Werther - Interpreti

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Re: Werther - Interpreti

Messaggioda Milady » gio 11 mar 2010, 16:51

Grazie Fritz Kobus,
mi hai fatto rivivere le memorabili serate di Kraus in Werther: hai ragione , dal vivo era ricchissimo di nuances e di partecipazione: viveva il personaggio.
(In sala di registrazione, disse in una conferenza, si bloccava: non amava la sala di incisione).
L'ho sentito anche nella fase finale della carriera : in certe serate"nasaleggiava",è vero, ma mezzevoci, filati e acuti svettanti e fermissimi - mai l'ombra di un qualsivoglia vibrato in nessuna zona - c'erano ancora tutti.Solo il medium aveva perduto un filo di consistenza e la tecnica era , se possibile, ancora più raffinata e ferrata.
Ascoltai anche il suo ultimo concerto , con tanti bis , tra cui un formidabile e appassionato "Te quiero", che fece "casca' o teatro".
Rossa come un papavero per l'emozione, alla fine del concerto,fui l'unica ad offrirgli un piccolo mazzo di rose rosse come ringraziamento per tutto quello che aveva donato alla mia città.Naturalmente le autorità competenti erano "in tutt'altre faccende affaccendate": che magra figura hanno fatto! ( e non è certo stata l'ultima...).
Grazie a te , ancora una volta.
Ti propongo ad esempio per gli ignavi e "fannulloni"- Brunetta, vieni!-che avevano promesso di "postare" Thill, Kraus ed altri ancora.
Con tanta simpatia
Milady
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Re: Werther - Interpreti

Messaggioda Enrico » mer 20 mar 2013, 22:29

Discutendo delle diverse interpretazioni di Werther con un amico che vedrà l'opera per la prima volta (sabato 23 al Teatro Superga di Nichelino, TO) ho trovato questo filmato di Tito Schipa (1938): non si tratta di un "live" ma di un film, tuttavia credo che dia un'idea abbastanza fedele di come Schipa dovesse apparire sulla scena: costume, espressione, modo di stare sul palco ci fanno vedere abbastanza chiaramente gli aspetti caratteristici di quella linea interpretativa "classica" che da Schipa arriva a Kraus.

È interessante notare come le interpretazion di Werther siano state nel corso del tempo molte e varie, senza che prevalesse (per fortuna!) un unico modello di riferimento: dai cantanti italiani col vibrato ai "classicisti manierati", dai lirico-leggeri a tenori dalla voce più corposa (lasciando da parte la versione per baritono), dal francese Thill alla esteriorità dei facili effetti vocali di certi italiani (Gigli, Tagliavini, Di Stefano), fino all'immenso Kaufmann dei nostri tempi, che annuncia un nuovo Werther per la prossima stagione del Metropolitan.
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Re: Werther - Interpreti

Messaggioda VGobbi » ven 22 mar 2013, 23:34

Werther e' una delle tante opere che non sento da una vita ... eppure di interpreti ne ho sentiti diversi ... e ricordo l'impressione che mi fece Georges Thill nel ruolo eponimo. E da allora, nessuno e' riuscito a scalzarmi Thil dal trono del miglior Werther!!!
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Werther - Interpreti

Messaggioda Enrico » sab 23 mar 2013, 0:48

VGobbi ha scritto:Werther e' una delle tante opere che non sento da una vita ... eppure di interpreti ne ho sentiti diversi ... e ricordo l'impressione che mi fece Georges Thill nel ruolo eponimo. E da allora, nessuno e' riuscito a scalzarmi Thil dal trono del miglior Werther!!!

Procurati il video di Kaufmann a Parigi, e poi facci sapere che cosa ne pensi.
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Re: Werther - Interpreti

Messaggioda Enrico » sab 23 mar 2013, 19:14

E ora, per Milady (ove sei tu?) che aspetta da tre anni, cominciamo a ricordare alcuni degli interpreti più antichi (ricordandoci che "Pourquoi me reveiller" non è l'unico brano da cui si debba giudicare il protagonista, ma è di solito il più facile da trovare, soprattutto quando parliamo di quei cantanti che non hanno lasciato una registrazione completa dell'opera).

