Maria Callas

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Maria Callas

Messaggioda pbagnoli » mar 29 mag 2007, 22:12

Prima o poi doveva arrivare il momento di parlarne, di tirarla fuori dall'armadio.
Avete notato che su questo sito ancora non se n'è parlato praticamente mai?
La amiamo ancora perché ci piace o perché la consideriamo inevitabile come il teorema di Euclide?
Qualcuno (forse Matteo) ha detto che è stata una delle più grandi delusioni della storia perché è durata poco, pochissimo; è un po' una cattiveria, ma in fondo un po' di verità c'è.
Che ne diciamo?...
Forza ragazzi!
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Re: Callas

Messaggioda MatMarazzi » mer 30 mag 2007, 2:07

pbagnoli ha scritto:Qualcuno (forse Matteo) ha detto che è stata una delle più grandi delusioni della storia perché è durata poco, pochissimo; è un po' una cattiveria, ma in fondo un po' di verità c'è.
!


Io avrei detto una cosa simile? :o
Se è così, voglio fare pubblica palinodia.
La Callas è, per me, un punto fermo. Avrebbe potuto cantare due settimane in tutto e lo sarebbe ugualmente.
E' pur vero che trovo un po' ingombrante il fatto che pare che il canto operistico debba passare tutto attraverso di lei. C'è anche dell'altro... :)

comunque, Pietro, mi rompe un po' che tu abbia lanciato un argomento di questo peso proprio quando io devo partire per un week-end tutto musicale ad Amsterdam.
Divertitevi a parlare della Callas senza di me! :)
e spero che al mio ritorno l'argomento-Callas sia ancora attivo.

Un salutone
Matteo
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Messaggioda pbagnoli » mer 30 mag 2007, 18:20

Sembrerebbe che tutti siano molto imbarazzati di fronte a cotanto nome...
Cerchiamo di entrare nello specifico: perché ancora oggi ci si confronta con il fantasma della Callas?
In che cosa ha cambiato così profondamente il modo di intendere l'interpretazione operistica?
In quali ruoli è ancora indispensabile e in quali non lo è più?
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Messaggioda VGobbi » mer 30 mag 2007, 18:23

Se c'e' una cantante che preferisco non parlare quasi mai e' la Callas. Ho troppo rispetto per un'artista semplicemente mitica, inarrivabile ma sopra tutto innovatrice, capace di sconvolgere il modo di interpretare l'opera lirica, aprendo varchi enormi. Abilissime le cantanti che hanno saputo sfruttare il volano-Callas.

Un fenomeno che attende ancora d'esser eguagliato. Inoltre se e' vero che e' durata troppo poco, e' altrettanto vero che a distanza di 40 anni la Callas e' piu' presente che mai, a scapito di qualcun altra/o che e' durato molto di piu' ma che i melomani han gia' dimenticato.
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Messaggioda pbagnoli » mer 30 mag 2007, 18:47

VGobbi ha scritto: Abilissime le cantanti che hanno saputo sfruttare il volano-Callas.

Questa non l'ho capita.
Ti sembra che ci sia stato un reale vantaggio per le cantanti che hanno cercato di imitarla?
Ne ricordi qualcuna in particolare che abbia ottenuto un successo notevole per questo?

Io non la penso così. L'imitazione è un portato inevitabile quando c'è qualcuno che sconvolge il branco, ma non mi sembra che le epigone della Callas si siano distinte per particolare abilità o siano rimaste nella memoria collettiva
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Callas

Messaggioda Luca » mer 30 mag 2007, 22:36

ma non mi sembra che le epigone della Callas si siano distinte per particolare abilità o siano rimaste nella memoria collettiva
============================================
Beh, Pietro un nome lo faccio (anche se non mi piace assolutamente: poteva essere una grande !!!) ed è E. Suliotis: tanto materiale, lucente, personalità aggressiva, è passata alla storia con l'aggettivo di "meteora". Troppi ruoli onerosi (Norma, Minnie, Tosca, Abigaille, Lady Macbeth, Loreley, Anna Bolena, Santuzza) ne hanno affrettato il declino.
Però nonostante tutto la gente se la ricorda e qualcuno ci fa follie e la esalta !

Saluti, Luca.
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Messaggioda pbagnoli » gio 31 mag 2007, 21:33

Io pensavo alla Aliberti... :evil:

Va bene la Souliotis (cantante eccezionale nel bene come nel male, ma che non mi ha mai particolarmente dato l'impressione di emulare la Callas), ma qui nessuno ancora si sbilancia nel rispondere alle domande che ho fatto ad inizio thread...
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Messaggioda pbagnoli » sab 09 giu 2007, 21:04

Riprendo l'argomento perché mi sta abbastanza a cuore.
Devo dire che rimango abbastanza sconcertato dal fatto che questo thread non abbia avuto praticamente nessuna risposta; non posso fare a meno di chiedermene il motivo, anche perché in altri forum dove sono stato basta solo dire la prima sillaba del nome per scatenare orge di almeno 40 pagine di risposte di osanna, almeno sino a che non si scatenano i detrattori...
Perché qui no? Lo chiedo con sincera curiosità!
E' perché se ne è parlato tanto, troppo, dicendo di tutto e di più in tutto il mondo e sotto tutte le latitudini?
E' perché qui si parla di argomenti un po' più di nicchia rispetto alla media dei thread operistici?
O è perché oggettivamente non ce ne frega più niente?
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Messaggioda Alberich » sab 09 giu 2007, 21:36

Io non ho scritto nulla perchè l'argomento trovo sia assolutamente ozioso :D
La Callas è la Callas, può incontrare o meno il gusto personale, ma i suoi pregi sono ben noti e abbastanza unanimemente accettati (sono già stati scritti e descritti mille volte da gente più brava di me) così come i suoi difetti. L'hai scritto tu: 40 pagine di osanna o detrattori (immagino aprioristici). Ha senso imbarcarsi in discussioni del genere? Personalmente non credo.
Comunque, se vuoi: la Callas è veramente un genio. Ci sono alcune sue registrazioni che non mi convincono, ma altre sono assolutamente inarrivabili. Anzi, sono molto di più: sono registrazioni della Callas. Pertanto c'è sicuramente qualcuna che ha cantato meglio, qualcuna che aveva un timbro più sontuoso, qualcuna che magari mi piace di più nella parte. Ma rimane la Callas, un punto fermo imprescindibile dell'interpretazione operistica.
O no? 8)
Un saluto
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Messaggioda pbagnoli » dom 10 giu 2007, 0:45

Alberich ha scritto:Io non ho scritto nulla perchè l'argomento trovo sia assolutamente ozioso :D


Alberich, se hai letto i messaggi precedenti vedi che le mie domande sono:
:arrow: perché ancora oggi ci si confronta con il fantasma della Callas?
:arrow: In che cosa ha cambiato così profondamente il modo di intendere l'interpretazione operistica?
:arrow: In quali ruoli è ancora indispensabile e in quali non lo è più?

Non mi sembrano propriamente quesiti oziosi, ma naturalmente posso sbagliare.
Possibile risposta al quesito 1: ancora oggi ci si confronta con la Callas perché è un fenomeno di moda, un fatto culturale.
Possibile risposta al quesito 3: qualche sua interpretazione è passata di cottura, ma nessuno ha il coraggio di dire di no. Per me, per esempio, la sua Tosca è superatissima, ma non lo dico tanto per fare una provocazione, quanto piuttosto per intima convinzione. La sua Medea, invece, no. La sua Norma sì. La sua Violetta, no.
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Messaggioda dottorcajus » dom 10 giu 2007, 0:56

Ciao Pietro
sono stato tutto il giorno a lavorare sul sito ed ho risolto i problemi audio.
L'argomento è interessante e stimola una risposta ma la mia tesi richiede concentrazione che ora non ho. Domani scriverò la mia.
Roberto
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Messaggioda Alberich » dom 10 giu 2007, 1:18

Caro Pietro, ovviamente la mia era una provocazione e non volevo affatto sminuire le domande che poni, che sono in realtà estremamente interessanti.
Domani proverò ad articolare meglio...un saluto
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Messaggioda bergonzi » lun 11 giu 2007, 10:57

La Callas, come ha detto Pietro, è un "fatto culturale", un'artista che è andata ben oltre i canoni interpretativi operistici; ha rappresentato il simbolo di un'epoca e, allo stesso tempo, la renaissance dei fasti ottocenteschi dei mitici cantanti di allora.
Con la Callas, si assistette alla resurrezione del belcanto, in una sua concezione moderna, rispetto alle pur grandi cantanti che la precdettero.

