Maria Callas

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Re: La traviata "fantasma" della Callas

Messaggioda Triboulet » mer 29 set 2010, 22:27

Maugham ha scritto:Pensa che il Rosenkavalier di Karajan dovettero registrarlo in stereo.... di nascosto da Legge.Quando lo scoprì andò su tutte le furie e bloccò la pubblicazione degli LP stereofonici che vennero immessi nel mercato solo anni dopo.


Azz... davvero?? e perchè scusa? era così disdicevole? : Chessygrin :
Sapevo che la Decca fu la prima, tipo nel 54 o nel 55... la Emi arrivò nel 57 (mi sa che il Barbiere della Callas è già in stereo), però insomma siamo lì... certo sta cosa che ritirò i dischi in stereo è allucinante...
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Re: La traviata "fantasma" della Callas

Messaggioda Riccardo » mer 29 set 2010, 22:30

Maugham ha scritto:Pensa che il Rosenkavalier di Karajan dovettero registrarlo in stereo.... di nascosto da Legge.Quando lo scoprì andò su tutte le furie e bloccò la pubblicazione degli LP stereofonici che vennero immessi nel mercato solo anni dopo.

Ricordo che per un periodo la Emi stampava addirittura entrambe le versioni in cd! Non so ora...
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Re: La traviata "fantasma" della Callas

Messaggioda Tucidide » mer 29 set 2010, 22:45

Maugham ha scritto:Pensa che il Rosenkavalier di Karajan dovettero registrarlo in stereo.... di nascosto da Legge.
Quando lo scoprì andò su tutte le furie e bloccò la pubblicazione degli LP stereofonici che vennero immessi nel mercato solo anni dopo.

Infatti ricordo che anni fa la EMI aveva in catalogo entrambe le versioni, quella mono e quella stereo, con due copertine diverse.
Questa era la copertina dell'edizione MONO:
Immagine

Questa la STEREO:
Immagine
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: La traviata "fantasma" della Callas

Messaggioda Maugham » gio 30 set 2010, 10:21

Triboulet ha scritto:
Maugham ha scritto:Pensa che il Rosenkavalier di Karajan dovettero registrarlo in stereo.... di nascosto da Legge.Quando lo scoprì andò su tutte le furie e bloccò la pubblicazione degli LP stereofonici che vennero immessi nel mercato solo anni dopo.


Azz... davvero?? e perchè scusa? era così disdicevole? : Chessygrin :
Sapevo che la Decca fu la prima, tipo nel 54 o nel 55... la Emi arrivò nel 57 (mi sa che il Barbiere della Callas è già in stereo), però insomma siamo lì... certo sta cosa che ritirò i dischi in stereo è allucinante...


Disdicevole? Mah, sai, nelle case discografiche ci sono quei soggetti a volte fastidiosi che si chiamano azionisti....... : Chessygrin :
Se tu fossi stato uno di loro, ai primi anni sessanta, non saresti stato molto felice.
Per questo ritardo nell'adeguamento tecnologico la Emi pagò conseguenza molto salate.
A quell'epoca si vide scippare il monopolio europeo del classico che deteneva dall'epoca prebellica.
Negli Stati Uniti poi la Rca e la Decca fecero piazza pulita.
Fu un decennio di crisi nera per l'etichetta col cagnolino.
Quasi tutti i grandi nomi avevano esclusive principesche con altre case discografiche.
Tra l'altro, sembra incredibile, la stereofonia venne sviluppata e studiata negli anni Trenta proprio dalla Emi.
E' strano di come questo ritardo si sia poi replicato, agli inzi degli anni Ottanta, con il CD.
Le Emi ha cominciato a sposare il formato digitale con due anni di ritardo rispetto alle altre major.

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Re: Maria Callas

Messaggioda Aristecmo » gio 30 set 2010, 12:00

Onestamente faccio fatico a immaginarmi la Callas in ruoli diversi da quelli che ha cantato. Probabilmente manco di fantasia, ma più che altro non ne sento il bisogno. Trovo nella carriera della Callas un carattere di esaustività del tutto definitiva, ed è una cosa paradossale, se si guarda ai pochi anni di carriera internazionale. Per me la Callas, che pure ha cantato tutto sommato poche recite rispetto a molti suoi colleghi, ha dato veramente tutto quello che poteva, e doveva.

