Il soprano leggero per eccelenza

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Re: Il soprano leggero per eccelenza

Messaggioda MatMarazzi » ven 05 dic 2008, 0:27

melomane ha scritto:Ciao Calaf,

è tipico del soprano leggero eccellere nel registro acuto e sovracuto.
Se poi la voce "corre" non c'è temperie orchestrale che tenga.

La Deutekom non è un soprano leggero come le interpreti del repertorio belcantistico prima della Callas, un usignolo, ma ritengo che sia forte prevalentemente nella tessitura alta, che la voce non sia potente ma squillante.

Le agilità sono eseguite "di forza", ma la voce è poco robusta per il repertorio lirico.


Sarà Francesco...
Ma io mi chiedo, e me lo chiedo davvero, come un vero soprano leggero (penso alla Lipp, alla Koeth, alla Sciutti, alla stessa Gruberova, alla Mesplé o alla nostra adoratissima Dessay) potrebbe risultare in Nabucco, Medea e Turandot.
:shock: :shock: :shock: :shock:
La Deutekom invece queste parti se le mangiava a colazione!
Sinceramente anche io non posso sottoscrivere la definizione di "soprano leggero" per la Deutekom.

Un salutone,
Mat
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Re: Il soprano leggero per eccelenza

Messaggioda melomane » ven 05 dic 2008, 12:02

Caro Matteo,

tu mi insegni che ci sono tanti modi di cantare Turandot: dalla Ricciarelli alla Callas, dalla Caballé alla Nilsson.
La Scotto, soprano lirico-leggero, è stata Abigaille quotata in disco quanto la Dimitrova dal vivo.
Nelle nostre tante dissertazioni, spesso non ci siamo trovati d'accordo sul peso delle voci dei soprani: io non riesco a sentire leggera la voce della Gencer, quanto mi pare ornato sullo stile del soprano leggero di coloratura il suo modo originario di cantare. E neppure Anja Silja e Anna Moffo mi sembrano voci leggere, le sento più come lirici dalla voce piccola, ma sufficientemente dotate nei centri; la Moffo in particolare non ha negli acuti il punto di forza, e la voce è troppo vellutata per definirla leggera.

La Deutekom è un soprano che affronta con perizia i ruoli che richiedono agilità di forza, ma non ha la rotondità del lirico e del lirico spinto. Un esempio analogo mi sembra la Gheorghiu, una voce più leggera che lirica, da cui ho sentito però una delle più belle esecuzioni di "In questa reggia".

Poi tengo sempre buono il tuo motto per cui "per fortuna ogni cantante fa con la voce ciò che l'estro lo porta a fare".

W dunque la Deutekom, W la Caballé nei suoi oltre cento ruoli, W la Suliotis e i suoi pianissimi in 'Anna Bolena'

Un carissimi saluto

Francesco
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Re: Il soprano leggero per eccelenza

Messaggioda Calaf » sab 06 dic 2008, 18:01

melomane ha scritto:Caro Matteo,

tu mi insegni che ci sono tanti modi di cantare Turandot: dalla Ricciarelli alla Callas, dalla Caballé alla Nilsson.
La Scotto, soprano lirico-leggero, è stata Abigaille quotata in disco quanto la Dimitrova dal vivo.
Nelle nostre tante dissertazioni, spesso non ci siamo trovati d'accordo sul peso delle voci dei soprani: io non riesco a sentire leggera la voce della Gencer, quanto mi pare ornato sullo stile del soprano leggero di coloratura il suo modo originario di cantare. E neppure Anja Silja e Anna Moffo mi sembrano voci leggere, le sento più come lirici dalla voce piccola, ma sufficientemente dotate nei centri; la Moffo in particolare non ha negli acuti il punto di forza, e la voce è troppo vellutata per definirla leggera.

La Deutekom è un soprano che affronta con perizia i ruoli che richiedono agilità di forza, ma non ha la rotondità del lirico e del lirico spinto. Un esempio analogo mi sembra la Gheorghiu, una voce più leggera che lirica, da cui ho sentito però una delle più belle esecuzioni di "In questa reggia".

Poi tengo sempre buono il tuo motto per cui "per fortuna ogni cantante fa con la voce ciò che l'estro lo porta a fare".