Il suo grande rispetto della partitura e il senso della somma interpretazione teatrale la rendono ancora oggi attualissima. Interpretò e cantò ruoli ormai caduti nel dimenticatoio (Poliuto, Anna Bolena, Armida, Turco in Italia, Puritani, Pirata)- sembrando che fossero stati creati appositamente per le-, o resi in maniera obsoleta dalle colleghe (Lucia, Norma, Traviata su tutte).

La ritengo indispensabile in Tosca (mi discosto da Pietro), Sonnambula (incredibile con Bernstein), Norma, Lucia inarrivabile, Violetta, Butterfly magnifica, Medea inimitabile, grande Leonora (Trovatore), Bolena, Fiorilla rivoluzionaria (Turco in Italia), impressionante Lady Macbeth, Rosina maliarda (Barbiere).
Negli altri ruoli è quasi sempre stata ottima, ma alcuni non le si addicevano (Boheme, Aida, Ballo, Forza, Rigoletto, Cavalleria) o li ha cantati troppo tardi (Carmen).
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Messaggioda Luca » sab 16 giu 2007, 19:38

Negli altri ruoli è quasi sempre stata ottima, ma alcuni non le si addicevano (Boheme, Aida, Ballo, Forza, Rigoletto, Cavalleria) o li ha cantati troppo tardi (Carmen).
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Riporto solo la parte finale in quanto nella prima (eccettuata Tosca nella quale credo siano molto più convincenti le prove della Tebaldi e di L. Price) concordo con il mio compaesano. Anche per quel che concerne Boheme, Ballo, Rigoletto e Cavalleria posso condividere che non le si addicevano.

Però di Aida (specie nell'edizione messicana con Baum e la Simionato del '50) la Callas ci offriva qualcosa in più rispetto all'eroina angelicata o innamorata senza speranza di altre colleghe ed era una certa nota di extra-comunitarietà per cui dava l'immagine della donna ripegata su sé stessa e sulla sua miseria.

Quanto a Leonora de La Forza del destino e Carmen - che Celletti quasi stroncava a suo tempo ponendole in contrasto con la Price e la Tebaldi - c'è evidente nella Callas la messa a nudo della nota del destino. In Leonora come in Carmen esso è presente e la Callas lo fa sentire. Mentre una Tebaldi come Leonora sottolineava l'angelo caduto e la donna pia, la Callas ne fa un'amara riflessione sull'esistenza che neppure la preghiera cristiana riesce a scalfire. Basta ascoltare il "Pace, pace mio Dio" e accostarvi poi (al di là delle condizioni vocali) la scena delle carte dell'eroina bizetiana. Ma il discorso non si ferma solo qui: anche nei momenti in cui questa nota nelle due opere non è preponderante, dall'impostazione callasiana essa si fa sempre udire. Questo, a mio avviso, è genialità.
In entrambi i casi, la Callas spoglia a nudo la condizione in cui si trovano le due protagoniste e senza ricorrere ad alcuna artefazione, ma nella semplicità del suo timbro particolare riesce a darci una raffigurazione che può anche non piacere, ma che colpisce e, in certo senso si impone.

Non so cosa possiate pensarne....
Saluti, Luca.
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Messaggioda pbagnoli » sab 16 giu 2007, 21:04

Penso che, alludendo alla nota del destino, tu abbia centrato perfettamente uno degli aspetti peculiari che hanno reso grandi le interpretazioni della Callas in questi ruoli.
Prendiamo Carmen. Io, per esempio, mi aspettavo che la Ponselle facesse sentire perfettamente questo aspetto; invece, quando ho ascoltato la sua Carmen di New York sono rimasto assolutamente deluso dalla superficialità con cui una cantante intelligente, raffinata e per tanti versi "avanti" come lei avesse affrontato questo personaggio, tutto sommato non diversamente da quello che facevano Besanzoni e compagnia cantante.
A partire da Callas in avanti, sembrerebbe che tutte le interpreti di Carmen si siano concentrate solo su questo aspetto sino paradossalmente a trascurare quella seduttività che riaffiora come forza primigenia solo in poche e ben selezionate interpreti (soprattutto la Ewing); la Berganza, la tanto celebrata ed idolatrata Berganza, una delle interpreti che mi stanno maggiormente sull'anima, sembra quasi voler fare una riflessione filosofica su Carmen; la Norman va addirittura oltre sino a sfiorare il grottesco.
La vera differenza con l'archetipo è che tutto ciò nella Callas suona spontaneo, nelle altre artificioso
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