Gobbi, Bastianini e la corda di Baritono

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Re: gobbi e bastianini oggi

Messaggioda dottorcajus » sab 12 lug 2008, 19:34

Credo che il declino sia dovuto al tentativo, mal riuscito, di scurire la voce.
In origine la voce di Coni non era certamente chiara ma direi solida e di bel colore baritonale. Gli acuti erano quasi tenorili (ricordo la chiusura della cabaletta dei Puritani, cantata in versione completa con tutte le riprese e gli abbellimenti, con una nota splendida e lunghissima). In quel momento credo fosse se non il migliore uno dei migliori. Superiore a molti anche per l'approccio al personaggio. Certo era un baritono di tradizione tendente all'aulico e dal gusto sorvegliato.
Penso che sia stato vittima dell'inizio dell'era multimediale. Forse cercò nello scurimento artificioso ed esagerato della voce di modernizzarsi, di rendersi più appetibile anche se poi, l'attualità ha dimostrato quanto fosse fuori strada. Il risultato, pochi anni dopo, era una voce istabile, acuti faticosi, alternanza di risultati. Forse contribuirono al declino anche scelte di repertorio inadeguate. Nonostante tutto però non aveva perso una certa linea di canto che nelle intenzioni, ma purtroppo solo in esse, era rimasta apparentemente inalterata.
Anche io concordo con la bella prova bolognese nell'Oneghin che vidi in teatro.
Certamente è stato una delle mie più grandi delusioni e maggiori dispiaceri.
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Re: gobbi e bastianini oggi

Messaggioda pbagnoli » sab 12 lug 2008, 19:37

Orby, qui capitano persone anche giovani o poco esperte che magari non hanno particolare familiarità con gli scritti di Delfo Menicucci: potresti spiegare meglio cosa intendi per "affondo" e in che modo questa tecnica - di cui notoriamente faceva uso e abuso anche Mario Del Monaco - avrebbe rovinato la voce di Coni?
Tra l'altro, curiosamente la mia personalissima impressione, le volte che l'ho ascoltato, è sempre stata quella di una voce chiara, molto ben emessa, un po' avara di armonici ma dotata di un'ottava superiore squillante e generosa: non mi è mai venuto in mente l'idea che potesse imitare Bruson, ma magari sono io che non ho percepito questa liaison... 8)
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Re: gobbi e bastianini oggi

Messaggioda Orbazzano » sab 12 lug 2008, 19:54

dottorcajus ha scritto:Penso che sia stato vittima dell'inizio dell'era multimediale. Forse cercò nello scurimento artificioso ed esagerato della voce di modernizzarsi, di rendersi più appetibile anche se poi, l'attualità ha dimostrato quanto fosse fuori strada. Il risultato, pochi anni dopo, era una voce istabile, acuti faticosi, alternanza di risultati. Forse contribuirono al declino anche scelte di repertorio inadeguate. Nonostante tutto però non aveva perso una certa linea di canto che nelle intenzioni, ma purtroppo solo in esse, era rimasta apparentemente inalterata.
Anche io concordo con la bella prova bolognese nell'Oneghin che vidi in teatro.
Certamente è stato una delle mie più grandi delusioni e maggiori dispiaceri.
Roberto


Non solo sono pienamente d'accordo con quello che dici, ma trovo particolarmente interessante quello che ho appena evidenziato, quello che si riscontra sempre di più nelle ultime generazione è proprio il voler a tutti i costi inscurire la voce, inscurimento innaturale e forzato che porta spesso a voci indietro e ingolate. Non mi piace passare per il solito nostalgico rompiscatole (anche perchè ho appena 21 anni :mrgreen: e quindi sarei nostalgico di un bel niente!), però se penso al colore, all'immascheramento e alla proiezione di una Irene Minghini Cattaneo, mezzo soprano dalla voce chiara ma timbratissima in quanto in posizione altissima nella maschera, e poi penso a colore, immascheramento e proiezione di certi attuali soprani noto un grande divario, ormai sembrano più scuri i soprani lirici di oggi che i mezzi di un tempo, però al contrario dei mezzi di un tempo spesso i soprani di oggi si rivelano voci ingolate, totalmente indietro e che spesso non riescono a superare la buca dell'orchestra.
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Re: gobbi e bastianini oggi

