Ebe Stignani

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Ebe Stignani

Messaggioda pbagnoli » dom 20 feb 2011, 20:10

Girando per Youtube mi sono imbattuto in questa roba. Ascoltatela con attenzione perché ne vale davvero la pena:


Ora, devo ammettere che - a prescindere da Gigli che è esattamente agli antipodi di quello che io intendo per Don José - io non mi sono mai interessato veramente a Ebe Stignani.
E' una cantante che non c'entra nulla con quello che io intendo per teatro e con la mia estetica. La voce, di per se stessa, sarebbe anche bella; ma l'emissione è tronfia, ampollosa, retorica, di una noia mortale: una tarma pazzesca. Devo dire che, quanto a questo specifico aspetto, il fraseggio ridicolo di questa Carmen si sposa alla perfezione con quello parimenti comico di Beniamino Gigli. Per capire quanta acqua sia passata sotto ai ponti, basta sentire questi due signori:


Passiamo oltre: qui siamo in piena retorica da telefoni bianchi in stile Caterina Boratto. Ancora una volta, non si discute la bellezza timbrica, ma la totale mancanza di modulazione, di una qualunque idea interpretativa. Qui c'è solo un donnone che butta lì le sue note:


Ben diversa, ovviamente, la quasi coeva Hélène Bouvier che sa invece cosa dice e come dirlo:


Questa è "Acerba voluttà". Gli acuti sono folgori, ma l'eloquio è ancora una volta in pieno stile Yvonne Sanson e Raffaello Matarazzo:


Non andiamo troppo lontani: restiamo in Italia e sentiamo come una Simionato seppellisca con una singola frase la retorica noiosa della Stignani:


Gli esempi potrebbero continuare a lungo ma, in conclusione, penso che la Stignani sia tuttora un pessimo esempio di un modo di cantare antico basato solo sulle bordate sonore e sulla totale mancanza di approfondimento della frase musicale.
Di più: potrebbe essere presa come esempio di quanto sia cambiato il modo di esprimersi della voce di mezzosoprano nel corso degli anni. In Italia, almeno. In Germania e in Francia, già all'epoca, c'era chi era già avanti anni luce
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Re: Ebe Stignani

Messaggioda Enrico » dom 20 feb 2011, 21:00

L'Amneris dell'Aida del '46 non me la ricordo così terribile, ma è tanto che non la ascolto: non mi ricordo se ho altri dischi della Stignani a portata di mano, i miei cd sono tantissimi ma divisi in diversi luoghi.

Ah, sì, dovrei avere la sua Adalgisa in almeno due registrazioni con la Callas: quella radiofonica diretta da Serafin me la ricordo veramente pesantissima, l'altra forse non l'ho mai ascoltata per intero (preferisco l'ultima Norma della Callas, ma nemmeno la Ludwig mi convince: forse è sempre meglio una Adalgisa soprano, se deve essere "giovinetta", mi va bene anche la Caballé con la Sutherland!).

Esiste della Stignani anche una registrazione di Casta Diva, terribile quasi quanto quella della Caniglia nel film "Follie per l'opera". Al confronto Gina Cigna e Claudia Muzio, nello stesso pezzo, sembrano angioletti del paradiso.

La Carmen che proponi fu registrata frettolosamente come colonna sonora di un film che non fu mai realizzato, e Gigli, vicino ai sessant'anni, per quanto ridicolo (e reso ancora più ridicolo dall'orrida traduzione italiana) è nonostante tutto superiore non solo alla Stignani ma a tutto il resto del cast, che comprende sua figlia Rina come Micaela e Gino Bechi come Escamillo.
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Re: Ebe Stignani

Messaggioda pbagnoli » dom 20 feb 2011, 21:55

Siamo onesti: quella registrazione di Norma resiste ancora oggi nella memoria degli appassionati solo per Callas e direttore, anche perché tenore e Stignani sono insopportabili. Sentite qui come la placida Ebe massacra: "Mira o Norma" con un fraseggio lutulento e pago solo di emettere (maluccio) le note. C'è veramente un abisso fra la modernità spigolosa e nervosa di Callas e il canto noioso di porfido di donna Ebe:


Io non amo Adalgisa mezzosoprano così come non amo i paragoni, ma sentiamo adesso cosa fa Daniela Barcellona nello stesso passaggio: è un'orgia di suggestioni, di suoni legati, di fraseggi estatici e luminosi, da quella artista geniale e raffinata che è sempre stata. Non sembra nemmeno lo stesso brano, eh?
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Re: Ebe Stignani

Messaggioda Rodrigo » mar 22 feb 2011, 22:44

pbagnoli ha scritto:Siamo onesti: quella registrazione di Norma resiste ancora oggi nella memoria degli appassionati solo per Callas e direttore, anche perché tenore e Stignani sono insopportabili.


Facciamo qualche distinguo su quella Norma. E' verissimo che è tutt'altro che un'edizione perfetta.Come ho scritto altre volte sono dell'idea che la migliore edizione di Norma con la Callas sia il live scaligero quasi coevo a questa registrazione.
Tornando all'esibizione romana io farei valutazioni sensibilmente diverse sul contesto in cui si colloca la Callas.
Sulla Stignani sono perfettamente d'accordo con le riserve avanzate. Forma vocale francamente problematica (gli anni si sentono eccome), coloratura approssimativa, fraseggio brutto. Insomma per immaginare questa Adalgisa come una giovinetta alle prese con la prima "cotta" ci vuole parecchia immaginazione! In questo senso è d dire che è stata veramente sciagurata la consuetudine di assegnare il ruolo a un mezzo soprano. Ho sempre considerato rivelatrice della vera voce di Adalgisa l'interpretazione di Eva Mei.
A mio parere non è esente da critiche neppure la direzione. Lasciamo pure perdere i tagli "di tradizione" o certi aggiusti che erano moneta corrente, ma qui manca anche quella capacità di creare un'atmosfera, un clima su cui far librare il canto che è uno dei meriti riconosciuti di Serafin. Orchestra e coro sono tendenzialmente poco duttili e nei momenti più intensi della partitura non si va molto al di là di sonorità fragorose (orrendo il coro Guerra Guerra) e di un accento che vorrebbe essere epico, ma che invece suona piuttosto pesante, come nella sinfonia. Il meno che si possa dire è che il maestro non ha saputo "lavorare" a dovere i complessi romani, ma io sono convinto che dal vivo Serafin fosse direttore meno attento che in studio di registrazione. Votto alla Scala farà, sia pure in un ambito ancora tradizionale, molto meglio. in termini di controllo sull'orchestra, asciuttezza e rigore esecutivo.
Del Monaco: io lo trovo interessantissimo, non certo insopportabile. E' vero: omette il Do nella cavatina, qualche eccesso declamatorio indubbiamente c'è, ma ci sono anche uno squillo esaltante, un grandioso timbro brunito, una scansione bruciante! Per me come Pollione è grandissimo, lo considero uno dei suoi ruoli più riusciti. La lettura che propone potrà anche non piacere, ma è indubbio che il tenore aveva idee chiarissime sul "suo" proconsole e soprattutto aveva lo splendore dei mezzi vocali per portarle avanti. Un personaggio che sfida con la noncuranza dell'uomo d'armi i guerrieri Galli come i... drammi d'alcova. A me paiono elettrizzanti certi momenti come il duetto con Adalgisa (ed è un vero peccato che la Stignani lo ammorbi in tale maniera) o il confronto finale con Norma. In entrambe le pagine, poi, il tenore riesce anche a variare il fraseggio in maniera piuttosto convincente. Secondo me, in definitiva, meglio in questo ruolo l'asciuttezza di Del Monaco che il Corelli dell'incisione del 1960 o la sovrana indifferenza di Filippeschi in quella del 1954.
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Re: Ebe Stignani