W dunque la Deutekom, W la Caballé nei suoi oltre cento ruoli, W la Suliotis e i suoi pianissimi in 'Anna Bolena'

Un carissimi saluto

Francesco


Vedi Francesco, quando dicevo che la Deutekom riusciva a superare indenne le bordate orchestrali di Muti, mi riferivo (e parlo per esperienza diretta) non solo a I Puritani e Nabucco, ma anche al Ballo in maschera. Ora non dirò che Amelia fosse il suo ruolo ideale: non lo era non tanto per limiti vocali quanto piuttosto espressivi o tecnici; ma in ogni caso risolveva sia Amelia che Abigaille senza le cautele necessarie ad esempio ad una Scotto, ma anzi affrontava a piena voce certe arcate in un modo (vedi l'ultima parte di "Ma dall'arido stelo divulsa") che è assolutamente precluso non solo ad un leggero per quanto penetrante, ma anche ad un lirico leggero o ad un lirico.
Vorrei inoltre sottolineare che anche i centri non erano così delicati; il disco spesso inganna. Quanto al paragone con la Georghiu ("In questa reggia" è bene la faccia solo in disco) o con la Moffo per me nemmeno si pone, avendo (o avendo avuto) dal vivo tutte e due i soprani (parlo sempre per esperienza diretta) un terzo del volume (seppure) della cantante olandese.
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Re: Il soprano leggero per eccelenza

Messaggioda vitus » lun 08 dic 2008, 21:02

tornando al tema del thread, direi Mado Robin, Mady Mesplé, Lily Pons come leggeri cinguettanti. Più "corte" la Dal Monte e la Pagliughi. Menzione a parte per Rita Shane, forse non leggerissma ma stratosferica, negli huguenots con Gedda del '71.
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Re: Il soprano leggero per eccelenza

Messaggioda pbagnoli » lun 08 dic 2008, 21:06

vitus ha scritto: Menzione a parte per Rita Shane, forse non leggerissma ma stratosferica, negli huguenots con Gedda del '71.

E' vero, hai ragione: è veramente fenomenale!
Ma non va scordata, in quella registrazione, Enriqueta Tarrès che fa probabilmente la miglior Valentine testimoniata dal disco.
Non c'è che dire: quella registrazione è un capolavoro! Credo che quello che Gedda fa da "Tu l'as dit!..." in avanti, nel duettone, sia una specie di manuale del canto tenorile
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: Il soprano leggero per eccelenza

Messaggioda melomane » lun 08 dic 2008, 21:42

Caro Calaf,

ho poca espeienza, ahimè, di ascolto dal vivo, ma ho un'idea della distizione dei soprani nelle categorie classiche non basata tanto su volume e potenza della voce, quanto su estensione e range vocale di vocazione.

Il drammatico sì ha voce potente, ma caratterizzante è l'estensione: si legge nei trattati antichi che la voce estesa in basso è pre sua natura estesa in alto. La Nilsson non ha una prodigioda discesa ai gravi, ma la potenza e l'estensione nel registro acuto la fanno definire drammatico. La borkh era un fiume di voce, ma la sento più lirica (dai colori e dal talento drammatico) che non <i>dramatischer</i> del repertorio wagneriano.

Il lirico non ha una voce caratterizzata per volume: ha normalmente un'estensione limitata, o quantomeno la gamma che utilizza nel suo repertorio sono i centri e i primi acuti. Preferibilmente ha voce morbida, dolce, alcune grandi anche vellutata. Il volume va dalla "camera" della Moffo e di Lisa Della Casa alle sonorità vibranti della Tebaldi alle folgori della Sutherland.

I soprani leggeri variano nel volume, ma sono voci decisamente sfogate in alto, registro nel quale, a differenza del drammatico, tendono ad assottigliarsi, a divenire appuntite. Non vantano centri emozionanti e non giocano in gamma grave. Ma, tendo a evidenziare, possono avere più o meno volume.

Tengo molto per buona la tua affermazione per cui il disco inganna: la Deutekom mi sembra una voce poco robusta nei centri, appuntita negli acuti e nei sopracuti, squillante e luminosissima. Ma è un ascolto di dischi e nastri.