Fernando De Lucia (nato nel 1860) incide la prima parte di "Ah non mi ridestar" (con qualche cambiamento nel testo rispetto alla traduzione abituale) all'età di 42 anni nel novembre del 1902, probabilmente a Milano, dal momento che il pianista è Salvatore Cottone, che negli stessi giorni accompagnava al pianoforte anche le registrazioni di Enrico Caruso, e che entrambi si alternavano nelle prime recite di Adriana Lecouvreur. Non essendoci testimonianza di un Werther di Caruso, quello di De Lucia è un buon esempio di voce scura, ma col vibrato e con le filature interminabili che esibiva spesso.


Giuseppe Anselmi, registrazioni del 1907: Io non so se son desto... O natura & Ah non mi ridestar.
Si notano un po' certi limiti del tenore autodidatta (la voce, di tanto in tanto, sembra un po' incerta), ma il suono è corposo, soprattutto negli acuti, la dizione scandita (in particolare nel secondo brano, dove una certa enfasi si contrappone alle svenevolezze di certi tenori successivi: senza rinunciare però alle smorzature tradizionali sul "soffio dell'april").



Mattia Battistini (1856-1928) è il baritono a cui Massenet in persona dedicò l'adattamento per baritono, ed è uno degli interpreti più antichi, essendo nato quattro anni prima di De Lucia. Lo ascoltiamo con rispetto, in due registrazioni del 1911/1912, sempre in italiano, anche se le sue interpretazioni sono le più lontane dal gusto moderno. Soprattutto è difficile immaginare un "giovane Werther" che si esprima con voce così anziana (non mancano portamenti strascicati e singhiozzi).



Dello stesso anno 1911, diretta da Walter B.Rogers, e proveniente dallo studio Victor del New Jersey, è una delle più vecchie incisioni in francese di Pourquoi me reveiller: il tenore Edmond Clément, che sembra aver voce da lirico-leggero (ma incide anche, a modo suo, la Siciliana della Cavalleria Rusticana), e che per gli acuti utilizza un registro "di testa" molto chiaro, sembra per Werther cercare anche qualche inflessione un po' più decisa, non tanto per l'emissione sempre morbida e un tantino lamentosa, ma per un certo modo di segmentare le frasi evidenziando alcune parole del testo: la sua interpretazione, rispetto ad altre, mi sembra anche abbastanza veloce. Evita, come è giusto, la smorzatura del secondo "souffle du printemps". L'incisione di O nature è invece del 1916.



Giovanni Martinelli, con tempo più lento e con orchestra (il direttore è probabilmente Josef Pasternack, l'arpa dovrebbe essere suonata da Francis J.Lapitino: artisti della Victor presenti anche nei dischi di Caruso) ci ha lasciato il suo Pourquoi me reveiller nel 1918.


Giacomo Lauri-Volpi col suo Ah non mi ridestar in italiano, nel 1922, è un altro esempio di voce importante che utilizza ancora l'antico vibrato stretto, senza ricorrere troppo ai falsetti caratteristici delle sue incisioni senili (non è utile inserire qui una più tarda incisione di O natura)


Tito Schipa sceglie la versione francese per la sua incisione Victor (Camden, New Jersey, 25 novembre 1925). L'orchestra è diretta da Rosario Bourdon, che in alcuni dischi di Caruso suonava il violoncello o la celesta.


Concludiamo per ora con due registrazioni molto famose che rappresentano i due estremi delle possibili interpretazioni.
Georges Thill, 1931, dall'opera completa (Orchestra dell'Opera Comique, dir.Elie Cohen)- la seconda salita all'acuto non gli riesce bene, ma Thill di dichiarò ugualmente soddisfatto e non volle rifare la registrazione per non rinunciare alla spontaneità dell'interpretazione:

e Tito Schipa, di nuovo, ma in italiano (Tradurre... ah, sì talor il sogno si levò a vol sull'ala d'or), nel 1934 (Orchestra del Teatro alla Scala, dir.Franco Ghione):
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Re: Werther - Interpreti