Messaggioda teo.emme » mar 22 feb 2011, 23:06

Continuo a ritenere la miglior Norma della Callas il live di Londra del '52. Innanzitutto per l'evidente superiorità della bacchetta di Gui (non demonizzo Serafin, ma resta - secondo me - estraneo alla sensibilità belcantista), poi per il cast probabilmente più stimolato da Gui.
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Re: Ebe Stignani

Messaggioda Ebestignani » ven 23 dic 2011, 20:37

Non tutti saprete che i cantanti d'opera,una volta passati a miglior vita, sono ospitati in una specie di limbo dorato. Al
piano superiore, isolati e totalmente inavvicinabili , sono confinati gli artisti che,beati loro, non hanno lasciato testimonianza diretta delle loro doti : quindi possiamo vedere, per lo piu' passeggianti alla spicciolata,la Malibran,Duprez,Tamburini e compagnia cantante. Noi invece stiamo tutti assieme: ora accanto a me c'e' la cara Giulietta, da poco fra noi, che ricorda a codesto Forum che nell'altra vita fu compagna del grande Protomedico di Roma Cesare Frugoni, e non di Valdoni.
Siccome piu' o meno in vita non abbiamo brillato per modestia, scontiamo i nostri peccati con la proibizione di cantare e di riascoltarci : e pero' possiamo sentire gli altri, possiamo persino utilizzare il Web e, con parsimonia, recarci a teatro,in questo profittando di essere puri spiriti.
Per una strana concatenazione di eventi questo sito e' diventato il nostro preferito: ci tiene aggiornati molto piu' di ogni altro consimile. Certo ogni tanto si discute e si bisticcia ( qui vicino stanno alzando un po' la voce la Maria con Dame Joan,ancora non tanto avvezza alle nostre consuetudini) ma e' poca cosa: e poi qui non ci sono,ne' mai ci saranno, il maestro Basile,il commendator Meneghini, Ari Onassis,eccetera eccetera.
Ora e' inevitabile che ognuno di noi abbia un forumista con cui si sente particolarmente in sintonia. Essendo io stata una paziente chirurgica, seguivo con un certo interesse le performances del dottor Bagnoli. E qualche tempo fa ho letto questo pezzo. Scritto tra l'altro molto bene,come e' consuetudine di questo luogo. E pensavo : ma come e' simpatico questo dottore!
Ma poi... un momento!
Perche' la Stignani ero io.
E non potevo nemmeno,per le note ragioni,riascoltarmi.
Che fare? Chiedere il diritto di replica in alto loco mi e' costato qualche fila e qualche rimbrotto.Ma alla fine ci sono riuscita,
non senza aver dovuto fare molte promesse di modestia e moderazione.
Vede, dottore, io sono nata piu' di un secolo fa. Quando ai giornalisti stranieri io dicevo sempre "I am Stignani because my voice" esprimevo la logica del mio tempo artistico. Quello era il canto d'opera : voce,voce e voce. Come sapra',io ho lasciato a meta' i miei studi napoletani di canto e composizione per esordire in eta' molto giovane.
Altro che non fosse voce e tecnica di emissione non mi si chiedeva. E per forza: ero piccola, bruttarella e grassa in maniera
insopportabile. Avrei seriamente rischiato il ridicolo se la mia abitudine interpretativa,da lei cosi' aspramente osteggiata,
avesse contemplato le movenze della signora Antonacci e della signora Barcellona, con le quali,Iddio mi perdoni, incidentalmente non cambierei neppure un capello.
So bene che ella non si riferiva solo a capacita' puramente sceniche,ma altro non saprei dirle: riascolterei peraltro volentieri la mia povera Adalgisa, ruolo che amavo,se mi fose concesso.
La "casta Diva" fu una specie di gioco, e quella Carmen una robetta da film. Non ne sono certo fiera. Ma quell'Acerba volutta' e quel "Mon coeur s'ouvre" li ricordo con ben altro orgoglio,chiedere a Giulietta che ha sempre invidiato la mia esecuzione di quell'aria. Il paragone con Helène Bouvier mi rattrista alquanto, come quello con le cantanti francesi e tedesche che sarebbero state anni luce avanti: Quali,per favore?
Vede, io ho smesso a 54 anni per motivi di salute. Ovviamente a 30 anni cantavo meglio che a 50,ma i fondamentali sono rimasti sempre quelli: una voce classica di mezzosoprano,con note vere e piene dal fa 2 al do sopracuto. Questo si' e fino alla fine.Ce le avevo "in tasca" come dicevano Beniamino e la Maria. E magari grazie alla mia emissione lutulenta tronfia e ampollosa ho fatto il meszzo d'obbligo alla Scala per 20 anni,e mi sono sorbita 25 anni di Azucena e Amneris,prova a cui vorrei vedere Antonacci,Barcellona e Bouvier: si',al cinema,mi si consenta.
Poi, siamo giusti, non si poteva pretendere che cantassi in antitesi con il gusto spesso perfido dell'epoca dei carri di Tespi e del primo dopoguerra.
Ci pensavo ascoltando la splendida esecuzione della " Vampa" da parte della signora Horne. Ma se avessi fatto quello che ha fatto lei,mi avrebbero crocifissa davanti a Palazzo Marino, e avrebbero sparso il sale selle mie povere rovine.
Alla fine,sa cosa le dico dottore? Alla fine mi accontento. Ho avuto le mie soddisfazioni, e sperando di non annoiarmi ne racconterei un paio: la prima,quando ho cantato a Berlino,Ortrud e Brangane (Non ve l'aspettavate,vero?)davanti a Hitler e Goebbels. Klaus Werner Fassbach,critico del piu' importante quotidiano berlinese,scrisse "che bella sorpresa sentire finalmente una vera voce di mezzosoprano in Wagner, con un legato,un'eleganza sublime, a parte lo squillo incredibile dei si e dei do sopracuti". E la grande Klose venne nel mio camerino,ad abbracciarmi e a chiedermi "ma come fai?Come diavolo fai"? E la seconda nel 57,una delle mie ultime recite,al Covent Garden,Adalgisa con la Maria,che,grande cantante e donna generosissima,volle che alla fine del primo atto ( avevo trissato l'arioso d'entrata,cosi' per chiarire) uscissi da sola a ringraziare.
Tempo non mi e' piu' concesso,e spero di non avervi annoiati: specialmente Lei,dottor Bagnoli.

