Franco Zeffirelli

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Franco Zeffirelli

Messaggioda Maugham » gio 28 ago 2008, 14:40

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Messaggioda pbagnoli » gio 28 ago 2008, 15:37

Mi sono permesso di comporre un piccolo e veloce editoriale sull'argomento.

La risposta di Carsen è grandiosa!!!
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
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Messaggioda Teo » gio 28 ago 2008, 17:25

pbagnoli ha scritto:PS Mi sono permesso di comporre un piccolo e veloce editoriale sull'argomento. La risposta di Carsen è grandiosa!!!


Innanzitutto premetto di non essere un estimatore di Zeffirelli e al contrario, trovo Carsen molto più stimolante ed emozionante sia per idee e contenuti.

Ho letto con interesse l'editoriale di Pietro e pur trovandomi d'accordo nel sottolineare la "garbatissima ed intelligente" risposta di Carsen a Zeffirelli, mi sorge il dubbio che con affermazioni come questa
Per cui, santa pace, andiamo avanti fra spettacoli belli e spettacoli brutti, come succedeva una volta; ma senza pretendere di ritornare ai treni a vapore, perché, interpretando la “Traviata”, non cercheremo di ricreare i tempi di Verdi, ma la sua modernità, quella che già all’epoca sconvolse gli spettatori come un pugno nello stomaco. E questo è il modo migliore per rispettarne lo spirito.
dividessimo "a nostra volta" il mondo dell'opera in "questo si questo no".

Una delle cose che ho apprezzato tantissimo nella risposta puntuale e moderata di Carsen sta proprio nel non negare "questa o quella" ma proprio nel considerare "teatro d'opera" sia l'una che l'altra cosa, senza distinguere tra approci si e approci no.
Qui non si tratta di schierarsi a favore o contro, tra chi rievoca una storia passata e la consegna come tale o chi cerca di contestualizzarla ai giorni nostri, a mio avviso uno spettacolo (perchè sempre di questo stiamo parlando...) ha come sua finalità quella di creare "emozioni", rispettando quelle regole fondamentali (come in qualsiasi gioco umoristico o serio) che fanno parte dell'opera stessa (su tutte: libretto e musica), o creandone anche delle nuove purchè siano accettate dai suoi fruitori (ovvero il pubblico).

Forse ad un certo pubblico Traviate classiche (mi si passi il termine) come quella recentemente da me assistita alla scala lo scorso giugno, con sfarzosi abiti ottocenteschi, enormi tavoli da gioco, finestrature altissime, candelabri di un ottone luccicante, tessuti rosso porpora, e oro in ogni dove...a molti non interessano più, non "emozionano", chiedono giustamente "altro"; tuttavia altre persone, tra cui il sottoscritto, davanti a questa "contestualizzazione" ancora si emozionano, come se fossero proiettate in un film, in un mondo che non hanno mai visto, in un climax respirato durante la lettura de La Dame aux Camélias...
Insomma credo che giustamene l'opera debba avere il suo futuro, ma non per questo il suo percorso sia univoco.
Certamente come ribadisce Carsen, la conditio sine qua non sta nella disponibilità dell'artista di mettersi in discussione, ma non credo che con l'affermazione di riscoprire e rivivere storie che conosciamo da sempre ma da un altro punto di vista, sotto una prospettiva inedita il regista canadese intenda bandire dai teatri Traviate ambientate in pieno 800.

In buona sostanza, credo che nell'nterpretazione sottolineata da Carsen, ovvero "una nuova composizione", non sia prevista l'abolizione ne di tram, ne di treni a vapore.

Salutissimi.

Teo
l'idea è creatrice di vocalità...
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Messaggioda Maugham » dom 31 ago 2008, 21:44

Teo ha scritto:Forse ad un certo pubblico Traviate classiche (mi si passi il termine) come quella recentemente da me assistita alla scala lo scorso giugno, con sfarzosi abiti ottocenteschi, enormi tavoli da gioco, finestrature altissime, candelabri di un ottone luccicante, tessuti rosso porpora, e oro in ogni dove...a molti non interessano più, non "emozionano", chiedono giustamente "altro"; tuttavia altre persone, tra cui il sottoscritto, davanti a questa "contestualizzazione" ancora si emozionano, come se fossero proiettate in un film, in un mondo che non hanno mai visto, in un climax respirato durante la lettura de La Dame aux Camélias...


