René Jacobs

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René Jacobs

Messaggioda pbagnoli » ven 03 ago 2007, 20:24

Tutti conosciamo le due carriere di questo singolare interprete.
Delle due, la meno interessante è forse quella di cantante.
Come direttore sta facendo lavori importanti nel repertorio barocco e, in questi ultimi tempi, sta affrontando i grossi lavori di Mozart; che io sappia, sinora sono usciti Nozze, Clemenza e Così, ed è proprio quest'ultimo che sto ascoltando in questo periodo.
Che dire? Non è il solito Mozart. Io sono rimasto molto colpito. A parte dinamiche e ritmi serratissimi (e questo è abbastanza in linea con la tradizione dei direttori filologi) è proprio l'orchestrazione che proietta l'opera in un Settecento "non mozartiano".
Come al solito c'è da chiedersi chi abbia ragione, lui o gli altri?...
Voi ne sapete qualcosa?
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Messaggioda VGobbi » sab 04 ago 2007, 10:25

Di Rene' Jacobs cantante non me ne sono mai curato. Grande interesse invece, anche sollecitato da una critica assai favorevole nei suoi confronti, il Jacobs nelle vesti del direttore.

E su questa spinta che mi son deciso di acquistare le Nozze. Il punto di maggior focalita' e' l'attenzione particolare, eccessiva, maniacale dedicata ai recitativi, fattore spesse volte trascurato in altre incisioni discografiche. Di conseguenza grandissima cura al fraseggio musicale oltre ovviamente alla dizione. Sul piano musicale, confesso che un Mozart iper-veloce mi ha lasciato se non deluso, decisamente perplesso. Cio' non toglie che sia un nuovo tentativo nell'affrontare certo repertorio, svecchiando una oramai stantia tradizione. Di questo bisogno riconoscergli il merito.

Sul fatto chi abbia ragione, quello che fa testo e' lo spartito originale.

Morale della favola, se non tutto il Mozart, sarei comunque assai intenzionato ad acquistare l'intera trilogia dapontiana diretta da Jacobs.
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Messaggioda pbagnoli » sab 04 ago 2007, 12:23

VGobbi ha scritto: Cio' non toglie che sia un nuovo tentativo nell'affrontare certo repertorio, svecchiando una oramai stantia tradizione. Di questo bisogno riconoscergli il merito.

Sul fatto chi abbia ragione, quello che fa testo e' lo spartito originale.

Non è così, Vittorio:
:arrow: di Mozart iperveloci ormai ne abbiamo piene le orecchie: sono decenni che ce lo propinano così, da quando cioè hanno messo in campo i riteri filologici per la gestione di queste partiture. Se hai sentito le registrazioni di JE Gardiner capisci bene che non è una scoperta di Jacobs. La tradizione (se ti riferisci ai languori post-romantici) era già stata svecchiata molte pagine fa
:arrow: sullo spartito che ha sempre ragione avrei - le ho sempre avute - delle perplessità. Non è che la tradizione esecutiva sia sempre da prendere e batter via. Oltre a tutto, la prima redazione di uno spartito spesso contiene idee e cose che vengono sbattute via dopo le prime rappresentazioni (per decisione dell'autore, sia ben chiaro: ma non è questa la sede per aprire una discussione su prime o seconde redazioni di una partitura).

In realtà, quello che mi sembra interessante non è la velocità, cui siamo già abituati, bensì la dinamica, i colori orchestrali. Non più quei legni insinuanti che spesso ci fanno riconoscere al volo una partitura mozartiana, bensì colori molto più vividi, aspri, frastagliati, probabilmente dovuti alle dinamiche degli strumenti originali, ma - orchestra per orchestra - mi sembra che quella di Gardiner (tanto per rimanere allo stesso esempio) avesse ancora dei colori simili a quelli delle orchestre più tradizionali.
Tu che hai le Nozze (che io non ho) cosa ne dici dei colori orchestrali, in paragone - che so? - ad un Karajan, o ad un Bohm?
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Messaggioda VGobbi » dom 05 ago 2007, 17:29

pbagnoli ha scritto: :arrow: di Mozart iperveloci ormai ne abbiamo piene le orecchie: ... Se hai sentito le registrazioni di JE Gardiner capisci bene che non è una scoperta di Jacobs.

