Die Frau ohne Schatten: interpreti

cantanti, direttori, registi, scenografi

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Re: Die Frau ohne Schatten: interpreti

Messaggioda mattioli » dom 22 mag 2011, 22:33

Ecco, si accusa il GM di utopismo e questo s'inbeep!

Comunque io mica voglio difendere Botha, che è all'incirca l'esatto tipo di cantante che non mi piace. Io il Radames non l'ho sentito; facesse Sigfrido (meglio quello del Siegfried) lo sentirei volentieri (sentirlo solo, beninteso). In ogni caso nel Tannhauser il momento migliore era l'Inno a Venere, il che mi sembra significativo (anche perché il Racconto, con una simile monoliticità di fraseggio, ovviamenet affonda).

Capitolo Kaiser. Sicuramente hai ragione a dire che le parti che dovrebbe cantare sono quelle "eroiche" del Settecento, per esempio Pilade. Aggiungo che nel Fortunio era perfetto come lo sarebbe, poniamo, nella Dame blanche (forse un po' acuta?). Ma Strauss? Con quell'orchestra sotto? Non è un problema di tessitura, ma di volume. Si sentirebbe pochissimo, anche se sarei felice di essere smentito. Tanto più, da quel che ricordo io, la sua non è di quelle voci piccole ma che "corrono" (a Chicago, sala enorme benché di buona acustica, era in evidente difficoltà)...

Winbergh. Beh, almeno su questo siamo d'accordo. Quando lo sentii le prima volta faceva Mozart e Gluck e mi dissi (e dissi): questo deve cantare Wagner. Anche se poi non sono mai riuscito a sentirlo in Lohengrin, ma solo in Erik e in Siegmund, dove fu davvero splendido.

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Re: Die Frau ohne Schatten: interpreti

Messaggioda MatMarazzi » dom 22 mag 2011, 22:49

mattioli ha scritto:Ecco, si accusa il GM di utopismo e questo s'inbeep!


Io mi imbeeppo?
Ma dai, Mattioli! :)
Quando metto troppe faccine sorridenti, mi sgridano... Quando ne metto poche, non si capisce il tono.
Niente beep, specie se si parla di tenori! :) Vale la pena?

In ogni caso nel Tannhauser il momento migliore era l'Inno a Venere, il che mi sembra significativo (anche perché il Racconto, con una simile monoliticità di fraseggio, ovviamenet affonda).

e il concertato secondo?
E' lì che la tessitura si alza a livello "straussiani". Come andò Botha?

Tanto più, da quel che ricordo io, la sua non è di quelle voci piccole ma che "corrono" (a Chicago, sala enorme benché di buona acustica, era in evidente difficoltà)...

E' una voce un po' sorda, hai ragione; non è squillante nel senso di Jadlowker.
Però... io insisterei sul mio punto. Forse la scarsa "presenza" da te denunciata in Faust dipende dal fatto che l'artista, per reggere a una tessitura così alta, fosse costretto a troppi equilibrismi.
Tu che sei parigino, sappici dire del suo Matteo: ok, il ruolo è chiaramente lirico (non certo eroico come il Kaiser) ma altrettanto acuto e con un'orchestrazione altrettanto ingombrante.
Siamo molto curiosi! :)

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Re: Die Frau ohne Schatten: interpreti

Messaggioda mattioli » dom 22 mag 2011, 23:05

Vale la pena?


No, chiaramente... Sono pur sempre dei tenori : Thumbup :

Come andò Botha?