Ps: grazie Vittorione Gobbaccio del benvenuto!
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Re: Maria Callas

Messaggioda Triboulet » gio 30 set 2010, 13:34

Aristecmo ha scritto:Trovo nella carriera della Callas un carattere di esaustività del tutto definitiva


Capisco cosa vuoi dire, nel senso che il lascito callasiano appare già così com'è compiuto... eppure la stessa Maria, se avesse continuato a cantare, sarebbe andata oltre e avrebbe continuato ad esplorare nuovi ruoli. Lei non era molto avvezza alla routine, le piacevano le novità... lo diventò ad un certo punto più per insicurezza. Il "percorso-Pasta", chiamiamolo così, era una delle cose alle quali lavorava con più passione e senza ombra di dubbio, se la sua vita privata fosse stata diversa, la Callas stessa avrebbe cantato almeno le restanti opere belliniane e altre di Donizetti ne avrebbe aggiunte. I progetti erano sul tavolo. Lei stessa si sentiva tutt'altro che "arrivata", almeno fino al 1958. Lo stesso Rossini era un pallino che si portava dai tempi della Grecia, e che non ha mai avuto la possibilità di cantare quanto avrebbe desiderato. Quindi credo che lei non sentisse di aver dato tutto quello che poteva. E poi chissà quali sorprese poteva ancora riservare.

Anche i ruoli stessi che aveva cantato in gioventù, aveva voglia di rivederli, di approfondirli, di rileggerli col suo nuovo approccio. Vedi il Macbeth di cui parlo nella discussione sulla "Traviata fantasma", vedi i Puritani, cantati in gioventù, poi a Chicago nel 55 e poi mai più (e nel 56, 57 e 58 non mancò mai occasione di proporne selezioni in concerto)... Quindi anche senza andare molto in là con la fantasia, queste erano cose che la stessa cantante aveva in testa di fare, evidentemente aveva ancora da dire qualcosa.
Senza aggiungere che con una voce così versatile, se avesse avuto più apertura culturale, avrebbe potuto esplorare territori che neanche lei immaginava, e che magari neanche noi (su questo sono daccordo con te) riusciamo a figurarci...
(avresti mai detto negli anni 60 che la Gencer si sarebbe messa a cantare Bartok, Poulenc, Chopin, Britten ecc.? eppure...)
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Re: Maria Callas

Messaggioda Riccardo » gio 30 set 2010, 13:51

Aristecmo ha scritto:Trovo nella carriera della Callas un carattere di esaustività del tutto definitiva


Invece secondo me un tale talento andava sfruttato di più e, negli ultimi anni, molto meglio...

Io provo un senso opposto, di insoddisfazione perenne verso la Callas al pensiero di quel che avrebbe potuto dare e non ha dato.

Ma forse qui sta il segreto della sua grandezza. In questo simile ad un direttore d'orchestra chiamato Carlos Kleiber...

Salutoni,
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Lascito callasiano

Messaggioda melomane » sab 02 ott 2010, 12:16

Ciao,

mi piace pensare quanto il rigore e la passione della grande Maria abbiano dato al miglioramento della qualità delle scuole di canto, nella semplicità dell'esecuzione (sempre dalla parte dello spettatore, che fruiva della gioia del puro ascolto).

Quanto arrivavano preparati e al contempo umili alle audizioni durante le sue masterclass



Ho sempre in mente la sua affermazione secondo cui i cantanti della sua generazione arrivavano al Teatro alla Scala solo a fine carriera e con la consapevolezza di essere "nulla" al servizio della partitura e dell'autore.

"... soprano leggero, lirico leggero, leggero spinto, leggero I don't know what... one soprano basta ... Norma, Puritani, Sonnambula, Lucia, the same woman... Maria Malibran... Norma or rather Sonnambula and Fidelio the same night..."
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Re: La traviata "fantasma" della Callas

Messaggioda MatMarazzi » dom 10 ott 2010, 18:45

Triboulet ha scritto:Quello che cerca di fare quindi la Callas dal 65 al 69, e in qualche misura la differenza è udibile, è quella di "stubarsi", rialleggerire la voce (che appare ora più esile che mai) e cercare un compromesso fra stabilità e colorismo (quel che poteva rimanere).


Riapro questo bellissimo thread e in particolare la frase di Triboulet, perché - a sostegno di quanto affermi - mi è venuto in mente un discorso che mi fece la Kabaywanska a proposito del suo incontro con la Callas nel 1973, per l'apertura del Regio di Torino con i Vespri Siciliani.
La sera, raccontava la Kabaywanska, si trovavano a discutere di tecnica, di canto, di emissione...
E poiché la Kabaywanska era cresciuta sui dischi della "prima" Callas, restava sconcertata quando la grande artista le ripeteva, con mestizia, con dolcezza, con un profondo senso di scoramento, scuotendo la testa e gli occhi tristi: ..."non oscurate i suoni, non ispessiteli, non nascondeteli nella maschera... rivelateli, anche se sono più fragili... lasciate che siano chiari come il Signore ce li ha dati"...
Mi ha confessato la Kabaywanska di non aver avuto il coraggio di replicare, ma anche di aver pensato "poveretta, è diventata matta! No, io continuo a cantare come cantava lei... quando era davvero la Callas".