Messaggioda Orbazzano » sab 12 lug 2008, 20:29

pbagnoli ha scritto:Orby, qui capitano persone anche giovani o poco esperte che magari non hanno particolare familiarità con gli scritti di Delfo Menicucci: potresti spiegare meglio cosa intendi per "affondo" e in che modo questa tecnica - di cui notoriamente faceva uso e abuso anche Mario Del Monaco - avrebbe rovinato la voce di Coni?
Tra l'altro, curiosamente la mia personalissima impressione, le volte che l'ho ascoltato, è sempre stata quella di una voce chiara, molto ben emessa, un po' avara di armonici ma dotata di un'ottava superiore squillante e generosa: non mi è mai venuto in mente l'idea che potesse imitare Bruson, ma magari sono io che non ho percepito questa liaison... 8)


Ammetto la mia ignoranza, non ho mai letto nessuno scritto di Delfo Menicucci e, sinceramente, non so nemmeno chi sia... :oops: mi documenterò!

Però provo ugualmente a risponderti. :D
Innanzitutto mi dissocio parzialmente dal dire che Del Monaco facesse uso e abuso di questa tecnica; parzialmente perchè comunque nel registro centrale Del Monaco tendeva comunque ad allargare e ad affondare facendo grande uso dei risuonatori più bassi, ma quando doveva salire l'unico riferimento erano i risuonatori alti, tant'è che la lingua, e di conseguenza la laringe, salivano, ovviamente senza chiudere la gola, e non si bloccavano in basso. La tecnica dell'affondo per come la intendo io è proprio quella tecnica che ricerca la laringe fissata e costretta in basso per mezzo della cosiddetta "lingua a cucchiaio", quella tecnica che cerca scavo verso il basso cercando in questa posizione maggiore cassa di risonanza, e l'utilizzo dei risuonatori più gravi, sacrificando spesso risuonatori acuti e di conseguenza un'ideale proiezione della voce, uno che secondo me fa un grande uso di questa tecnica oggi, per esempio, è il tenore Fabio Armiliato. Lo stesso Coni da un certo punto in poi della carriera, forse con l'idea di inscurire la voce, ricorse a questi strategemmi.

Spero di essermi spiegato! :)
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Re: gobbi e bastianini oggi

Messaggioda liebelei » dom 13 lug 2008, 14:32

Se da un lato sono contento di non aver commesso un errore di valutazione iniziale, dall'altra leggere questa spiegazione mi dispiace ancora di piu'. Sarebbe stata una bestialita' assoluta. Il colore di Coni,per quel po' che me lo ricordo, non era cosi' chiaro ( e' vero che il Morlacchi ha una acustica particolare) l'emissione la ricordo correttissima e l'ottava superiore era timbrata e lucente. Se le cose sono andate cosi',un vero peccato. Se i suoi rivali sono quelli che ho prima accennato,almeno nel repertorio italiano avrebbe potuto campare di rendita. Fermo restando che la vocalita' e' sempre un mistero :roll:
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Re: gobbi e bastianini oggi

