il tenore romantico e gli interpreti odierni

cantanti, direttori, registi, scenografi

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Re: Arnold e il falsetto(ne)

Messaggioda DottorMalatesta » sab 01 set 2012, 14:05

MatMarazzi ha scritto:Be', caro il mio dottore... :)
Ho l'impressione che tu non abbia fatto bene i compiti a casa! :)
Questi argomenti sono stati lunghissimamente sviluppati nel nostro forum, con interminabili discussioni che sono il nostro fiore all'occhiello.
Ti consiglio di dare una scorsa ai seguenti thread e magari inserirti in quelle discussioni.


Scusa Mat,
ma come sai sono il (pen)ultimo arrivato!!!
Grazie infinite per avermi indicato dove poter approfondire la questione!
Ciao,
Doc

P.S.: sto recuperando il tempo perduto lontano dal forum di OD, ma mi ci vuole tempo!!! ;-)
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Re: Arnold e il falsetto(ne)

Messaggioda Enrico » dom 02 set 2012, 1:09

Tornando ad acuti e falsetti e suoni misti, mi sapete spiegare che razza di suoni sono quelli impiegati da Gigli in un pezzo come questo, per esempio intorno a 2:05 ?

E questo strano acuto di Caruso? (ascoltate da 2:10 circa)

Oppure quello che esibisce verso la fine del Cuius animam di Rossini nel 1913 (da 3:50)
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Re: Arnold e il falsetto(ne)

Messaggioda vitus » dom 02 set 2012, 18:18

ciao a tutti. Che bella discussione e quanti interessanti interventi. Da parte mia dico che effettivamente Osborn soccombe rispetto ai grandi Arnold di cui ai filmati. Gli fa onore comunque l'esibizione dal vivo ed una vocalità di tutto rispetto. Concordo su Filippeschi che proprio non riesco a farmi piacere. Dopo averne constatato i mezzi vocali fuori dal comune, ogni volta subentra una noia terribile, almeno in questi ruoli. Io da sempre sostengo che una voce così salda e sfogata avrebbe dovuto essere impiegata in altro repertorio. Un esempio su tutti Isabeau! Tornando all'argomento, un bell'esempio di falsettone o quanto meno di un'emissione mista ce lo dà Gigli nel "mi par d'udire ancora". Ritengo poi che Merritt abbia dei meriti che vadano oltre il possesso di una vocalità monstre ( perchè di vero prodigio vocale si è trattato). Nel suo repertorio d'elezione è stato anche interprete, intendo sempre vocale, eccellente. Gedda, per me, supera tutti come Arnold ad onta dell'oro vocale di Pavarotti che comunque è Arnold extra lusso. Salutoni.
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Re: Arnold e il falsetto(ne)

Messaggioda MatMarazzi » gio 06 set 2012, 14:32

Caro Enrico,
gli ascolti che ci proponi sono davvero difficilissimi.

LI ho sentiti e risentiti mille volte, ma secondo me quelli di Caruso non sono falsetti o falsettoni.
Mi ricordano certi acuti "altissimi", spinti in cima alla maschera, di Escalais o di John Aler.
Certo... il fatto che Caruso riesca a smorzare con quella facilità il do sopracuto interpolato nella Cavalleria dovrebbe indurci in sospetto: forse effettivamente di falsetto si tratta.
Anche con Gigli sono in difficoltà.
So anche io che il suono è talmente sdilinquito e femmineo da sembrare un falsetto: ma lo è davvero?

Dicci, per partire, cosa ne pensi tu!!


Per quanto riguarda Vitus (che sono felice di rileggere nel nostro forum) io sono un po' più scettico sul valore intrinseco di Merritt come inteprete.
Tutto sta a intendersi quale sia il suo "repertorio d'elezione".
Se intendi il repertorio nozzariano o comunque baritenorile pre-romantico, allora concordo. Lì una certa vocazione e innata ispirazione c'era.
Eppure anche lì (a mio gusto) c'è chi è andato oltre: ad esempio Ford o il vecchio Kunde.
Perché non ci spieghi meglio cosa ti piace del Merritt interprete.