Donna Ebe Stignani
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Re: Ebe Stignani

Messaggioda pbagnoli » ven 23 dic 2011, 22:01

Cara Signora,
mi sento davvero emozionato del fatto che Ella abbia voluto scendere dal Cielo ove si trova in sì eletta compagnia per gratificare le misere pagine del nostro povero sito.
Le chiedo prima di tutto di volermi perdonare presso la Signora Simionato: gli è che faccio il chirurgo, che quello di Valdoni - più o meno coevo del prof. Frugoni - è un nome mitico per chi fa il mio mestiere, che finiscono entrambi in "oni" e forse ero stanco, fatto si è che mi è scappata la corbelleria.
Poi che dire? L'emozione mi blocca! E invece sono costretto a giusitificare e perdonare il mio ardire di fronte al di Lei Spirito, che mi rimbrotta per quelle cose che scrissi qualche tempo fa, rattristato per averLa ascoltata in brani nei quali oggi ho altro.
Mi permetta di essere sincero, e non falso e ridicolo come chi La coprirebbe di elogi solo perché giustamente soggiogato da cotanta visita: non sono pentito delle cose che ho scritto.
Lo dico con tutto il rispetto per Lei, napoletana come il mio Maestro e come le ascendenze del mio Primario, amico e a sua volta Maestro di tutto quello che so sul mio lavoro. Ma lo dico, e spero che possa apprezzare la mia sincerità.

Come ho scritto nel mio post, non si discute la bellezza e l'estensione del mezzo vocale, sontuoso e rigoglioso: sarei pazzo a farlo, e le orecchie - che ben ne dicano - ce le ho anch'io e le uso per questa passionaccia da oltre trent'anni. Ciò che invece discuto è l'uso che Ella ne fece e che, ovviamente, non tiene conto della presenza scenica, atteso che ai Suoi tempi i metteurs en scène non brillavano per particolari iniziative, eccetto forse i De Lullo e i Visconti che facevano capolino quando Lei si ritirava (ma mi corregga se sbaglio).
Ciò che invece discuto è proprio quel particolare tipo di impostazione della voce di mezzosoprano che, partendo da Lei, arrivò a Fiorenza Cossotto passando attraverso Fedora Barbieri.
Voce?
Sì, tantissima in tutti e tre i casi.
Ma poi?
Vede, in Germania più o meno coeva a Lei ci fu Margarete Frida Klose, nata a Berlino, che Lei cita per un omaggio che la cantante tedesca Le fece e di cui - mi perdonerà l'ignoranza - ero totalmente all'oscuro.
Sentire il fraseggio della Klose non in Wagner - ché sarebbe troppo facile - ma in Verdi, e segnatamente come Amneris e Azucena è qualcosa che mi ha aperto gli occhi in modo impensabile, perché non avevo mai sentito nessuna cantante italiana scavare così profondamente nel verbo verdiano sino a renderlo parola piena, pulsante di vita e verità drammatica.
La scansione aulica in cui Ella eccelleva non avrebbe mai e poi mai potuto rendere le ambiguità di personaggi così sfaccettati con la stessa verità che trasudava da un singolo sussurro della Klose.
Lei parla di Adalgisa. E' stato giusto fissare la Sua storica personificazione su disco, ma come avrei potuto credere alla Stignani in un ruolo creato per Giulia Grisi?!?
Certo, Lei dice: ai miei tempi era così. Ma io non Le credo.
Sarà stato così nella nostra povera, miserabile Italia, sempre così arretrata proprio sul fronte della cultura che dovrebbe risplendere più che gemma; ma non Oltralpe, dove cantanti come la Bouvier o la Vallin potevano vantare un fraseggio immensamente più vario e nervoso (e Dio solo sa cosa mi costa parlar bene dei francesi); e non parliamo dei tedeschi, e non solo per la Sua corda vocale...
Sed de hoc satis: non discuto, anche per rispetto supremo nei confronti di uno Spirito come il Suo che, dai Cieli, è sceso a bacchigliare con noi poveri dilettanti.
Ma vede, Donna Ebe (spero che Ella mi permetta di chiamarla così), questo sito - che adora le grandi performances del passato - ha scelto di non idolatrare in modo acritico i Grandi che stanno Lassù. I Grandi di oggi - e ce ne sono, mi creda - non rinnegano quello che hanno fatto i loro predecessori, ma hanno aperto un mondo nuovo di cui forse Voi nemmeno avreste sospettato l'esistenza e che, io ne sono convintissimo, è rispettoso tanto quanto il Vostro di quello che l'Autore volle raccontarci. Non è vero che amiamo solo l'Antonacci o la Garanca; amiamo tantissimo anche la Klose, o Regina Resnik o - nel mio caso (il mio adiposo socio Matteo Marazzi non condivide questa mia infatuazione) - Jean Madeira: tutti esempi di un canto assai più nervoso e frastagliato del Suo. Ed è una constatazione, non una valutazione di merito.