Riflettendo alle varie fasi di cui ci hai parlato, penso che quel commento, quella "preghiera" di non alterare ispessendolo il "dono del Signore" avesse le sue radici in quella ricerca dolorosa e inesausta che deve aver caratterizzato l'ultima parte della carriera della Callas.

Se avesse trovato un teatrino piccolo, piccolo, tutto al suo servizio, magari (che so) nella periferia polacca, in cui rigenerarsi in un repertorio tutto nuovo, diverso... in cui sperimentare i resti della sua voce in Clitennestra o nella Fedra di Rameau, in Dalila, o in Ottavia o in Isabella dell'Italiana in Algeri o nella Marie Magdeleine di Massenet o ancora nella Marfa di Kovanchina e nella Madre Superiore di Sound of the Music... un teatrino piccolo, senza stampa, senza Gossip, senza dirette radiofoniche, senza case discografiche, senza sogni di Traviate e Norme, ma che ogni estate sarebbe stata meta di pellegrinaggio di amici, intellettuali, musicologi e tanti, tanti appassionati, tanti studenti... Un po' come fece la Hallin a Stoccolma...
Be' forse allora sarebbe stata una donna felice...

Salutoni,
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Re: La traviata "fantasma" della Callas

Messaggioda Triboulet » lun 11 ott 2010, 1:08

MatMarazzi ha scritto:E poiché la Kabaywanska era cresciuta sui dischi della "prima" Callas, restava sconcertata quando la grande artista le ripeteva, con mestizia, con dolcezza, con un profondo senso di scoramento, scuotendo la testa e gli occhi tristi: ..."non oscurate i suoni, non ispessiteli, non nascondeteli nella maschera... rivelateli, anche se sono più fragili... lasciate che siano chiari come il Signore ce li ha dati"...Mi ha confessato la Kabaywanska di non aver avuto il coraggio di replicare, ma anche di aver pensato "poveretta, è diventata matta! No, io continuo a cantare come cantava lei... quando era davvero la Callas".


Bellissima testimonianza, grazie!!
Tra l'altro ricordo la Kabaiwanska al Callas day, come parlasse della Callas prima di tutto come "fenomeno vocale"... del resto è purtroppo una idea di molti, secondo me assai riduttiva. Che poi a pensarci è una idea che si associa a tutti i rivoluzionari, anche Di Stefano per molti è stato "più bravo" all'inizio, ma mi vien da dire, se avesse continuato a cantare così sarebbe diventato Di Stefano o sarebbe stato un bravissimo tenore leggero e basta? così come la Gencer, che sarebbe rimasta relegata a Elvira o chessò io... Questi sono i grandi personaggi che hanno cambiato la storia del canto!! e l'hanno fatto forzando, sperimentando, rimettendoci la voce! e noi al posto di ringraziarli, tutti ad inchinarci davanti alla longevità della Freni, e a rimpiangere: "ah se avessero continuato anche loro a cantare così"... ovviamente dico tutti, ma si sa a chi in generale mi riferisco : Chessygrin :
Il mondo della musica "classica" (che brutto termine) sa essere terribilmente muffoso e conservatore. E più si autodifende e più muore.
Menomale che c'è Operadisc!

PS: perdonate la mia assenza, periodo personale un po' turbolento, tanto per cambiare.
Prometto di tornare presto con qualche recensione. ;)
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Re: La traviata "fantasma" della Callas

Messaggioda VGobbi » lun 11 ott 2010, 14:16

Triboulet ha scritto:... anche Di Stefano per molti è stato "più bravo" all'inizio, ma mi vien da dire, se avesse continuato a cantare così sarebbe diventato Di Stefano o sarebbe stato un bravissimo tenore leggero e basta? così come la Gencer, che sarebbe rimasta relegata a Elvira o chessò io... Questi sono i grandi personaggi che hanno cambiato la storia del canto!! e l'hanno fatto forzando, sperimentando, rimettendoci la voce! e noi al posto di ringraziarli, tutti ad inchinarci davanti alla longevità della Freni, e a rimpiangere: "ah se avessero continuato anche loro a cantare così"...

Sai, onestamente, da questo punto di vista non ci avevo mai pensato, ma presumo che hai sacrosantissima ragione!!!