Salutoni a entrambi,
Mat
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Re: Arnold e il falsetto(ne)

Messaggioda vitus » ven 07 set 2012, 19:37

Per quanto riguarda Vitus (che sono felice di rileggere nel nostro forum) io sono un po' più scettico sul valore intrinseco di Merritt come inteprete.
Tutto sta a intendersi quale sia il suo "repertorio d'elezione".
Se intendi il repertorio nozzariano o comunque baritenorile pre-romantico, allora concordo. Lì una certa vocazione e innata ispirazione c'era.
Eppure anche lì (a mio gusto) c'è chi è andato oltre: ad esempio Ford o il vecchio Kunde.
Perché non ci spieghi meglio cosa ti piace del Merritt interprete.

Salutoni a entrambi,
Mat

Ringrazio Mat e ricambio il saluto. Sì, mi riferivo al quel repertorio. Per quanto riguarda l'interpretazione "vocale" intendo dire che Merritt nei suoi ruoli ha saputo assicurare una compiuta aderenza stilistica e il pieno soddisfacimento della scrittura e che pertanto la sua non era una mera esibizione di mezzi fenomenali.
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Re: Arnold e il falsetto(ne)

Messaggioda MatMarazzi » ven 21 set 2012, 16:09

A proposito di Arnold...
Ma è vero quel che ho sentito dire? Che l'anno prossimo Florez debutterà nel Guglielmo Tell a pesaro?
E' uno scherzo vero?

Rassicuratemi,
salutoni,
Mat
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Re: Arnold e il falsetto(ne)

Messaggioda pbagnoli » ven 21 set 2012, 17:11

MatMarazzi ha scritto:A proposito di Arnold...
Ma è vero quel che ho sentito dire? Che l'anno prossimo Florez debutterà nel Guglielmo Tell a pesaro?
E' uno scherzo vero?

Rassicuratemi

Non credo di poterti rassicurare, anche perché anch'io so che è annunciata una nuova produzione del Guillaume Tell (quindi presumo in francese). Il sito non annuncia il cast, ma la presenza di Flòrez è sicura. Tra l'altro, canterà Arnold anche a Lima a Marzo 2013, quindi qualche mese prima...
Cosa dirti non so, se non che - ovviamente - una volta di più saremo anni luce lontani da ciò che su queste pagine indichiamo come uno standard per questo ruolo.
Tu l'hai criticato, ma l'ombra di Merritt giganteggia ancora sui ruoli Nourrit : Chessygrin :
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: Arnold e il falsetto(ne)

Messaggioda DottorMalatesta » dom 23 set 2012, 17:26

Scusatemi, ma almeno Florez ha di Arnold tutte le note!! Poi stilisticamente é un´altra faccenda (!!!!). E comunque anche a parer mio Merrit in questo ruolo continua a dominare pressocchè incontrastato.
Ma chi sarebbe oggi un Arnold credibile?
Tra i tenori che ho ascoltato dal vivo mi viene in mente il solo Michale Spyres...
Che dite?
Ciao!!!
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Re: il tenore romantico e gli interpreti odierni

Messaggioda DottorMalatesta » gio 14 nov 2013, 16:39

Come ben sapete, in Madame Bovary (1856), la protagonista, Emma, si reca a teatro per assistere alla Lucia di Lammermoor interpretata dal tenore Lagardy.

Ora, è probabile (lo sostiente anche William Ashbrook) che questo tenore (il cui nome è frutto della fantasia di Flaubert) rifletta la figura di Duprez, primo Edgardo, che fece la sua ultima comparsa in pubblico, nel 1851, proprio con un'esecuzione della Lucia di Lammermoor al Théâtre des Italiens. Ed è probabile che Flaubert avesse assistito a quell´esecuzione o che, comunque, ne fosse a conoscenza.

Nel libro, il tenore Lagardy viene cosí descritto:

D'improvviso Edgardo-Lagardy apparve. Aveva quel meraviglioso pallore che conferisce qualcosa della maestà del marmo alle stirpi ardenti del mezzogiorno. Il suo torace vigoroso era stretto in una giubba di un colore bruno, uno stiletto cesellato gli batteva sulla coscia sinistra: si guardava intorno con sguardi pieni di languore e scopriva in un sorriso i denti bianchi. Si diceva che una principessa polacca, ascoltandolo cantare una sera, sulla spiaggia di Biarritz, dove lui riparava imbarcazioni, se ne fosse innamorata. Si era rovinata per lui. E lui l'aveva piantata per correre dietro ad altre donne, e questa celebrità sentimentale era utile alla sua fama di artista. L'accorto commediante non faceva mai mancare, in tutti gli annunci pubblicitari che lo riguardavano, una frase poetica sul fascino della sua persona e sulla sensibilità del suo animo. Una bella voce, un'imperturbabile sicurezza di sé, più temperamento che intelligenza, più enfasi che lirismo, finivano per rivalutare questa ammirevole natura di ciarlatano nella quale si univano alcune caratteristiche del barbiere e del torero.
Fin dalla prima scena suscitò entusiasmo. Prendeva Lucia fra le braccia, la lasciava, tornava vicino a lei, sembrava disperato: aveva accessi di collera seguiti da sospiri elegiaci di una dolcezza infinita e le note sfuggivano dalla gola nuda piene di singhiozzi e di baci.