Hai assolutamente ragione. Il problema mio e' che di JE Gardiner non possiedo nulla, visto la mia cronica deficienza in campo mozartiano per quanto riguarda la discografia. Vorrei, di conseguenza, porti una domanda : il Mozart di Jacobs si pone in modo diverso anche rispetto agli ultimi Mozart iper-veloci, quelli magari tratteggiati oltre che da un Gardiner, da un Hogwood o da un Minkowski (penso che quest'ultimo l'abbia affrontato il genio di Salisburgo)?

pbagnoli ha scritto: :arrow: sullo spartito che ha sempre ragione avrei - le ho sempre avute - delle perplessità.

Convengo che il discorso sia molto complesso, tale da rendere impossibile risolverlo in due parole. Pero' ti confesso che la tua affermazione mi pare, se non avventata, del tutto rischiosa. Se non facciamo affidamento, non dica alla prima stesura del compositore, ma alla sua ultima e definitiva revisione del musicista a chi dovremmo affidarci? Poi e' logico che un conto e' dirigere Mozart nel '700, un conto e' farlo oggi.

pbagnoli ha scritto:Tu che hai le Nozze (che io non ho) cosa ne dici dei colori orchestrali, in paragone - che so? - ad un Karajan, o ad un Bohm?

Beh la differenza che balza subito, e' la scolpitezza e la cura delle note, quasi si potesse indentificare ciascun passaggio musicale in modo definito. Spariscono gli impasti timbrici, la rotondita' di suono che poteva propinarci un Bohm, ma in misura ancor maggiore un Karajan o le tempeste ormonali che ci rifilava un Carlo Maria Giulini. Il Mozart di Jacobs e' figlio dell'Illuminismo, e' un Mozart laico. Ecco allora che ci propina suoni secchi, nessun tentennamento anche nei languori della Contessa. Ripeto, quel che mi e' piaciuto di piu' delle Nozze di Jacobs e' stata la cura doviziosa nei recitativi, spesse volte tralasciati a se' stessi.
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Messaggioda MatMarazzi » lun 06 ago 2007, 0:03

VGobbi ha scritto:il Mozart di Jacobs si pone in modo diverso anche rispetto agli ultimi Mozart iper-veloci, quelli magari tratteggiati oltre che da un Gardiner, da un Hogwood o da un Minkowski (penso che quest'ultimo l'abbia affrontato il genio di Salisburgo)?


La velocità non è, secondo me, una caratteristica del loro Mozart, quanto una conseguenza dell'evoluzione del gusto.
Mozart è sempre più pane per menti giovani: viene vissuto con la rilassata nonchalance dei ragazzi odierni, con la freschezza cinica e moralità spregiudicata della computer generation.
I direttori puntano a una secchezza allegra e scanzonata, piena di asprezze e di colori forti, ma senza sentimentalismo, senza nostalgia, senza astrazioni o sublimi armonie.
In quest'ottica, hanno senso anche i ritmi particolarmente spediti.
Jacobs è da questo punto di vista più avanti degli altri direttori che hai citato: Hogwood e Gardiner (ex ragazzacci di una volta) sono diventati dei canuti baroni univeristari e devono lasciar spazio ai ricercatori rampanti.
:)

le tempeste ormonali che ci rifilava un Carlo Maria Giulini.


Questa poi!!!
Tempeste ormonali?
Giulini?

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Messaggioda VGobbi » lun 06 ago 2007, 17:54

MatMarazzi ha scritto:
le tempeste ormonali che ci rifilava un Carlo Maria Giulini.

Questa poi!!!
Tempeste ormonali?
Giulini?

Si, qualcosa in contrario? :twisted:
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Messaggioda pbagnoli » mar 07 ago 2007, 15:56

VGobbi ha scritto:
MatMarazzi ha scritto:
le tempeste ormonali che ci rifilava un Carlo Maria Giulini.

Questa poi!!!
Tempeste ormonali?
Giulini?

Si, qualcosa in contrario? :twisted:

Vittorio, santa pace, ma quali ormoni mai poteva evocare Padre Giulini?
Grandissimo interprete, ma indiscutibilmente portato all'ascesi all'ennesima potenza.
Ci siamo sempre detti di cercare di essere oggettivi; questa non è una gara a chi la spara più grossa.
Se fai affermazioni così marchiane, cerca di motivarle; altrimenti ti modero
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Messaggioda VGobbi » mar 07 ago 2007, 19:04

pbagnoli ha scritto:Vittorio, santa pace, ma quali ormoni mai poteva evocare Padre Giulini?
Grandissimo interprete, ma indiscutibilmente portato all'ascesi all'ennesima potenza.
Ci siamo sempre detti di cercare di essere oggettivi; questa non è una gara a chi la spara più grossa.
Se fai affermazioni così marchiane, cerca di motivarle; altrimenti ti modero

Ma voi Giulini l'avete sentito solo nelle sinfonie di Bruckner o peggio ancora nelle "Messe da Requiem"?

