Maria Callas

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Messaggioda MatMarazzi » ven 21 set 2007, 23:39

Ebbene sì, lo confesso.
ci sono opere nelle quali ritengo che la lezione della Callas (sempre e comunque fondamentale) sia stata superata.
E fra queste (udite, udite) ci metto Medea.

Come ognun sa, la Medea che cantò la Callas non era quella di Cherubini (in francese e in stile Feydeau), ma quella rielaborata in tedesco (con recitativi musicati e orchestrazione wagneriana) da Lachner nel pieno 800.
La versione Lachner fu poi tradotta in Italiano e proposta alla Scala con la Mazzoleni nel 1909.

Ora, nel 1958 - proprio mentre la Callas cantava la versione Lachner in Italiano in giro per il mondo - la Borkh cantò a Berlino la stessa versione ma nella lingua originale (che in questo caso è il tedesco).
Curioso che il direttore fosse Gui, lo stesso con cui la Callas aveva mosso i primi passi nel ruolo.

Diciamo che la Borkh affronta questo ruolo con l'impeto declamatorio di una grande interprete di wagner, come in fondo è giusto, poichè (ricordiamolo) la versione di Lachner è scritta in linguaggio wagneriano, con recitativi impossibili e orchestrazione massacrante.

Potremmo chiedere al bagnolo di mettere online l'aria di sortita (in tedesco ovviamente) e vedere che effetto ti fa.
Comunque ho citato la Borkh perché secondo me è un esempio di artista diversissima dalla Callas, ma di peso artistico e di forza di personalità non inferiore! :)
E non è l'unica... ! A dirlo è un callassiano arrabbiato! :)

Mat
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Messaggioda Pruun » lun 24 set 2007, 15:18

Interessantissima la parte in cui la Callas si scaglia contro chi parla dei soprani differenziando la loro voce in "lirico", "d'agilità" e "drammatico". Secondo la Callas, un soprano che sa cantare deve poter fare tutto, esattamente come accadeva ai tempi in cui gli autori del melodramma italiano creavano le loro opere. Colei che non è capace di fare tutto, dovrebbe essere relegata a particine secondarie perché non merita di essere definita cantante completa. :!: :!: :!:


Lancio una provocazione: ma la Callas parlava in un'epoca in cui non si era ancora assistito all'enorme messe di recuperi come avviene nella nostra. Oggi sarebbe molto più complicato "saper cantare tutto", credo.
Orrenda orrenda pace
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Messaggioda MatMarazzi » lun 24 set 2007, 15:44

E oggi, quali e quante cantanti si spostano da quelle pochissime cose che sanno fare (semmai pure malino)...?


Sono d'accordo con Pruun.
Oggi il repertorio è vastissimo; le specializzazioni sono giunte a un livello di approfondimento che sarebbe molto difficile poter fare tutto, io direi impossibile.
E anche la nostra cara Callas (:)) ai suoi tempi non avrebbe certo potuto cantare strauss come le grandi declamatrici dell'epoca.
Nè avrebbe potuto tecnicamente imitare l'oreficeria delle diafane liederiste viennesi.

Questo non toglie che la Callas maneggiasse due o tre linguaggi stilistici diversissimi, e ciò ha dell'incredibile per me
:)
salutoni
Mat
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Messaggioda Alberich » lun 24 set 2007, 16:38

La Callas poteva fare tutto. Poteva anche cantare Fiesco...8)
http://it.youtube.com/watch?v=iywh6HKYW0E
Questo ascolto è veramente straordinario, lo consiglio vivamente. :D
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Messaggioda Domenico Donzelli » lun 24 set 2007, 16:42

non mi ritengo un vedovo ed un nostalgico Callas in senso assoluto.
Anche se nel 1977 il primo giorno di scuola ( avevo 17 anni) che coincideva con quello del funerale della Callas mi presentai con il lutto la braccio.
Avevo 17 anni !!!!