Messaggioda pbagnoli » sab 23 mar 2013, 20:15

Di quelli che hai proposto, per quanto mi riguarda Thill e Schipa su tutti gli altri.
Non sopporto De Lucia, un cantante per cui ho una specie di idiosincrasia.
Non sopporto nemmeno il manieratissimo Battistini, anche se ne comprendo l'importanza storica.
Gli altri mi lasciano complessivamente freddino.
Werther è uno di quei personaggi in cui ho bisogno di sentire la zampata della personalità del Grande Interprete: oggi, ovviamente, c'è solo Kaufmann
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: Werther - Interpreti

Messaggioda Enrico » dom 24 mar 2013, 2:47

pbagnoli ha scritto: Werther è uno di quei personaggi in cui ho bisogno di sentire la zampata della personalità del Grande Interprete: oggi, ovviamente, c'è solo Kaufmann


Grandissimo, immenso, commovente, sublime Kaufmann, attualmente insuperabile se non da se stesso. Ma non fa male sviluppare un discorsetto che può far da sostegno alla nostra tesi (Kaufmann è il più grande Werther possibile, e anche il più interessante, oggi, e forse -qui dico "forse"- il più giusto).
Come dicevo qualche post più su, ho discusso un po' delle interpretazioni di Werther con un ragazzo che stasera avrebbe visto per la prima volta l'opera a teatro. Avevo dimenticato di dire che sarebbe stato anche il mio primo Werther dal vivo: pare che quest'opera stia diventando un po' rara, in Italia, da quando non c'è più Kraus che la cantava due o tre volte all'anno, spesso con diretta radiofonica.
Sono tornato da poco dal piccolo teatro Superga di Nichelino, dove il protagonista è stato Alejandro Escobar: tenore leggero dalle buone (a volte ottime) intenzioni, che in piccolo ripropone la tradizione interpretativa dei tenori lirico-leggeri da Schipa in avanti, anche con qualche tocco personale per risolvere certe difficoltà di esecuzione: da un lato, mentre lo ascoltavo, mi faceva immaginare come sarebbe un Werther cantato ipoteticamente da Florez: il bravo ragazzo elegantino e perfettino, ben educato e un po' malinconico...; dall'altra parte, se lo spettacolo fosse stato in bianco e nero, si sarebbe notata una certa somiglianza con il vecchio filmato di Schipa (anche per la presenza sotto il palco di un'orchestra dall'organico non grande, e con direttore ben visibile dal momento che non c'è la buca).
Il mio amico oltre che col libretto si è preparato, naturalmente, con qualche registrazione di Kraus: anche perché si trova nella fase iniziale dell'appassionato che scopre i grandi cantanti del passato apprezzando in particolare le belle voci luminose e squillanti. Infatti ai primi ascolti di Kaufmann reagisce discutendone soprattutto il timbro che gli sembra troppo scuro, artificioso, poco "tenorile" (perché così diverso da Di Stefano, o da Pavarotti). Ma non ha ascoltato nulla del Werther di Kaufmann.
Bene: dopo i primi due atti del Werther di stasera col bravo tenore leggero, il ragazzo comincia a dire che in fondo, per un simile personaggio, per una vicenda così drammatica, ci vorrebbe proprio una voce come quella di Kaufmann...
Interessante, direi: arriviamo per via empirica alla stessa conclusione che altre volte abbiamo cercato per via storica (Werther lo cantavano all'inizio anche certi tenori wagneriani, quindi è giusto affidarlo a una voce centralizzante più che a un tenorino di grazia).
A questo punto però mi viene un dubbio che potrebbe farci rimettere tutto in discussione.
In realtà io non conoscevo quasi per nulla la versione del Werther lirico-leggero, se non dai frammenti staccati di quasi tutti i tenori possibili da De Lucia fin quasi ai nostri giorni. Kraus l'avevo ascoltato anni fa per radio, ma senza troppa consapevalezza. Sapevo che era un grandissimo Werther, perché così si diceva, e ci credevo perché in fondo, pur essendo già vecchio, era veramente il migliore del momento, almeno vocalmente e stilisticamente (ciò che è evidente anche dalle testimonianze di chi lo ricordava dal vivo, come la nostra Milady): e se lo ascoltavi senza vederlo (il vecchietto coi baffi bianchi infagottato nel suo costume è simpatico, ma non è Werther) non sembrava nemmeno tanto vecchio, anche se interpretava ex cathedra come se avesse dovuto fare una lezione di canto o tenere una conferenza sulla sensibilità decadente di Werther. Avevo le cassette di un Werther con Tagliavini: mai ascoltate per intero (mi limitavo al Pourquoi me reveiller e a poco altro).
All'opposto c'era il Werther di Thill, ma quello che ora chiameremmo "dvd che si sente soltanto e non si vede", faceva sì che quasi sempre mi limitassi all'ascolto dei pezzi famosi e nulla più; anche perché, per quanto possa essere eroico e virile rispetto ai tenori lacrimosi e sospirosi, non riuscivo a sentirlo come interprete moderno e adeguato ai nostri tempi: la registrazione, ricordiamolo ancora, è del 1931.
