Rodolfo a confronto

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Rodolfo a confronto

Messaggioda pbagnoli » ven 26 dic 2014, 19:52

Approfittando dell'atmosfera natalizia, voglio provare anch'io a divertirmi a fare confronti; in questo caso fra gelide manine di vari tenori.
Vi dico subito cosa non troverete: questo non è il modo per farvi vedere come una volta si cantasse meglio, come la voce galleggiasse sul fiato e altre cosucce del genere, prevedibili come un discorso di fine anno del Presidente della Repubblica. Se non siete d'accordo con questo programma, almeno sapete che dovrete cercare altrove 8)
Qui invece proviamo a dare spazio a interpretazioni significative senza cercare di fare classifiche di merito che non hanno nessun senso, atteso che nel 2000 si canta diversamente rispetto al 1906.

Cominciamo con Jaume Aragall i Garriga, classe 1939. Qui ha 28 anni e classe da vendere. Si tratta probabilmente della più bella voce di tenore dai tempi di Pippo Di Stefano ed è sfruttata meravigliosamente. Purtroppo la sua stagione è durata poco; forse non cantava sul fiato!


Questo è Luciano Pavarotti. Si può dire quello che si vuole, ma la voce è stratosferica ed emessa da fuoriclasse. Nel 1961 aveva proprio debuttato Rodolfo, ruolo che avrebbe poi riproposto in tutto il mondo nei decenni a venire. Per chi come me ha avuto il privilegio di sentirlo diverse volte dal vivo, rimane il ricordo di una vera e propria tromba che arrivava dappertutto: uno di quei pochissimi cantanti che ti colpiscono prima di tutto con la qualità superlativa di una voce assolutamente fuori dal comune:


La singolare affettuosità di Tito Schipa, unita alla dizione tanto aperta (alla faccia di chi dice che bisogna cantare sempre immascheratissimi) è veramente esemplare in un brano del genere. Notare come sottolinea la dieresi dei dittonghi: è un vezzo un po' arcaico, ma che si ascolta con piacere.


Il danese Helge Rosvaenge, classe 1897, è stato uno dei più grandi tenori del secolo. Puccini (soprattutto questo tipo di ruolo) non è mai stata la sua tazza da tè - l'emissione era più propriamente da heldentenor - ma vale la pena di ascoltarlo, non fosse altro per il modo assolutamente perfetto con cui piazza il do sulla scomoda vocale "i", per colpa della traduzione tedesca


Per molti - me compreso, lo ammetto - la figura di Rodolfo è indissolubilmente legata, nel bene come nel male, a Giuseppe Di Stefano. Sentite, come nel caso di Schipa, l'affettuosità dell'attacco. In confronto a Schipa, il do è più faticoso (ma nel 1950 la fatica si percepisce ancora poco); rispetto al tenore pugliese, però, mancano gli arcaici vezzi vocali, col risultato che tutta la performance risulta complessivamente più fresca e credibile:


Nel 1930, il campione tenorile d'Oltralpe si chiamava Georges Thill, supremo interprete di Werther ma anche di ruoli verdiani e wagneriani. Qui canta in francese (a quei tempi era frequente che ognuno cantasse nella propria lingua). Il brano scorre meravigliosamente dalle labbra di uno dei più fini dicitori della Storia del canto. Eccezionali le smorzature che increspano la maschia brunitura del timbro


Il belga André d'Arkor aveva costruito la sua fama su acuti sfolgoranti come nessuno. Superato lo stupore iniziale per questa caratteristica straordinaria, però si cade in una lieve noia complessiva. Siamo d'accordo: è una noia dorata. Ma questo è un brano talmente famoso che non ci si accontenta dei soli acuti. Francese per francese, sentite come suona più monotono rispetto a Thill:


Lo spagnolo Miguel Fleta fu - nel 1926 - il primo interprete di Calaf nella Turandot alla Scala, sotto la direzione di Arturo Toscanini. Ancora oggi, un ascolto straordinario per l'uso forse anche un po' esagerato di smorzature e mezzevoci:


Una Manina abbassata di un semitono? Non sono in grado di dirlo con sicurezza, anche perché l'ascolto su Youtube non ci aiuta molto in tal senso. La voce è quella di Josep (José) Carreras che, nel 1979, era in possesso di una delle più incredibilmente belle, spettacolari, straordinarie voci di tenore che si siano mai sentite. L'abbassamento di tonalità ci sarà anche; ma il tono dolcemente crepuscolare è molto bello:


Arrivati ai nostri tempi, ci imbattiamo in uno dei più importanti riferimenti: Jonas Kaufmann. Come nel caso di Rosvaenge, Jojo non avrebbe teoricamente il mezzo adatto a un brano del genere. Convinti? E allora sentitevi che assottigliamenti si inventa per rendere credibile il turbamento di fronte alla bellezza della fanciulla che ha davanti:


Nel 1995 il francese (di ascendenze italiane) Roberto Alagna, soprannominato Oltralpe Rototo, era una delle più belle voci tenorili di sempre. Con Rodolfo ci andava a nozze, grazie ad acuti spettacolari, presenza, affettuosità. Non solo: c'è anche il rispetto maniacale di segni di espressione e acciaccature


...e, per finire, Cesira Ferrani.
Non è Rodolfo, ma è stata la prima Mimì della storia, a Torino: 1 febbraio 1896. Questa registrazione è di 7 anni dopo:
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
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Re: Rodolfo a confronto

Messaggioda Valentina » ven 26 dic 2014, 20:39

Bella questa carrellata di interpretazioni di questa celebre aria che suggella l'incontro tra Mimí e Rodolfo che troviamo alle prese con la ricerca della chiave persa al buio... : Love :

Che gelida manina, se la lasci riscaldar...
Cercar che giova? Al buio non si trova.
Ma per fortuna, è una notte di luna,
e qui la luna... l'abbiamo vicina.

Chi so? Sono un poeta.
Chi cosa faccio? Scrivo.
E come vivo? Vivo.

L'anima ho milionaria.
Talor dal mio forziere...
ruban tutti i gioielli
due ladri: gli occhi belli.

Sono tutte interpretazioni magistrali e interessanti: ognuna di queste fa sembrare un'opera nuova, un altro mondo l'ascolto precedente.
Sono voci mirabili e bellissime che sanno toccare l'animo di chi ascolta superando la superficialità.
Passano gli anni e quindi i modi e gli stili ma É meraviglioso vedere come l'interpretare qualcosa lo rende vivo, addirittura sentirla in altre lingue É molto particolare e interessante.
Dovendo scegliere un interprete... Ecco... Sceglierei jonas Kaufmann : Love :
Ok sono vilmente di parte, la sua voce É un capolavoro... Forse non adattissima a questo pezzo ma mi piace come trasmette il suo "colpo di fulmine"... Ci sono sicuramente interpreti più indicati ma la sua voce ha il potere di farmi sentire il sentimento dietro le parole.
Per seconda scelta ( non certo per bravura) scelgo Pavarotti: ok forse di presenza scenica non particolare avvincente ma... Con una voce così potente (non solo vocalmente) riesce a raggiungere il cuore di chi ascolta...
Bellissimo motivo di riflessione Pietro! 8)
Dilegua, o notte!… Tramontate, stelle!… All’alba vincerò!…
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Re: Rodolfo a confronto

Messaggioda VGobbi » sab 27 dic 2014, 0:20

Certo Puccini, non riesco a proprio digerirlo. Boheme rientra tra le mie opere che male sopporto. Non so ... è più forte di me, mai e poi mai andrei al teatro a vederla. Certo, se proprio mi obbligano a sentire un'edizione discografica di riferimento, allora tutta la vita quella diretta da Karrajan con la coppia Pavarotti/Freni. Un vero e proprio miracolo vocale ed orchestrale.

Tornando in tema e scegliendo tra le varie interpretazioni proposte, che comunque, chi più chi meno (caso mai si può discutere sulla congruità vocale per affrontare il ruolo), ne dona un'interpretazione unica e meritevole di ascolto, io propendo per il gigionesco ma inimitabile Miguel Fleta. Bellezza timbrica, fiati interminabili, un certo languore romantico, ottima dizione ne fa una romanza da sogno.
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Rodolfo a confronto

Messaggioda pbagnoli » sab 27 dic 2014, 10:31

VGobbi ha scritto:Certo Puccini, non riesco a proprio digerirlo. Boheme rientra tra le mie opere che male sopporto. Non so ... è più forte di me, mai e poi mai andrei al teatro a vederla.

Vittorio, con tutto il bene: è possibile che debba ripeterti mille volte sempre le solite cose?
Questo thread non è dedicato ai gusti musicali di Vittorio Gobbi e ai suoi rapporti con Puccini in genere e la Bohème in particolare; altrimenti svacchiamo e andiamo a parlare di mille altre cose diverse. E, come ho già detto mille volte, lo spazio non è né illimitato né tanto meno gratis.
E' solo un confronto fra gelide manine!
Ti piace? Lo commenti e metti il tuo parere che è sempre gradito.
Non ti piace? Lo ignori e parli di altre cose.
Ma il thread è su gelide manine, non su Bohème, puccinismi e la sensibilità di Vittorio Gobbi.
Le proposte che ho messo, variegate e spalmate su un periodo piuttosto ampio (pur se non esauriente), riguardano il modo di rendere quella particolare frase musicale, l'affettuosità richiesta, la mezza voce, al limite anche il do finale.
Della sensibilità del primo Puccini, dei suoi rapporti con Murger e della definizione dei limiti di Giovane Scuola, non me ne importa una beneamata cippa in questo contesto; mi interessano solo le gelide manine.

