"Note senza musica"

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la nuova sezione in home

Messaggioda dottorcajus » mar 10 giu 2008, 2:00

Non sapevo dove scrivere e quindi ho scritto qui. Spostatemi se lo ritenete necessario.
Si apre una finestra su un mondo che mi appassiona forse anche più dell'opera. L'unico sport che seguo e che riesce a tenermi incollato alla tv, anche per le eventuali repliche. Il giorno del mondiale è praticamente dedicato per intero allo spettacolo televisivo. Non importa se per ore non succede niente a me basta sentir parlare di ciclismo, di bicicletta. Nonostante la passione non riesco ad essere tifoso di nessun corridore. Negli anni 80/90 ritengo che il più forte in assoluto sarebbe stato Bugno, autentico anticipatore dei vari Indurain etc. Purtroppo la depressione lo condizionò ma quando aveva voglia era sicuramente il più completo di tutti, l'unico che poteva vincere le gare di un giorno ed i grandi giri.
Tutto ciò dai lontani anni sessanta e dalle allora rare immagini televisive. Come non ricordare Dancelli e la sua Sanremo, il mondiale di Basso, quello di Battaglin o quello di Fondriest o gli eccezionali mondiali di Bugno, specie quello di Stoccarda con il brivido delle mani alzate dal manubrio prima dell'arrivo. Ma anche la classica della Donne di Zoetemelk nel giorno in cui Lemond ed Argentin, sicuramente i favoriti, si fecero guerra negli ultimi 1500 metri e vennero battuti dal vecchietto sgraziato. Rivedo i geloni di Van der Velde, folle nella giornata folle ad affrontare la discesa dal Gavia senza alcuna protezione e temporaneamente scomparso nel nulla, oppure Roche quando in maglia gialla va all'attacco sulle Alpi ed arriva stremato tanto da essere soccorso con la bombola d'ossigeno. Ma vorrei ricordare anche il mondiale di Hinault, quello costruito per l'ostico bretone forte e particolare tanto da rifiutarsi di correre la classica delle classiche, la Roubaix. Per questo sgarbo avrei potuto non amarlo ma in realtà non potei fare a meno di perdonarlo. Mi sono sempre piaciuti gli attaccanti e quindi anche Pantani mi ha appassionato. Ricordo però lo stupore con cui accolsi la notizia di un suo eventuale doping. Personalmente ho sempre trovato lecito che un atleta professionista prendesse qualcosa, specie per favorire il recupero. Di conseguenza mi sembrava normale che i valori, nonostante il doping, rispettassero nella media il reale valore dei ciclisti. Quindi, anche se dopato, Pantani era un grande rispetto agli altri dopati. Forse era il ricordo degli anni bui del ciclismo italiano, quelli dei giri vinti da Saronni e Moser, quelli degli italiani che all'estero raccoglievano poco o niente. Erano anni in cui le due squadre (Moser e Saronni) condizionavano qualsiasi corsa imponendo ritmi blandi fino agli ultimi trenta chilometri, gli unici in cui si faceva corsa vera. Erano anni in cui le due squadri comandavano e decidevano le vittorie di molte corse. Certo anche in quegli anni c'erano campioni ma era l'insieme del ciclismo italiano che faceva piuttosto pena. Forse questo ricordo mi fece perdere di vista la realtà spingendomi ad ammirare uno sport che ormai era totalmente falsato.
Leggo l'editoriale e trovo una critica verso l'ultimo giro d'Italia, forse il migliore degli ultimi anni. Giro difficile da gestire, difficile da interpretare e corso con stile francese ma senza le tappe-trasferimento di Tour e Vuelta. Un giro rimasto incerto fino all'ultimo giorno, un giro senza un dominatore. Forse, senza le polemiche che lo hanno travolto, questo poteva essere nuovamente il giro di De Luca. Riccò è elemento interessante ma deve imparare a gestirsi e deve avere una squadra perchè un giro si vince con la squadra e con la diplomazia (vedi l'ultimo vinto da Savoldelli). Un giro che ci ha offerto, alla faccia dei giornalisti che scrivono certe cose, delle giornate bellissime grazie ai corridori e, anche, al maltempo che ha imperversato durante tutto il giro. Un giro pulito che mi ha fatto ricredere sulle mie tesi passate e che mi ha dimostrato che la corsa può essere interessante indipendemente dalla media-corsa. La corsa l'ha vinta un campione. Lo scorso anno non potetti seguire bene il tour e quindi non mi voglio sbilanciare ma, se il suo stile è quello visto al Giro allora direi che abbiamo un nuovo Indurain. Non mi piace lo stile attendista ma non sono d'accordo su chi dice che è stato portato in carrozza fino alla fine. Credo che tutti siano partiti leggermente sfiduciati a causa della cronometro finale che vedeva lo spagnolo nettamente favorito sugli altri papabili alla vittoria. Certo anche alcune strategie di squadra non sono state perfette ed hanno contribuito alla vittoria dell'ispanico. Comunque il Giro si è perfettamente inserito fra le corse belle di quest'anno. Vedremo se Tour e Vuelta saranno alla sua altezza.