Avete mai sentito il suo Rossini, ad esempio l' "Italiana in Algeri" (vi sembra la direzione di un monaco in fase di meditazione)? Oppure, rimanendo in tema, le sue Nozze? Avete provato a dare un'occhiata al cast? Wachter, Taddei, Moffo, Cossotto e Schwarzkopf? Io trovo la direzione ed il canto un vero e proprio inno al sesso, non dico libero in stile sessantottino, ma una cosa del genere ... E se mi permetti, vorrei che ogni tanto le mie opinioni non fossero prese come delle semplici boutade. Grazie!
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Messaggioda pbagnoli » mer 08 ago 2007, 14:15

VGobbi ha scritto: Ma voi Giulini l'avete sentito solo nelle sinfonie di Bruckner o peggio ancora nelle "Messe da Requiem"?

Avete mai sentito il suo Rossini, ad esempio l' "Italiana in Algeri" (vi sembra la direzione di un monaco in fase di meditazione)? Oppure, rimanendo in tema, le sue Nozze? Avete provato a dare un'occhiata al cast? Wachter, Taddei, Moffo, Cossotto e Schwarzkopf? Io trovo la direzione ed il canto un vero e proprio inno al sesso, non dico libero in stile sessantottino, ma una cosa del genere ... E se mi permetti, vorrei che ogni tanto le mie opinioni non fossero prese come delle semplici boutade. Grazie!

Siamo d'accordo: ognuno ha le proprie opinioni, ed è giusto che sia così.
Ma c'è un limite a tutto, ed è il motivo per cui questo sito è stato aperto.
Le esperienze altrui sono sotto gli occhi di tutti: spesso, nonostante i lodevoli sforzi dei moderatori, in altri forum si raggiungono parossismi di follia proprio per il desiderio che ognuno ha di andare a coprire la lavagna con ogni tipo di scritto (è quello che il mio vecchio docente di latino e greco del liceo Carducci, il prof. Salvatore Rizzo, chiamava orror vacui).
A fronte di questa tendenza incontrollata, io proclamo il mio "non ci sto".
Lo dico in nome della verità storica, che è sempre stato il criterio guida di questo sito; quello, per esempio, che va contro le affermazioni di stampo giudician-cellettiano che dicono che una Mirella Freni ultracinquantenne è una Manon sensuale che lancia messaggi erotici all'ascoltatore; che l'unico Mozart dapontiano degno di essere ascoltato è quello italiano; e così via.
Lo dico anche in nome del fatto che è giusto dettare qualche regola del gioco, per evitare proprio di cadere in eccessi apotropaici come quelli di altri forum. So che questo costa uno sforzo supplementare in chi scrive, ma confido nel fatto che alla fine il plusvalore di fatica venga premiato dalla consapevolezza di aver detto qualcosa di diverso, che esce dal coro e che non si allinea con le voci del coro che, in Italia, sembrano cantare sempre la stessa canzone.
Vittorio, non puoi dire che non l'avessi detto sin dall'inizio: ho parlato chiaro, e sin dal primo editoriale.

Ognuno la pensi come gli pare: è giusto che sia così. Ma dire che la Schwarzkopf, uno dei personaggi più prude di tutta la storia dell'interpretazione lirica canti un inno al sesso, mi sembra una follia; e lo stesso dicasi per la Cossotto, una che si è sempre presa terribilmente sul serio qualunque cosa dicesse. Potrai dirmi che in quelle nozze Giulini è spigliato, brillante (cosa peraltro non vera, ma passi); ma non che non si uniformi ai propri canoni stilistici, sempre improntati ad una morale che si sublima proprio nel bellissimo finale, quello in cui il perdono sembra arrivare direttamente dal Padreterno; e in ciò, perdonami, non c'è nulla di erotico.
Se tu la pensi così, padronissimo; ma non è una verità.
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Messaggioda MatMarazzi » ven 10 ago 2007, 11:48

pbagnoli ha scritto:Lo dico anche in nome del fatto che è giusto dettare qualche regola del gioco, per evitare proprio di cadere in eccessi apotropaici come quelli di altri forum. So che questo costa uno sforzo supplementare in chi scrive, ma confido nel fatto che alla fine il plusvalore di fatica venga premiato dalla consapevolezza di aver detto qualcosa di diverso, che esce dal coro e che non si allinea con le voci del coro che, in Italia, sembrano cantare sempre la stessa canzone.
Vittorio, non puoi dire che non l'avessi detto sin dall'inizio: ho parlato chiaro, e sin dal primo editoriale..