In sostanza il primo vero Werther moderno, giovane e bello ma complesso e tormentato, drammatico ma sensibilissimo, dalla voce scurissima ma capace delle più sottili sfumature, studiatissimo e profondo ma insieme spontaneo e umanissimo, per me è stato Kaufmann nella sua epifania parigina. Solo dopo ho visto anche Villazon, che, pur non potendo competere col grandissimo, qualche motivo di interesse ce lo può offrire. Né Alagna, né Vargas, pur accettabili vocalmente, mi hanno mai attratto. E dall'incisione di Domingo, che periodicamente usciva in edicola, mi sono sempre tenuto lontano, non so perché. D'altra parte Domingo, pur continuando a calcare i palcoscenici di mezzo mondo, non è più un cantante dei nostri tempi.
La conseguenza di tutto ciò è che per me i modelli sono due: quello antico (che può subire tre suddivisioni: tenori dalla vocalità ottocentesca, Thill, e poi Schipa e i suoi eredi fino a Kraus, compresi quelli singhiozzanti e quelli veristi alla vecchia maniera) e quello moderno rappresentato per me soltanto dal genio di Kaufmann.
Il dubbio di cui dicevo prima è allora che il considerare Kaufmann come "interprete giusto" (anche vocalmente) per Werther possa derivare non solo da considerazioni storiche e stilistiche ma dal fatto che è oggi non solo il migliore ma l'unico che corrisponde alle nostre aspettative di ascoltatori moderni: ma è veramente il modello di tenore che può esprimere correttamente il personaggio Werther così com'era immaginato nella sensibilità di fine ottocento dagli autori dell'opera? e questo Werther corrisponde al "giovane Werther" di Goethe?
A queste domande non so rispondere con certezza.
Ho letto il romanzo di Goethe quando avevo diciassette anni, anzi quasi diciotto. Ricordo di avere terminato la lettura in una camera d'albergo di una cittadina della costiera amalfitana, in una notte di novembre. L'edizione che leggevo era un tascabile molto economico dalla carta grigiastra, allegato a qualche giornale periodico. La mia impressione (ripeto: a 17 anni) era quella di una storia in cui il protagonista non fa che soffrire piangere e disperarsi, con molta autocompassione e commozione per la propria sofferenza, più un ulteriore livello di compianto e di pianto addosso a se stesso perché gli altri non lo compatiscono quanto si compatisce lui, a differenza del foscoliano Jacopo Ortis che pur derivando da Werther aggiungeva un bel po' di elementi auobiografici e patriottici conditi con tanta enfasi retorica e con varie sparate ad effetto sulla vita e sul senso dell'universo intero.
Stasera, dall'impressione di un Werther leggero "alla Florez" (col tenore Escobar che mi ha sorpreso per la serietà dell'interpretazione e in certi momenti per la capacità di immedesimazione del personaggio: l'avevo visto finora solo in opere a lieto fine, da Almaviva a Nemorino) ho sviluppato una fantasia nella quale Werther cominciava ad assomigliare a Buster Keaton: giovane e serio, concentrato su di sé e sul suo piccolo mondo, incapace di sorridere e incapace di comunicare con la gente che lo circonda: bravo ragazzo anche lui, timido, impacciato e in fin dei conti emarginato, e solo involontariamente comico: non è lui che ride, sono gli spettatori che ridono di lui, e ridono di lui perché gli altri personaggi non lo capiscono.
E ho sovrapposto questa visione (che se sviluppata coerentemente da un cantante in accordo con un buon regista potrebbe anche essere legittima) con la vecchia immagine, ricavata dalle mie letture di diciassettenne, del Werther piangente e lacrimoso (per il quale, non c'è dubbio, il migliore interprete sarebbe Tagliavini!): ricordo che leggendo il piccolo libro economico avevo addirittura la sgradevole sensazione che la stessa carta grigiastra del libro fosse bagnata dalle lacrime!
Il problema è che Kaufmann, con tutto questo, con la visione lamentosa e malinconica dell'adolescente che commisera se stesso, non c'entra assolutamente nulla: eppure è l'unico che oggi mi rivela la bellezza musicale e drammatica di quest'opera, e che mi emoziona e mi commuove: di conseguenza torna ad essere l'unico interprete giusto se vogliamo dare un senso, oggi, a un'opera di più di cento anni fa; ma siamo sicuri che Kaufmann sia veramente Werther, quel Werther, o sotto questo nome non ci presenta invece un suo personaggio, geniale, vocalmente affascinante, grandiosamente tragico, sconvolgente, e, per quanto ugualmente sfortunato, immensamente superiore per sensibilità e umanità al povero giovane Werther?
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Re: Werther - Interpreti

Messaggioda DottorMalatesta » lun 25 mar 2013, 19:23

PRIMI INTERPRETI - I - Ernest Van Dyck

Enrico ha scritto:Bene: dopo i primi due atti del Werther di stasera col bravo tenore leggero, il ragazzo comincia a dire che in fondo, per un simile personaggio, per una vicenda così drammatica, ci vorrebbe proprio una voce come quella di Kaufmann...
Interessante, direi: arriviamo per via empirica alla stessa conclusione che altre volte abbiamo cercato per via storica (Werther lo cantavano all'inizio anche certi tenori wagneriani, quindi è giusto affidarlo a una voce centralizzante più che a un tenorino di grazia).


Enrico, come ben sai, Werther fu creato per il tenore belga Ernest Van Dyck, acclamato interprete wagneriano, primo interprete in Francia di Lohengrin, e celebre Parsifal (a Bayreuth, nel primo Parsifal del dopo-Wagner,1883)

Eccolo in Werther:


E come Siegmund in Walkure:


P.S.: il Werther di Kaufmann è tra le mille cose messe da parte che devo ancora ascoltare: Dio, dammi tempo!!!!!! :cry:
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Re: Werther - Interpreti

Messaggioda Enrico » lun 25 mar 2013, 20:51

PRIMI INTERPRETI - II - : Guillaume Ibos

DottorMalatesta ha scritto: Enrico, come ben sai, Werther fu creato per il tenore belga Ernest Van Dyck, acclamato interprete wagneriano, primo interprete in Francia di Lohengrin, e celebre Parsifal.


Non sapevo che esistesse la registrazione di Van Dyck: pare che sia del 1903.
Ricordiamo che alla prima rappresentazione, a Vienna nel 1892, l'opera fu cantata in tedesco.
Altra osservazione: Van Dyck, nato nel 1861, è di appena un anno più giovane di De Lucia, che lo precede, in italiano, nella registrazione di un brano dell'opera.

E non so se hai notato che il link a Van Dyck rimanda a un altro documento importante: il disco in cui Guillaume Ibos, primo Werther a Parigi, fa un discorsetto per presentare la sua registrazione di Pourquoi me reveiller, che secondo le indicazioni leggibili sul disco sarebbe del 1907. E c'è anche, del 1902, la prima Charlotte parigina (Marie Delna, nata nel 1875).


Ibos, come potete sentire, fa le sue belle filature: le faceva già nel 1893? o l'idea gli è venuta dopo, sentento qualche tenore italiano? Non è facile capire che voce avesse da frammenti così brevi (pensate che cosa accadrebbe se dovessimo giudicare Caruso solo dalla Furtiva lagrima del 1902...).
C'è una registrazione di prova della seconda strofa de La donna è mobile, nella quale Ibos esibisce un'altro tentativo di lunga filatura e la tradizionale cadenza con l'acuto finale: anche in questo caso ho il sospetto che, indipendentemente dal tipo di voce, debba anche qui qualcosa alle invenzioni dei tenori italiani (il primo ad aggiungere l'acuto alla fine credo sia stato Caruso nel 1904 e poi nella più famosa registrazione del 1908: dopo di lui quelli che non lo fanno sono pochissimi - Anselmi, per esempio, o De Lucia)