Seguo il tuo discorso, Teo, ma mi sembra tu faccia riferimento all'ambientazione.
Non alla regia.
Ho visto regie "tradizionali" (passami il termine per semplificazione) in allestimenti decontestualizzati.
E viceversa.
Quando Carsen, nella Traviata veneziana, sostituiva gli sculettanti toreri con altrettanto sculettanti "California dream men" raggiungeva un effetto per nulla innovativo.
Era un'ideuzza di seconda mano.
Tolgo quello e metto questo.
Viceversa quando (non ricordo dove, aiutatemi, non vorrei toppare ma penso fosse una Traviata fiorentina di Zeffirelli, credo) durante il Preludio I Germont si alzava, rivestendosi, dal letto di Violetta... ebbene, benchè si trattasse della Traviata più tradizionale e damascata possibile, l'effetto fu sconvolgente. :shock:
In grado di ribaltare nodi drammaturgici e di gettare sinistre luci sulle motivazioni della vicenda.
Ciao
Maugham
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Messaggioda Tucidide » dom 31 ago 2008, 22:58

Maugham ha scritto:Seguo il tuo discorso, Teo, ma mi sembra tu faccia riferimento all'ambientazione.
Non alla regia.
Ho visto regie "tradizionali" (passami il termine per semplificazione) in allestimenti decontestualizzati.
E viceversa.

Non ho seguito con particolare interesse la vicenda, ma credo che i detrattori delle regie "moderniste" (capitanati da Zeffirelli) facciano sempre e solo riferimento all'ambientazione. E' quella e solo quella che fa imbufalire i tradizionalisti. Non a caso, Maugham, rammenti una Traviata zeffirelliana dove c'è un'idea registica "nuova" però contestualizzata in una cornice tradizionale.
Premetto che io sono sempre favorevole a regie che siano teatrali e che, cosa assai più importante, siano in grado di valorizzare gli artisti che stanno sul palcoscenico. A me dell'ambientazione importa relativamente, anzi, sono d'accordo a cambiarla, laddove le caratteristiche della regia e della compagnia artistica vengano a trovarsi valorizzate da essa.
Ho però fatto un esperimento, proprio spinto da questa diatriba di fine estate. Ho chiesto ad un mio amico totalmente digiuno d'opera di visionare su youtube alcuni spezzoni di allestimenti con ambientazioni ricontestualizzate e ad altre tradizionali. Questo mio amico, persona di idee assai conservatrici, è letteralmente andato su tutte le furie vedendo le ambientazioni "moderne": ha detto che se fosse stato a teatro avrebbe chiesto indietro i soldi del biglietto. :D Addirittura, colmo dei colmi, vedendo la scena della Lettera dell'Onegin con la regia di Carsen (allestimento assolutamente "tradizionale") l'ha trovato carino, ma ha aggiunto "Però lei è in camera da letto, no? E dove sono i muri?" :mrgreen: Ancora, guardando l'Elisir con Alagna da Lione, ha trovato assurda l'automobile con cui arriva Dulcamara. Non vi dico cosa ha detto dell'Alcina di Carsen quando ha visto la Dessay in minigonna! :D
Invece ha apprezzato molto la Turandot di Zeffirelli del Met, e altre ambientazioni tradizionali.
Questo per dire che una questione così superficiale (perché diciamolo, stare a sindacare sull'ambientazione è una cosa di una superficialità disarmante) può in effetti indispettire.
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Messaggioda Maugham » lun 01 set 2008, 15:17

Tucidide ha scritto: Questo per dire che una questione così superficiale (perché diciamolo, stare a sindacare sull'ambientazione è una cosa di una superficialità disarmante) può in effetti indispettire.