Un esempio, secondo voi, che si potrebbe calzare anche ad un cantante come Merritt? Uno che e' passato, in men che si dica, dal Rossini piu' spericolato all'espressionismo di uno Schonberg?
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: La traviata "fantasma" della Callas

Messaggioda Enrico » lun 11 ott 2010, 17:11

Anche quando Merritt cantava Rossini c'erano gli esperti che parlavano di intonazione precaria, disuguaglianze tra i registri, emissione non ortodossa, e magari, sentendo lui o Blake, rimpiangevano i bei tempi dei tenorini leggeri o di Luigi Alva.
Tornando al discorso della Kabaivanska farei notare che in cantanti come lei, la Olivero, la Freni, la Caballè, la Tebaldi, la Sutherland, la Devia e altre mille, la presunta "unica vera tecnica italiana" ha prodotto risultati vocali e interpretativi diversissimi: d'altra parte anche la Toti Dal Monte, nella sua autobiografia, sosteneva di aver sempre cantato secondo l'unica e sola vera tecnica italiana: questo significa forse che cantava come la Sutherland o come la Caballé o come la Kabaivanska?
C'è un'altra cosa che non mi convince: molti cantanti sostenitori di quest'unica tecnica spesso fanno i loro esempi sulla corretta emissione delle vocali, però Beniamino Gigli diceva che bisogna fare tutte le vocali nella stessa posizione, Pavarotti diceva che la "u" strozza i suoni e quindi si deve cantare come se fosse una "o", Kraus diceva che tutte le vocali vanno fatte nella posizione della "i", la Kabaivanska una volta disse in televisione che tutte le vocali invece devono essere pensate come se fossero "u": direi che è impossibile trovare una soluzione, gli stessi sostenitori dell'unica vera tecnca si contraddicono tra loro...
Enrico B.
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Ultima incisione Callas 1977

Messaggioda Aeneas970 » dom 14 ago 2011, 22:20

Con riferimento a quanto letto nel forum a proposito dell'ultima Callas ("era finita, voce a pezzi etc. etc."), invito chiunque ad ascoltare il frammento di "Pace, mio Dio" inciso dalla stessa signora Callas nel 1977 (poco prima della sua morte): la voce risulta sosprendetemente integra ed impressionante per drammaticità e facilità delle note acute (niente a che fare es. con le incisione degli anni '60).
Ritengo che ciò rimetta in discussione le frettolose conclusioni di tanta critica che la vuole definitivamente knock out sin dal 1958; a tal proposito invito caldamente chi sia in possesso dello stesso materiale a postarlo in internet per darne la più ampia diffusione
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Re: Ultima incisione Callas 1977

Messaggioda MatMarazzi » lun 15 ago 2011, 11:54

Aeneas970 ha scritto:Con riferimento a quanto letto nel forum a proposito dell'ultima Callas ("era finita, voce a pezzi etc. etc."), invito chiunque ad ascoltare il frammento di "Pace, mio Dio" inciso dalla stessa signora Callas nel 1977 (poco prima della sua morte): la voce risulta sosprendetemente integra ed impressionante per drammaticità e facilità delle note acute (niente a che fare es. con le incisione degli anni '60).
Ritengo che ciò rimetta in discussione le frettolose conclusioni di tanta critica che la vuole definitivamente knock out sin dal 1958; a tal proposito invito caldamente chi sia in possesso dello stesso materiale a postarlo in internet per darne la più ampia diffusione


Buongiorno Aeneas e ben venuto su Operadisc da un altro "settantino"! :)
Non ho mai sentito questo tardivo "Pace mio Dio", mi piacerebbe ascoltarlo: dove è reperibile? E' stato inciso?
Quanto a quelle che tu chiami "frettolose conclusioni" occorre ammettere che, quale che fosse l'eventuale rinascita della Callas ultracinquantenne del 1977, ci sono moltissime testimonianze del quindicennio precedente, dai recital degli anni '60 alla tournée con Di Stefano, che avvalorano la tesi della crisi vocale.
Che poi le "conclusioni" non siano tanto affrettate ce lo dimostra la stessa Callas, che - proprio nel periodo incriminato - ha praticamente interrotto la sua attività operistica, essendo evidentemente giunta anche lei alle stesse "conclusioni".
La sua carriera è veramente "finita" e non perché lo diciamo noi frettolosamente su Operadisc ma perché lei vi ha messo la parola "fine" già dal 1965, anche se tutto il mondo continuava a implorarla. Proprio nel 75 Muti la implorò di cantare la Lady a Firenze; negli stessi anni la implorava Domingo di cantare Santuzza.
E figuriamoci quanti altri l'avranno pregata...