Assai bene. Vocalmente, un Tannhauser sorprendente, anche per tenuta. Peccato mancasse tutto il resto : Hurted : ...

sappici dire del suo Matteo


Eseguirò. Ma da qui non passi mai? Fatti vivo ogni tanto : Welcome :

Ossequi
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Re: Die Frau ohne Schatten: interpreti

Messaggioda MatMarazzi » lun 23 mag 2011, 12:11

mattioli ha scritto:Ma da qui non passi mai? Fatti vivo ogni tanto : Welcome :


Ma se sono venuto neanche un mese fa, per il Freischuetz?
E poi ...che ci vengo a fare a Parigi se non fanno più le meraviglie dei decenni scorsi?
Forse saranno stati i tuoi consigli a Joel: avrai detto anche a lui di non fare l'utopista come Mortier, e di essere pratico e tenere bene i piedi per terra, tanto per non essere linciato dal pubblico (Faust con Alagna, Pagliacci con Galuzine... ecc...) :)
Scherzi a parte, ovviamente ci vedremo a Aix per la Traviata con la Dessay, giusto?
Io ci sarò il 16 luglio.
Sappimi dire.
E al macbeth Muti-Stein di Salisburgo ci sarai? Io si sarò il 24 agosto.
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Re: Die Frau ohne Schatten: interpreti

Messaggioda mattioli » lun 23 mag 2011, 15:58

La prossima volta che mi fai dire che Joel è meglio di Mortier ti querelo...
E comunque non c'è solo l'Opéra. Lo Sweeney Todd dello Chatelet era magnifico, l'Opéra-Comique continua a fare delle belle cose (so che non ti piace la Dante, ma darle La Muta è geniale...) etc.
Aix: non so ancora se vengo.
Macbeth: è l'unica opera che NON vedrò quest'estate a Salisburgo. Tu sai perché.
E comunque prima ci sono gli Ugonotti...
Ciao ciao

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Re: Die Frau ohne Schatten: interpreti

Messaggioda MatMarazzi » lun 23 mag 2011, 18:30

mattioli ha scritto:La prossima volta che mi fai dire che Joel è meglio di Mortier ti querelo...


Mai detto! :) Solo che Joel ha più senso pratico! :)

Bando alle facezie, hai visto lo Sweeny Todd allo Chatelet e, pur sapendo quanto avrei voluto vederlo, non ci dici nulla?
Ma tu l'hai visto con Rod? o con Pomponi?

La Muta della Dante sarà uno dei must della prossima stagione! Sarò a Parigi senza meno.
Anche io trovo che in quest'opera potrebbe risultare fruttuoso pure il suo dilettantismo operistico (ma vallo a dire ai tuoi protegés, che gniccano e storcono il nasino).

Per Aix: faresti male a non venire.
Per Salisburgo: capisco... capisco... :) Ma sentire i Wiener in quei geniali zum zum...
Per Ugonotti: io ci sarò il 15. tu?

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Re: Die Frau ohne Schatten: interpreti

Messaggioda mattioli » lun 23 mag 2011, 19:29

ai tuoi protegés, che gniccano e storcono il nasino


E chi sarebbero, i miei protegés? Io ormai sono fuori gioco, anzi fuori corso come una banconota da 10 mila lire...
Comunque la Muta promette bene, anche se non conosco il Masaniello annunciato...

Sweeney Todd notevolissimo, anche con Pomponi (molto bravo, giustamente cupissimo e inc beep! dall'inizio alla fine). Ma il vero genio è quella che faceva la parte della Lansbury, fenomenale. E TUTTI gli altri, dal primo all'ultimo... A parte tutto, l'opera (opera?) è davvero un capolavoro...
Aix vediamo, Salisburgo rivedo i tre Mozart (perché per capire davvero Guth bisogna vederli di fila) e il Makropoulos. E forse qualcos'altro, ma non ricordo cosa. Peccato per Bruxelles: il 15 sono via... (ma sai, vero, che nella prossima stagione la stessa produzione viene ripresa a Strasburgo con il protegé tuo, cioè Gregory Kunde?)

Saluti
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Re: Die Frau ohne Schatten: interpreti

Messaggioda MatMarazzi » lun 23 mag 2011, 20:08

mattioli ha scritto:Comunque la Muta promette bene, anche se non conosco il Masaniello annunciato...


Spyres è uno dei protegés di Operadisc. Ne abbiamo parlato spesso.
Io avrei preferito Cutler... ma tant'è.