Un giorno - che spero lontano - anch'io lascerò queste grasse spoglie. Spero che Ella vorrà guardare con indulgenza alla mia ambizione e che possa intercedere in mio favore presso il Padrone della Casa di Lassù per permettermi di venire a sentirLa dal vivo. E siccome la Sua voce Lassù sarà integra, mi permetto già di chiederLe cosa vorrei sentirLe fare: Mère Marie de l'Incarnation. Lo conosce? E' un personaggio de Les Dialogues des Carmelites, di Poulenc, ed è un ruolo che secondo me Lei potrebbe fare benissimo.
Mi potrà cercare di convincere con la Sua Ortrud, ma non cerchi di fregarmi propinandomi una Kundry, ché scapperei a gambe levate all'inferno in cui mi cacciano i miei nemici, a sentirmi la Génaux, o la Barcellona.
Mi saluti tanto quel parterre royal di Signore di cui mi ha parlato: le amo tutte, indistintamente.
E se vorrà tornare a trovarmi, mi farà solo onore.
Mi creda devotamente Suo,
Pietro Francesco Bagnoli
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Re: Ebe Stignani

Messaggioda MatMarazzi » sab 24 dic 2011, 17:37

Per prima cosa un caloroso benvenuto anche da parte mia a Zietta Ebe (scusate l'irriverenza, ma io l'ho sempre chiamata così fin da bambino, quando sentendole cantare Azucena o Carmen me la immaginavo intenta a preparare dolcetti per i nipoti e a rammendare i panni). :)
Oltre al benvenuto, un "grazie" particolarmente sentito per questo bellissimo post.
Davvero: è quando si incontrano interlocutori come te che pensarla in modo diverso è bellissimo.
Ho trovato fantastico lo stile, l'ironia, la competenza, ma anche per il garbo che poni nell'espressione delle tue idee.
L'immagine del limbo per i cantanti d'opera, dove non si canta ma si discute (proprio come si fa quaggiù, su Operadisc) è semplicemente deliziosa!
Complimenti.

Relativamente alla Zietta, su alcune cose concordo con te, anche se il mio giudizio resta più vicino a quello del Bagnolo.
Fermo restando la nostra libertà di amarlo o non amarlo, se un cantante riesce a instaurare un rapporto con un certo pubblico, a dargli qualcosa ricevendone plauso in cambio... vuol dire che qualcosa ce l'ha!
E la Stignani ce l'aveva di sicuro.
Poi la possiamo contestare, dal nostro punto di vista persino ridimensionare, ma certamente non liquidare, non prima almeno di aver capito perché fosse così amata da un pubblico che aveva lo stesso diritto di amarla di quello che abbiamo noi di non amarla.
La zietta fa parte dell'empireo dei cantanti che "hanno dato" (proprio come la Antonacci - il cui contributo in Carmen è assai maggiore di quello della Stignani - e quella vera, grande artista che fu Helène Bouvier). Da tutte loro non si prescinde.

C'è però qualche punto della tua arringa col quale non riesco a trovarmi d'accordo.
Anzitutto l'eterna giustificazione dei "tempi".
La Stignani cantava così perché i tempi lo richiedevano...

Che l'epoca incida nelle scelte tecniche, stilistiche, espressive di un artista (e nel successo che raccoglie) è fuori discussione.
Come tu sa, in questo forum abbiamo ripetutamente difeso la necessità di storicizzare le interpretazioni, di analizzarle alla luce del loro tempo, di smontarle, di amarle e persino contestarle in rapporto all'epoca che le ha espresse, considerando i suoni come "segni" di un grande sistema estetico e culturale alla luce del quale essi vanno interpretati.
E tuttavia non dovremmo spingerci troppo oltre, fino a giustificare i limiti di una Stignani (o per lo meno quelli che a noi paiono tali) attribuendoli alla sua epoca.
Se così fosse non ci sarebbero (come invece ci sono, e tu lo sai) innumerevoli casi di artisti coevi che quei limiti non avevano.
Vorrebbe dire negare alla Stignani quell'elemento fondamentale di ogni essere umano (e ovviamente di ogni artista) che è la capacità di "usare" le convenzioni del proprio tempo per dire o fare qualcosa di originale.
Tu affermi che nessuno all'epoca avrebbe cantato Stride la Vampa in modo diverso dalla Stignani.
NOn sono d'accordo.
La "prima" Besanzoni sembra in trans, con quel colore smorto, quel mezzoforte vellutato e quel superbo trillo alla fine.
La Matzenauer vi alterna volute lunari e sussurri sopranili.
Tanto per cambiare personaggio, La Klose osò per la prima - e credo ultima volta - nella storia, il sol grave del Ballo ("silenzio, silenzio") in pianissimo, come - a pensarci bene - sarebbe logico che fosse. Era anche lei di quegli anni, respirava anche lei quel tempo: ma usò il libero arbitrio.
Ritenne evidentmente che un artista debba creare qualcosa con la voce e non limitarsi a produrre suoni, fossero pure quei suoni che l'orecchio umano trova più piacevoli.
Ecco perché non potrò mai amare la Stignani: perché l'arte del canto e la produzione di suoni piacevoli restano per me cose diverse.

Questo non toglie che auguri a tutti i nostri amati e indespensabili divi del canto - sulla terra o nel loro limbo - i migliori auguri di buon Natale.
Matteo
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Re: Ebe Stignani

Messaggioda Ebestignani » sab 24 dic 2011, 20:14

Carissimi ambedue,
grazie per l'eleganza madrigalesca delle vostre risposte.Eleganza che,mi si dice, e' stata molto apprezzata anche in alto loco.
Ne e' derivato immediatamente il permesso di parlare ancora. Vi prego di tenere a mente,pero',il fatto che io mai assursi a maestra di canto, ne' mai mi interessai di critica. Il simpaticissimo Mat,per inciso, ha ragione: la cucina e' stato sempre un
mio hobby, e sovente nelle mie trasferte (in nave!) per gli USA e per il Sudamerica usavo portarmi dietro provviste e Sangiovese (dottor Bagnoli,io sono napoletana per la fatalita' del caso, ma di purissimo sangue romagnolo, ho vissuto per quarant'anni ad Imola e le mie ceneri riposano a Bagnocavallo: se l'avesse saputo magari si sarebbe indignato di meno per quella Carmen...)
La Bouvier e la Vallin. Le ho ascoltate millanta volte,per quel po' che ne resta: se vi dico ( e prima di morire,da brava zietta,avevo tanti capelli bianchi) che,pur rispettando i vostri gusti,non avrebbero mai potuto cantare alcunche' del repertorio italiano o italianizzante,mi credete sulla parola?
E la mia cara amica Margarete,quella di Berlino. Bene: esistono tracce fonografiche di interpretazioni verdiane,che risalgono soprattutto agli inizi della sua carriera ( eravamo coetanee) e non nego che possano avere il loro fascino,anche se io in tanti anni di vita ho potuto ascoltare una sola voce tedesca davvero portata a interpretare Verdi,ossia quella di Herr Heinrich Schlusnus. Quello che posso dire con assoluta contezza e' che nel 1957 la voce era assolutamente corta, e forse un mezzo cosi' avrebbe potuto ancora arrangiarsi con i ruoli wagneriani,ma certo non con Amneris o Azucena. Dopo di che, va detto che i 55 anni di allora,ne so qualcosa,corrispondono forse ai 70 di oggi,ad essere generosi, e che le registrazioni della Klose
sono assolutamente di fortuna. Certo,in Wagner era qualcuno, e la pietra di paragone si trova nel fatto che fosse una delle preferite di Furtwangler.
E a questo proposito concedetemi un altro piccolo innocente peccato di superbia, se vi dico che a 23 anni fu Toscanini a volermi ad ogni costo per fare Eboli alla Scala, e vent'anni dopo,invece, De Sabata mi chiamo' personalmente,dopo un
bombardamento di telegrammi,per fare Dalilah.
Senza offendere nessuno, non credo che ne' Furtwangler ( con cui non c'entro nulla: io ho cantato con Bruno Walter)ne'
Toscanini ne' De Sabata avrebbero chiamato da qualche parte, e tantomeno a Salzburg per il Macbeth, il signor Lulic o i suoi sventurati partners di quella serata.Qualcun altro l'ha fatto,non e' vero?
Eravamo andati a vederli in massa ( non proprio tutti) in terra austriaca,in quel di' d'agosto.... e al ritorno Mattia e Titta,proprio loro, dissero a Gino e a Tito: ma guarda un po',abbiamo trovato qualcuno che canta peggio di quanto facevate voi. Ci sono volute le guardie svizzere per separarli,ma poi tutto e' finito davanti a una bicchierata.
Di Sangiovese,ex casa Stignani,ca va sans dire.....ma senza dolcetti.
Mi permetto di dare a tutti e due, e a tutti gli aficionados di queste bellissime pagine, il buon Natale e l'abbraccio degli
ospiti di questa splendida e malinconica casa di riposo.
Donna Ebe Stignani
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Re: Ebe Stignani