Messaggioda marco » dom 13 lug 2008, 17:05

ho sentito Coni più volte negli anni 80 e inizio anni 90 soprattutto a Bologna dove aveva praticamente iniziato la carriera, aveva un timbro baritonale non ricordo nè particolarmente scuro nè particolarmente chiaro ma con un bellissimo "velluto" al centro, non un vocione, splendido legato, mezzevoci, accento nobilissimo, anche bella presenza scenica,il modello, almeno a mio parere, era chiaramente Bruson, anche se B. aveva voce più potente, ricordo comunque prove bellissime come un Don Carlo diretto da Chung, Puritani con la Devia, Onegin con la Freni
aveva fin dagli inizi il suo tallone d'achille nel registro acuto che padroneggiava ma che all'estremità si risolveva in suoni duri e forzati, anche se niente di scandaloso (nell'Onegin ricordo però che l'acuto finale del duetto rovinava un pò tutto l'effetto, soprattutto al confronto con i suoni squillantissimi della già "anzianotta" partner), un problema che purtroppo non risolse mai e che assieme al repertorio pesante eseguito dopo pochi anni di carriera (cominciò infatti presto a cantare Ballo in maschera, Macbeth, addirittura Rigoletto dove lo sentii a Rovigo e dove in qualche modo si faceva valere) furono le cause, credo, del suo precocissimo declino
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Re: gobbi e bastianini oggi

Messaggioda Teo » lun 14 lug 2008, 18:04

Orbazzano ha scritto: ma quando doveva salire l'unico riferimento erano i risuonatori alti, tant'è che la lingua, e di conseguenza la laringe, salivano, ovviamente senza chiudere la gola, e non si bloccavano in basso


Giuro che questa mi è nuova... :shock:

Perdonami Orbazzano ma a prescindere dai risonatori bassi, alti, medi, gravi, questi o quelli, ecc. ecc. se la laringe si alza la gola si chiude e questo non è un parere personale o un mero punto di vista preso da qualche trattato di tecnica antica o moderna ma semplicemente una questione "fisiologica" che qualunque otorinolaingoiatra o foniatra del caso potrebbe confermarti tranquillamente...

La tecnica del grande Mario poi non ha nulla ma proprio nulla a che vedere con quello che intende il signor Menicucci con il suo trattato sulla "tecnica dell'affondo".
E' arcinoto che Del Monaco studiò con Arturo Melocchi il quale gli insegno a governare il suo strumento come forse pochi avrebbero potuto fare (strumento assai particolare tra le altre cose), altro che tecnica dell'affondo e mi scasso...

Scusate, ma a prescindere dalle idee personali che si possano avere su questa o quella tecnica, a prescindere dai risultati più o meno ottenuti (vocalmente parlando ovviamente), io credo che ci siano alcuni elementi naturali che non si possano scambiare per "idee personali", come per esempio il corretto funzionamento dell'apparato respiratorio (avete mai visto come respira e usa il diaframma un bambino per es.? provare per credere...).
Con questo non voglio dire che per parlare di tecnica vocale dobbiamo tutti quanti essere dei foniatri o dei cantanti in erba, però credo che alcune regole basilari non possano essere controvertite così in maniera semplicistica perchè è quello che sento...poi per l'amor del cielo, ognuno si senta libero di dire e fare ciò che crede, non sarò certo io a giudicarlo, ma visto che siamo in un forum aperto a tutti, mi sembra doveroso esprimere un parere di dissenso (senza offesa per nessuno).

Salutissimi.

Teo
l'idea è creatrice di vocalità...
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Re: gobbi e bastianini oggi

Messaggioda Orbazzano » lun 14 lug 2008, 19:24

Teo ha scritto:
Orbazzano ha scritto: ma quando doveva salire l'unico riferimento erano i risuonatori alti, tant'è che la lingua, e di conseguenza la laringe, salivano, ovviamente senza chiudere la gola, e non si bloccavano in basso


Giuro che questa mi è nuova... :shock:

Perdonami Orbazzano ma a prescindere dai risonatori bassi, alti, medi, gravi, questi o quelli, ecc. ecc. se la laringe si alza la gola si chiude e questo non è un parere personale o un mero punto di vista preso da qualche trattato di tecnica antica o moderna ma semplicemente una questione "fisiologica" che qualunque otorinolaingoiatra o foniatra del caso potrebbe confermarti tranquillamente...

