Der Ring des Nibelungen: interpreti

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Re: Du bist der lenz ...

Messaggioda VGobbi » ven 26 nov 2010, 17:11

Nessun commento da aggiungere? : Andry :
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Re: Wotan-Brunnhilde

Messaggioda pbagnoli » dom 28 nov 2010, 19:45

Ed ecco un po' di sano declamato nel miglior stile bayreuthiano!



Questa è un'altra celeberrima edizione, con una regia splendida:



Qui c'è un altro splendido declamatore dei nostri tempi, anche se colto purtroppo un po' avanti negli anni: Sir Willard White, nella meravigliosa Walkiria diretta da Simon Rattle
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Re: Wotan-Brunnhilde

Messaggioda MatMarazzi » lun 29 nov 2010, 1:51

Questa è un'altra celeberrima edizione, con una regia splendida:


E' il cast che non funziona per me.
La Evans, grande artista, non è nata per Bruennhilde.
E lui... tu sai quanto lo ammiri (e non sono il solo! ;)) ma è troppo pesante, troppo ruspante....

Però hai ragione sulla regia.
In questa scena, Kupfer è in stato di grazia. E' sconvolgente.

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Immolazione Crepuscolo

Messaggioda pbagnoli » sab 18 dic 2010, 19:19

Qualche riflessione su grandi interpreti di questa scena.
Vado a caso, scusatemi: stanotte ho lavorato e sono più rimbambito del solito.

Cominciamo da Birgit Nilsson. Mi sembra doveroso. Grandissima interprete, fissata in almeno due registrazioni fondamentali (Solti e Bohm) cui, più recentemente, si è aggiunta quella di Londra diretta da Rudolf Kempe. Eccovela in questa registrazione in forma di concerto. Aveva 55 anni e la voce era ancora una folgore:



Ecco Astrid Varnay. Per me è stupefacente: la sto riascoltando proprio in questi giorni nel Ring di Bayreuth 1953, quello diretto da Clemens Krauss che la Orfeo ha rieditato in una versione dal suono più corposo e rotondo, grazie ai nastri originali. La voce è ampia, svettante, dal registro acuto insolente che si installa su un medium ricco pur se lievemente asprigno. Eccezionale la linea di canto: non la ameranno i tradizionalisti più affezionati a modelli wagneriani "internazionali". Questa è la versione di tre anni dopo, diretta da Knappertsbusch:


Una grandissima dell'area che noi definiamo "internazionale": è Marjorie Lawrence, in una delle sue incisioni in francese. Sentite l'impasto vocale più chiaro rispetto a Nilsson e, soprattutto, Varnay. Il registro acuto è comunque smaltato, di notevole estensione:


Lo confesso: rispetto a Matteo, che è un suo grande (e grasso) fan, io non faccio follie per Jessye Norman, né tanto meno per il suo Wagner. Ma qui la sua cavata è talmente potente da essere quasi ipnotica; a meno che non sia io ad essere stanco dopo la notte di lavoro. Eppure ho la sensazione che la voce di Brunnhilde debba essere più acuta, penetrante, agile; qui invece abbiamo una specie di Leviathan che si solleva da terra e che, da solo, potrebbe distruggere tutto il Walhalla.
Più larga che alta.
La voce, intendo



Qui torniamo grisaniamente indietro, per una volta vecchie ciabatte passatiste anche noi: inchinatevi davanti al monumento di una delle più grandi cantanti wagneriane di tutti i tempi, Sua Maestà Frida Leider. Alta, solenne, vestita di nero come la nonna Lucia di "Davanti San Guido", Frida Leider è la mamma di tutte le Brunnhildi dei nostri tempi; eppure nel cantabile ha una nota di smarrimento di fronte alla morte imminente che la rende umana, troppo umana. Per me è stratosferica:


Colta un po' avanti nella sua parabola interpretativa, ma sostanzialmente immutata nell'accento rispetto a performance pre-belliche: ecco a voi Kirsten Flagstad, colei che - per molti, ma non per me - è ancora oggi l'epitome di Brunnhilde. Fraseggio ultraterreno, ma non trasfigurato. Cavata ampia e scultorea, ma non così appassionante e coinvolgente come Frida Leider rispetto alla quale sembra la nonna. Le riconosco la bellezza di alcune suggestioni timbriche, ma il fraseggio è veramente troppo distaccato: sembra che stia parlando di qualcun'altra:



Un altro esempio - e celeberrimo - di Wagner internazionale: è Germaine Lubin che, come la Lawrence, canta in francese. Notate come la voce sia molto più acuta e apparentemente meno ricca di armonici rispetto a quella della Flagstad. In compenso, rispetto alla collega norvegese, lo slancio all'acuto è di straordinaria bellezza:


Torniamo ai tempi nostri, con una protagonista di straordinaria intensità: Evelyn Herlitzius. Per quanto mi riguarda, siamo dalle parti del capolavoro. Slancio all'acuto degno di una Varnay, fantasia interpretativa scatenata, personalità travolgente, cavata impressionante: non c'è nulla che manchi all'appello. Per il mio personalissimo gusto è la più grande dai tempi di Gwyneth Jones e, per certi versi, le è nettamente superiore; purtroppo ce l'ho in una registrazione di Bayreuth del 2004 con Alan Titus, credo il peggior Wotan degli ultimi trent'anni, lo stesso che ha contribuito in modo decisivo, con la Schnaut, a rovinare il Ring di Sinopoli:




...e, per il momento, credo possa bastare!
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Re: Immolazione Crepuscolo

Messaggioda teo.emme » dom 19 dic 2010, 2:19

Ora e sempre Frida Leider :D E' davvero stratosferica....
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Re: Immolazione Crepuscolo

Messaggioda VGobbi » dom 19 dic 2010, 14:29

Allora la Nilsson e' impressionante, sopra tutto per la facilita' in cui affronta la scena. Per certi versi, se il paragone non vi sembra azzardato, Birgit ricorda quello che ha rappresentato Melchior nella sua corda tenorile. Direi un Wagner "buono per tutti gli usi", senza scervellarsi nel tentativo di personalizzare il ruolo, a fronte di una tecnica vocale inossidabile.

Varnay, rappresenta il canto evoluto o di come si dovrebbe cantare Wagner. Certe salite, vampate in acuto sono da brividi e poi il live con Krauss e' la sua migliore Brunhilde, anche in ambito vocale, solitamente non sempre stata irreprensibile.

Il Wagner "internazionale", quello di Lawrence e Lubin postati da Pietro, scusatemi ... riconosco che e' un mio grande limite, pur non disconoscendo che si tratta di artiste di razza, il Wagner in francese e' proprio tutt'altra cosa ed il mio gusto musicale, credetemi, non riesce a farmelo apprezzare.

La Norman, secondo me, poteva davvero essere una grandissima wagneriane. Mi sembra che in teatro abbia affrontato solo Siegliende. Un immenso peccato, se ci limitiamo a cosa ha saputo regalarci in questa performance. Pietro parla più di "larghezza" che "altezza" ... Sara' anche vero, ma e' un'immolazione che sembra riportarci davvero ai tempi dei miti nordici.

La Leider la conoscevo di fama ed un duetto del Tristano con Melchior, ascoltato tanti ma tanti anni fa. Non posso che associarmi ai giudizi entusiastici di Pietro e teo.emme. Mamma mia, che fenomeno che era!!!

Flagstad. Credo che rientri molto nel campo della soggezione, ma questa Flagstad sapeva il fatto suo, oltre a possedere una delle piu' belle voci, non solo in campo wagneriano. Insomma, pure lei rientra tra i miei must!

Su Herliztius mi pronuncero' più avanti.
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Re: Immolazione Crepuscolo

Messaggioda MatMarazzi » dom 19 dic 2010, 16:11

Bellissimi ascolti, complimenti Bagnolo.

Vorrei tornare sulla questione di Bruennhilde acuta, sì o no.
Quando ho scritto il mio pezzetto sulle Isolde di Cosima Wagner, ho dato una certa enfasi alla mia "piccola" scoperta, sul fatto che per Cosima la Walkiria (a differenza di Isolde e Kundry) andasse obbligatoriamente affidata a soprani acuti e di scuola vocalistica.
Ne chiamò solo due: la Lehmann (Lili ovviamente) e la Gulbranson. quest'ultima fu la Bruennhilde di un ventennio, incontrastata dominatrice del festival, nonchè allieva della Marchesi (come la Melba e la Calvé, nientemeno).
La tua teoria (che anche io sposo) era dunque la stessa di Cosima: voci acute, fredde, "classiche" e brillanti.

Sarebbe tuttavia il caso di ricordare che Wagner, probabilmente, non la pensava così.
Lui la Lehman l'aveva piazzata nell'uccello della foresta e in Woglinde :D :D :D :D :D :D , altro che Bruennhilde, ruolo per cui invece avevo interpellato la mitica Materna, dalla voce mezzosopranile (creò Amneris a Vienna), grandiosa nei centri, dal sillabato propulsivo e madre di tutte le declamatrici della storia.