Inoltre io sostengo da sempre la tesi che, se un cantante è in grado di accettare i cambiamenti della propria voce, in teoria non declinerebbe mai.
Ecco perché proprio noi non siamo soliti accanirci sul declino vocale... Nel caso della Callas il declino vero era interiore: la non accettazione del proprio cambiamento.
Un'altra cantante avrebbe preso atto della trasformazione della sua voce, della perdita del registo acuto, dell'accorciamento dell'estensione e dello svuotamento timbrico; quindi avrebbe modificato il repertorio e continuato a dare grandi prove della sua Arte, pur rassegnandosi a dire addio a Norma, Lucia, Traviata.
Magari invece che Norma a Parigi nel 1965 (una cosa straziante) avrebbe potuto riprendere Fedora; invece che Tosca a Londra avrebbe potuto riscoprire Marie Magdeleine di Massenet o la Penelope di FAuré.
Avrebbe potuto dedicarsi al seicento, magari in ambienti raccolti e sofisticati come Glyndebourne e Aix: una sua Didone di Purcell, Penelope di Monteverdi, Medea di Cavalli, Giunone di Lully sarebbero state sensazionali anche negli anni critici.
Il mondo intero avrebbe montato per lei la Kovanchina, se solo si fosse dichiarata disposta a cantare Marfa; la EMI non si sarebbe mai opposta a una nuova Elektra se lei si fosse offerta come Clitennestra.
Dopo lo splendore delle sue incisioni di Dalilah, avrebbe potuto osare il personaggio in scena (così come Carmen). Dal repertorio francese avrebbe potuto trarre altri immensi personaggi, tutti fondati sulla declamazione e senza acuti, come l'immensa Fedra di Rameau, la Sapho di Massenet, l'Ancetre di Saint-Saens.
Addirittura il nostro Triboulet (che si è ancora una volta dimenticato di noi e non scrive più) sosteneva che i primi anni '60 avrebbero potuto essere dedicati dalla Callas a una sistematica riscoperta dei ruoli Colbran in una chiave rivoluzionaria: ossia curandone l'espressione, la tragicità poetica della parola e lo sbalzo della declamazione, rispetto a al coté meramente virtuosistico e trascendentale preferito da Sutherland e belcantiste successive; e restituendo al medium della voce la funzione di principale centro gravitazionale della scrittura (come era per la Colbran) senza le alterazioni acute e interpolazioni liberty che, al contrario, ci sono state imposte.
Tutte ipotesi, ma anche tutte possibilità...
E invece la Callas si dannava in sogni assurdi di Traviate e Norme (che comunque, anche avesse ritrovato la voce, non sarebbero mai state immense come negli anni 50).

Insomma, secondo me (anche se sono curiosissimo di sentire il Pace mio Dio di cui ci parli) la sua tragedia è stata l'aver sperperato quindici lunghissimi anni nel tentativo (inane) di ricreare ciò che era, senza nemmeno farsi sfiorare dal dubbio che "cambiamento" può anche significare "rinascita" e che quattro secoli di opere - al di fuori di Verdi e Bellini - avrebbero ancora avuto tanto bisogno del suo genio.
E poi, per dirla tutta, anche se avesse cantato un "Pace mio Dio" accettabile nel 77, credi davvero che una sua Leonora cinquantatreenne (ruolo per lei già un po' limitante nel 54) avrebbe aggiunto qualcosa alla sua mitica carriera?

Aspetto le tue considerazioni e ancora un caloroso benvenuto nel nostro forum.
Mat
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Re: Maria Callas

Messaggioda DottorMalatesta » dom 05 ago 2012, 15:25

Ciao!
Ho letto buona parte di questo topic dedicato alla Maria : Love :
La lettura mi ha suscitato qualche domanda particolarmente adatte al clima rovente di questi giorni:

Qual è il miglior libro dedicato a quest'artista? Secondo me quasi tutte le biografie si piegano ad un'agiografia davvero insopportabile, e i libri dedicati all'analisi dell'interpretazione vocale (ad esempio il Callas Legacy di Ardoin) sono spesso discutibili, ma ammetto di non aver letto l'intera bibliografia dedicata all'artista greca.
In definitiva, chi ha scritto le cose più intelligenti (o, per meglio dire, meno stupide) sulla Callas?


PS: Confido non mi veniate a dire che la cosa migliore scritta sul conto della Callas è"Troppo fiera, troppo fragile" di Signorini!!! :mrgreen:

PS: Non è che forse il libro migliore dedicato alla Maria sia.. "La Divina in cucina"?! : Chef :
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