Però con tutta onestà non troverei affatto fuori luogo una Callas straussiana.
Penso ad Elektra anche se è un poco pesante, sopratutto a Crisotemide.
Sono certo che una Callas declinante mai si sarebbe adattata a cantare Clitemnestra
Sopratutto penso a Dafne, personaggio molto astratto e perchè no alla Marescialla.
In fondo una delle prime Marescialle ( credo addirittura sotto la direzione di Strauss) fu l'altra DIVINA ossia Claudia Muzio. E allora perchè no?
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Messaggioda PQYD » lun 24 set 2007, 16:45

E comunque una Contessa Madeleine della Callas non mi avrebbe fatto schifo 8)
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Messaggioda dottorcajus » lun 24 set 2007, 17:44

Alberich ha scritto:La Callas poteva fare tutto. Poteva anche cantare Fiesco...8)
http://it.youtube.com/watch?v=iywh6HKYW0E
Questo ascolto è veramente straordinario, lo consiglio vivamente. :D


Ecco come si può risolvere nel canto un personaggio. Prestando attenzione si colgono tutti i colori di Fiesco.
Roberto
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Messaggioda walpurgys » mar 25 set 2007, 13:50

l'ho trovato bellissimo, accorato, non morboso, con foto, chicche e scelta del materiale molto accurato e studiato.
manca però macbeth, poliuto, ifigenia e un pò della sua vita artistica scaligera e teatrale in generale, mentre quella privata è indagata con asciuttezza e completezza.
che dire:
maria che spiega che prima di emettere un suono, una nota, una frase, bisogna dirla con l'espressione del volto...e dopo ''regge'' il preludio della carmen immobile nella postura, ma con volto mobilissimo e sornione talmente bello da forare lo schermo.
la hidalgo che fumando incensa la allieva.
il volto di maria che sfiorisce e cerca di resistere alla fine dell'amore.
le dichiarazioni sul met tra ''calma'' e vetriolo!

le prove di tosca con gobbi, la sua voce ironica nelle masterclass, leonora che accompagna il miserere in abito da sera a parigi, santuzza tragica ed altera con di stefano, la sua voce alla fine in cui dice che si sente inutile...

...inutile?
dopo 30 anni possiamo dire che non lo è stata e che la storia le ha dato ragione!

dispiace e commuove, ma il ricordo è sempre vivo.
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Herrlichste Maid!
Dir Treuen dank' ich
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Messaggioda MatMarazzi » mer 26 set 2007, 0:56

Domenico Donzelli ha scritto:Però con tutta onestà non troverei affatto fuori luogo una Callas straussiana.


Hai ragione, mi ero spigato male.
La Callas avrebbe potuto cantare "le note" di Elektra e probabilmente benissimo.
Tra l'altro (nel 56) si era parlato a lungo di farle incidere Salome.
Non c'è dubbio che sarebbe stata brava, ma credo avrebbe eseguito queste opere "all'italiana" (come fecero la Arangi Lombardi e prima ancora la Bellincioni, la Cobelli e la Muzio da te citata e come ha fatto pià recentemente la stessa Caballé in Salome o Ariadne).
Probabilmente una sua Elektra avrebbe avuto gli stessi suoni della sua Medea o della sua Kundry, il ché magari andava benissimo.

Io avevo solo detto che non credo sarebbe riuscita a cantare COME le straussiane della sua epoca (la Borkh, la Pylarkzick, la Goltz, la Moedl), ossia con la loro tecnica declamatoria molto molto diversa.
Come non sarebbe probabilmente riuscita a cantare COME la Schwarzkopf e le altre liederiste-mozartiane della troupe di Vienna.
Avrebbe potuto fare i lieder di schubert e le passioni di Bach ma le avrebbe fatte con la sua vocalità.
Nessuna tecnica è onnipotente e persino la Callas non credo avrebbe potuto spingersi a produrre i suoni di una Varnay o di una Seefried.

Per inciso... nel caso delle viennesi credo che ci abbia provato.
Un'amica della Callas racconta che, nei locali milanesi (creando non poco imbarazzo fra gli avventori), costringesse la Schwarzkopf a cantare mentre lei le tastava la gola, cercando di capire come uscissero quei suoni diafani e cristallini! :)

Cosa avrei dato per vedere quella scena! ;)

Salutoni
Matteo
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Messaggioda stecca » lun 08 ott 2007, 15:47