La scelta di Wagner pare avallare l'ipotesi di cantanti centralizzanti e declamatorie come la Varnay (ok, non l'improponibile Flagstad, paciosa e materna, anzi ziesca), ma questo non toglie che la scrittura in sé (si pensi al secondo atto di Walkiria, al terzo di Sigfrido, al secondo del Crepuscolo) è fra le più acute che Wagner abbia mai scritto per soprano.
E non solo... Quando ha scritto un ruolo espressamente per la Materna (a differenza di Bruennhilde, scritto prima di conoscerla), ossia Kundry, Wagner ha pesantemente abbassato il baricentro: Kundry è al limite del mezzosoprano, sparate a parte.

Ha quindi ragione Cosima, nel chiamare per la parte "vocaliste" acute? In parte sì... in parte (come ho cercato di dimostrare nell'articolo sulle Isolde storiche) no, perchè in lei agiva una sorta di antipatia per il personaggio.
Bruennhilde è l'unico dei grandi personaggi wagneriani della maturità in cui Cosima non vedesse una ...raffigurazione di sé! :)
In Isolde (la moglie fedifraga, che sfida il "giorno" e muore per amore), Sieglinde (la sorella-amante, a sua volta moglie immorale, che sceglie libertà e morte), in Kundry (la peccatrice redenta, colei che nell'ombra lava i piedi del salvatore, colei che tace non avendo altro da dire che "dienen") Cosima vedeva il riflesso della sua vita e delle sue scelte.
A queste eroine dedicava il canto nuovo, carnale, moderno, umano delle prime grandi declamatrici (Rosa Sucher su tutte), mentre Bruennhilde le relegava alle cantanti vecchie, alle dive "del trillo", le vocaliste ottocentesche dagli acuti superumani! :)
Con quale gusto, nel 1896, avrà contrapposto la sua adorata Sucher in Sieglinde, alla sua odiata Lehmann in Bruennhilde... e quanto si sarà entusiasmata nel sentire gli applausi tanto più scroscianti per la prima che per la seconda! :)

In realtà io credo che la verità stia nel mezzo.
Wagner aveva ragione a pretendere un canto già declamatorio per il personaggio! Non è possibile affidare a una vocalista una parte del genere!
Cosima però aveva ragione nell'invocare vocalità acute, che non si schiantino con la scrittura e anzi ne esaltino l'aspetto semi-divino, super-umano.
Per tutte queste ragioni, la mia preferenza va (oltre che alla Nilsson, interpretativamente brada e superficiale, ma vocalmente perfetta) alla Herlitzius, che ha rappresentato - una decina di anni fa - l'ideale puro e semplice del ruolo.

La Varnay e la Leider sono strepitose (soprattutto la prima) ma devono un po' combattere con il lato matronale insito nelle loro voci e nelle loro personalità.
Per fortuna l'una e l'altra erano interpreti di genio e trovavano sempre il modo di riscattarsi; nel caso della Varnay poi giocava l'impeto di un registro acuto semplicemente spettacolare.
Idem la Lawrence.

La Lubin è calda, sensuale, emotiva, intellettuale... in questo brano fa una bella figura (così come sicuramente la faceva nell'annuncio di morte), ma è nata per Isolde, Kundry, Sieglinde. Non avrei voluto sentirla nell'Hojotoho o nel primo duetto del Crepuscolo.
E' la stessa ragione per cui la sua diretta discendente (la Crespin) non finì mai di persuadersi (e persuaderci) di essere una grande Bruennhilde (anche se l'annuncio è fantastico). O per cui la Normann, anche quando si fece convincere di poter fare tutto, non andò mai oltre alla scena dell'Immolazione.

Resterebbe la giovane Beherens, che nei primi anni '80 fu la Bruennhilde più vera e perfetta (vocalmente e drammaturgicamente) che si potesse sognare: un miscuglio di ardore declamatorio e facilità sopracuta che solo la Herlitizius e (siamo onesti) la Nilsson hanno potuto eguagliare.
Magari trovassi su Youtube qualche incisione non tardiva della Bruennhilde della Beherens.

