Francamente non saprei se rispondere in senso affermativo o meno alla domanda posta da Tucidide.
In linea di massima mi verrebbe da dire di si, ovvero rifarsi al primo interprete sicuramente è importante, tuttavia ci sono alcune questioni che mi pongo.
Mi chiedo per esempio se sia lecito considerare i diversi periodi storico-musicali, ovvero parlare del periodo cosiddetto “belcantistico” che non è sicuramente come parlare del periodo “verista” (per fare un esempio).
Parlare dei primi interpreti di opere nate da autori quali Bellini, Rossini e Donizetti, è certamente diverso che parlare di Verdi o di Puccini.
Se guardiamo inoltre i principali interpreti delle prime esecuzioni delle opere di Bellini Rossini e Donizetti, ci accorgiamo che nomi come Grisi, Colbran, Pasta, Malibran, Méric-Lalande, Rubini, Donzelli, Duprez, David, Nozzari, Tamburini,...sono spesso ripetuti protagonisti delle prime assolute, mentre in Verdi e in Puccini questo non accade quasi mai.
Il concetto e il valore attribuito alla figura del cantante, per Bellini, Rossini e Donizetti, non credo fosse identico a quello attribuito per esempio dal Verdi; opinioni che a mio modesto avviso risultavano un fattore determinante nella scelta dell’interprete a cui assegnare i ruoli protagonistici delle opere a loro riferite.
Non credo infatti sia un caso che Bellini, Rossini e Donizetti ricorrano sovente agli stessi artisti, mentre in Verdi e Puccini questo elemento ricorrente pare non essere così importante ai fini della realizzazione delle loro opere.
Parrebbe lecito pensare che Bellini, Rossini e Donizetti scrivano la partitura anche in funzione dei loro cantanti-pupilli, mentre Verdi e Puccini non siano per nulla preoccupati e/o interessati della cosa, è pongano la loro concentrazione sulla costruzione dei protagonisti così come ce l’hanno in mente, a prescindere dal loro conseguente esecutore il quale verrà identificato in seguito (cosa che emerge in maniera del tutto evidente soprattutto dai diversi carteggi del Verdi).
Inutile ribadire come varietà di colori e intensità costituissero per Verdi l'asse portante di un corretto fraseggio. Verdi diede inoltre grande importanza alla recitazione, ovvero pretendeva che i cantanti fossero anche veri e propri attori (sia in senso vocale che scenico).
Altro dato indicativo sono i continui suggerimenti-riferimenti posti in partitura a riguardo dell’interpretazione del cantante; i colori desiderati, gli accenti, la varietà delle atmosfere da ricreare in una determinata battuta o frase…ecc…
Sul pensiero di cosa significasse essere un cantante d'opera, Verdi aveva le idee ben chiare; a tale proposito basti pensare a quando, nel 1871, il cigno di Busseto venne interpellato dal Ministero dell'istruzione, richiedendo al musicista che questi indicasse alcuni elementi essenziali concernenti la riforma degli studi nei Conservatori musicali dell'Italia unificata, così si espresse riguardo allo studio del canto:
Pel cantante vorrei: estesa conoscenza della musica; esercizi sull'emissione della voce; studi lunghissimi di solfeggio come in passato; esercizi di voce e parola con pronunzia chiara e perfetta [...] Vorrei che il giovane forte in musica e con la gola esercitata e pieghevole cantasse guidato solo dal proprio sentimento [...] È inutile dire che questi studi musicali devono essere uniti a molta cultura letteraria.
È mio parere quindi che rifarsi al primo interprete sia importante ma non determinante nella costruzione di uno specifico ruolo.
Penso che occorra sopratutto analizzare la partitura e cercare una correlazione con il suo primo esecutore, ovvero, evidenziarne le caratteristiche e le motivazione che hanno spinto il compositore nella scelta di questo o quel cantante, senza però assumere questo dato a verità assoluta (nel senso espresso anche dai post di chi mi ha preceduto).
Inoltre l'esempio citato dall'amico Marazzo, in merito alla Pasta, è del tutto esemplificativo di come all'epoca questo "divismo" fosse un forte elemento trainante, non solo nella scelta dei principali protagonisti, ma addirittura nella scrittura della partitura stessa (cosa che per esempio in Verdi dubito fortemente che questo avvenisse).
Diversamente credo si corra il rischio di incappare in un approccio fuorviante nei confronti delle caratteristiche previste per il personaggio - protagonista.
Ovviamente tutto questo a mio modestissimo parere.
Salutissimi.
Teo