Armida di Rossini, 1952, Firenze

Tempo fa andando in quel di Busto in macchina il mio ipod ripetizione casuale si è intestardito su alcuni brani tratti dalla famosa recita fiorentina di Armida ove la Callas, ancora cicciona, provinciale e targata 1952, propose al pubblico del Comunale la allora ancora inedita maga rossiniana. Opera assai poco eseguita anche in seguito, visto che a mio ricordo (ma magari sbaglio) mi sovviene una edizione veneziana della Ricciarelli ed il disco ufficiale con la Renè Fleming, oltre naturalmente alla celeberrima e superlativa esecuzione della famosa aria "D'amore al dolce impero" della giovane Caballè nel memorabile recital RCA "Rarità rossiniane". Si tratta di una registrazione live pirata di fortuna di più di 50 anni fa (1952), pertanto il suono è ovviamente un pò abborracciato, l'orchestra appare poco abituata al Rossini serio (la cui celebre renaissance degli anni '70 e '80 era ben lontano dal venire...), il direttore è modesto ed Abbado andava alle medie, il resto del cast, e quindi i tre tenori, sono la negazione del canto rossiniano che ci avrebbero in futuro insegnato i vari Merritt, Blake, Florez etc., la Horne e la Sutherland non avevano ancora cominciato di fatto a cantare, i vari Zedda, Celletti etc. dovevano ancora esprimersi, Pesaro era una ridente località adriatica di mare, di Rossini si conosceva solo il Barbiere di Siviglia o quasi, Ramey forse stava nascendo ma non ne sono certo, insomma era tutto un tabula rasa. Ho dunque ascoltato la Callas (allora neppure quarantenne) nell'ordine in "Sventurata or che mi resta","dove son io","se al mio crudel", "è ver gode" oltre ovviamente al grande rondò finale. Signori la Callas è semplicemente pazzesca: volatine, roulade, agilità, fiorettature, variazioni, picchettati, tutto è eseguito con un tale magistero vocale e con una velocità ed una precisione da lasciare allibito anche un appassionato della Sutherland o un aficionados della Sills o della Dessay per dire tre grandi supervirtuose a caso. E già basterebbe a togliersi non solo il cappello ma ben altro di fronte a questa greco-americana sostanzialmente autodidatta negli stili (la tecnica la aveva imparata invece da una grande insegnante) in grado di passare, come noto e in tre sere da Walkiria a i Puritani o da Gioconda a Norma (ma pure da Aida a Butterfly o da Medea a Rosina eh...), ma c'è di più, ovvero il volume e la consistenza della sua iperbolica estensione. E già perchè non c'è dubbio che per esempio Lella Cuberli, per citare una raffinatissima stilista rossiniana molto moderna eseguiva con impeccabile precisione i rondò pià arditi (magari non oltre il Do) o che la giovane Caballè (altra 'cortina' di base) commuovesse anche i sordi con i suoi accenti lirici di alcuni cantabili o che la Sutherland abbagliasse nelle svettanti note del bel raggio da Semiramide, ma la prima aveva una voce piccolina e tornita che andava assaporata nel ridotto del Pedrotti, la seconda era eccelsa nel mezzo-forte e la terza acquistava volume salendo, qui abbiamo una estensione su tre ottave piene al punto che le note gravi risultano scandite e sonore come quelle di un contralto di forza (o di un soprano drammatico), il registro centrale è quello di un lirico pieno ed infine gli acuti dal La in su sono gigantesche saette penetranti fino al mi bemolle enorme e con una tenuta di suono e di squillo che sembra innaturale e quasi da circo (la gente inizia ad applaudire come forsennata mentre quella è ancora lì che tiene la nota alta su coro e resto...).
A ciò si aggiunga l'eloquenza dell'accento neoclassico (corda che ha sempre esaltato la voce della Callas) e del fraseggio che nessuna altra cantante ha mia più saputo così sviscerare, e quel suo sublime ed inimitabile saper valorizzare ogni singola frase fosse un semplice recitativo oppure un impercettibile attacco in duetti e concertati, ed abbiamo il fenomeno assoluto. Se poi, come si legge da più parti (ma si vede perchè qualche video per fortuna esiste ancora) costei era pure una presenza magnetica sul palcoscenico come pochi, io mi domando, ma come si può riuscire poi ad ascoltare anche altre o altro ? Bisogna farlo ovvio sennò addio lirica visto che la signora in questione aveva smesso di cantare ben prima di morire, ma certo che ascoltare queste cose lascia davvero interdetti, è troppo insomma e non va bene, ogni volta che ascolto con un pò di attenzione che vada aldilà dei bei suoni o di altro, un ruolo della Callas degli anni d¹oro sono tentato di dire "adesso questa opera non la ascolto mai più" perchè come diceva la simpatica Pericoli "meglio di così non si può giocare a tennis" (rectius cantare). Signori sono passati più di 50 anni e abbiamo avuto il gotha del Rossini e quant'altro, bene quell'Armida pionieristica e senza gradi mezzi rimane ancora oggi una delle più straordinarie pagine di Rossini che sia dato di sentire a chiunque, davvero peccato che non l'abbia sentita Gioacchino, escludo che le sue cantanti potessero davvero cantare così.....
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Callas genio inconsapevole

Messaggioda melomane » mer 23 gen 2008, 14:11

Circa la domanda iniziale "La amiamo ancora perché ci piace o perché la consideriamo inevitabile come il teorema di Euclide?" io penso che la risposta sia affermativa a entrambe le proposizioni.