Corto circuito! ahahahah....
come la mettiamo se all'aiuto-moderatore viene voglia di moderare l'amministratore?

Tu sai bene, Bagnolo, quanto io condivida le cose che hai scritto nel merito del Mozart viennese e di Giulini... ma sono un po' stufo di leggere che intendi "moderare" i contenuti dei post di chi la pensa diversamente.
NUN SE FA!
Si moderano le forme espressive, i toni, i personalismi, non le idee... mai le idee!

Affermare che questo sito vorrebbe difendere una certa linea critica è un conto: impedire a chi non è d'accordo di affermare il suo dissenso è un altro.
Se vuoi dimostrare che la scuola cellettian-giudiciana è sorpassata, devi farlo proprio discutendo con chi la difende. Altrimenti autoreferenziale sei tu.

Per quanto riguarda Giulini, io credo - proprio come Pietro - che una maggior vivacità e una più spiccata sentimentalità latina (rispetto ai Viennesi) non significhi affatto "sesso" o tempeste ormonali.
Tanto più che i moderni direttori di cui parliamo (fra cui Jacobs) descrivono il sesso come cosa normale, come parte del quotidiano.
In questo sono più moderni di quei mozartiani che giocavano col sesso all'opera come con qualcosa di sorprendente e sconcertante, come si faceva negli anni 60 e 70.

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Messaggioda pbagnoli » ven 10 ago 2007, 14:20

MatMarazzi ha scritto: come la mettiamo se all'aiuto-moderatore viene voglia di moderare l'amministratore?

Tu sai bene, Bagnolo, quanto io condivida le cose che hai scritto nel merito del Mozart viennese e di Giulini... ma sono un po' stufo di leggere che intendi "moderare" i contenuti dei post di chi la pensa diversamente.
NUN SE FA!
Si moderano le forme espressive, i toni, i personalismi, non le idee... mai le idee!

Be', ovviamente accetto la moderazione e mi ci sottopongo di buon grado, come è giusto che sia: dopotutto, qui sei tu il magister elegantiarum.
E in parte hai ben ragione: ho esagerato.
Ciò che voglio evitare, come ben sai, sono le parole in libertà, il gioco di scalare le vette della retorica facendo precedere il tutto da un "imho" come se bastasse questo piccolo acronimo per giustificare qualunque esagerazione.
Con Vittorio mi sono già spiegato privatamente, ma lo faccio anche pubblicamente, chiedendogli scusa per i miei comportamenti intemperanti; ho alzato la voce, ma in buona fede e animato da quella passione "calcistica" (che tu non puoi capire essendo agnostico sul tema) che mi porta ad eccedere.
Leggere dell'erotismo di Giulini mi ha fatto saltare sulla sedia: Giulini sex-machine?! Ma siamo matti?!
Tu sai bene i rischi di una cascata del genere: lo sai perché queste escalations le hai già verificate in altri siti, sin dai tempi di IAMC. Basta un niente per eccedere, col rischio poi di trovarsi di fronte al Pamilton di turno che, in nome e per conto di una suprema ispirazione, pretendeva di portare il mondo ad una nuova educazione musicale.
Mi scuso nuovamente con Vittorio (in primis) e con te (in quanto moderatore, cui ho scelto di dare obbedienza e lealtà): però sarebbe giusto che chiunque faccia un'affermazione che spazza tutte le certezze acquisite e i luoghi comuni, sia anche in grado di motivarla oggettivamente, e non farla precedere da un semplice "imho".
Un abbraccio a entrambi
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Messaggioda VGobbi » dom 23 set 2007, 9:34

Riporto in auge questo thread, per parlare questa volta del "Cosi' fan tutte", mio neo acquisto stimolato dalla recensione di Pietro e dal precedente ascolto delle "Nozze" sempre dirette naturalmente da Jacobs.