La tecnica del grande Mario poi non ha nulla ma proprio nulla a che vedere con quello che intende il signor Menicucci con il suo trattato sulla "tecnica dell'affondo".
E' arcinoto che Del Monaco studiò con Arturo Melocchi il quale gli insegno a governare il suo strumento come forse pochi avrebbero potuto fare (strumento assai particolare tra le altre cose), altro che tecnica dell'affondo e mi scasso...

Scusate, ma a prescindere dalle idee personali che si possano avere su questa o quella tecnica, a prescindere dai risultati più o meno ottenuti (vocalmente parlando ovviamente), io credo che ci siano alcuni elementi naturali che non si possano scambiare per "idee personali", come per esempio il corretto funzionamento dell'apparato respiratorio (avete mai visto come respira e usa il diaframma un bambino per es.? provare per credere...).
Con questo non voglio dire che per parlare di tecnica vocale dobbiamo tutti quanti essere dei foniatri o dei cantanti in erba, però credo che alcune regole basilari non possano essere controvertite così in maniera semplicistica perchè è quello che sento...poi per l'amor del cielo, ognuno si senta libero di dire e fare ciò che crede, non sarò certo io a giudicarlo, ma visto che siamo in un forum aperto a tutti, mi sembra doveroso esprimere un parere di dissenso (senza offesa per nessuno).

Salutissimi.

Teo


Hai pienamente ragione in quello che dici, e infatti nel rileggere quello che ho scritto mi sono accorto di aver scritto male e non essermi spiegato bene. Volevo dire che la laringe era libera e non bloccata forzatamente in basso.
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Re: gobbi e bastianini oggi

Messaggioda enrigoletto » lun 02 mar 2009, 14:59

Mio primo intervento, un saluto a tutti i partecipanti, alcuni incontrati anche altrove.
Orbazzano, la tua spiegazione è assolutamente condivisibile. La laringe deve rimanere bassa, ma non esservi bloccata dall'uso dei muscoli che la circondano. La laringe bassa deve essere una conseguenza dell'equilibrio tra la spinta del fiato (basso, possibilmente) e la posizione alta e squillante (che rende anche la voce più leggera e gestibile). Del Monaco riusciva quasi sempre in questo equilibrio (di cui ad eempio Corelli era assoluto maestro), anche se si aiutava nell'attacco con una spinta ulteriore del fiato alto (notare le spalle che si alzano) e infatti la voce era sempre piuttosto brillante anche quando il colore si inscuriva. L'affondo deve essere del fiato, da tenere agganciato molto in basso, con il controllo sul diaframma quindi esercitato dagli addominali, e solo di conseguenza della laringe. Altrimenti avremo quelle voci gonfie, scure, fibrose, senza luce, squillo, metallo.
Coni è stato un grandissimo fraseggiatore (brusoneggiante, questo è vero, ma con una sua personalità) ed era dotato di una bellissima voce da baritono lirico. Il suo problema erano gli acuti, che controllava quando li teneva leggeri e chiari ma che ha presto voluto rendere più voluminosi. La conseguenza era che dal fa in su diventava fibrosissimo e la voce ballava. Se rimaneva in un repertorio donizettiano questa tessitura veniva toccata poche volte, ma quando si cimentava in titoli verdiani (e in certe stagioni dell'inizio anni 90 viaggiava sulla 15ina di produzioni verdiane all'anno, come minimo) la frequentazione con quelle note era talmente intensa che l'organo vocale ne soffriva inevitabilmente. Dopo pochissimi anni di questo regime la voce ha cominciato a ballare e sfibrarsi anche in zona centro acuta e il mondo dell'opera ha perso un ottimo interprete...