Ma tornando a Werther, le conclusioni sul tipo di canto che Massenet aveva in mente non sono così semplici: abbiamo Van Dyck che cantava Werther ma anche Parsifal e Lohengrin; Guillaume Ibos che fu scelto anche lui per Werther (anzi fu forse per lui che l'amico Massenet affidò Werther a un tenore piuttosto che ad un baritono!) ma cantava anche il Duca di Mantova; De Lucia (coetaneo all'incirca di Van Dyck e di Ibos), che cantava qualunque cosa, da Almaviva ai Pagliacci (e fu primo interprete di alcune opere di Mascagni: Iris, L'Amico Fritz): credo che tutti questi artisti rappresentino bene quel periodo di fine Ottocento in cui l'evoluzione della vocalità costringeva i cantanti a sperimentare le loro possibilità e a crearsi uno stile adatto alle nuove composizioni. E inoltre la famigerata "versione Battistini" è del 1902, e quel tipo di canto manierato e strascicato, evidentemente, era gradito all'autore!
Non so chi fossero gli interpreti della prima esecuzione in francese a Ginevra (1892) e della prima italiana (1894). Il primo che scopre qualcosa - o qualche altra rara registrazione vagante su youtube - ce lo dica!

DottorMalatesta ha scritto:
il Werther di Kaufmann è tra le mille cose messe da parte che devo ancora ascoltare: Dio, dammi tempo!!!!!!

Tu che hai dedicato ore e ore della tua vita alle opere di Wagner non hai ancora trovato un paio d'ore da dedicare a una delle più grandi intrepretazioni degli ultimi due secoli??????
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Re: Werther - Interpreti

Messaggioda DottorMalatesta » lun 25 mar 2013, 21:51

Enrico ha scritto:
DottorMalatesta ha scritto:
il Werther di Kaufmann è tra le mille cose messe da parte che devo ancora ascoltare: Dio, dammi tempo!!!!!!

Tu che hai dedicato ore e ore della tua vita alle opere di Wagner non hai ancora trovato un paio d'ore da dedicare a una delle più grandi intrepretazioni degli ultimi due secoli??????


Enrico, Enrico,
tu sì che sai come prendermi dal verso giusto: il senso di colpa! :oops:
Appena torno a Verona recupero il DVD! : Thumbup :
Ciao,
DM
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Re: Werther - Interpreti

Messaggioda Milady » dom 31 mar 2013, 20:46

"Son qui", un po' intarlata , a voler dir lo vero, Sommo Enrico.
E , a rischio di essere bannata - si dice così?- dai tanti scalmanati plauditores kaufmanniani di OD , confesso, non senza qualche senile rossore, di aver ascoltato solo qualche brano di J .K. Mi regalerò il DVD del suo Werther e lo ascolterò con grandissima attenzione.Con la lente di ingrandimento.
Ma prima di essere folgorata - qui saz?- sulla via del tenore più sexy di oggi ,riafferm oindomita, la mia diuturna fedeltà a Kraus.Mi sono pentita di molte scelte fatte in passato , ma delle tante follie compiute per ascoltare il divino Alfredo : no, giammai, no. no , mai!
Certo che in questa opera Massenet qualche taglio in stile tacitiano , per carità - cristiana o marxista- verso gli ascoltatori avrebbe dovuto darlo. E non sobrio , parola che ormai aborrisco, ma robusto davvero.
Nell'ultimo atto (pallosissimo, una lungagnata ) , esalato da un Tagliavini in pieno declino, che non si decideva a dare l'ultimo respiro,il mitico nonno, pietosamente , ossia a mezzavoce, disse a me ed agli altri enfants du paradis, serio serio : Qui, o si chiamano i fratres della Misericordia o gli tiro io una rivolverata in capèo !.
Buona Pasqua a tutti
da
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Re: Werther - Interpreti

