Abscheulicher!

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Messaggioda pbagnoli » sab 02 apr 2011, 15:15

Stimolato dall'ascolto del Fidelio di Haitink, che ho preso solo per la Leonore della Norman, mi è venuta voglia di rianimare il mortorio in cui ci troviamo con un confronto fra varie versioni di quest'aria disponibili sul Tubo.
Premettiamo che c'è una dicotomia subito evidente: da una parte i mezzosoprani, dall'altra i soprani.
Dirò subito che la mia preferenza - con qualche eccezione, come la Modl - va decisamente alla categoria più acuta.
Di più: Leonore dovrebbe essere una vocalista vera, anche se con qualche caratteristica di tipo colorista; e invece viene sempre affidata a sopranoni, o figure intermedie, comunque di tipo wagneriano, che fanno sempre una fatica infernale.
Comunque ecco la carrellata. Iniziamo da una beniamina del mio Grasso Sodale. E' una declamatrice, ma la formazione belcantista la aiuta tantissimo. Non piacerà a tutti, ovviamente; ma non può essere liquidata in due parole:


Questa invece è proprio la Norman che mi ha stimolato il confronto. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a una cantante di difficile collocazione: la voce è ricchissima di armonici nel registro centrale e ha un corpo notevolissimo in quello acuto, ma non può essere definita né una vocalista in senso stretto né una declamatrice, né un soprano né un mezzo. E' la Norman!
Leonore singolarissima, da sola vale l'ascolto di questa edizione bruttarella anzichenò:


Adoro la Rysanek: per me è una delle più grandi artiste di sempre. Qui però, pur battagliera e - come sempre - con il cuore oltre l'ostacolo, sembra qui e lì la wagneriana che, in fondo, non è stata; per lo meno non nel senso dei sopranoni di canna turgida e peccaminosa. Nel cantabile, comunque, riesce a trovare degli accenti di notevole commozione con un bellissimo acuto preso non di forza come fanno più o meno tutte, ma con una messa di voce adeguatamente rinforzata. Il registro acuto è luminoso come una spada di Toledo, come sempre:


Adoro anche la Crèspin, qui colta in una registrazione piuttosto interessante con la direzione di Klemperer. Posso essere sincero? Non mi piace nemmeno granché. Certo, analogamente alla Rysanek, il timbro è fondo, rigoglioso e ricco di armonici; e il registro acuto è sfolgorante. Però le manca quel senso di dolore immemorabile che la Rysanek sa evocare appena apre bocca.
Sia chiaro: non è che voglia cercare il pelo nell'uovo, è il contesto dei confronti sulla singola aria che invoglia a trovare proprio ogni più piccola sfumatura. E' comunque una cantante che io adoro:


Analogamente alla Norman, anche Sena Jurinac appare di difficile inquadramento. E' sicuramente più soprano, ma l'escursione timbrica le permetteva anche parti da mezzosoprano. La risposta odierna potrebbe essere - come abbiamo visto precedentemente - Joyce DiDonato. Nemmeno la Jurinac è vocalista in senso stretto, ma la parte le calza veramente come un guanto grazie all'innata nobiltà e al tono naturalmente e dolcemente malinconico. Da un punto di vista vocale nessun appunto le può essere mosso, se non una certa maggior vibrazione nel registro acuto. A integrazione, dirò per chi non lo sapesse che questa è un'altra cantante che io adoro:


Un'altra beniamina di questo sito è la geniale cantante olandese Gré Brouwenstijn, famosa non solo per le sue interpretazioni wagneriane ma anche per essere stata la splendida Elisabetta del Don Carlo di Giulini a Londra nel 1958, al posto della prevista Callas. Come Leonore è un'altra cantante "sbagliata" e gli acuti non sono precisamente delle folgori, ma il tono è assolutamente perfetto e lo scavo sulla parola è da manuale. Non a caso, è stata una delle più grandi interpreti di questa parte a cavallo fra gli Anni Cinquanta e Sessanta:


Ed ecco un mezzosoprano, cioè una voce davvero sbagliata per questa parte. Sbagliata, la Modl lo era anche per Brunnhilde e Isolde, ma ciò non le ha impedito di imporre a questi personaggi il marchio dirompente della propria personalità, soprattutto nei panni della violenta principessa irlandese. Come Leonore, la Modl soppiantava nel cuore di Furtwaengler nientemeno che Kirsten Flagstad, e se ne capiscono perfettamente le ragioni: a fronte di un registro acuto più faticoso, Martha introduceva un approfondimento psicologico ed emotivo lontano le mille miglia dal pacioso e sorridente imbambolamento della cantante norvegese. Sembra veramente di essere su un altro pianeta:


...e, per il momento, credo che possa bastare!
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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