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Re: gobbi e bastianini oggi

Messaggioda pbagnoli » lun 02 mar 2009, 15:24

enrigoletto ha scritto: Dopo pochissimi anni di questo regime la voce ha cominciato a ballare e sfibrarsi anche in zona centro acuta e il mondo dell'opera ha perso un ottimo interprete...

enrigoletto

Caro Enr, innanzitutto un benvenuto da parte mia a nome anche degli altri amministratori.
Tra l'altro, il tuo parere è particolarmente benvenuto in questa materia dato che sei un addetto ai lavori (se così posso dire).
E' vero quello che dici, ma secondo me non giustifica appieno il disfacimento di un cantante così interessante, magari non rivoluzionario ma di quelli meritevoli di essere visti ed ascoltati.
Non s'è più rimesso in sesto?
Non ha più fatto nulla?
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Re: gobbi e bastianini oggi

Messaggioda enrigoletto » mar 03 mar 2009, 0:24

La voce, caro Pietro, a volte cede di schianto, specie intorno ai 40 anni, se non supportata da una tecnica sana. Le poche altre volte che l'ho visto dopo gli anni '90 era francamente irriconoscibile

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Re: gobbi e bastianini oggi

Messaggioda tatiana » gio 12 mar 2009, 1:17

Orbazzano ha scritto:
Ammetto la mia ignoranza, non ho mai letto nessuno scritto di Delfo Menicucci e, sinceramente, non so nemmeno chi sia... :oops: mi documenterò!



Orby credimi, in questo preciso caso è meglio che ti tieni l'ignoranza. :wink:

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Re: gobbi e bastianini oggi

Messaggioda vitus » sab 14 mar 2009, 15:17

ciao a tutti.

Per quanto concerne Coni, anch'io lo ricordo come l'annunciato erede di Bruson. Molto probabilmente non per somiglianze nella voce ma per l'eleganza del porgere e quindi per lo stile. Il fatto che oggi si tenda a scurire la voce, il motivo è presto detto: il fanstasma della c.d. voce verdiana, almeno secondo quei canoni che la vorrebbero così. E allora ecco che ottimi cantanti, anziché sfruttare al meglio le proprie naturali posssibilità vanno alla ricerca di qualcosa che, alla lunga, li danneggia. A prescindere dalla diatriba su quale sia la voce verdiana ideale, confesso che anch'io vado in brdo di giuggiole nel sentire le voci privilegiate del compianto Bastianini o Cappuccilli, aggiungendo Mac Neil (baritono sul quale mi piacerebbe confrontarmi con voi...). Per quanto riguarda invece i due big del titolo, sono d'accordo su quanto affermato da chi vede in Gobbi un attore di maggiori potenzialità. Sulle mende tecniche e in particolare sugli acuti, penso che esse siano oggettivamente constatabil negli ascolti (l'acuto del prologo è però presente nella registrazione con Corelli, filmato RAI). Bastianini è sicuramente meno epidermico nell'impatto teatrale però , come ricordato da Vgobbi, nella Forza sovrasta gli altri (Capecchi invece lo trovo gustosissimo). Anche nel Trovatore, sempre RAI, si impone per la misura. Che fosse uno di quei cantanti la cui autorevolezza scenica era inscindibilmente connessa al phisique du role e alla bellezza della voce? Secondo me è uno spunto interessante. D'altronde si è parlato in questi termini anche a proposito della Tebaldi.

Un saluto.
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Re: Gobbi, Bastianini e la corda di Baritono