VGobbi ha scritto:Tornando in tema io propendo per il gigionesco ma inimitabile Miguel Fleta

Gigionesco??
Perché?
Questa la devi proprio spiegare
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Re: Rodolfo a confronto

Messaggioda VGobbi » sab 27 dic 2014, 12:11

Non te lo spiego perché non m'interessa la gelida manina. :mrgreen:

Io in Fleta lo trovo gigionesco per la libertà che usa nell'utilizzo dei fiati, non tanto nel suo gusto musicale. Se la parola è incongrua, visto che mettete i puntini sulle i, datemi voi un termine più acconcio per definire la libertà, diciamo musicale, di cui ne fa uso a iosa il grandissimo Fleta.

P.s. : se ripeto le stesse cose, manco m'accorgo e comunque è un discorso che può essere nuovo per gli utenti appena iscritti. Uffi!
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Re: Rodolfo a confronto

Messaggioda pbagnoli » sab 27 dic 2014, 12:20

VGobbi ha scritto:Io in Fleta lo trovo gigionesco per la libertà che usa nell'utilizzo dei fiati, non tanto nel suo gusto musicale.

Questa è una spiegazione, grazie
VGobbi ha scritto: Se la parola è incongrua, visto che mettete i puntini sulle i, datemi voi un termine più acconcio per definire la libertà, diciamo musicale, di cui ne fa uso a iosa il grandissimo Fleta.

La parola è incongrua solo se non la spieghi.
Se dici che Fleta - uno dei più grandi cantanti della Storia - è un gigione, devi argomentare il tuo giudizio in modo serio e coerente.
Dovresti saperlo: questo non è uno di quei posti dove si dà al cantante una patente senza mettere i puntini sulle i, tanto per usare il tuo stesso argomento. E' una cosa sulla quale sono sempre stato tassativo

VGobbi ha scritto:...comunque è un discorso che può essere nuovo per gli utenti appena iscritti. Uffi!

I quali sono interessatissimi a sapere che tu detesti Bohème e Joan Sutherland.
Anzi: vengono apposta su Operadisc! A frotte!
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Re: Rodolfo a confronto

Messaggioda DocFlipperino » sab 27 dic 2014, 15:39

aggiungiamo anche beniamino gigli? insolitamente misurato nei portamenti, canta l'aria anche con una certa durezza.
il do è una vera spada, anche se fa l'acuto anticipando la parola speranza.
il fraseggio è antico, a volte arcaico ma è una interpretazione da conoscere


questo di Grigolo invece non è un tributo a Pavarotti, come scritto all'inizio..... siamo al vero plagio (peccato che ne imiti solo i difetti.....)


questo è invece il leggendario ivan Kozlovsky. fraseggio intenso, quasi violento, acuto leggermente smorzato nel finale..... chapeau!


ps. il do di carreras sembrerebbe effettivamente un do. la frase inizia in fa4 e quindi dovrebbe essere giusto....
grazie pietro per tutti gli splendidi ascolti, non per niente sei il grande capo : Doctor :
-------------------------
è in arresto. sì! all'ottavo piano....
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Re: Rodolfo a confronto

Messaggioda VGobbi » sab 27 dic 2014, 15:42

pbagnoli ha scritto:
VGobbi ha scritto:
VGobbi ha scritto:...comunque è un discorso che può essere nuovo per gli utenti appena iscritti. Uffi!

I quali sono interessatissimi a sapere che tu detesti Bohème e Joan Sutherland.
Anzi: vengono apposta su Operadisc! A frotte!

Dai Pietro, sfatiamo questi falsi miti incrostati da vetusta tradizione. Boheme non è un capolavoro e la Sutherland ha sbagliato mestiere. :mrgreen:

Scherzo dai ... : Blink :
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Re: Rodolfo a confronto

Messaggioda michele cesareo » dom 04 gen 2015, 17:08

Lo dico in punta di piedi, proprio perchè tirato per il collo.......( E' una ingiustizia, però......!)
Roberto Alagna ! E' più....Rodolfo ( o come vorrei che fosse )
Michele!
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Re: Rodolfo a confronto

Messaggioda pbagnoli » lun 05 gen 2015, 9:00

Alagna in quest'aria è semplicemente favoloso. Hai ragione Michele!
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Re: Rodolfo a confronto

Messaggioda Tucidide » mar 06 gen 2015, 0:36

Bravissimo Alagna, davvero: del resto, quella "Bohème" della EMI incisa con la Vaduva e diretta divinamente da Pappano è una delle migliori del disco.
Pare a me, o manca il grande Rodolfo di Bergonzi? E' pur vero che non è la "manina" il suo pezzo forte, ma la fraseggia da dio.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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