Confesso che il suo Mozart a me non dispiace affatto. I suoni "aspri", "secchi" che la sua orchestra produce non danno fastidio, ma anzi sembrano far parte del disegno musicale ideato dal direttore belga, aiutato da un parossismo musicale, quasi una corsa contro il tempo che sembra tanto riferirsi ai giorni nostri, dove la meditazione, il fermarsi per riflettere sembra del tutto sparito. Insomma, un Mozart dei tempi odierni.
Sul cast, concordo con Pietro sulla Despina ispida e spocchiosa della deludente Oddone, l'unica che ingarbuglia pure i recitativi. Per il resto mi doscosto, a partire dalla voce eunuca di Gura. Il Guglielmo di Boone l'ho trovato decisamente spigliato e ben in voce, cosi' come molto buono e' risultato il Don Alfonso di Spagnoli, forse troppo giovane per il ruolo. Brave le femmine, Fink nei panni di Dorabella ma sopra tutto l'ottima Gens in quelli improbi di Fiordiligi.

Cio' non toglie che il "Cosi' fan tutte" di Cantelli resta sempre il mio preferito ...
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Messaggioda gustav » sab 19 gen 2008, 17:13

pbagnoli ha scritto:
VGobbi ha scritto:
MatMarazzi ha scritto:
le tempeste ormonali che ci rifilava un Carlo Maria Giulini.

Questa poi!!!
Tempeste ormonali?
Giulini?

Si, qualcosa in contrario? :twisted:

Vittorio, santa pace, ma quali ormoni mai poteva evocare Padre Giulini?
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Ci siamo sempre detti di cercare di essere oggettivi; questa non è una gara a chi la spara più grossa.
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Eh eh eh...leggo adesso questo post...
Giulini era serafico, forse dietro di lui agiva una divinità che andava oltre i sessi, ma che non era asessuata.
Forse Mozart stesso e il suo talento erano espressione di qualcosa di partcolare, di puro e di carnale allo stesso tempo... se non, al limite, di qualcosa che fosse testimone di dionisiacche ascendenze. :D
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Re: René Jacobs

Messaggioda Nicola Biondo » gio 04 feb 2010, 18:44

Questa disputa fra Bagnoli e Gobbi mi ha entusiasmato.
N.B. fate bene a far sentire il vostro parere su tutto altrimenti in Italia diverremo schiavi di tutto quello che le case discografiche vogliono propinarci
Non ho ascoltato Jacobs, spero un giorno con calma di acquistare tutto il trittico Dapontiano. Comunque quello di Giulini "ormoni a parte" non mi dispiace affatto, così come il Don Giovanni diretto dallo stesso direttore nel 1959. Prima di quell'incisione le altre edizioni sapevano troppo di manierismo e di patina antica, lui a mio parere una svecchiatina alla fine l'avrà pur data.
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Re: René Jacobs

Messaggioda MatMarazzi » sab 04 feb 2012, 15:07

riapro questo thread perché parlare del Bellini wagnerizzante di Serafin (in altro thread) mi ha fatto venire voglia di insistere su una mia vecchia tesi: quella per cui non è affatto vero che oggi si sarebbe mossi (a differenza del passato) da un esigenza di avvicinamento all'archetipo che eviti le contaminazioni con la contemporeaneità.
Quello che agisce in noi non è affatto l'attrazione al "Modo Giusto"... ma a una specificità di suoni (moderni) che renda conto OGGI delle paticolarità di quella muisca.
Poiché abbiamo capito che le deformazioni in senso romantico non ci aiutano ad amare il repertorio barocco, cerchiamo suoni diversi, nuovi, strani che ce lo rendano più chiaro, più unico, più coinvolgente.
Poi (per darci un tono) possiamo anche ricercare quei suoni nelle prassi antiche, negli strumenti d'epoca, nella ricerca filologica, ma alla fine quello che conta è convincere il pubblico di oggi.

Lo spunto me lo dà proprio il nostro amatissimo Jacobs, direttore nel quale questo sito si è sempre riconosciuto moltissimo: uno dei geni della nostra epoca.