Grazie e salutoni,
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Re: Immolazione Crepuscolo

Messaggioda MatMarazzi » dom 19 dic 2010, 16:15

VGobbi ha scritto:La Norman, secondo me, poteva davvero essere una grandissima wagneriane. Mi sembra che in teatro abbia affrontato solo Siegliende


No, dal vivo ha fatto anche Elisabeth e Kundry.
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Re: Immolazione Crepuscolo

Messaggioda pbagnoli » dom 19 dic 2010, 16:26

MatMarazzi ha scritto:
Resterebbe la giovane Beherens, che nei primi anni '80 fu la Bruennhilde più vera e perfetta (vocalmente e drammaturgicamente) che si potesse sognare: un miscuglio di ardore declamatorio e facilità sopracuta che solo la Herlitizius e (siamo onesti) la Nilsson hanno potuto eguagliare.
Magari trovassi su Youtube qualche incisione non tardiva della Bruennhilde della Beherens.

Hai ragione, Mat.
Il problema è che su Youtube c'è solo l'immolazione del 1989, che non mi sembra le faccia onore; per questo l'ho scartata. Però hai ragione: è stata grandissima.
Parimenti manca la Regina degli Anni Settanta, Catarina Ligendza, una di quelle che abbinò Brunnhilde e Isolde; ovviamente Gwyneth Jones; e infine la Balslev.
C'è invece la curiosità di Marilyn Horne che canta tutta la scena
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Re: Immolazione Crepuscolo

Messaggioda VGobbi » dom 19 dic 2010, 17:02

E manca pure la Modl!!!
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Immolazione Crepuscolo

Messaggioda pbagnoli » dom 19 dic 2010, 18:50

VGobbi ha scritto:E manca pure la Modl!!!

Già.
Idem come per la Behrens: c'è solo quella di Roma con Furtwangler che, mi sembra, non le fa molto onore.
Ci sarebbe anche, se non sbaglio, un live di Bayreuth con Keilberth (mi pare), che però non c'è sul tubo ma solo su cd, peraltro carissimo, della Testament.
Ora io amo Martha Modl in (quasi) tutto quello che fa, ma la sua Brunnhilde - che ho per l'appunto nell'integrale Emi live di Roma - mi sembra che non giustifichi né un acquisto tanto oneroso, né una menzione speciale fra le Immolazioni storiche.
Sarò cattivo, ma qualche scelta bisogna farla
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Re: Immolazione Crepuscolo

Messaggioda MatMarazzi » dom 19 dic 2010, 19:02

pbagnoli ha scritto:
VGobbi ha scritto:E manca pure la Modl!!!

Già.
Idem come per la Behrens: c'è solo quella di Roma con Furtwangler che, mi sembra, non le fa molto onore.
Ci sarebbe anche, se non sbaglio, un live di Bayreuth con Keilberth (mi pare), che però non c'è sul tubo ma solo su cd, peraltro carissimo, della Testament.
Ora io amo Martha Modl in (quasi) tutto quello che fa, ma la sua Brunnhilde - che ho per l'appunto nell'integrale Emi live di Roma - mi sembra che non giustifichi né un acquisto tanto oneroso, né una menzione speciale fra le Immolazioni storiche.
Sarò cattivo, ma qualche scelta bisogna farla


Perfettamente d'accordo.
Calorosa, umana, rabbiosa, a tratti gigantesca, ma non è Bruennhilde.
E lasciamo stare il suicidio vocale che questo ruolo ha rappresentato per lei, guardiamo solo il risultato.
Una lotta forsennata per tentare di dominare una tessitura che la sorpassava; un personaggio che in nulla e per nulla evoca quello che dovrebbe evocare, ossia l'umanizzazione del divino (processo opposto a Parsifal). La Moedl urla la sua fragilità umana dalla prima nota all'ultima.

Non è un caso che la sua più grande erede (ossia la Meier) non abbia commesso lo stesso errore.
Se "soprano" deve essere, sarà Sieglinde...
A onor del vero anche la Moedl (una sola volta a Bayreuth) avrebbe cantato Sieglinde, ma il risultato è parimenti modesto.
La cantò distrattamente, senza curarla affatto, avendo in testa la Walkiria: più che altro fu un'esibizione di onnipotenza, alquanto sciocca (e mi meraviglio che Wieland l'abbia permesso); in pratica lei e la Varnay si alternavano nelle recite di Walkiria. In alcune la Varnay era Bruennhilde e la Moedl Sieglinde; in altre l'opposto.

curioso come il grande Wieland (Rysanek a parte, e poi... e poi...) non comprese mai veramente la natura di Sieglinde.
Persino con la Borkh non riuscì a intendersi!
Lui, a differenza della nonna, era tutto dalla parte di Bruennhilde! :)

