scritto: Ossia, può essere visto come «reazione del corpo ad un disagio interno»?


Questo sí, ma non basta.
Io una valenza "simbolica" in quel riso non ce la vedo. Ma bisognerebbe scomodare Freud o Charcot oltre, naturalmente, alla stessa Elettra (e a Mozart). Non dispongo di tavoletta ouija. Ma se qualcuno ne ha una, potremmo organizzare una seduta spiritica! :mrgreen: 8)

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Re: Idomeneo di Mozart: la figura d'Elettra

Messaggioda DottorMalatesta » gio 06 mar 2014, 17:08

vittoriomascherpa ha scritto:
DottorMalatesta ha scritto:...una valenza "simbolica"...

Se sto diventando noioso, dimmelo chiaro e lascio perdere. Immagino che dare una definizione astratta di «valenza "simbolica"» sia notevolmente arduo, ma forse potresti portarmene un altro esempio, a integrazione di quello della paralisi del feritore del padre.


Per valenza simbolica (dal greco sym-ballo, che significa "mettere insieme", unire) si intende un legame tra un sintomo e un evento traumatico nella psiche verificatosi nel passato.

Mi permetto di segnalarti il caso classico di Anna O., studiata da Freud e Breuer (altro grande luminare della neuropsichiatria ottocentesca).

Su wikipedia trovi una buona descrizione del caso.

http://it.wikipedia.org/wiki/Anna_O.

Da wikipedia ti riporto due brevi paragrafi che possono fungere da esempio:

Breuer scoprì che quando la paziente in ipnosi dava sfogo verbale ai pensieri che riguardavano il periodo d'incubazione della malattia, certi sintomi scomparivano. Ad esempio dal rifiuto di Anna nel bere un bicchiere d'acqua malgrado il caldo e il bisogno di bere, dedusse che per lei era impossibile: sollevava il bicchiere e lo avvicinava alle labbra ma subito lo respingeva. Durante l'ipnosi Anna riferì di avere visto una volta il cagnolino della sua dama di compagnia bere da un bicchiere ma non aveva parlato con nessuno dell'accaduto per evitare di essere scortese. Dopo che la causa del disturbo fu così espressa il fenomeno non ricomparve più. Si poté così dedurre per la prima volta che i disturbi isterici hanno causa nelle passate esperienze del paziente.

In ragione della “passione di transfert” si stava creando fra Anna e Breuer uno stretto legame che provocava problemi alla vita matrimoniale del medico; nell'impossibilità di tollerare la situazione e non essendo possibile a quel tempo una spiegazione scientifica egli decise di non occuparsi più del caso. Subito dopo tale decisione ella ebbe un episodio di “parto isterico”, che doveva essere apparentemente il frutto di un rapporto immaginario con Breuer ma nel quale si metteva in scena il desiderio inconscio di avere un figlio da un rapporto incestuoso col padre. Breuer praticando l’ipnosi ottenne che tale manifestazione terminasse ma, spaventato dalla reazione emotiva della paziente, la abbandonò e partì con la moglie per una seconda luna di miele. :mrgreen: 8)


Ti ho già segnalato il film "Io ti salverò" di Hitchcock:



E comunque forse la più bella e divertente introduzione alla figura di Freud e alla psicanalisi la si trova nel bel libretto (a fumetti!) realizzato da Richar Appignanesi e Oscar Zarate intitolato "Freud" e pubblicato dalla Feltrinelli. 8)

DM

P.S.: discussione un po´ OT ma carina!
8)
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Re: Idomeneo di Mozart: la figura d'Elettra

Messaggioda DottorMalatesta » gio 06 mar 2014, 18:03

vittoriomascherpa ha scritto:Però, se ho ben capito, c'è anche il problema che una risata non potrebbe essere considerata un sintomo, poiché è «oggettivamente evidenziabile»; quindi sarebbe, semmai, un segno clinico.


In realtà, nella vita di tutti i giorni, sintomo e segno sono termini quasi interscambiabili (colpa degli anglosassoni, per cui tutto è "symptom", e - come forse sai - la letteratura medica è dominata dall´inglese).

(La conversazione non la direi troppo OT (anche se non sta a me valutarlo), perché ho aperto il thread espressamente per parlare di questo strano personaggio senz'interferire in altri discorsi.)


Sì, certo. Solo non capita di leggere tutti i giorni, in un forum dedicato all´opera lirica, letture o interpretazioni di carattere psicanalitico. Forse perchè, direbbe Mattioli, sui fora operistici scrivono più matti da legare che non i medici che li dovrebbero curare... :mrgreen:
E tuttavia la "psicopatologia della vita operistica" penso avrebbe affascinato il buon vecchio Freud... : Sig :

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Re: Idomeneo di Mozart: la figura d'Elettra

Messaggioda DottorMalatesta » gio 06 mar 2014, 18:11

vittoriomascherpa ha scritto:
DottorMalatesta ha scritto:...la letteratura medica è dominata dall´inglese

C'è qualche letteratura "tecnica" che oggi non lo sia? Forse nemmeno piú quella musicologica...


In effetti, morto Dahlhaus, le cose più interessanti in ambito musicologico le ho lette in inglese...

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