Sweeney Todd notevolissimo, anche con Pomponi (molto bravo, giustamente cupissimo e inc beep! dall'inizio alla fine). Ma il vero genio è quella che faceva la parte della Lansbury, fenomenale. E TUTTI gli altri, dal primo all'ultimo... A parte tutto, l'opera (opera?) è davvero un capolavoro...


Caroline O'Connor è un vero genio, un pilastro del musical. Ma io, lo confesso, avrei preferito che allo Chatelet (nella logica dell'adozione operistica del Musical che quel teatro stanno portando avanti) avrei preferito per un personaggio titancio come ms. Lovett una vera star dell'opera, una di quelle vecchie dive senza voce, con ancora tanto senso del comico e del tragico insieme: la parte è vocalmente facilissima e ad esempio una Felicity Lott ne avrebbe tratto qualcosa di grandioso, di comicissimo e di ributtante insieme... Al covent garden chiamarono Felicity Palmer!
E... la Silja? :) La quale è al momento impegnata come Old Lady del CAndide alla Staatsoper Unter den Linden (credo sia il suo 130esimo debutto).

Ecco un trailer per chi volesse approfondire l'effetto del Sweeney Todd dello Chatelet.



Peccato per Bruxelles: il 15 sono via... (ma sai, vero, che nella prossima stagione la stessa produzione viene ripresa a Strasburgo con il protegé tuo, cioè Gregory Kunde?)


Kunde non è esattamente un mio protegé! Direi proprio di no.
Mi inchino di fronte al suo Rubini, ma nei personaggi Nourrit - come ho scritto diecimila volte - mi fa ridere! E mi fa un po' ridere anche nei Vespri! :)
NOn parliamo di come risulterà in Raoul a sessant'anni... No se lo tengano! IO mi tengo Cutler!

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Re: Die Frau ohne Schatten: interpreti

Messaggioda pbagnoli » sab 28 mag 2011, 17:53

MatMarazzi ha scritto:
La Muta della Dante sarà uno dei must della prossima stagione!

Dici sul serio, Matteo?
Stiamo parlando di una regista con caratteristiche molto particolari, che ha esordito nell'ambito dell'opera non prima di due anni fa con un lavoro come Carmen ricavandone uno spettacolo tutto sommato molto tradizionale.
Adesso deve mettersi alle prese con la Muette, capostipite dei Grand-Opèra, opera di non facile presa sul pubblico, una di quelle che richiedono esecutori con i controc****oni per poter coinvolgere il pubblico, e ci mettiamo una come la Dante? Qui non avrà le dinamiche già collaudatissime di Carmen e il pubblico che sa già per filo e per segno cosa succede; qui dovrà raccontarglielo lei e renderglielo chiaro e comprensibile; e poi dovrà coinvolgerlo (tanto per essere chiari, io faccio parte di quelli che considerano la Muette una discreta pizza).
In Carmen la Dante non mi è sembrata affatto memorabile; vorrei che mi dicessi come pensi che potrebbe essere addirittura un must in un'opera così difficile :roll:
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: Die Frau ohne Schatten: interpreti

Messaggioda MatMarazzi » sab 28 mag 2011, 19:54

pbagnoli ha scritto:In Carmen la Dante non mi è sembrata affatto memorabile; vorrei che mi dicessi come pensi che potrebbe essere addirittura un must in un'opera così difficile :roll:


Tu sai Pietro che la CArmen della Dante mi ha fatto orrore.
Però quell'orrore era perfettamente prevedibile: esiste una tradizione "registica" molto importante sulla Carmen; i suoi linguaggi, la sua drammaturgia sono stati esplorati dai più grandi.
Prendere un'allegra dilettante (sia pure focosa, femminista e ossessionata dai maschioni nudi) e metterla in un'opera simile voleva dire esporla alle risate di tutto il mondo dell'opera.
Con il Grand-Opéra è tutta un'altra cosa.
Che tradizione "registica" abbiamo? Quanti registi hanno ipotizzato e suggerito soluzioni specifiche ai problemi di quella drammaturgia?
Quante scuole si sono forgiate per rispondere seriamente alle articolazioni proprie della narrazione scribiana?
Niente... se non tentativi (più o meno felici) di assimilare il Grand-Opéra ad altre forme di spettacolo operistico.