Ci piace perchè il godimento dell'esecuzione dell'arte della Callas è quello del puro ascolto: a tutti i livelli di coscienza, dal "mi piace e basta" alle raffinate considerazioni di questa discussione.

Ma è anche vero che la consideriamo inevitabile perchè, a 60 anni dai primordi della carriera, nessuno/a ha acceduto alla sua "nicchia" interpretativa.
Sono d'accordo che la classificazione di "drammatico d'agilità" sia discutibile, ma è rilevante perchè coniata per la prima esecutrice di quel modulo che è rimasta anche l'unica: si fa risalire la tradizione del canto callasiano al repertorio "agitato" (che la grande Maria mandò a perfezione riscoprendo il canto fiorito) e alla concezione - che trova radici nel Seicento - della voce non classificabile nelle categorie circoscritte dal canto a registri, quella che vedeva le Norma cantare Adalgisa. In Maria Callas questa dimensione si ritrova nell'appartenenza di un unicum alla dimensione tragica ("No, non tremare...", "In mia mano alfin tu sei") e elegiaca ("Casta diva", "Teneri figli").

Dunque cantante tragica ed elegiaca la cui interpretazione utilizza un modulo di agilità reso significativo dal peso vocale.

Quella nicchia è inviolata: quali altre "tragiche" appartengono alla schiera delle belcantiste di "mestiere"? Inoltre vedo che a tutt'oggi il soprano di timbro drammatico difficilmente si piega a ragioni espressive (penso che il timbro della Borkh non sia di soprano drammatico, la Mödl è grande interprete ma in ciò non la sorregge la tecnica).
La cantante greco americana ebbe in natura una tavolozza estremamente ampia e fu in grado di ripercorrerne con sensibilità le sfumature di colore e intensità.

Senz'altro Joan Sutherland e Beverly Sills la superarono in virtuosismo, ma facendo di esso il fine piuttosto che il mezzo. La Sutherland non ha i suoni staccati così netti e la Sills non ha navigato verso lidi dove regnano l'indagine psicologica e l'approfondimento dell'espressione. Inoltre, sul piano puramente tecnico, la Callas primeggia sulle due per la purezza dei trilli e l'incisività.

Che dire... La amiamo... e ci piace 8)

Un caro saluto

Francesco
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Re: Maria Callas: trent'anni dalla scomparsa