Vedi, secondo me superficiale non è discutere sull'ambientazione di un'opera.
E' superficiale (da quello che si legge) il modo in cui lo si fa.
E' superficiale (come fanno Zeffirelli e soci) buttare nello stesso calderone artisti abissalmente diversi come Carsen, Kusej, Brockhaus, Marthaler.
Farlo significa non avere chiari i termini della questione.
Sempre poi che... una "questione" esista. :)
Secondo me no.
Sono del parere che ogni diatriba preconcetta di carattere estetico tra vecchio e nuovo sia una cosa inutile.
Divertente, ma inutile.
Da un lato perchè in arte (ovvio) contano i risultati.
Dall'altro perchè (a quanto pare meno ovvio, non so perchè) Il mondo teatrale operistico ha già scelto.
I risultati saranno a volte alterni, inutili, irritanti, sciocchini, entusiasmanti... ma, piaccia o no, la strada è quella.
La prosa non solo ha scelto prima, ma arrivo a dire che questo cambiamento l'ha già addirittura metabolizzato.
Ci arriveremo anche noi.
Nemmno l'Old Vic, ora come ora, avrebbe il coraggio di presentare un Amleto con tanto di bustino nero, caschetto biondo alla Carrà, calzamaglia e spadino. :D Non avrebbe nemmeno il coraggio di scegliere la strada dell'intergralità assoluta con tanto di blank verse sciorinati con compunzione e precisione... filogico-belcantista. :D
Con i dittonghi considerati bisillabici e quindi divisi... ti immagini che roba?
Come nessuno direbbe... "e' un'attrice ferma come un palo, ma fa così bene i dittonghi!" :D
E lo stesso Zeffirelli, prima di lanciare anatemi, dovrebbe ricordarsi di quando, dall'altra parte della barricata, lui sconvolse il mondo shakespeariano (sì, proprio il mondo, non l'Italia!) con un Romeo and Juliet (1960) che anticipava i furori del 68 ( in quell'anno divenne film) e portava sulla scena il dramma di due adolescenti che si affacciavano alla vita e ne pagavano, sulla propria pelle, tutte le crudeltà.
In molti gridarono allo scandalo.
Ora è "tradizione"
E Giannini e la Guarnieri, gli allora scandalosi adolescenti della versione italiana del Romeo e Giulietta di Zeffirelli, sono mostri sacri della scena italiana.
Sai chi era la prima, scandalosa Juliet di Zeffirelli?
Judi Dench, pensa te!, la grande, tradizionale, Dame Judi Dench, emblema e icona planetaria del teatro inglese da esportazione.
Tanto da essere l'ormai insostituibile "M" dei film di James Bond.
Più tradizione di così.... :roll:
Ciao
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Messaggioda Tucidide » lun 01 set 2008, 17:33

Maugham ha scritto:Da un lato perchè in arte (ovvio) contano i risultati.
Dall'altro perchè (a quanto pare meno ovvio, non so perchè) Il mondo teatrale operistico ha già scelto.
I risultati saranno a volte alterni, inutili, irritanti, sciocchini, entusiasmanti... ma, piaccia o no, la strada è quella.
La prosa non solo ha scelto prima, ma arrivo a dire che questo cambiamento l'ha già addirittura metabolizzato.
Ci arriveremo anche noi.

Me lo auguro, anzi, forse nemmeno me lo auguro, perché mi piacerà sempre discutere con le lime sorde. In certi casi il gioco diventa estenuante, ma ha un suo perverso fascino.
Per quel che mi riguarda, io credo che la questione alla fin fine sia molto simile alla vocalità. Per alcuni, la vocalità non dovrebbe evolversi e rimanere immuatata, ermeticamente chiusa ad ogni idea nuova e preventivamente portata a cassare tutti i suoni che non corrispondano alle auree norme. Per altri, le cose stanno in maniera ben diversa. Lo stesso succede con le regie, le ambientazioni eccetera.
Ed è un bene, secondo me, che resistano le frange estremiste ed intransigenti reazionarie. La morte dell'arte è l'accondiscendenza prona, la mancanza di discussione, l'accettazione di ogni cosa senza discussione.
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Messaggioda Maugham » lun 01 set 2008, 18:34

Tucidide ha scritto:Ed è un bene, secondo me, che resistano le frange estremiste ed intransigenti reazionarie. La morte dell'arte è l'accondiscendenza prona, la mancanza di discussione, l'accettazione di ogni cosa senza discussione.


Dipende, se per "frange estremiste ed intransigenti reazionarie" intendi quelli per cui l'opera si fa come "voleva" Verdi (chissa poi cosa voleva :roll: ) con tutte le derive sul tipo del "vero" Mozart, del "vero" canto, del "vero" pincopallino.... be' ne faccio volentieri a meno. :)
Ciao
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Messaggioda Tucidide » lun 01 set 2008, 19:19

Maugham ha scritto:
Tucidide ha scritto:Ed è un bene, secondo me, che resistano le frange estremiste ed intransigenti reazionarie. La morte dell'arte è l'accondiscendenza prona, la mancanza di discussione, l'accettazione di ogni cosa senza discussione.