Grazie per la testimonianza, W la Deutekom

Francesco
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Re: Il soprano leggero per eccelenza

Messaggioda Pruun » lun 08 dic 2008, 22:35

melomane ha scritto:W la Deutekom


Su questo ti quoto entusiasticamente.... è una cantante verso cui ho un debole... e nemmeno lo nascondo! :D
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Re: Il soprano leggero per eccelenza

Messaggioda melomane » lun 08 dic 2008, 23:45

un vero soprano leggero (penso alla Lipp, alla Koeth, alla Sciutti, alla stessa Gruberova, alla Mesplé o alla nostra adoratissima Dessay


Caro Matteo,

ecco che le nostre bilance riportano tare differenti: la Sciutti è per me un soprano lirico pieno, sia pure dalla voce piccola.
Cantava i ruoli di coloratura, ma prevalentemente quelli di soubrette: Despina, Zerlina, Susanna, Norina, più due fortunati ruoli rossiniani (Rosina, Donna Fiorilla) e un'ottima Lisette ne "La rondine".

E anche la Gruberova è un lirico leggero, votata ai ruoli leggeri di coloratura, ma anche Amina.

Si diceva a proposito delle categorie politiche di Destra e Sinistra che fossero ormai le anziane Sorelle Materassi: forse l'evoluzione delle scuole di canto manderà in pensione le categorie della corda di soprano, alle quali peraltro son affezionato perchè dipingono anche la personalità di interpreti e ruoli.

Un caro saluto

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Re: Il soprano leggero per eccelenza

Messaggioda MatMarazzi » mar 09 dic 2008, 11:01

melomane ha scritto:ecco che le nostre bilance riportano tare differenti:


Caro Francesco,
Non sono le tare a essere differenti, ma il metro di valutazione. :)
Ci sono dati oggettivi che tutti noi sentiamo (il peso specifico, il volume, il colore, l'estensione); se però le misure sono divergenti non ci si intenderà.
Io, a differenza tua non credo che si possano impostare legami fra un certo tipo di voce e un certo tipo di ruolo.
Tu dici:

le categorie della corda di soprano, alle quali peraltro son affezionato perchè dipingono anche la personalità di interpreti e ruoli


E invece secondo me nessuna tipizzazione vocale potrà mai dipingere se non in minima parte un ruolo e tantomeno la personalità di un artista.
Dipinge solo la natura vocale di un cantante, il che può essere interessante... a seconda dei punti di vista.

Ci possono essere legami (questo sì) fra un certo tipo di voce e un certo risultato espressivo a contatto con certi ruoli, ma è quasi impossibile imbrigliare questi legami in una regola, perché l'elemento che fa davvero la differenza è imponderabile: è la personalità dell'artista.

Proprio la Gruberova che tu citi come esempio di ideale Amina (ruolo che per inciso passava, già nell'800, dai soprani drammatici - la stessa prima interprete - a quelli acuti, fino ai contralti - la Alboni), la Gruberova dicevo ha cantato abbastanza di rado la Sonnambula, consapevole di annoiare e di annoiarsi in questo ruolo; mentre i successi più strepitosi li ha raccolti in Roberto Devereux, ruolo che - immagino - tu non definiresti da "lirico-leggero".

Quanto alla Sciutti e alla Gruberova, io - scusami - ti torno a fare la stessa domanda che ti ho fatto alcuni giorni fa e a cui non ho avuto risposta. :D
Come le avresti viste in Turandot, Abigaille e Medea?
Dopo che hai risposto, proviamo a risentirci in questi ruoli la Deutekom e magari interroghiamoci sul perché funzionasse così bene, a differenza di ogni altro soprano "leggero" che tu possa citare...
Forse perché non era ciò che tu chiami "soprano leggero"? :)

Salutoni,
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Messaggioda melomane » mar 09 dic 2008, 11:54

Caro Matteo,
è bellissimo disquisire, e tengo a puntualizzare che stai estremizzando il contenuto delle mie considerazioni: non ho definito la Gruberova "Amina ideale", ho scritto che ha cantato anche Amina. Il suo Roberto Devereux è affaticato, a mio avviso, il fatto che abbia riscosso successo non significa granchè: anche la Sills è annoverata tra le massime protagoniste del ruolo, ma la trovo inadeguata.
Elisabetta nel Roberto devereux è ruolo da lirico-leggero, se l'esecutrice ha i crismi della belcantista. Leyla Gencer ha le prerogative del lirico (timbro e anche volume, secondo me) e la voce duttile e votata agli abbellimenti quanto quella di un leggero.