Messaggioda Milady » lun 01 set 2008, 1:10

Amici carissimi,
inizio con una rumorosa banalità : la Callas aveva carisma da vendere ed una voce dal timbro personalissimo, una tavolozza sterminata ,una tecnica, allora, nei primi anni della sua carriera italiana, "rivoluzionaria".
Ho avuto l'esperienza fortunatissima, io ancora allieva delle elementari, di vederla provare e riprovare con assoluta tenacia (al Teatro della mia città)Armida, Vespri Siciliani., Medea..: il repertorio poi eseguito anche alla Scala di Milano.
La ricordo , prima della dissennata cura dimagrante,malamente infagottata in un pesantissìsimo e tronfio costume di scena per l'Armida e c, giunta alla derrata con un' orrida parrucca in testa.
Un fagotto informe.Ma allorché risuonarono le prime note dell'impervia romanza "D'amor al dolce impero", quel donnone sgradevole, si guardò intorno con quei suoi occhi da dea cretese ,si mosse con una grazia infinita...e diventò, di colpo, la fatale maga Armida.
Una metamorfosi improvvisa che mi lasciò sconvolta e affascinata,
UNA FOLGORAZIONE!
Pensate che mi accadde di capire finalmente la magia del teatro ( e di una voce singolarissima ,allora al culmine delle sue possibilità), come in un famoso capitolo de "Le memorie del capitano di industria Felix Krull" di Th. Mann
. E che attrice! Coinvolgente, ora si muoiveva rapidissima e live,, ora si bloccava in pose degne della statuaria greca: e gli occhi immensi , che dominavano completamente il volto,sempre assoltuamente espressivi
ANCHE NEGLI SCIaGURATI VIDEO DELl'ultimo sciagurato TOUR CON dI sTEFANO, Le espressioni del VOLTO E i movimenti delLE MANI, COMPIONO MIRACOLI, LA VOCE ...NO...NON SEMPRE, anche se alla fine del tour , era migliorata molto: comunque un'ombre légère e diafana rispetto alla suntuosità d'antan.
Il carisma è restato inalterato anche nel decllno.
d'ALTRA PARTE LA SUA GRANDEZZA DI INTERPRETE è RIMASTA CONSEGNATA AI DISCHI.E tanti giovani si ritrovano in quell'aura tragica che spira sempre dalle sue incisioni, in quella sua immedesimazione dolorosa e totale.
La ricordo infine in una delle 'ultime recite del Poliuto, quando riuscii a trovare i biglietti perla Scala di Milano, rovesciando il salvadanaio ed inventando di sana pianta una gita scolastica: i problemi non mancavano,il volume non era più lo stesso, ma la voce divenuta eterea aveva acquistato in espressività ed approfittava in chiave espressiva delle défaiillances .
Se poi si vedono i DVD dei vari concerti a fine carriera (amburgo, Parigi) , il dato è tratto.
Una personalità, anche scenica, magnetica.
Scusate questi miei ricordi confusi
e bunanotte a tutti,
da Milady
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Re: Maria Callas: trent'anni dalla scomparsa

Messaggioda MatMarazzi » mer 03 set 2008, 13:34

Milady ha scritto:Ho avuto l'esperienza fortunatissima, io ancora allieva delle elementari, di vederla provare e riprovare con assoluta tenacia (al Teatro della mia città)Armida, Vespri Siciliani., Medea..:


Caspita, Milady!
Che razza di ricordo! Sono letteralmente strabiliato e terribilmente geloso! :)
Ti sono grato per aver condiviso con noi un'esperienza simile!

Salutoni,
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Re: Maria Callas: trent'anni dalla scomparsa

Messaggioda Milady » mer 03 set 2008, 17:53

Carissimi,
l'episodio, per così dire ,inedito , relativo allo "scontro" di Maria Calllas con Pio XII relativamente al Parsifal in lingua originale o in traduzione , narrato da Renzo Allegri, l'ho letto molti anni fa nel soporifero e piagnucoloso libro di Meneghini - di cui non ricordo esattamente il titolo .
Con i miei più cari saluti
Milady
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Re: Maria Callas

Messaggioda Tucidide » gio 05 feb 2009, 1:06

L'eredità Callas di John Ardoin

A proposito di aneddoti in sala d'incisione, AlessioRoma ha citato questo bel libro di Ardoin, che di fatto è un discografia ragionata della Callas, ma viene a costituire anche una specie di riassunto della carriera di questa grande cantante. Logicamente, mancano i primi anni di carriera, quelli non documentati da dischi, anche se Ardoin spesso integra i buchi con brevi carrellate, e racconta anche piccoli retroscena come la possibile partecipazione della Callas sotto falso nome ad un concorso per esordienti in età adolescenziale, della quale esisterebbe un documento sonoro.
Molti documenti audio sono analizzati fin nei dettagli più minuti, e sono compresi anche inediti e registrazioni non ancora pubblicate in via ufficiale.
Un difetto, molto piccolo, che imputo a questo libro, è la scarsa attenzione per i colleghi della Callas nelle incisioni d'opera. Spesso si parla solo della prova del soprano, mentre gli altri cantanti sono commentati solo se si distinguono nel bene o nel male.
Molto più grave mi pare l'assenza della recensione dei documenti video, primo fra tutti il II atto di Tosca a Londra, per non parlare dei concerti. Di essi Ardoin fornisce solo un mero elenco in appendice: troppo poco.

Fra le tante cose interessanti che dice, una mi ha colpito: «In compact disc la sua voce emerge con maggiore pienezza, presenza e ricchezza di armonici» :shock: e porta esempi a sostegno della sua tesi.
Eppure sento dire da tanti, ma proprio tanti, che il suono del vinile era tutt'altra cosa, in meglio, rispetto al suono digitale del CD.
Boh?... :roll:

Nel complesso un libro utilissimo.
Che ne pensate?
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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