Una cosa però non sono mai riuscito ad accettare: la santificazione di Pantani.
Ovviamente, come mia abitudine, non mi permetto di giudicare l'uomo Pantani ma l'atleta ed il simbolo. Credo che in realtà non rappresentasse un elemento di rottura ma fosse una esemplificazione della società in cui viveva. Uno sport che scopriva la tv e quindi curava la sua immagine e cercava modelli da mostrare facilmente riconoscibili da tutti non poteva far altro che sfruttare l'immagine Pantani e lui, con l'orecchino e la bandana, era perfetto. Certo era entusiasmante vederlo scattare, attaccarre e staccare tutti. Ma se anche l'atleta Pantani ha lasciato ricordi entusiasmanti, il modello che rappresentava era in molti aspetti negativo. Il giorno della ferale notizia anche io fui colto di sorpresa. Pensai però che non c'era nessuna ragione per un complotto ai suoi danni, nessuna ragione sportiva od economica, anzi economicamente era quasi indispensabile per il ciclismo anni novanta. Forse era veramente dopato. Ma se era dopato come è possibile oggi ricordarlo ciclisticamente, erigere monumenti, dedicargli corse o quant'altro. Tutti possono sbagliare liberamente ma nessuno che sbaglia può essere preso ad esempio senza sottolinearne, e molto chiaramente, gli errori fatti.
Mi sembra una grossa contradizione per uno sport che sta facendo una guerra spietata al doping. Perchè perdonare un debole che annega nel vizio la incapacità di accettare la sua normalità e non perdonare alla stessa maniera tutti gli altri che cadono? Perchè lui diventa un eroe e gli altri restano sempre e comunque dei colpevoli? Per questo non accetto questa venerazione e sono in totale disaccordo nel ricordo che di lui viene fatto. In alcune trasmissioni sento parlare di lotta al doping, di lotta alla droga ed al modello di vita che offre e poi, magari nella stessa trasmissione, sento parlare di Pantani e dirne solo del bene. Ripeto non voglio discutere dell'uomo che ha avuto il diritto di vivere la vita come voleva o poteva ma del simbolo che oggi viene sbandierato senza sottolinearne in maniera oggettiva i limiti e le debolezze.
Per chiudere questo lungo sfogo voglio raccontare come sono stato, anni fa, anche io protagonista di piccole imprese ciclistiche. Sembrerà strano ma a causa di un fallimento giovanile, quando nonostante il grosso allenamento non riuscii a percorrere una salita vicino casa, mi ritenevo inadatto al ciclismo e mi ero rassegnato a morire d'invidia verso coloro che incontravo durante le mie vacanze dolomitiche. Ma la lirica, anche in questo caso, viene in mio soccorso e durante la fila per la Lucia scaligera con Pavarotti mi fa conoscere tre pazzi che amavano la bici quanto me e che mi coinvolsero in un periodo felicissmo fatto di tante gite e di piccole imprese. Fra tutte voglio ricordare la salita dell'Izoard durante un terribile e continuo temporale, un impresa che ancora oggi mi fa emozionare nel ricordo del piccolo monumento a Coppi là collocato e le discese svizzere sotto la nevicata. Nonostante il mio peso che allora oscillava intorno ai 90/95 chili ho sempre amato la salita.
Chiedo scusa a tutti ma il ciclismo ha il potere di travolgere il mio equilibrio e donarmi emozioni fortissime, diverse dalla lirica, ma non meno intense e quindi, quando ne parlo, raramente riesco ad essere sintetico ma mi dilungo e divago.
Ripeto l'invito a Pietro e Matteo di spostare o, eventualmente cancellare, questo intervento qualora lo avessi scritto nella sezione sbagliata o fosse ritenuto inadatto al Forum stesso.
Roberto
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Re: la nuova sezione in home

Messaggioda MatMarazzi » mar 10 giu 2008, 16:02

dottorcajus ha scritto:No
Ripeto l'invito a Pietro e Matteo di spostare o, eventualmente cancellare, questo intervento qualora lo avessi scritto nella sezione sbagliata o fosse ritenuto inadatto al Forum stesso.
Roberto


Di cancellarlo non se ne parla proprio! :)
e' un articolo BELLISSIMO, appassionante!
Spostarlo è possibile... sarebbe stato più giusto metterlo nel "salotto di Operadisc".
Oppure, ma valuterà Pietro, proprio nella nuova sezione del sito.

In tutti i casi,
grazie!

Mat
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Re: la nuova sezione in home

Messaggioda Alberich » sab 14 giu 2008, 19:15

A me Pantani piacque solo al suo ultimo (?) