Lady Macbeth: interpreti

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Lady Macbeth: interpreti

Messaggioda Triboulet » lun 11 gen 2010, 0:48

Giusto per non rimanere a Callas, Gencer, Scotto (per me insuperabili quì... e spesso anche altrove), e dando per scontata la fama e la bravura della Verrett, tutte artiste della cui intepretazione in questo ruolo avete ampiamente dibattuto, che mi dite di queste?






Before Callas:



Una Lady mancata:

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Re: Lady Macbeth: interpreti

Messaggioda Milady » mer 13 gen 2010, 1:59

Carissimo Triboulet,
non credevo che un Thread su una delle mie opere preferite riscuotesse così pochi consensi.
Che delusione!
Allora : 1) Callas , in assoluto 2) Gencer 3) a molta distanza Renata Scotto : ha interpretato da raffinata fraseggiatrice questo ruolo , ma quando aveva ormai la voce usurata dal suo continuo sforzo di imitare e superare la Divina, sia nei ruoli per lei stracciavoce che nella eccessiva cura dimagrante .Ha acquistato certamente una silhouette invidiabile , ma peggiorato alquanto con le sue stesse mani un volto dai lineamenti non proprio felice,oltre alla voce .
E dunque , gran rimpianto per la Lady mancata, ottima la Ludwig ( anche se di un impasto troppo vellutato per il ruolo). La Grandi ,che incise a 50 anni suonati varie romanze , aveva oramai solo le vestigia di una voce magnifica, però l'esecuzione registra vari vezzi di stampo verista.
La Jones infine è la Lady di uno dei primi dischi da me acquistati . Avrà pure una certa fissità negli acuti, ma al primo Machbeth acuistato si perdona questo e altro .
A te l'altra mossa e buona notte!
Con simpatia
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Re: Lady Macbeth: interpreti

Messaggioda Triboulet » mer 13 gen 2010, 13:42

Mi fa piacere cara Milady che tu abbia raccolto questo spunto.
Evidentemente la discussione interessa poco perchè probabilmente l'argomento è già stato sviscerato da chi bazzica in questi lidi ormai da anni.
Inutile ripeterci troppo sulla triade Callas, Gencer, Scotto, anche se qualche considerazione voglio farla, visto che le hai nuovamente citate. La Callas arriva a Macbeth nel 1952, anno in cui si ha l'esplosione del suo repertorio in varie direzioni. Ancora presto quindi per una piena maturazione della psicologia del personaggio, che è risolto in maniera piuttosto unidirezionale. Maria però è l'unica che può vantare un'esperienza nel primo-Verdi lirico (Rigoletto) e drammatico (Nabucco) e simultaneamente un'esperienza nel repertiorio wagneriano (ricordiamo che Macbeth, a tutt'oggi forse, è considerata opera anomala a metà strada tra l'Otello e il primo-Verdi), e questi elementi confluiranno inevitabilmente in questa sua prima incarnazione, ancora influenzata da elementi filo-teutonici.
La Callas di questo periodo è ancora "o buona o cattiva" (si pensi alle sue prime Medee) ed evidentemente la Lady rientra nella seconda categoria. Tuttavia la scansione del testo, il senso del ritmo, gli accenti, sono già (bisogna ammetterlo) qualcosa di profondamente nuovo. Certo nel 58 per il mancato Macbeth al Met sarà tutt'altra cosa, quando il ritratto in bianco e nero diventa, magicamente, "a colori".

Ecco il sonnamulismo scaligero (1952):




Ed ecco quello tratto da un concerto a Londra (1959):



Il discorso Gencer è diverso. La Gencer (prima vera Lady, quantomeno per numero di rappresentazioni), arriva a Macbeth nel 60, dopo una vasta esperienza nei ruoli da fanciulla vittima e reietta. Totalmente estranea a Wagner, vanta già nel curriculum più di un ruolo primo-verdiano (Due Foscari, Battaglia, Rigoletto e presto anche Gerusalemme). E' la prima in realtà a contestualizzare vocalmente il ruolo in maniera corretta, dando a Verdi ciò che è di Verdi, per così dire. Mat in un altro intervento ha già espresso bene molte considerazioni su questa "fanciulla in un bagno di sangue" che la Gencer realizzò "costruendosi una voce" su misura (come disse a Celletti), una visione sicuramente innovativa che, forse, non verrà mai più ripresa neanche dalla stessa Gencer. Ma non sottovaluterei neanche la Gencer seconda maniera (1968), ovvero la "regina donizettiana" calata nel dramma shakespeariano. Le ormai proverbiali luci e ombre che la Sultana infonde al suo esasperato e spietato primadonnismo sono pur sempre un'altra soluzione, pure questa ancora inedita, che aprirà la strada all'interpretazione della Scotto.



La Scotto pare trovare una via di sintesi tra queste visioni, estremizzandole a suo modo entrambe. E quindi si percepisce nel corso di tutta l'opera una sensazione di soffocamento, di "piccolezza" e al tempo stesso di psicotica mania di grandezza (il che mi fa sospettare che la Scotto non sarebbe stata una cattiva Elisabetta del Devereux). Poco male per me se la voce è quello che è, basta ascoltare il brindisi della Scotto (non La luce langue, nè il sonnambulismo), una pagina risolta di solito abbastanza superficialmente che quì diventa ennesima espressione di quell' "encefalogramma impazzito" (come l'ha giustamente definito qualcuno in questo forum) che è caratteristica del suo personaggio.



In mezzo tante Lady più o meno, molto o poco interessanti. La Verrett di Abbado è anch'essa tutto sommato immatura e, sul piano strettamente analitico, inferiore alle precedenti. Ha però dalla sua un magnetismo connaturato sul quale si concentra lo sforzo interpretativo. A me in Macbeth di Abbado non piace. Suggestive molte soluzioni, ma comunque troppo "sinfonico" e di nuovo "filo-tedesco". Non a caso Abbado diverrà famoso per aver fatto sentire quanto i due "remake" (Macbeth e Simone) fossero vicini fra loro e vicini a Don Carlo-Aida-Otello, snobbando quasi tutto il "triviale" restante repertorio verdiano. La Verrett è in qualche modo funzionale, ma si esprimerà al meglio, secondo me, una decina d'anni dopo col forse più anonimo (ma comunque corretto) Chailly e con un Nucci che, almeno in questa prova, ritengo decisamente superiore a Cappuccilli, anche in funzione del rapporto di psicologica, sessuale e freudiana dipendenza dalla Lady verrettiana.



Non mi piacciono in generale le declamatrici applicate a Verdi (Varnay, Rysanek, Nillson e co.), le trovo troppo inopportune vocalmente e fuorvianti stilisticamente. Se in passaggi loro congeniali riescono a essere convincenti, sono totalmente a disagio in molti altri, e questo inficia inevitabilmente il ritratto che vogliono proporre. Trovo la Bumbry e la Dimitrova più appropriate ma, a mio gusto, interpretativamente poco stimolanti. Ancora più appropriata fu la Souliotis, autentica voce drammatica d'agilità con morbidezze liriche che in poche potevano vantare. Con uno strumento simile si sarebbe potuto realizzare un capolavoro, ma si sa che Elena cantava quasi per "hobby". Nel sua approssimativa istintualità si trovano però spunti assai interessanti, di memoria ovviamente callasiana. Su questo filone migliora decisamente Sylvia Sass, altra meteora "new-Callas" che propone una Lady spesso derivativa e in alcuni momenti troppo caricata ma, per quel che mi riguarda, di epidermica suggestione. Un po' come se Callas e Olivero si incontrassero : Chessygrin :



Quanto ai link postati nel mio precendente intervento, dirò qualcosa più tardi, tanto oggi sono bloccato a casa da uno stupido malanno : Hurted :
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Re: Lady Macbeth: interpreti

Messaggioda Luca » mer 13 gen 2010, 20:21

La discussione è molto interessante e con apporti davvero notevoli. Faccio presente alcune cose:
a) anche la Modl prima della Varnay si è inserita in quella linea delle declamatrici di area tedesca applicate a Verdi;
b) circa la Suliotis: è stata una meteora ed un'occasione sprecata. Va ascoltata nel suo recital donizettiano, verdiano, ecc. inciso per la DECCA diretto da De Fabritiis. L'edizione integrale con Fischer Dieskau Pavarotti e Ghiaurov, diretta da Gardelli è un guaio;
c) Circa la Verrett ha tenuto banco. Dopo l'edizione scaligera diretta da Abbado e prima del film di D'Anna esiste un video di un'edizione all'Opera di Parigi diretta da Pretre e con Bruson: lì è possibile di parlare di un'ulteriore maturazione del personaggio.

Circa gli ascolti proposti: la Scotto è interessantissima e geniale, ma che pesantezza la direzione di Muti. Esiste anche la sua edizione diretta da Levine al MET con Milnes.

Saluti, Luca.
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Re: Lady Macbeth: interpreti

Messaggioda Milady » mer 13 gen 2010, 23:07

Carissimi Triboulet e Luca,
prima di tutto , grazie ,Triboulet,per i nuovi brani "postati", che ho ascoltato " di gusto".
Sono d'accordo su (quasi) tutta la linea,ma aggiungo qualche altra considerazione.
Acoltai la prima Callas eseguire dal vivo , negli intervalli tra una prova e l'altra, cantando "per sé sola" e accompagnandosi al pianoforte, prima sottovoce poi a voce piena ,"Vieni, t'affretta" con a seguire "Or tutti sorgete" e " La luce langue ".
Ebbi l'impressione di una tavolozza di colori ricchissima , chiaroscurata.
Forse alla Scala pesò su di lei l'accoglienza freddissima del pubblico e di una compatta schiera di "fischiatori pagati" ( ipsa dixit).
Quanto alla Gran Sultana, era magnetica ,a dir poco, ed eseguiva con estrema attenzione ai segni di espressione e genuina inventiva ogni nota, comprese le due sezioni del Brindisi , con 2 voci diverse, lieve e (quasi) salottiera nella prima, nevrotica ed angosciata nella seconda.
Non condivido il vostro entusiasmo per la Scotto ,che ha fatto una intelligentissima sintesi dei modelli Callas e della Gencer, lo riconosco.
Le intenzioni dell'interprete sono eccellenti , ma i suoni sgadevoli non mancano, come pure gli acuti da "ballade des pendus".
Se si fanno le pulci con la lente dìingrandimento alla Callas- acuti stridenti e suoni intubati nel registro basso - ,alla Gencer- varie voci non bene amalgamate , affondi da primadonna del muto - ed alla Tebaldi- soprano corto, do faticosi,interpret inerte , allora perché mai dobbiamo tapparci le orecchie " dinanzi alle" disperate strida" della Scotto?
(Esagero , lo so)
Mi dispiace che non si sia " limitata" all'area amplissima nella quale pteva spaziare della sua voce smaltata d'antan- ma acuti striduli già nella prima giovinezza -ed abbia sottoposto il proprio magnifico strumento vocale a sforzi incredibili, ossessionata nunc et semper dal fantasma Callas e in nome di uno sperimentalismo ammirevole ma vocalmente devastante.
Al vero e proprio ' "encefalogramma impazzito" tracciato dalla sua Lady corrispondono suoni sradevoli che le pur straordinarie intenzioni interpretative non riscattano.
Lo confesso sinceramente :non riesco a mandar giù certi atteggiamenti divistici della Scotto, le interviste ora sussiegose , ora al vetriolo, e,soprattutto, l 'autobiografia, con la copertina abbellita da foto in falpalà ,perle collo e luminosa volpe chiara gettata con arte sulle spalle . Posa in sbieco e ingessata da diva del muto.
Appunto in " Perché sono Renata Scotto", passino pure i quintali di incenso prodigati a sè mesima,- umano , troppo umano- ma cade nel tragicomico quando muove incauti passi nel paranormale : la Malibran sarebbe uscita dall'avello,in spirito , si capisce, per suggerire alla sua naturale erede, la Scotto , non ricordo più quale opera e per guidare la di lei mano nel tracciare firma autografa pari pari all'originale "malibraniano"....
Scusate la mia digressione .

