Orfeo antiquato?

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Re: Orfeo antiquato?

Messaggioda MatMarazzi » ven 23 dic 2011, 10:08

Caro Rodrigo,
direi che l'inserimento in questo discorso del movimento Ceciliano mi chiarisce moltissime cose.
Anzi direi che proprio questo movimento mi spiega come mai in Italia, e proprio nel pieno della fiammata tardo romantica e realista, si sia fatto largo questo eccezionale interesse per la musica antica: c'era dietro anche un fermento spirituale, un bisogno di ripulire la liturgia musicale dalle incrostazioni operistiche.
E quale modo migliore per farlo che recuperare l'antica e gloriosa polifonia italiana?
Poi successivamente questo bisogno di "antico" (che soprattutto è un rifiuto del "moderno"... un po' come è stato per la filologia barocca nell'età della contestazione) si è come "laicizzato" con la generazione dell'80 - lo stesso accadeva col recupero della Commedia dell'Arte in prosa - ma mi sembra estremamente plausibile e anzi affascinante l'idea che alla fine dell'Ottocento tutto sia partito dallo spirito del riformismo cattolico del Tebaldini e dei Ceciliani.

Ne approfitto per chiederti una cosa in merito alle informazioni (incredibili) che hai postato.

Rodrigo ha scritto:• 1912, all’Accademia di S. Cecilia a Roma, esegue la Rappresentazione d’Anima e Corpo di E. de’ Cavalieri e L’incoronazione di Poppea di C. Monteverdi.


Ciò detto si spiega invece perfettamente perché sarà un grandissimo esperto di vita teatrale come Illica a proporgli di realizzare una versione scenica della rappresentazione di Anima e Corpo.


Non ho capito bene...
Quella rappresentazione di Anima e Corpo fu in forma scenica (o semiscenica)?
Oppure si tratta solo di una proposta di Illica mai realizzata?

C’è da chiedersi se queste scelte (esecuzioni di “passi scelti” (arie ovviamente), utilizzo come sede di luoghi diversi dai teatri e in qualche modo “asettici”, interpreti pescati tra le fila dei “fini dicitori”) non sottendano una ben precisa concezione da parte di Tebaldini. Ossia la musica barocca – e sia pure tratta da melodrammi – concepita e valutata in chiave paradossalmente anti teatrale; quasi che venisse preformulato un giudizio di disvalore (o di sfiducia) circa la drammaturgia sottesa a queste partiture.


Io non arriverei a questa conclusione. Come tu stesso affermi (poco dopo) il problema secondo me non sta nell'essere più o meno anti-teatrale, ma nel non riconoscersi nella teatralità dell'epoca.
Lo stesso possiamo dire dei "baroccofili" moderni (dagli anni 70 a oggi). Ferocemente ostili alla solita teatralità melodrammatica, non per questo si rifugiarono nell'anti-teatralità.
tutt'altro! Il barocco non è mai stato tanto "teatrala" come da quando i baroccofili moderni se ne sono impossessati.
Semplicemente dovettero cercare altrove (nel "colore" ad esempio) le radici di una nuova e diversa espressività.

In qualche modo anche alcuni degli esempi che hai proposto (in particolare la Didone, l'Orfeo e l'Alceste della Baker) si spiegano per me allo stesso modo.
Il bisogno (tipicamente inglese) di salvare la musica antica dai "languori" romantici, abusivamente interpolati, ha spinto questa grande interprete - che in effetti era un mostro di attoralità e teatralità, altro che i nostri Bergonzi e le nostre Cossotto, loro sì interpreti risibili - verso un suono e un'espressione più spogli, sentimenti più sfumati e introspettivi.

Al contrario i più antichi Hercules o Giulio Cesare dei vari Corelli, Tebaldi, Bastianini, Rossi Lemeni, Zeani (ma i tedeschi non erano meno traditori) a me sembrano piuttosto un tentativo di far assomigliare il più possibile Handel al repertorio romantico, tanto per renderlo più digeribile... quindi sì monumentale e fissa, ma con un "piedistallo" gigantesco e varie sfumature "poeplum" al limite del Colossal di serie B.

Visto che l'abbiamo citata, proporrei l'ascolto della Baker in "Ah Belinda"... doveroso omaggio alla più conturbante ed emozionante (insieme alla De los Angeles e alla Seefried) delle Didoni pre-filologiche.