Messaggioda pbagnoli » sab 24 dic 2011, 23:12

Ebestignani ha scritto:
E la mia cara amica Margarete,quella di Berlino. Bene: esistono tracce fonografiche di interpretazioni verdiane,che risalgono soprattutto agli inizi della sua carriera ( eravamo coetanee) e non nego che possano avere il loro fascino,anche se io in tanti anni di vita ho potuto ascoltare una sola voce tedesca davvero portata a interpretare Verdi,ossia quella di Herr Heinrich Schlusnus. Quello che posso dire con assoluta contezza e' che nel 1957 la voce era assolutamente corta, e forse un mezzo cosi' avrebbe potuto ancora arrangiarsi con i ruoli wagneriani,ma certo non con Amneris o Azucena. Dopo di che, va detto che i 55 anni di allora,ne so qualcosa,corrispondono forse ai 70 di oggi,ad essere generosi, e che le registrazioni della Klose
sono assolutamente di fortuna. Certo,in Wagner era qualcuno, e la pietra di paragone si trova nel fatto che fosse una delle preferite di Furtwangler.

Cara Signora,
ringrazio il Principale di Lassù per averLa generosamente autorizzata a ricomparire su queste misere pagine.
Devo dire che rimango un po' stupito nel leggere queste cose che Ella scrive, giacché la Klose - che era una ragazza del '99 (o del 1902, a seconda delle fonti) - all'epoca delle registrazioni dei brani del Trovatore con Marcel Wittrisch agli inizi degli Anni Trenta era effettivamente giovane ma già dirompente e ricca di soluzioni che nel celeberrimo "Ai nostri monti" fanno impallidire qualunque altra, indipendentemente dalla lingua tedesca con cui s'esprime; nell'Aida con la Teschemacher alla fine degli Anni Trenta era in piena maturità; e nell'Aida degli Anni Cinquanta (1950 o 52, non ricordo con esattezza) con la Kupper e Max Lorenz è invece assolutamente perfetta, tanto da arrivare a cesellare un "Pace t'invoco" veramente da brivido; e, va detto per amore di precisione, la voce non è affatto corta come Ella sostiene. Le chiederei a tale proposito di chiedere proprio alla grande Margarete, che suppongo condividere con Lei gli ampi spazi che il Creatore concede alle Divine Cantatrici, se le mie date possono essere attendibili.
Mi stupisce poi la Sua affermazione veterotestamentaria sul fatto che una voce "corta" possa "arrangiarsi" in Wagner ma giammai in Verdi: le sembra che una voce supposta "corta" possa rendere una Ortrud credibile, tanto per citare il primo ruolo che mi viene in mente?
No, Signora, mi creda: la Sua collega di Berlino è stata una delle più grandi interpreti verdiane della Storia, non inferiore a quello Schlusnus che ha giustamente ricordato e la cui caratura verdiana è ancora oggi talmente paradigmatica da far passare in secondo piano tanti altri cantanti giudicati più idiomatici.
Infine: le registrazioni della Klose che ho sentito io sono invece assolutamente belle e rigogliose, tenuto conto dell'epoca. Gli armonici vi risaltano con un nitore insolente. Siamo onesti, via: i tecnici tedeschi dell'epoca ci sapevano fare meglio di chiunque altro, in Europa o nel resto del mondo!
Sa che cosa, Signora Stignani?
Se non fossimo sciovinisti come siamo, dovremmo riconoscere che in Germania, dagli Anni Trenta ai Sessanta (e anche dopo: consideriamo cantanti come Metternich, Fischer-Dieskau, Rysanek o Julia Varady) l'unico Paese che ha prodotto cantanti con il senso della parola verdiana è stata proprio la Germania! Altro che il solo Schlusnus!
Chieda a Wittrisch e alla Klose di farLe il duetto del Trovatore: forse, sentendoli dal vivo, si convincerà della bontà della mia affermazione.