Anche a me la prima Lady scaligera della Verrett,osannata da cielo e terra , non mi sembrò un prodigio di fraseggio.
Condivido l'apprezzamento per Elena Suliotis , oggetto di critiche spietate ed eccessive: voce magnifica in natura , tecnica barricadera,interpretazione "giusta" : peccato che abbia sperperato in "un giorno di regno" un patrimonio vocale di rara bellezza.
E questo vale anche per la Sass, splendida Lady ( anche fisicamente. che bellissimo volto! e che personale!) in una antica trasmissione Tv, quando la TV non riteneva un'onta incancellabile mandare in onda un'opera intera. Già nella " Manon Lescaut " scaligera di qualche anno dopo le crepe vocali erano percepibili.
E qui fo punto.
Il telefono squilla : grazie a Dio direte voi,
Avete ragione.
Un abbraccio a tutti e due, e , Triboulet , abbi cura di te : meriti u n avvenir migliore"!.
Con affetto e simpatia
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Re: Lady Macbeth: interpreti

Messaggioda Triboulet » gio 14 gen 2010, 2:38

Milady ha scritto:Acoltai la prima Callas eseguire dal vivo , negli intervalli tra una prova e l'altra, cantando "per sé sola" e accompagnandosi al pianoforte, prima sottovoce poi a voce piena ,"Vieni, t'affretta" con a seguire "Or tutti sorgete" e " La luce langue ".
Ebbi l'impressione di una tavolozza di colori ricchissima , chiaroscurata.

:shock: :shock: :shock:
Milady, ma dov'eri?? nelle quinte della Scala?!
Le tue testimonianze sono sconvolgenti... e anche emozionanti! Ti prego, quando hai tempo e voglia, di raccontarci qualcosa di più di quel che hai visto, sentito, vissuto, anche solo impressioni. Credo che sia straordinario, almeno per un giovane come me, respirare un po' di quell'aria anche solo di riflesso!
Ti credo, e ti dico anche che i colori nella prima Callas c'erano eccome. Forse il mio "bianco e nero" contrapposto al "colore" delle interpretazioni mature è stato fuorviante. Come credo di aver detto altrove, se dapprima la Callas usava tutte le tonalità del rosso a sua disposizione, qualche hanno dopo cominciò a usare i toni del verde e del blu. E dove di solito usava il blu ci mise un po' di rosso. Non so se ho reso l'idea :)

Quanto alla Scotto, le tue considerazioni sono tutte condivisibili. In realtà io perdono le pecche vocali quando alla base c'è una idea forte del personaggio. E tanto più l'idea è valida tanto più perdono, alla Scotto così come alla Callas dilaniata e ondeggiante della Medea del 1961 (per me la sua Medea migliore!!) così come alla Gencer appesantita degli anni 70... e perchè no la Dessay degli ultimi tempi, o la Stemme ormai abbastanza rovinata anche lei.
Sicuramente Callas e Gencer erano di partenza più a loro agio in quel repertorio. La Gencer del periodo aureo in particolare (60-65 più o meno) è stata secondo me la voce verdiana ideale, ereditando lo spirito della Callas, anticipando e sintetizzando le qualità di Price e Caballè, pur avendo di partenza una voce con appeal minore rispetto alle succitate.
La Scotto si è potuta permettere certi passi più lunghi della gamba solo in virtù del messaggio che portava con se. Tant'è che per il vociomane puro la Scotto post-75 è praticamente inascoltabile.
Quanto al suo divismo, era costruito pure quello! : Chessygrin :

Torno agli ascolti in apertura:

La Jones: tutti la ricordiamo per il suo Wagner, il suo Strauss, e anche per ruoli heavy italiani come Turandot. Ma la Jones, al contrario di molte declamatrici tedesche, parte proprio da Verdi. I suoi ruoli da protagonista sono ruoli verdiani (Don Carlo, Otello, Aida ma anche Trovatore e Macbeth appunto). I suoi primi due recital in studio, di solito i biglietti da visita per una esordiente, sono zeppi di arie verdiane. La giovane Jones possiede un discreto legato, sufficiente agilità, grande insolenza vocale unita ad una buona dose di fascino. E quel che mi colpisce di questa aria d'entrata che ho postato è proprio il fascino sensuale che riesce a sprigionare in quel "accendere ti vo quel freddo core", la rilassatezza quasi materna con cui dice "ti aiuterò a compiere l'atroce impresa". E' un po' quello che sarà la Verrett ma, alle mie orecchie, in maniera più naturale e convincente della Verrett!! Questa Lady non ha bisogno di imporsi sul suo uomo, lo prende per mano, lo seduce e lo rassicura, e così si assicura il suo pieno controllo.

La Ludwig, mezzosoprano assai versatile, repertorio vastissimo (Mozart, Strauss, Verdi, la musica francese, il belcanto ecc.). Assai raffinata, con grande esperienza da liederista e, è vero, voce vellutata. Non conosco l'intera opera cantata dalla Ludwig, ma quel che ho sentito mi suggerisce proprio la strada dell'eleganza e della compostezza, una regina sottile e profondamente aristocratica, tutt'altro che quel mostro che certe interpreti vogliono dipingere. Il paragone sarà forse poco pertinente (anzi lo è) ma prendetelo come un parallelo che uso per spiegarmi: è un po' come lo Scarpia di Gobbi contro quello di Ramey o Bruson.
Non so in definitiva quanto il personaggio possa funzionare nel complesso, nè ho ancora deciso se mi piace o meno l'idea, ma la trovo una strada sensata, anche in questo caso consapevole o inconsapevole che sia.

La Grandi è lì a dimostrare che, nonostante i vizi dell'epoca e una voce non più fresca, prima della Callas c'era qualcosa di alternativo al Verdi tedescofilo. E' sempre pionierismo intendiamoci, ma siamo alla fine degli anni 40 quando la Grandi canta Macbeth, e non vi sono riferimenti stilistici. Tolta qualche sgradevole accentuazione, il suo sonnambulismo è quindi, per fraseggio e attenzione alla parola, già molto avanti.
Come assolutamente convincente è la scena incisa dalla Kabaivanska, che della Lady avrebbe avuto la voce, la tecnica e anche la giusta attenzione al testo musicale. Non si capisce perchè l'incontro con questo personaggio non ci sia mai stato.
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Re: Lady Macbeth: interpreti

Messaggioda Milady » gio 14 gen 2010, 8:47

Carissimo Triboulet ,
ho ascoltato la Callas- Lady dal vivo non alla Scala, ma al teatro della mia città,- tradizione gloriosa , passato recente molto meno, al presente vige ogni giorno o quasi la ormai obsoleta regola: venerdì di magro ,come da precetto. Grazie all' "amicizia" del nonno con una violinista dell'orchestra, o una corista ,potevo ascoltare , insieme a lui, le prove delle opere in cartellone.
L'opera da debuttare era un'altra. Maria,infaticabile, in un intervallo tra una prova e l'altra, cantò ,per conto suo, tutta assorta,accompagnandosi al pianoforte, i tre brani che citato, per me allora sconosciuti: gli occhi immensi e mutevoli, le lunghe mani eteree e una voce che era l'incarnazione stessa del male. Poi si alzò goffamente, infagottata in una mise dai colori assortiti a casaccio - mancava qualche anno alla sciagurata cura dimagrante- chiuse di colpo il pianoforte, e cantilenò :Tittaaa !Tittaaa!.E Titta arrivò con una scatola di cioccolatini.
Nel frattempo gli altri intrepreti si erano momentaneamente allontanati , borbottando contro lo stakanovismo delle "greca" e la sua brutta voce.
La Scotto mi sta umanamente antipatica e questo, lo so, pesa sul mio giudizio.Non dovrebbe...ma è così.
Tutto qui, per ora.
La Kaivabanska si esibì magnificamente una domenica pomeriggio alla Tv, dopo la pubblicazione di un disco di arie fuori del suo normale repertorio, stroncato con sufficienza da una criica miope. Al presentatore che le chiedva come mai non cantasse quei ruoli rispose : Perché non me li chiedono.
Buona giornata a Triboulet ed a tutti gli amici del Forum
da
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Re: Lady Macbeth: interpreti

Messaggioda stecca » gio 14 gen 2010, 17:53

Milady ha scritto:Carissimo Triboulet ,
ho ascoltato la Callas- Lady dal vivo non alla Scala, ma al teatro della mia città,- tradizione gloriosa , passato recente molto meno, al presente vige ogni giorno o quasi la ormai obsoleta regola: venerdì di magro ,come da precetto. Grazie all' "amicizia" del nonno con una violinista dell'orchestra, o una corista ,potevo ascoltare , insieme a lui, le prove delle opere in cartellone.
L'opera da debuttare era un'altra. Maria,infaticabile, in un intervallo tra una prova e l'altra, cantò ,per conto suo, tutta assorta,accompagnandosi al pianoforte, i tre brani che citato, per me allora sconosciuti: gli occhi immensi e mutevoli, le lunghe mani eteree e una voce che era l'incarnazione stessa del male. Poi si alzò goffamente, infagottata in una mise dai colori assortiti a casaccio - mancava qualche anno alla sciagurata cura dimagrante- chiuse di colpo il pianoforte, e cantilenò :Tittaaa !Tittaaa!.E Titta arrivò con una scatola di cioccolatini.
Nel frattempo gli altri intrepreti si erano momentaneamente allontanati , borbottando contro lo stakanovismo delle "greca" e la sua brutta voce.
La Scotto mi sta umanamente antipatica e questo, lo so, pesa sul mio giudizio.Non dovrebbe...ma è così.
Tutto qui, per ora.
La Kaivabanska si esibì magnificamente una domenica pomeriggio alla Tv, dopo la pubblicazione di un disco di arie fuori del suo normale repertorio, stroncato con sufficienza da una criica miope. Al presentatore che le chiedva come mai non cantasse quei ruoli rispose : Perché non me li chiedono.
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Che privilegio pazzesco Milady....sentire la Callas e per di più mentre provava al piano la Lady !!! Ma dopo una partenza del genere come si fa ad abituarsi a quanto venne dopo....??? Beata Te !!!
Quanto alla Lady di tutti i soprani che avete elencato (per volume e impeto vocale anche Ghena Dimitova da me ascoltata in Scala con abbado non scherzava...) per un motivo o per l'altro mi convincono poco, nel senso che ancora oggi continuo a trovare insuperabile la unica Callas della Scala e quindi la Verrett di Abbado per la fantasia e i diversi colori. Della Scotto amo quasi tutto meno proprio la sua Lady (e Gioconda) perchè come sempre l'interprete è eccelsa ma i limiti della sua voce in quelle due opere sono troppo evidenti, la Gencer invece mi piace di più, era una somma artista e quindi non c'era ruolo che buttava via poi nella Lady la voce bruttarella (tale era poche storie) ci sta e molto di più che nel belcanto, lascerei invece stare la Kabaiwanska perchè a mio parere totalmente estranea all'accento e allo stile verdianoe il che vale anche per le pure citate Ludwig e Jones di cui avete postato la iutubbata
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Re: Lady Macbeth: interpreti

Messaggioda Maugham » gio 14 gen 2010, 20:26

Triboulet ha scritto: o la Stemme ormai abbastanza rovinata anche lei.