Insomma il terreno è vergine. C'è spazio per qualsiasi novità, qualsiasi apertura.
Emma Dante (che un genio non è, intendiamoci) è però una che fa da anni un tipo di drammaturgia molto sui generis, sganciata dai linguaggi tradizionali; ha sperimentato varie e diverse espressioni linguistiche.
Quando siamo all'inizio di una sperimentazione, qualsiasi pionierismo può rivelarsi vincente (o perdente: è quello che vedremo).

Io stesso se avessi un teatro e se dovessi completamente rifondare un tipo di drammaturgia che ha perso le proprie specificità (come in questo caso il Grand Opéra) tenderei a chiamare registi con esperienze extra-operistiche.
Mentre non lo farei mai per quei repertori (come Carmen) che invece hanno già una rigogliosa tradizione di specificità e ricerca alla spalle.

Io almeno la vedo così...
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Re: Die Frau ohne Schatten: interpreti

Messaggioda Maugham » sab 28 mag 2011, 20:57

MatMarazzi ha scritto:Prendere un'allegra dilettante (sia pure focosa, femminista e ossessionata dai maschioni nudi) e metterla in un'opera simile voleva dire esporla alle risate di tutto il mondo dell'opera.


Risate che, nella mia ingenuità pensavo le precludessero qualunque altro tentativo nel campo. E invece ce la ritroviamo all'Opéra Comique. :D Comunque, mi riferisco ovviamente alla Dante dilettante nell'Opera. Nel teatro di parola ha una sua forza, a volte discutibile a volte micidiale.

Che tradizione "registica" abbiamo? Quanti registi hanno ipotizzato e suggerito soluzioni specifiche ai problemi di quella drammaturgia?
Quante scuole si sono forgiate per rispondere seriamente alle articolazioni proprie della narrazione scribiana?
Niente... se non tentativi (più o meno felici) di assimilare il Grand-Opéra ad altre forme di spettacolo operistico.


Il tuo ragionamento non fa una grinza.
Però ammetterai che il Grand-Opéra ha comunque una ben precisa tradizione lessicale, drammaturgica e musicale. Tra l'altro tra le più difficili -tecnicamente intendo- di tutto lo scibile operistico. E lo dimostra proprio il fatto che, chi ci si è misurato (vedi la Juive di Vienna o il Rienzi di Stolz) ha approfondito certi spazi lasciando "il difficile" (ovvero le scene corali, le processioni, il pompier) al ruolo di cornice oppure mettendolo in burletta con esiti più o meno felici.
Poi, ovviamente, stiamo parlando di ipotesi. Magari la Dante ci aprirà chissà che nuove frontiere. Certo che però da una che non riusciva nemmeno a muovere bene Schrott nel Toreador non mi aspetto molto. : Blink :

o stesso se avessi un teatro e se dovessi completamente rifondare un tipo di drammaturgia che ha perso le proprie specificità (come in questo caso il Grand Opéra) tenderei a chiamare registi con esperienze extra-operistiche.


Sulla carta si.In pratica andrei più cauto nella scelta del nome cui affidare le sorti della Muette.
Ti faccio un esempio extra-musicale. Quando nei primi anni duemila la Universal decise di rilanciare il peplum gladiatorio che, da Spartacus in giù, aveva perso qualunque ragione d'esistere chi hanno chiamato? Ridley Scott. Il quale era un debuttante nel genere -come lo chiamano gli americani- sword and sandals ma che sapeva comunque gestire una superproduzione, manovrava alla perfezione la sintassi narrativa propria di quel tipo di cinema, conosceva bene quando spingere nell'acceleratore e quando frenare... Se avessero chiamato Woody Allen sarebbe stato diverso. Sebbene anche Allen conosca benissimo quando accelerare e quando frenare...

Aspetto che il Parigino dica anche lui la sua.

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