Scrivo che la Sciutti è un lirico e la Gruberova un lirico-leggero: perchè le vuoi portare a cantare Turandot, Abigaille e Medea? Vero quanti scrivi che è la personalità che fa l'interprete: alcuni soprani lirici sono grandi Turandot e Abigaille, altri no.
E continuo: Violetta è stata interpretata da soprani drammatici, lirici, lirico-spinti, leggeri, leggerissimi e tanti hanno trovato l'accento giusto. Dalla Callas alla Gheorghiu alla Capsir, commovente quest'ultima.

Ci possono essere legami (questo sì) fra un certo tipo di voce e un certo risultato espressivo a contatto con certi ruoli, ma è quasi impossibile imbrigliare questi legami in una regola, perché l'elemento che fa davvero la differenza è imponderabile: è la personalità dell'artista.

Sacrosanto!!! Ma aggiungo che la personalità si plasma su un repertorio e viceversa: le vecchie Sorelle Materassi aiutano in questo senso.
Alcuni "inquadrano" (per quanto erroneo sia) la cantante in base al repertorio altri in base alla qualità della voce: così la Cigna è ricordata come lirico-spinto per i ruoli, ma come drammatico per il timbro, la Borkh è definita drammatico senza averne l'estensione e la qualità "ferma" della voce, così sono definite drammatici la Dernesch e la Behrens.

Un caro saluto

Francesco
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Re: Estremi

Messaggioda MatMarazzi » mar 09 dic 2008, 13:30

VEdi, Francesco.
Il senso di una classificazione dovrebbe essere quello di fondarsi su elementi oggettivi e inconfutabili (come quelli utilizzati dagli zoologi per suddividere le speci animali).
Al contrario il fatto che tu trovi inadeguata la Gruberova nel Devereux è un giudizio soggettivo; io l'ho trovata grandiosa (altro giudizio soggettivo) e l'ho sentita dal vivo due volte: a Vienna nel 2000 e a Monaco nel 2006.

Inoltre fin che non si sono trovate (amesso che le si vogliano trovare) chiavi di valutazione univoche, ognuno di noi continuerà a uscirsene con affermazioni che per gli altri magari sono prive di senso.
Che la Gencer del 64, ad esempio, avesse le caratteristiche del lirico-leggero (in termini vocali) è affermazione che non potrei mai sottoscrivere. Le aveva dieci anni prima, ma assolutamente non all'epoca del Devereux.
Quali ruoli da "lirico-leggero" avrebbe potuto affrontare nel 64?
E quanti lirico-leggero avrebbero potuto - come lei in quegli anni - cantare la Forza del Destino all'arena di Verona?

melomane ha scritto:Scrivo che la Sciutti è un lirico e la Gruberova un lirico-leggero: perchè le vuoi portare a cantare Turandot, Abigaille e Medea?


:D :D Pare che fingi di non capirmi!
Non sono io che voglio spingerle a Turandot e Medea! Anzi, sono certo che sarebbero finite schiantate in questi ruoli.
Mentre la Deutekom li cantava tranquillamente e per giunta benissimo!
Le sto solo usando come dimostrazione - per assurdo - dell'infondatezza di una definzione come quella di "soprano leggero" rivolta alla Deutekom.
E' un fatto di logica.
La Deutekom è un soprano leggero?
La Deutekom trionfava in Nabucco, Turandot, Medea?
Bene: allora un soprano leggero dovrebbe reggere in questi ruoli.
Quanti soprani leggeri conosci (a parte la Deutekom) che avrebbero potuto non dico "cantare", ma almeno sopravvivere in questi ruoli? E' importante che tu risponda, perché:
1)
Vi sono altri soprani leggeri che trionfano di Turandot, Abigaille, Medea?
Allora hai ragione: la Deutekom è un soprano leggero come gli altri.
2)Nessuna?
Bene, allora la Deutekom non è un soprano leggero! :)

così la Cigna è ricordata come lirico-spinto per i ruoli, ma come drammatico per il timbro, la Borkh è definita drammatico senza averne l'estensione e la qualità "ferma" della voce, così sono definite drammatici la Dernesch e la Behrens.


Avrei da ridire su tutte queste definizioni (drammatica la Dernesch? Drammatica la Beherens? la qualità "ferma" della voce come caratteristica imprescindibile del drammatico? ... :shock: ) ma il vero problema è che non mi riconosco proprio nella logica e nell'utilità di simili classifazioni.
Sarebbe come classificare gli attori cinematografici sulla pase di altezza, peso, colore capelli, apertura toracica, distanza in cm tra gomito e polso, altezza della fronte, ecc....).