:shock:
La Stemme rovinata?
Non so dove tu l'abbia ascoltata ma ti posso assicurare che esattamente un anno fa l'ho sentita nel più sconvolgente Tristano della mia carriera d'ascoltatore, in grado perfino di scalfire la Meier dal suo empireo. Matteo l'ha sentita pochi mesi prima nella Forza a Vienna e ne ha detto meraviglie. E ci credo. Tuc, Marco, Mat ed io l'abbiamo poi sentita a Ferrara con Abbado ed era tutto fuorchè rovinata.
Mi sembra che la signora sia nel pieno fulgori dei suoi mezzi vocali ed espressivi.
Sulla Dessay ti riferirò più avanti. Non la sento da tanto e la vedrò in Sonnambula tra poco a Parigi.
Scusate l'OT.

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Re: Lady Macbeth: interpreti

Messaggioda Triboulet » ven 15 gen 2010, 3:27

Maugham ha scritto:
Triboulet ha scritto: o la Stemme ormai abbastanza rovinata anche lei.


Matteo l'ha sentita pochi mesi prima nella Forza a Vienna e ne ha detto meraviglie.


Ecco proprio nel video della Forza (dove, beninteso, la trovo straordinaria, anche sotto il profilo scenico) io non l'ho trovata vocalmente sicura come 10 anni fa. Forse azzardo a dire rovinata... sicuramente voi che l'avete sentita dal vivo avete ricevuto un'impressione più veritiera. : Sig :
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Re: Lady Macbeth: interpreti

Messaggioda Milady » ven 15 gen 2010, 13:48

Amici carissimi,
non esser più "degli anni miei nel fiore" vedo che ha qualche vantaggio.
Certo che tutte le Lady dopo la Callas non hanno avuto stesso appeal di quel lontanissimo ascolto.
Da sola ,appartata, sfiorando con le mani eteree la tastiera e poi appassionandosi sempre più , di nota in nota, libera e guidata solo dalla sua infallibile capacità di sondare la profondeur de la surface, Maria trovò delle sfumature inaudite .
E mi considero una persona fortunatissima perchè certi ricordi rimangono stampati per sempre nella mente - e , ad occhi chiusi , spazio e tempo si annullano... tutto ritorna vivo come se fossi ancora la bambina di un tempo , col cuore in gola , per non farmi vedere e per non violare quel vis à vis privatissimo di una somma cantante con pagine affascinanti, ma per me allora ignote.
Questa esperienza indimenticabile è pesata molto e negativamente sui successivi ascolti , lo riconosco e mi hanno regalato la nomea di incontentabile.
Meglio di così.
E mi torna in mente , non so in base a quale legge di associazione, forse l'artista ,còlto in un momento tutto e solo suo, Franco Corelli, in un costume fastoso ,bellissimo, aitante , gambe scultoree, magnifica voce torrenziale : lo vidi uscire dal camerino pallidissimo, con gli occhi scuri bistrati che gli mangiavano il volto, tutto tremante , preso come da una crisi di panico prima di andare in scena .Aveva un anello con una grandissima pietra luccicante: si tormentava nervosamente le mani e l'anello ruotava e brillava con una sorta di effetto ipnotico su di me. Un'ora prima , sia pure nervosissimo, si era scaldato la voce potente e sicura . Per il coro, naturalmente, era già da ospizio verdiano.
Sul palcoscenico era sicuro e signore della scena.,esibiva esprit de panache , fiati ed acuti memorabili...
E i colpi di glottide? Li contino gli altri.
Sempre secondo le coriste , pur ammirate (Bel moro ,per Dio! come la donna di servizio delle Sorelle Materassi,certe volte era necessaria una iniezione di cardiotonico direttamente attraverso il costume... Non lo so.
Ringrazio ancora Maugham: non sono antica come una icona, non sono portata in pellegrinaggio - ci debbo andare con le mie gambe- e non riesco a fare nemmeno un miracolino: ieri, infatti , ho dovuto aspettare buona buona in coda non so per quanto , che i bradipi burosauri si sbrigassero e mi consegnassero un modesto documento. Nessuno degli accidenti che ho mandato loro silenziosamente è andato a sego.
Le icone hanno però bei lineamenti ieratici: grazie Maugham!
A tutti, con simpatia
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Re: Lady Macbeth: interpreti