Come sapete, una delle caratteristiche di Jacobs (apoteosi del "famolo strano") è la sua strana tendenza a invertire il rigore ritmico in recitativi e arie.
Praticamente dirige i recitativi (che da sempre sono l'ambito anti-ritmico) con la "battuta alla mano"; e poi - quando si passa alle arie, specie quelle lente - indugia e libera i tempi tanto che alle volte si ha l'impressione di trovarsi di fronte a del free-jazz.
L'effetto è impressionante e direi addirittura balsamico!
Perché uno dei problemi maggiori per il pubblico odierno è proprio l'alternanza meccanica fra recitativi e arie, che spezza la continuità e produce monotonia.
Rendendo più ritmati (e quindi musicali) i recitativi e più fluidi (e quindi meno musicali) le arie, Jacobs crea un'unità e una tensione che rassicura l'ascoltatore: un modo per dirgli di non temere... è finita l'epoca in cui doveva sopportare noiosi recitativi per poi subire altrettante noiose arie...
Quello che ottiene Jacobs è (in questo senso) di avvicinare l'opera barocca a quel disegno di unità drammaturgico-musicale che un certo Wagner avrebbe ottenuto qualche secolino più tardi! :)
Notevole, eh? Dare del Wagneriano a uno che non si avvicinerebbe a Wagner nemmeno sotto tortura! :)

In più c'è un'altra cosa da dire.
I recitativi (per come li facciamo normalmente, per come li fa - ad esempio - un Muti) sono "liberi" solo in apparenza.
E' vero che non rispondono al metronomo, però è anche vero che gli interpreti da decenni si sono assestati in un certo "modo" di realizzarli.
Per cui "liberi" non lo sono affatto.
Sono scanditi secondo formule vecchie e stravecchie; sappiamo benissimo dove gli interpeti rallenteranno e dove stringeranno; sappiamo benissimo che andamento avrà una frase... o dove il cembalo potrà inserire un guizzo.
In realtà la presunta "Libertà" dei recitativi è diventata una prigione.
Non so voi ma io detesto il modo di fare i recitativi - specialmente degli italiani (nell'opera buffa) e dei tedeschi (in quella seria).
Ed è per questo che, mentre possiamo stare ore a sentire un attore che recita in un film, dopo tre minuti di recitativo già moriamo di noia.

Bene! Jacobs, forzando alla battuta i recitativi, irrigidendoli nella loro armatura ritmica, costringe i cantanti a uscire dai soliti schemi e a cercare altrove una diversa verità di eloquio. Il risultato (tanto in Mozart, quanto in Cavalli) è esaltante.
Si respira una freschezza e una novità stupefacenti: e si ha persino voglia di ascoltare attentamente quello che i cantanti dicono.

Ok, questo è l'impatto che una scelta così coraggiosa ha sul pubblico di oggi!
Quello che - fino a pochi giorni fa - mi mancava era la giustificazione "teorica" che un simile studioso si sarebbe dato.
Insomma qual'è la base "filologica" di un recitativo a tempo?

Quasi per caso ho sfogliato una sua intervista di sei-sette anni fa.
Ecco cosa dice:
"I miei cantanti devono declamare questi poeti drammatici rispettandone la metrica: essi sono scritti in settenari e endecasillabi, quindi versi (di sette e di otto "piedi")."
E come se non bastasse (quando gli viene chiesto di giustificare la rigidità dei recitativi nelle Nozze) ribadisce:
"E' il libretto a essere versificato in endecasillabi e settenari, io non ci posso fare niente. Mio compito è far cantare quello che è scritto e che troppo spesso ci si dimentica di leggere".

Di fronte a frasi come queste è giusto restare allibiti.
E questo è uno dei più grandi studiosi di letteratura musicale secentesca?
Possibile che non sappia (o finga di non sapere) che l'endecasillabo e il settenario sono i due versi meno rigidi ritmicamente che la letteratura italiano possegga?
E che è proprio per questo che furono scelti per il recitativo?
Non furono scelti quinari o senari o ottonari o decasillabi (tutti versi molto ritmati), bensì endecasillabi e settenari, i quali sfuggono a ogni possibile formula ritmica.
Ed è possibile che Jacobs non sappia che il recitativo, oltre ad aver eletto proprio questi versi, li fa susseguire senza alcuna concatenazione strofica o rimica PROPRIO per esaltarne la libertà rispetto agli schemi e alle formule della musica?
No, è impossibile....
Io penso che semplicemente faccia il finto tonto... :)
In lui trionfa (come è giusto) l'interprete, ossia il creatore che usa le partiture del passato per colpire il pubblico del suo tempo.
La filologia gli serve solo nella misura in cui può aiutarlo a scoprire strumenti nuovi e ad affilare le sue armi rivoluzionarie.
Ma quando gli strumenti non ci sono... allora se la inventa.

Salutoni,
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