Colgo l'occasione per augurare a Lei e alle Sue colleghe di Lassù un Buon Natale.
Mentre Le scrivo, sto ascoltando il Liber scriptus che incise con Serafin, Gigli, Pinza e Caniglia. Credo che Lei sia bravissima in quella parte e, se si fida della mia sincerità, sa che non lo dico solo per accarezzare la Sua vanità.
Mi creda Suo affezionatissimo
Pietro
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Re: Ebe Stignani

Messaggioda Ebestignani » dom 25 dic 2011, 11:06

Mio carissimo dottor Bagnoli,
sapesse che bella sera natalizia mi ha fatto passare ricordandomi quell'incisione. Vero e' che ero in buona compagnia: due su tre erano assoluti fuoriclasse e tutte le volte che zia Ebe cantava con loro andava davvero in Paradiso.
Per quanto riguarda la qualita' delle registrazioni di Margarete,mi riferivo purtroppo a quella delle mie. Quanto mi piacerebbe risentirla,sul serio.
Lo so che in genere i tecnici tedeschi di allora registravano bene : qualcuno anche troppo, e in questo caso l'insolenza acquistava il senso letterale del termine. C'e' quassu' tra noi una celebre diva nordica wagneriana, ancora oggi considerata la numero uno: ella purtroppo avra' notizia del fatto che i do di Isolde,in una famosa incisione, glieli prestava la mia adorabile Elisabetta Schwarzkopf.
E' pur vero - in questo forum sfondo una porta aperta,nevvero?- che i do non sono tutto. Ma comunque la signora in questione, anche in eta' non veneranda, faceva molta molta fatica a toccare il la naturale. Dai dischi tedeschi non sembrava.....ah,quelle filature :twisted:
Mi permetta,inoltre, di avere qualche dubbio sulla verdianita' di alcuni interpreti da lei citati a supporto.Qualche frase di Metternich nel Ballo,forse?Ma poi nel Ballo bisogna cantare l'Eri tu,e allora le assicuro che a Brisighella,nello stesso spazio temporale,poteva sentirlo cantare molto meglio. E idem per quanto riguarda le signore Varady e Rysanek,molte cose delle quali francamente sono piu' inascoltabili di quella mia Carmen, panza contro panza :cry: con Beniamino.
Herr Schlusnus no,secondo me apparteneva ad altra costellazione: bravo proprio,e li' si capisce come per cantare Verdi occorra altro che la capacita' di sviscerare frasi.
In una cosa posso darle ragioni: tutti i cantanti tedeschi coevi avevano una musicalita' enorme,avevano tutti studiato sul serio e non solo il canto. Con Margarete- ma anche con altre - avresti potuto far notte a parlare di Goethe. Io no,e il 99,99 per cento dei cantanti italiani lo stesso.
Ancora un punto,poi la lascio stare e corro a preparare i cappelletti.Solo Lucianone se ne mangia due chili. Lei chieda a qualunque mezzosoprano in grado di cantare contemporaneamente Verdi e Wagner ( ammesso e non concesso che riesca a trovarne .Non mi dica la signora Urmana,prima perche' ho detto cantare e poi perche' se no me ne vado subito : Chessygrin : ) se, trovandosi in momentaneo serio disagio con il settore acuto e dovendosi ugualmente guadagnare la pagnotta, canterebbe Ortrud o Amneris.
Verdi non perdona nulla, dottor Bagnoli. E' illacrimabile.
Con affetto,sua
Donna Ebe Stignani
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Re: Ebe Stignani

Messaggioda MatMarazzi » dom 25 dic 2011, 13:09

Ahimé, a leggere questi tuoi ultimi argomenti, cara Zietta, capisco perché non amo il tuo modo di cantare e di interpretare Verdi.
Perché sei così attenta ad ascoltare i tuoi do e il tuo legato, a compiacerti della tua cosidetta "verdianità" da non ascoltare altro, nemmeno la spaventosa superiorità (in Verdi) di una Klose, la spaventosa superiorità di un Wittrich (in Verdi) su qualunque tenore italiano coevo, la spaventosa superiorità di un Metternich (in Verdi) su qualsiasi baritono italiano post-bellico, da ritenere inascoltabili due artiste come la Varnay e la Rysanek che, nel loro repertorio, hanno dato al mondo mille volte più di tutto quello che i tuoi legati e i tuoi do (?) hanno mai potuto dare, benché piacevolissimo all'ascolto.

E cosa sarebbe poi la "verdianità"?
L'emettere note tonde e piacevoli? Ammesso e non concesso che Roswaenge, Janssen, la Klose, persino Hotter (tutti in possesso di voci stratosferiche) non disponessero di note altrettanto piacevoli, davvero tu pensi che la Verdianità consista in questo?
Che per cantare l'autore che ha inventato la dannazione in musica, la frustrazione del diverso, la disperazione dello sconfitto... bastino le notine tonde e piacevoli ...e che questo rappresenti la Verdianità... magari in una signora di mezz'età da telefoni bianchi, distinta, panciuta e monocromatica, dal canto tutto uguale e per bene?
Invece a me - che ascolto Verdi da 35 anni, che mi nutro di dischi del presente e del passato e che ho tutti i diritti di dire la mia - non basta.
A me in compenso basta il suono incredibile che la Klose si inventa in "Mi sento morir" nell'Amneris per aver contezza di cosa sia Giuseppe Verdi....
L'intero corpus discografico della Stignani, con la sua paciosa indifferenza, non arriva a competere con quella semplice frase.

E il do?
Che te ne fai del do sopracuto, cara zietta, considerato che anche dove avresti potuto e dovuto usarlo (ad esempio nel Trovatore, dove Verdi in persona l'ha scritto) hai preferito non farlo, seguendo la tradizione piuttosto che il compositore?
Eppure la Matzenauer, ben prima di te, quel do l'aveva eseguito (l'ha pure inciso).
Idem per l'Adalgisa, che avresti potuto cantare in tono (almeno con la Cigna) dato che a tuo dire disponevi del do, mentre hai preferito eseguire i soliti tagli e aggiustamenti per mezzosoprano senza do.
E perché, visto che avevi il do, non hai almeno inciso l'aria di Fides del profeta... che tutte le tedesche eseguivano!
Lì avresti potuto esibire oltre ai do (scritti) anche quel virtuosismo spettacolare di cui ti vanti sempre e che alla fin fine non hai mai esplorato, preferendo il solito banale repertorio per mezzo non virtuoso.
E invece niente persino la Schumann-Heink, celebre wagneriana, la Oneguin, incisero Fides. E tu che potevi fare "tutto" te ne sei ben guardata.
Meglio le solite Amneris... più facili! :)

E come si fa a confondere il "parlare di Goethe" con la grandezza di un'interpretazione?
Ciò che rende inavvicinabile una Klose (diverse "sfere celesti" al di sopra di te, mi spiace dirlo) è la profondità dell'accento, la varietà di colori, la profondissima consapevolezza musicale, la modernità interpretativa. E' sui fatti che si misura la superiorità della Klose, non nelle dissertazioni su Goethe.

Ieri mi sono riascoltato su Youtube la tua aria della Sacerdotessa nella Vestale, reperibile su Youtube.
Mi ricordavo che in quella gloriosa inaugurazione scaligera del 54 tu fossi stata più interessante del solito, se non altro perché il personaggio è talmente rigido e tetragono da convenire alla tua non esaltante fantasia.
Sbagliavo... i tuoi recitativi sono buttati via come al solito; l'aria vera e propria (a parte accusare qualche disagio vocale giustificabile con l'età) è appena un po' più interessante, lo ammetto.
E tuttavia basta che una certa Maria metta becco con una sola frase di recitativo ("Che si vuole da me" - minuto 2.42) per spalancarci davanti l'abisso che si apre fra un provetto imbianchino e un vero maestro della pittura.
Al mondo c'è bisogno anche degli imbianchini, intendiamoci... altrimenti le nostre case sarebbero un disastro.
Ma senza i pittori veri ...non esisterebbero i musei, non esisterebbe l'arte.

Eccoti il "Vestali, in questo giorno" (anzi, "in quAsto giorno" dato che tu non afferrasti mai la differenza fra la A e la E, cosa che persino la Urmana sa rendere).



In sostanza, a me va bene l'atteggiamento di non liquidare un grande cantante (come certamente sei stata) senza esserci posti prima il problema del "perché" è stato grande, perché è stato amato, cosa aveva da dire e cosa effettivamente ha detto.
Sulla nostra terra c'è posto per tutti i cantanti: in fondo li amiamo tutti, anche te, sontuosa zietta! :)
PERO'... questo non ti/ci autorizza a esagerare le tue difese fino a farti passare per "più verdiana" di una Klose, o a far passare Wagner per un rifugio dove accorre chi non è abbastanza "verdiano", o a tentare di ridimensionare chi è obbiettivamente tanto più interprete e musicista di te.
NOn è questo il modo per rendere giustizia a zietta Ebe, ma anzi si corre il rischio di esporla a brutte figure!
Sarebbe come se io, per eccesso di zelo, volessi celebrare gli autori del mio cartoon preferito (South Park!) dicendo che sono molto meglio di Virgilio, Dante Alighieri o William Shakespeare: se lo facessi, otterrei solo di farli passare - al confronto - per dei dilettanti della scrittura.

E ora un esempio di vera "verdianità" che forse (visto che nel limbo i cantanti non possono sentirsi) può illuminare la nostra zietta.
Questo era il "Condotta ell'era in ceppi" (in tedesco) della Klose.
Anzitutto siamo nel 37, quindi nel pieno fulgore della carriera del mezzo tedesco.
Quindi evita, zietta, di affermare che la Klose cantasse Verdi solo all'inizio: l'ha avuto in repertorio per tutta la carriera, per oltre 30 anni, fino a consegnarci una sconvolgente Aida Live del 52 nella quale, nonostante l'età, ridicolizza tutte la Amneris passate e future.

In questo brano la Klose non solo dimostra di legare e sfumare come una provetta belcantista, ma di possedere un registro acuto favoloso, con il si bemolle finale (che molte risolvono in urlo) tenuto e splendente. Altro che "corta"!
D'altronde una che canta Orturd e la Kostelnicka (che non sono certo un rifugio per cantanti senza voce: tu, zietta, ti saresti sfasciata a metà del primo atto della Jenufa, tanto la tessitura è acuta e la scrittura scoscesa) non può mancare i acuti folgoranti.
Per il resto in questo brano colpisce la nessuna concessione alla retorica, all'effettacio truce, alla superficialistà veristoide, anzi la capacità di trasfigurare tutta la pagina con un tono di mestizia tragica, di nostalgia segreta, inconfessabile, alta di colori e risolta nel pianissimo, come un vero "flusso di coscienza".
E questo non è "parlare di Goethe", bensì "interpretare Verdi".



Un salutone natalizio,
Mat (che sta per papparsi un kg di cappelletti).
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Re: Ebe Stignani

Messaggioda pbagnoli » dom 25 dic 2011, 15:25

MatMarazzi ha scritto:
Un salutone natalizio,
Mat (che sta per papparsi un kg di cappelletti)

Sì, ma non sono quelli di Donna Ebe che, dopo quello che hai detto, li darà solo a me!!! :D :D :D

A parte gli scherzi, innanzitutto auguri di un Sereno Natale a noi, sulla terra, e a Donna Ebe in Cielo assieme a tutti i suoi commensali; un particolare augurio a Luciano, che ho ascoltato tante volte in teatro e in disco, che non ho mai amato follemente in vita, ma che immagino essere l'anima di una tavolata!
Inutile dire, Donna Ebe, che concordo pienamente con quello che afferma il mio più viscerale sodale; d'altra parte, Lei è andata a toccare non solo i tedeschi degli Anni Trenta (una delle sue personalissime fissazioni in fatto d'interpretazione verdiana), ma addirittura la Klose!
Lei dice:
C'e' quassu' tra noi una celebre diva nordica wagneriana, ancora oggi considerata la numero uno: ella purtroppo avra' notizia del fatto che i do di Isolde,in una famosa incisione, glieli prestava la mia adorabile Elisabetta Schwarzkopf

Ella allude sicuramente alla Flagstad; la storia dei do nell'incisione del Tristan di Furtwaengler è ben nota, anche se qui ci fu un piccolo saputello che a suo tempo che contestò questa vulgata. Aveva torto marcio, ovviamente: glielo facemmo notare e se ne andò stizzito. E tuttavia, mi conceda, a prescindere dagli acuti, non è da questi particolari che si giudica un calciatore; c'è ben altro che un problema di do per ridimensionare la portata della Flagstad.
Lei dice: ancora oggi considerata la Numero Uno.
Ma da chi?
E dove?
Il Principe Antonio Focas Flavio Angelo Ducas Comneno De Curtis di Bisanzio Gagliardi, noto come Totò, avrebbe detto: "Mi faccia il piacere!".
Immagine
Non escludo che ci possano essere alcuni posti dove la Flagstad possa essere considerata il coperchio per tutte le pentole, in particolare quelle wagneriane, ma La prego! Lasciamo perdere! C'è un abisso fra l'algida compostezza di una vecchia nonna che, prima dell'Immolazione di Brunnhilde, faceva i maglioni per i nipotini (e lasciamo perdere il suo sodale e frequente compagno di scorribande wagneriane):
Immagine

e una qualunque frase di Margarete Klose, lei sì in grado di aprire abissi di inquietudine sempre entro gli stretti limiti di un canto rigoroso, preciso, perfettamente sostenuto come piace a coloro che oltre gli stretti limiti dell'ortodossia fonatoria non riescono a andare.
No, la Flagstad è l'antitesi del canto wagneriano.
E' una parentesi che è stata seppellita non - badi bene! - nei tanto vituperati anni che stiamo vivendo, ma sin dal 1952, quando bastarono due cantanti nettamente inferiori alla Flagstad per qualità timbrica e potenza del mezzo come Martha Modl e Astrid Varnay per farci risentire in pieno le vere ragioni del canto wagneriano. Mi creda, non c'è nemmeno la materia del contendere: a Flagstad andava bene per gli americani e, oggi come oggi, per qualche poveretto che ancora non ha capito cosa significa eseguire quell'autore tedesco che qualcuno vede ancora come una specie di Verdi sottosviluppato.
La prego, non portiano la discussione a un livello tanto basso: sul nostro sito non l'abbiamo mai fatto.

Conosco molto bene tutte le incisioni della Klose.
La voce era una folgore: davvero non riesco a pensare come una cantante della sua levatura potesse considerare riposante una cosa di questo genere:

E mi duole che su Youtube non ci siano brani della sua Amneris che sono sicuro chiarirebbero meglio di ogni altra discussione i termini del problema.

Eppure, nonostante tutto ciò sa cosa Le dico, Donna Ebe?
Chi se ne importa della Klose!
E' Natale, ed è stata Lei a scriverci, e questo - in fondo - non solo ce la rende molto più simpatica di quello che avremmo potuto supporre sentendoLa nei dischi che ha lasciato, ma anche più della Klose che pure abbiamo citato un sacco di volte in antitesi a Lei, squisitamente e orgogliosamente italiana.
Posso permettermi?...
La adoro per essere venuta qui, su queste pagine, a onorarci della Sua presenza e del Suo colloquio così franco, così semplice, che la fa sembrare davvero una di noi.
Alla faccia del mio sodale : CoolGun : , voglio postare qui il Suo "Ohimè morir mi sento!"

La bellezza della Sua cavata non avrà magari nulla a che vedere con le angosce di una ragazzotta viziata alle prese con il Primo Grosso Problema della Sua Vita; ci sarà dentro anche un bel po' di retorica da Ventennio; e l'eloquio sarà degno di Caterina Boratto specie se paragonato a quello della Klose :oops: ma - santo Cielo! - che voce! Che temperamento!
Alla fine ogni tanto si sente il bisogno di una voce così!

Per finire, una risposta al Suo quesito su cantanti in grado di svariare con pari proprietà fra Verdi e Wagner.
Me ne vengono in mente un sacco, tutte mie beniamine, ma starò alle più recenti:
- fra quelle di qualche anno fa, Leonie Rysanek e Grace Melzia Bumbry
- fra le più recenti, due fuoriclasse assolute: Waltraud Meier e Nadja Michael
Abbia un Sereno Natale, Donna Ebe: i tempi l'hanno un po' superata, ma le Grandi temperamentose e fegatose come Lei avranno sempre un angolo speciale nel mio cuore : Groupwave :
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Re: Ebe Stignani

Messaggioda Ebestignani » lun 26 dic 2011, 0:41

E ....Grazie,dottor Bagnoli. Anche se a centovent'anni ho imparato a usare il pc e pure a mettere gli smiles,mo chi l'avrebbe detto,infallibilmente se clicco su qualcosa di mio l'audio ammutisce. Vuolsi cosi' cola' ecc ecc( che sembra un verso di FM Piave...)
Per cio' che riguarda i cappelletti,posso ammannirli solo ai defunti. Tra cent'anni,nel vostro personale limbo, ve li ammannira' forse Rodolfo Celletti, col sottofondo della Lucrezia Borgia,e io un granche' non mi fiderei.
Ma per il caro Mat non e' una gran perdita: lui dice un chilo di cappelletti,ma sotto sotto oggi si sara' mangiato una filza di
wurstel mit sauerkraut.
Adesso vorrei sapere una cosa,ma si interroghi nell'intimo.Veramente quel pezzo lo canto peggio della Klose???
Non mi risponda,la prego,mi lasci nell'illusione.
Ho avuto qualche non sporadica testimonianza d'affetto ( ma qualche mezzosoprano che conosco sara' stata molto contenta della stroncatura del Mat,cosi' va il mondo). C'e' un tenore dei tempi andati,che ha studiato e sa di lettere,che mi e' venuto a dire "ah,quello che diceva che l'Arturo ideale poteva essere Kunde" (anzi,Hunde,come lo chiama lui.Lui sa il tedesco,io no)
Oddio,sentirmi dire che la Rysanek e Metternich hanno dato "al mondo" mille volte piu' della vostra umile scrivana,mi ha costretta a un esame di coscienza. Perche' l'assassino conosce il mestiere,accidenti: si e' accorto anche del mio ticchio della "e" aperta.Ma intanto la Klose nel camerino mio c'e' venuta,tie', e si e' pure messa a solfeggiare con questa povera broccola.Allora - visto che la vostra dimestichezza con l'informatica e' prodigiosa,io resto sempre esterrefatta- mettete vicino,per restare in Verdi, qualcosa della Rysanek ( ad esempio la prima grande scena della Lady,o il finale dell'Otello) e fate venire la Maria o chi altro vi pare,Birgit va benissimo, e la Renata a confronto.
Poi prendetevi l'Eri tu di Metternich mitropulosizzato, e fate venire uno di quei baritoni coevi a confronto (magari Carlo,quello che stava mille anni luce dietro a lui). Sto parlando di Tagliabue,eh,mica di Galeffi, se no ci sarebbe proprio da divertirsi.
E poi ai posteri l'ardua sentenza.
Noi chiacchieriamo troppo quassu', siamo d'accordo. Ma nessun altro forumista si sente di intervenire assieme ai due opinion leader???
Ci risentiremo tra un po'. Stiamo rischiarando le idee dopo l'ultima inaugurazione della Scala,vi faremo sapere presto nostre notizie, ma chissa' se io saro' ancora la portavoce. Io col Don Giovanni,come sapete, ho avuto sempre poco a che fare.
Vi saluto con affetto

Donna Aba (anzi Ebe,oops) Stignani.
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Re: Ebe Stignani

Messaggioda Enrico » lun 26 dic 2011, 3:03

Oh, io alcuni personaggi li ho conosicuti la primiera volta dalle registrazioni di zia Ebe (Azucena per esempio): ma ora, puer essendo in vacanza nel luogo ove serbo queste registrazioni (frequentemente ascoltate in passato, poco oggi, ché ne ho tante altre) non ho molto tempo per riascoltarle e per intervenire qui come mi piacerebbe. Per ora mi limito solo ad augurare buone feste a tutti noi quaggiù e a tutti lor lassù: tra l'altro, in fatto di tedescherie, tra diversi Stille Nacht ascoltati nella notte di ieri, un gran fascino l'aveva quello della Schumann-Heink (sì, la stessa che cantava il brindisi di Lucrezia Borgia con tanto di trilli, o Azucena con Caruso, non solo Wagner!).
Enrico B.
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