È estremamente probabile che il personaggio ricalchi il “vero” Duprez, dalla vocalità così “inaudita”, esplosiva, ribelle, espressione di una natura “che aveva un po´ del barbiere e un po´ del torero” 8) .
Eppure, è possibile prendere in considerazione anche altre ipotesi? Chi potrebbe essere il tenore Lagardy ammirato da Emma Bovary?

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Re: il tenore romantico e gli interpreti odierni

Messaggioda VGobbi » gio 14 nov 2013, 17:20

Se attualizziamo ma non troppo il romanzo Bovary, il tenore Lagardy penserei subito ad un Di Stefano!
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: il tenore romantico e gli interpreti odierni

Messaggioda DottorMalatesta » gio 14 nov 2013, 17:30

VGobbi ha scritto:Se attualizziamo ma non troppo il romanzo Bovary, il tenore Lagardy penserei subito ad un Di Stefano!


Io a Corelli....

Comunque, a proposito di Duprez, nel "The Grove Book of Opera singers" sta scritto che "In France he was praised as the first true Romantic tenor and for his excellent declamation and the smoothness of his canto spianato; but his acting style was said to be exaggerated."

Inoltre, Hector Berlioz, in un racconto della serie Les Soirées de l'orchestre (1852) fa la caricatura di un tenore (verosimilmente si tratta dello stesso Duprez):

Le Ténor n'écoute rien; il lui faut des vociférations en style de tambour-major, traînant depuis dix ans sur tous les théâtres ultramontains, des thèmes communs entrecoupés de repos, pendant lesquels il peut s'écouter applaudir, s'essuyer le front, rajuster ses cheveux, tousser, avaler une pastille de sucre d'orge. Ou bien, il exige de folles vocalises, mêlées d'accents de menace, de fureur, de gaîté, de tendresse, de notes basses, de sons aigus, de gazouillements de colibri, de cris de pintade, de fusées, d'arpèges, de trilles. Quels que soient le sens des paroles, le caractère du personnage, la situation, il se permet de presser ou de ralentir le mouvement, d'ajouter des gammes dans tous les sens, des broderies de toutes les espèces, des oh ! des ah ! qui donnent à la phrase un sens grotesque ; il s'arrête sur les syllabes brèves, court sur les longues, détruit les élisions, met des h aspirées où il n'y en a pas, respire au milieu d'un mot. Rien ne le choque plus ; tout va bien, pourvu que cela favorise l'émission d'une de ses notes favorites. Une absurdité de plus ou de moins serait-elle remarquée en si belle compagnie ! L'orchestre ne dit rien ou ne dit que ce qu'il veut ; le Ténor domine, écrase tout; il parcourt le théâtre d'un air triomphant ; son panache étincelle de joie sur sa tête superbe ; c'est un roi, c'est un héros, c'est un demi-dieu, c'est un dieu ! Seulement on ne peut découvrir s'il pleure ou s'il rit, s'il est amoureux ou furieux ; il n'y a plus de mélodie, plus d'expression, plus de sens commun, plus de drame, plus de musique ; il y a émission de voix, et c'est là l'important ; voilà la grande affaire ; il va au théâtre courre le public, comme on va au bois courre le cerf. Allons donc ! ferme ! donnons de la voix ! Tayaut ! tayaut ! faisons curée de l'art.

IRRESISTIBILE!!!!

:lol: :lol: :lol:

Leggendo questo, l´ipotesti che dietro Lagardy si celi Duprez mi sembra si rafforzi...

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Re: il tenore romantico e gli interpreti odierni

Messaggioda mattioli » gio 14 nov 2013, 18:20

Ok, il pezzo è giusto! In effetti, irresistibile 8) .
Però Berlioz su Duprez non era molto obiettivo...
Detto questo, Duprez sta antipatico anche a me.
Io sono nourrittiano...
Ciao

AM
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