Comunque grazie del bel confronto.
Salutoni,
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Messaggioda melomane » mar 09 dic 2008, 18:18

Caro Matteo (cari tutti, naturalmente),

non intendevo cristallizzarmi in catalogazioni strettamente tassonomiche, l'affettuoso richiamo alle Sorelle Materassi vi fa capire la mia intenzione.

Cosa mi porta a dire che la voce della Deutekom sia leggera è che non sento (io, personalmente) le rotondità e il flusso del lirico, che la pienezza del fulgore vocale venga raggiunta nele agilità e non nel canto disteso, nei fiati.

La mia concezione del soprano leggero si estende alle voci che - pur sonore - mancano delle caratteristiche appropriate al canto elegiaco o drammatico, e qui forse è il mio sviamento tassonomico.

Risposta su Turandot.
Ho avuto modo di sentire un emozionante Audrey Stottler in Turandot, dal vivo, voce dal grande volume, ma come vuota nei centri, scavata, nè lirica, nè spinta, nè drammatica. La mia conterranea Maria Mastino è interprete che stimo assai, corretta, di buona scuola e garbata. Ha Turandot in repertorio, ma non mi sento di annoverarla (per quanto vale annoverare) tra i soprani lirico e lirico-spinti.

Ecco una mia concezione di voce "leggera" che sfugge, vedo, alle catalogazioni più usuali e corrette. E che non necessariamente implica un limite all'accesso a ruoli più impegnativi.

La Gencer lirico-leggero, ribadisco, benchè Aida di grande presenza a Verona: voce che sapeva alleggerire in gamma alta quanto un leggero (ancora in Devereux: "a sospirar...") quanto "pesare" in profondità oscure ("dal tremendo Ottavo Enrico"). Non drammatico, se drammatico è Varnay, Mödl, Nilsson.

Mi dispiace ma non ho cognizione di soprani leggeri quotati quanto la Deutekom in Medea e Nabucco, ma ugualmente non ho cognizione di soprani lirico-spinti e drammatici che abbiano cantato il picchettato nel ruolo della Regina della notte come la Deutekom, che per me rimane fenomeno epocale. E forse lo è sia nella capacità di cantare Attila in modo appropriato con voce meno che spinta e drammatica (secondo la mia personalissima visione) sia nella interpretazione del ruolo di Astrifiammante (seguendo la vostra visione) con voce da lirico-spinto o drammatico.

Un caro saluto, W la Deutekom

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Re: Insostenibile leggerezza...

Messaggioda Tucidide » mar 09 dic 2008, 19:30

melomane ha scritto:Cosa mi porta a dire che la voce della Deutekom sia leggera è che non sento (io, personalmente) le rotondità e il flusso del lirico, che la pienezza del fulgore vocale venga raggiunta nele agilità e non nel canto disteso, nei fiati.

La mia concezione del soprano leggero si estende alle voci che - pur sonore - mancano delle caratteristiche appropriate al canto elegiaco o drammatico, e qui forse è il mio sviamento tassonomico.

Quindi se ho ben capito, tu classifichi la Deutekom come leggero perché nei centri la voce, seppure sonora e potente, era priva di velluti e cremosità, anzi piuttosto dura, quasi spigolosa e metallica.
Con questo criterio, la Deutekom sarebbe appunto un leggero, come presumo anche la Dessay, e la Rancatore, leggerissima di volume ma dai centri piuttosto ombreggiati (l'amico Orbazzano direbbe "ingolati" :D e non avrebbe tutti i torti :mrgreen: ) sarebbe classificabile come lirico puro, sul mettere della citata Sciutti.
Credo che, se si desidera classificare le voci sotto questa specie, occorra però ricorrere ad una nuova nomenclatura: lirico, leggero, lirico leggero, drammatico ecc. sono categorie che pertengono oramai stabilmente al "peso".