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Re: Immolazione Crepuscolo

Messaggioda pbagnoli » dom 19 dic 2010, 19:51

MatMarazzi ha scritto:
...curioso come il grande Wieland (Rysanek a parte, e poi... e poi...) non comprese mai veramente la natura di Sieglinde.
Persino con la Borkh non riuscì a intendersi!
Lui, a differenza della nonna, era tutto dalla parte di Bruennhilde! :)

Interessante questa tua osservazione, Mat.
Come sai, mi sto riascoltando Krauss 1953: lì, Sieglinde era la Resnik.
Strana scelta, in fondo, perché già allora la Resnik era fondamentalmente un mezzosoprano (d'accordo, come la Meier), e già all'epoca presentava qualche asprezza fumosa che, poi, sarebbe stato il suo marchio caratteristico.
Il fatto che avesse al fianco Vinay, poi, rende il tutto ancora più cupo e rabbioso: un Wintersturme totalmente privo di poesia, come se i due si amassero con disperazione, con rabbia, una specie di prolungamento ovvio e naturale delle rispettive infelicità.
E' una prospettiva che mi è sempre sembrata affascinante e che, ancora oggi, non manca di commuovermi.
La "mia" Sieglinde è sempre stata (e sempre sarà) la Rysanek.
Eppure la Resnik...
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Re: Immolazione Crepuscolo

Messaggioda MatMarazzi » dom 19 dic 2010, 20:15

pbagnoli ha scritto:Come sai, mi sto riascoltando Krauss 1953: lì, Sieglinde era la Resnik.
Strana scelta, in fondo, perché già allora la Resnik era fondamentalmente un mezzosoprano (d'accordo, come la Meier), e già all'epoca presentava qualche asprezza fumosa che, poi, sarebbe stato il suo marchio caratteristico.
Il fatto che avesse al fianco Vinay, poi, rende il tutto ancora più cupo e rabbioso: un Wintersturme totalmente privo di poesia, come se i due si amassero con disperazione, con rabbia, una specie di prolungamento ovvio e naturale delle rispettive infelicità.
E' una prospettiva che mi è sempre sembrata affascinante e che, ancora oggi, non manca di commuovermi.
La "mia" Sieglinde è sempre stata (e sempre sarà) la Rysanek.
Eppure la Resnik...


Assolutamente vero.
Però io credo che la grande riuscita della Resnik sia più, come tu stesso ammetti, una strana casualità.
Era la cantante meno adatta da collocare in quel ruolo (che in effetti non aveva mai cantato prima e non avrebbe cantato mai più).
Sulla carta fu un errore, un segno della noncuranza con cui Wieland trattava il personaggio.

Se poi, per una misteriosa miscela di fattori (la vicinanza di Vinay, l'entusiasmo contagioso e possente di Krauss, forse anche le angosce che la Resnik stessa stava vivendo nel suo delicato cambiamento di repertorio... chissà), il risultato è stato sconvolgente, rabbioso, grandioso, contro ogni previsione poeticissimo, difficile darne il merito ad Wieland.
E' vero... (perché è vero) che la Sieglinde della Rysanek nacque con la Neue Bayreuth... Ma anche lì fu una scelta convenzionale, giusta ma non troppo meditata.
Anche io amo follemente la Rysanek, ma amo lei, non l'originalità e la riflessione che sottende la sua scelta!
Possibile che Wieland, l'uomo che ha stravolto tutti i criteri di scrittura Wagneriani, colui che ha inventato il Siegmund di Vinay e quello di Vickers, l'isolde della Moedl, la Kundry della Crespin, l'Elisabeth della De los angeles, la Venus della Bumbry, la Senta della Silja, il Telramund di Uhde, il Sachs di Greindl... non abbia trovato qualcosa di rivelatore e geniale anche per Sieglinde?

Sbaglio io?
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Re: Der Ring des Nibelungen: interpreti

Messaggioda pbagnoli » ven 19 ago 2011, 13:46

Quando qualcuno afferma che cantare Wagner non è un problema, che tanto sono tutte melodie lunghe lunghe, che il declamato non esiste, che si deve cantare sempre alla stessa maniera, che la tecnica italiana va bene per tutto, che non esistono le scuole di canto e che bisogna cantare solo e sempre sul fiato bisognerebbe fargli ascoltare anche questo:


Complimenti al pianista: non dev'essere stato facile
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