Dipende, se per "frange estremiste ed intransigenti reazionarie" intendi quelli per cui l'opera si fa come "voleva" Verdi (chissa poi cosa voleva :roll: ) con tutte le derive sul tipo del "vero" Mozart, del "vero" canto, del "vero" pincopallino.... be' ne faccio volentieri a meno. :)
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Tanto, io ragiono così: possono pure dire quello che vogliono, ma la storia andrà come deve andare. Invertendo giustappunto la famosa frase hegeliana citata nell'articolo che ha ispirato uno degli ultimi editoriali di Pietro, "se la ragione non si accorda con la realtà, peggio per la ragione". Regie, vocalità, stili e gusti procedono per conto loro. Trovo del resto comprensibile che se non ci si trova in un determinato contesto, lo si possa pacatamente dire, anche sostenendo posizioni oltranziste ed indifendibili. Del resto, si parla di arte, e l'arte, come diceva quel tale, "is quite useless". :D
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Messaggioda mattioli » dom 18 set 2011, 16:47

Quanto a Zeffirelli, temo che qualcuno gli voglia affidare una nuova produzione


E' già annunciata: Don Giovanni (Don Giovanni!) all'Arena (all'Arena!) la prossima estate...
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Messaggioda pbagnoli » dom 18 set 2011, 16:53

mattioli ha scritto:
Quanto a Zeffirelli, temo che qualcuno gli voglia affidare una nuova produzione


E' già annunciata: Don Giovanni (Don Giovanni!) all'Arena (all'Arena!) la prossima estate...
Si salvi chi può : WallBash :

Per riprendere e parafrasare quello che dicevi tu prima, ognuno ha quello che si merita: l'Italia è ancora, artisticamente, il paese dei Zeffirelli, Pizzi, Ronconi e Pier'Alli.
Rispetto a ciò, le perplessità tue e di Beck di fronte alla destrutturazione di Warlikovski - per arbitraria che possa essere - fanno ridere.
L'opera, per sopravvivere, dovrebbe essere affidata agli interpreti, non a questi pseudo-conservatori che credono di fare la volontà dell'artista e invece... per ogni commento, basta ricordare l'atroce Aida inaugurale di qualche stagione fa alla Scala. E si taccia sulla scelta dei cantanti.
Don Giovanni all'Arena... bah...
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Messaggioda Maugham » dom 18 set 2011, 17:48

mattioli ha scritto: Da segnalare, per la serie "il massimo del minimo", l'intervista di Zeffirelli (sì, è vivo) oggi al Corriere.
Il prossimo che mi dice che sono esterofilo lo abbraccio.


non ho trovato l'intervista. Hai il link?
Ho letto che Zeffirellone è riuscito anche a intrufolarsi in Oman (Arabia) dove la sua Turandot inaugurerà il fantascientifico teatro della Royal Opera di Muscat tra pochi giorni. :D :D :D Ovviamente assieme a chi? Ma a Domingo, naturlmente. E chi farà un concerto subito dopo? Ma la Fleming, che diamine! :lol: :lol: :lol: :lol: Che banda!
http://www.rohmuscat.org.om/

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Messaggioda mattioli » dom 18 set 2011, 18:08

Per il Divino:

non ho trovato l'intervista. Hai il link?


No, era sul giornale di carta. Surreale. Del Don Giovanni di Peter Brook dice qualcosa del genere: facile dire faccio il DG solo con una sedia, ma poi come si sviluppa? Beh, poteva fare un salto ad Aix, a Milano e nelle altre tremila città dove lo spettacolo è stato acclamato.
Colpiscono: a) l'arroganza e l'ignoranza (proprio nel senso di non sapere di cosa si sta parlando) dell'intervistato; b) la mancanza di reazioni minime da parte dell'intervistatore

Per il Boss:

le perplessità tue e di Beck di fronte alla destrutturazione di Warlikovski


Mie, no di certo. Come ho prolissamente cercato di spiegare, lo spettacolo mi ha entusiasmato. Giusto per puntualizzare.
Ossequi a tutti e due

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Messaggioda pbagnoli » dom 18 set 2011, 18:16

mattioli ha scritto:
Per il Boss:

le perplessità tue e di Beck di fronte alla destrutturazione di Warlikovski


Mie, no di certo. Come ho prolissamente cercato di spiegare, lo spettacolo mi ha entusiasmato. Giusto per puntualizzare.

Ovviamente hai ragione.
Nella fretta di rispondere (seguendo contemporaneamente altre otto cose) ho accomunato te e Beck sotto il segno della perplessità.
Me ne scuso, Maestro
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Messaggioda mattioli » dom 18 set 2011, 18:31

Perdonato : King :

Quanto al GM, che fine avrà fatto? Un calo di zuccheri? :lol:

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