Però vorrei aggiungere che non credo molto all'equazione: canti il ruolo x e il ruolo y? Allora sei un soprano lirico. Non li canti? Allora non lo sei!
Ogni carriera, ogni repertorio di ciascun singolo cantante sono unici ed irripetibili. Se prendiamo alcuni ruoli, sono stati cantati da voci le più diverse possibile. Se si prendesse per buona la proprietà transitiva, per così dire, si arriverebbe a paradossi.
Esempio. La Tebaldi cantava Violetta. La Futral canta Violetta. Allora la Futral potrebbe cantare Leonora di Vargas, e la Tebaldi avrebbe potuto cantare Gilda... :D
In altre parole, non è solo il repertorio a classificare le voci. E' solo uno dei criteri.

Saluti
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Il soprano leggero per eccelenza

Messaggioda melomane » mar 09 dic 2008, 20:25

Ciao Alberto,

si, hai interpretato il mio pensiero, espresso a rate, secondo il principio ispiratore, anche se le angolature sono un poco divergenti.

lirico, leggero, lirico leggero, drammatico ecc. sono categorie che pertengono oramai stabilmente al "peso".


Qui non mi trovo pienamente d'accordo, perchè farei riferimento anche alla gamma vocale di maggior impegno: acuta il leggero, centrale e acuta il lirico-leggero, centrale e primi acuti il lirico, un'estensione dal grave all'acuto il drammatico, non importa se non sontuoso nei centri.

Mentre concordo pienamente sul fatto che - in termini assoluti - il ruolo non faccia il soprano, benchè sia una nomenclatura condivisa. La Rancatore manca di consistenza lirica nel timbro, ma l'intelligenza interpretativa e l'uso misurato delle risorse vocali la rendono una Lakmè attenta al momento elegiaco, oltre che ritmico.

C'è poi la distinzione tra cantante d'opera, con i requisiti di velluto, potenza e stile, e cantante che sfugge i canoni tradizionali e risulta più adatto alle singole arie, piuttosto che all'operetta che ad altro genere sempre vicino all'opera, il recital ad esempio. Una voce meno impostata, in cui è meno semplice e meno utile mettere fare i distinguo con gli occhiali del melomane.
Forse la Deutekom (gloriosa cantante d'opera a tutti gli effetti) per alcuni aspetti sfugge ai canoni tradizionali, per cui la voce non si inquadra nelle nostre beneamate categorie.

Categorie che già nel repertorio Barocco o comunque precedente al Romantico non si applicano comunemente: penso a Emma Kirby, a Catherine Bott e persino a Joan Sutherland (lirici, si però... lirico-spinto, si però...).
E, ribadisco, sia lodato il cielo (oltre che la Deutekom 8) ) ) se la Deutekom ha osato - in epoca contemporanea alla Schwarzkopf - cantare le agilità aspirate, tutta la geniale inventiva la porta ad essere cantante *epocale*.

Forse ciò che cerco di esprimere è: voce voluminosa, se lo dite voi, ma meno coltivata nell'impostazione lirica, se il risultato dell'ascolto da disco è questo.
Come scrivevo, non propriamente un soprano leggero, ma forte (nonchè eccelsa) nell'area vocazionale del soprano leggero, meno incline all'area vocazione del lirico, del lirico-spinto e del drammatico.

A questo punto quali sono i termini del confronto? Io dico non lirico nè spinto nè drammatico. Mi rispondete: non certo leggero, in senso affermativo cosa leggo?
Se includiamo nelle categorie il drammatico di agilità, in cui rientrano praticamente tutti i pesi vocali (considerato che sono insignite di questa definizione - coniata per la Callas - Beverly Sills, Leyla Gencer, Joan Sutherland, Montserrat Caballé) la Deutekom vi rientra autorevolmente.

I miei limitati ascolti Deutekomiani (Attila, Flauto magico, frammenti di Lucia) non mi permettono di essere oltremodo modo riferimento per la discussione, ma spero che il confronto sia utile quanto meno perchè riporta una visione contaminata diffusa.

Un caro saluto

W la Deutekom

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Re: Il soprano leggero per eccelenza

Messaggioda melomane » mer 10 dic 2008, 23:07

Carissimi,
un amico che ha sentito la Deutekom in Norma con Del Monaco si esprime come voi.
Parla di una voce drammatica, che affianca, come primo riferimento, alla Callas.
Pare sia oltremodo vero che il disco inganna, anche su YouTube la Regina della notte di Edda Moser sembra più voluminosa e fluente di quella di quella della Deutekom.

Comunque, il soprano leggero per eccellenza: oggi la Dessay.

Un caro saluto

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