Messaggioda Maugham » ven 15 gen 2010, 15:42

Milady ha scritto:Ringrazio ancora Maugham: non sono antica come una icona, non sono portata in pellegrinaggio - ci debbo andare con le mie gambe- e non riesco a fare nemmeno un miracolino: ieri, infatti , ho dovuto aspettare buona buona in coda non so per quanto , che i bradipi burosauri si sbrigassero e mi consegnassero un modesto documento. Nessuno degli accidenti che ho mandato loro silenziosamente è andato a sego.
Le icone hanno però bei lineamenti ieratici: grazie Maugham!
A tutti, con simpatia
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Sai, icona ha anche un altro significato, rubato all'uso che ne fanno gli anglosassoni.
Te lo riporto da wikipedia
Il termine icona può essere usato per indicare una persona come modello da seguire negli ambiti più diversi di una società: cultura, spettacolo, politica, economia, sport, eccetera. Nella cultura dell'immagine (cultura pop) è di frequente associata a immagini (icone) di personaggi molto seguiti dai media e in voga, che fondano uno stile, un look o un modo di vita che può essere invidiato, seguito o criticato dal pubblico e dalla gente comune.
Per il nostro forum, ebbene, con quello che hai visto e sentito per me sei un'icona.
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Re: Lady Macbeth: interpreti

Messaggioda Milady » ven 15 gen 2010, 16:47

Maugham carissimo,
ho fatto finta di fraintendere, lo hai capito.
Grazie ancora , con simpatia
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Re: Lady Macbeth: interpreti

Messaggioda sunny » lun 14 mag 2012, 14:22

salve a tutti,
in considerazione della vostra propensione a valutare le affinità di un cantante per uno specifico ruolo in modo "scientifico", nel senso di dare piu' importanza alla scrittura vocale e all'interprete per cui era stato pensato invece che fossilizzandosi nei luoghi comuni che la tradizione esecutiva ci ha propinato, mi viene da chiedervi cosa pensereste di una Lady della Dessay.
penso che l'aspetto allucinato del personaggio le sarebbe particolarmente confacente, ma mi chiedo se la parte non sia troppo grave per lei, considerato che in passato anche dei mezzosoprani particolarmente estesi in acuto hanno cantato questo ruolo.
se avete accolto senza troppe perplessità la Leonora della Kermes, a maggior ragione la Lady della Dessay non dovrebbe suscitarvi troppe perplessità :wink:

PS: ho notato solo in seguito che l'ipotesi Dessay era già stata fatta di sfuggita in uno dei post precedenti, quindi la mia proposta non è cosi' originale come pensavo... :D
Ultima modifica di sunny il lun 14 mag 2012, 16:31, modificato 2 volte in totale.
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Re: Lady Macbeth: interpreti

Messaggioda Enrico » lun 14 mag 2012, 15:01

sunny ha scritto:Lady della Dessay non dovrebbe suscitarvi troppe perplessità :wink:


Potremmo pensare a un Macbeth filologico "prima versione", con strumenti originali, diretto da Gardiner o da Minkowski. Ma a chi affidiamo gli altri personaggi?
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