Salutoni,
Mat
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Re: Orfeo antiquato?

Messaggioda Paolo De Franceschi » mer 18 lug 2012, 17:17

Buongiorno a tutti,
Ho letto la vostra discussione e mi sento onorato dei vostri commenti e delle sottili precisazioni su quest'opera che mi ha proprio colpito, quando sono riuscito ad acquistare il CD, reperendolo on-line.
Mi chiamo Paolo De Franceschi e mio padre era il nipote di Enrico De Franceschi e me ne ha sempre parlato come artista italiano che come baritono risultava fra i pochi a rendere possibile la comprensione delle parole caratterizzandole con singolari fraseggi ed abbellimenti barocchi tipici degli anni che lo hanno visto protagonista delle scene in Italia e in tutto il mondo.
Lo zio Enrico è stato particoalrmente attivo anche in Sud America e di recente ho avuto contatto con altrettanti cugini in Cile; ci scambiamo con loro fotografie e ricordi e i brani che sono riuscito ad avere grazie all'aiuto e concessione che ho avuto da qualche collezionista dei suoi vinili, che ho conosciuto grazie a Davide Massimiliano, che per primo mi ha accettato (e che non sento più da molto tempo) nel vostro mondo.
Vi seguirò, poichè la musica ci porta, di volta in volta, in spazio e senzazioni sempre nuove, in alchimie sicuramente irripetibili.
Vi ringrazio tanto; a presto.
Paolo De Franceschi
Abano Terme PD
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Re: Orfeo antiquato?

Messaggioda MatMarazzi » gio 19 lug 2012, 17:47

Paolo De Franceschi ha scritto:Buongiorno a tutti,
Ho letto la vostra discussione e mi sento onorato dei vostri commenti e delle sottili precisazioni su quest'opera che mi ha proprio colpito, quando sono riuscito ad acquistare il CD, reperendolo on-line.
Mi chiamo Paolo De Franceschi e mio padre era il nipote di Enrico De Franceschi e me ne ha sempre parlato come artista italiano che come baritono risultava fra i pochi a rendere possibile la comprensione delle parole caratterizzandole con singolari fraseggi ed abbellimenti barocchi tipici degli anni che lo hanno visto protagonista delle scene in Italia e in tutto il mondo.
Lo zio Enrico è stato particoalrmente attivo anche in Sud America e di recente ho avuto contatto con altrettanti cugini in Cile; ci scambiamo con loro fotografie e ricordi e i brani che sono riuscito ad avere grazie all'aiuto e concessione che ho avuto da qualche collezionista dei suoi vinili, che ho conosciuto grazie a Davide Massimiliano, che per primo mi ha accettato (e che non sento più da molto tempo) nel vostro mondo.
Vi seguirò, poichè la musica ci porta, di volta in volta, in spazio e senzazioni sempre nuove, in alchimie sicuramente irripetibili.
Vi ringrazio tanto; a presto.
Paolo De Franceschi
Abano Terme PD


Ma siamo noi a essere onorati, Paolo! :)
Intanto, benvenuto su Operadisc!!!
Non sarebbe male se condividessi con noi anche i cimeli e i ricordi relativi al tuo bravissimo pro-pro-zio!

W internet che permette di incontrare esperienze tanto stimolani.

Ancora un affettuoso benvenuto e a presissimo su questi schermi.

Matteo
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Re: Orfeo antiquato?

Messaggioda Paolo De Franceschi » gio 19 lug 2012, 18:15

Buonasera Matteo,
grazie per il gradito riscontro, ti scrivo subito e in velocità per dimostrare il mio attaccamento ad Enrico, che tanto ha emozionato mio padre che ne ha vissuto gli anni più fervidi della sua carriera ha conosciuto i cugini sudamricani, io li ho scoperti con internet :-).
Non mancherò di condividere qualche cimelio; per ora mi fa piacere fornirvi il link che per primo mi ha permesso di scoprire e sentire la sua VOCE e le sue qualità di interpretazione: http://www.operaclick.com/schede_artist ... enrico.php
Devo, per questo, sempre ricordare e ringraziare Davide Massimiliano che ha lavorato nell'archivio del Teatro alla Scala e che ha pubblicato le tracce del vinile di sua proprietà e che mi ha parlato delle foto di Enrico che è riuscito a catalogare con abilità e passione.
A presto..
Paolo De Franceschi
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