Messaggioda Enrico » lun 01 apr 2013, 1:31

Bentornata Milady, ho lanciato l'amo con l'esca giusta!!!
Il problema non era l'ultimo atto di Werther: il problema era Tagliavini (e te lo dice uno che a volte amava anche ascoltarlo: ma troppo zucchero fa male!).
Nessuno inoltre mette in dubbio la raffinatezza e l'eleganza di Kraus: c'è stato un periodo un cui lo consideravo il migliore tra tutti.
Ma pare che ogni cento anni circa arrivi un grandissimo capace di cambiare tutte le prospettive: da Giovan Battista a Enrico a Jonas...
E se poi il nostro nuovo mito non ti piacerà, avremo occasione di aprire un altro dibattito lunghissimo e costruttivo!
Enrico B.
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Re: Werther - Interpreti

Messaggioda pbagnoli » mar 02 apr 2013, 21:39

Milady ha scritto:"Son qui", un po' intarlata , a voler dir lo vero, Sommo Enrico.

Bentornata, amica mia.
Mi manchi sempre tanto... : Love :
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Re: Werther - Interpreti

Messaggioda DottorMalatesta » sab 13 lug 2013, 12:08

Provo a dire la mia sul Werther di Kraus.
Ho sempre considerato Kraus un cantante straordinario dal punto di vista vocale, molto piú ordinario e discutibile dal punto di vista interpretativo.
Da adolescente ricordo di aver consumato letteralmente alcuni suoi CD. Ora, francamente, fatico a sopportarlo: tutto tendenzialmente uguale a sé stesso. Non significa forse questo “cantante noioso”? Voglio dire… Rigoletto, Edgardo, Gennaro (della Lucrezia Borgia), Alfredo, Werther, Des Grieux… Dovrebbero essere personaggi brucianti, appassionati, vivi, altro che manichini da museo delle cere o statuine di finissima e pregiatissima porcellana : Andry : .
Per quanto riguarda il Werther, mentre l´ascolto (quasi da antiquariato!) di Thill mi ha dato una forte impressione di immediatezza e spontaneitá, il Wether di Kraus mi è sembrato, al confronto, piuttosto compassato, e in definitiva noioso. Sebbene il Werther di Massenet sia qualcosa di profondamente diverso, non si puó dimenticare di cosa rappresentó alla sua pubblicazione l´opera di Goethe: vi furono molti giovani che, immedesimando il loro disagio con quello del “giovane Werther” (un James Dean d´antan), si suicidarono! Il Werther di Goethe è davvero un personaggio maudit, altro che svenevole secchione-primodellaclasse! Se si pensa a Werther come ad uno “sfigato” al cui arrivo tutti si toccano scaramanticamente le gonadi… beh, allora Kraus è il Werther numero uno :mrgreen: . Se si cerca un personaggio vero, tormentato, angosciato e angosciante, allora –con buona pace dei vociomani- i ben piú discutibili (e tecnicamente deficitari) Alagna, Villazón (ma anche Carreras e Domingo, per non parlare poi di Kaufmann) sono decisamente su un altro pianeta.
Ciao,
DM

P.S.: Enrico, a dispetto del fatto che è (anche) un cimelio da antiquariato e che l´orchestra è molto penalizzata, il Werther di Thill/Vallin mi sembra comunque di una freschezza, di una spontaneitá e di una idiomaticitá esemplari. Ve ne sono stati di molto buoni anche dopo, ma questo è il Werther primigenio, l´ur-Werther (oddio, mi esprimo come Quirino Principe :mrgreen: ), una fonte cristallina rimasta tale a dispetto del passare degli anni
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Re: Werther - Interpreti

Messaggioda Valentina » sab 17 mag 2014, 14:27

Io appena finito di vedere quello interpretato da Kaufmann... sono ancora qui ad asciugarmi le lacrime... mi sono commossa: struggente, bellissimo, molto molto suggestivo...
mi è piaciuto proprio tanto soprattutto l'ultimo atto...

bella l'immagine della contrapposizione dell'immenso dolore che c'è nella stanza e della gioia che c'è fuori con il canto dei bambini... struggente la dichiarazione d'amore che, anche se giunta tardi, lega per sempre i due innamorati...
veramente bravissimo Kaufmann! che in casa mia ormai e adorata e anche mia mamma è diventata sua fan! : Love 2 :
Dilegua, o notte!… Tramontate, stelle!… All’alba vincerò!…
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