Messaggioda FRITZ KOBUS » gio 15 apr 2010, 20:34

Sono stato e sono tutt'ora un estimatore di Ettore Bastianini e mi pare che alcune argomentazioni siano rimaste inespresse o toccate solo di sfuggita, perciò mi permetto di resuscitare questa discussione finita al cimitero, dicendo due o tre cose (nemmeno una nuova, lo so) che potevano però ricevere una maggiore puntualizzazione. Il confronto tra Bastianini e Gobbi, con la prospettiva storica ormai acquisita, oggi è secondo me valido solo sul piano squisitamente accademico. Tra i due, infatti, non ci sono punti di contatto se non quelli che, ahimé, ci vedeva, in negativo, Celletti, il quali li condannava ambedue alla "scuola del muggito". Infatti, a cominciare dalla pasta vocale, per finire all'espressività attoriale, al fraseggio e alla concezione complessiva dei personaggi, ci sono enormi distanze. Bastianini, è già stato affermato sopra, e giustamente, aveva una voce di rara bellezza; le incisioni sono lì a testimoniarlo. Non so come fosse in teatro, ma se il materiale era quello ascoltabile dai dischi e il volume, qualcuno ricordava sopra anche di questo, così impressionante, già ci troviamo di fronte a qualcosa di fenomenale. Ora, è certo come 2 + 2= 4, che né la bella voce, né un volume eccezionale fanno da soli, e financo combinati, un vero cantante. Ma, come diceva proprio Celletti in un passaggio di "Storia del belcanto" riferendosi alla voce umana, è difficile "... comprendere come un'arte fondata sui suoni possa prescindere dal piacere fisico dell'udito" (p.20). Infatti il rammarico forse più grande dei melomani è constatare quante voci bellissime siano state buttate via dai loro possessori attraverso un tecnica di canto e una concezione esecutiva molto imperfetta o addirittura sotto la soglia minima della decenza. Inutile fare troppi nomi. A mio avviso, uno da inserire in quest'ultima categoria (per quanto riguarda la tecica, la voce non ce l'aveva) è proprio Tito Gobbi. Per ragioni anagrafiche non l'ho mai visto in teatro e siccome molte testimonianze sembrano concordare sulla sua capacità di recuperare sul piano della recitazione le deficienze vocali, bisognerebbe poterne parlare con cognizione anche da questo punto di vista. Ma, purtroppo, sembra obbligatorio discettarne solo per le incisioni audio, visto che soprattutto quelle sono rimaste (come di Bastianini del resto). Bastianini, diceva con sprezzo Celletti (sprezzo riservato anche a Gobbi), non sapeva cantare e si affidava ai mezzi naturali, anziché alla tecnica, alla concitazione generica (visto che emergeva nel repertorio verista ERGO era un cialtrone), alla qualità brada della voce. Gobbi non poteva affidarsi ai mezzi vocali, ma alla realizzazione delle sue visioni d'interprete, che però non possono mai essere complete seza i mezzi adeguati, mezzi che Gobbi non possedeva. Ed infatti Gobbi non ha, a mio avviso, personaggi che possano esser presi come modello. Forse ho un imprinting negativo con Gobbi, ma non c'è incisione dove non "becheggi" e accentui in modo esasperato quei tratti espressivi tendenti al bieco che, francamente, non sono più passabili. Ho nelle orecchi il suo Jack Rance della Fanciulla del West scaligera del 1956 con Corelli e la Frazzoni. Dopo due secondi non lo reggo più. Prendiamo il suo Scarpia e mettiamolo a confronto con il live di Bastianini di Bruxelles del 1958. Bastianini, pur non essendo perfetto, delinea un personaggio che la sua vocalità gestisce enormemente meglio, che solo a tratti viene caricato stile "imitator degli imitator di Titta Ruffo" (scotto pagato allo zeitgest). Ma proprio in alcuni personaggi la sua più autentica interiorità emerge. Anche se successivamente gli sono stati imputati limiti a mio avviso molto più grandi di quelli che effettivamente potevano essergli attribuiti, il suo Don Rodrigo del verdiano "Don Carlos" aveva i tratti della grandezza. Ascoltare non tanto la sua interpretazione salisburghese del 1958, ma il live di New York del 1955 con Tucker. La vena di tristezza e di rammarico presente in modo naturale nelle corde espressive del baritono senese rende il suo taglio interpretativo di riferimento e, qui, è impossibile non apprezzare il velluto morbidissimo della voce come elemento sostanziale di una esecuzione da brividi. Continuerò poi. (VGobbi, non venirmi a cercare con una lama tagliente eh!!!)
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Re: Gobbi, Bastianini e la corda di Baritono

Messaggioda VGobbi » ven 16 apr 2010, 19:52

La lama tagliente l'ho gia' trovata ... Aspetto solo che finisci il tuo discorso, che per inciso apprezzo moltissimo anche se non lo condivido.
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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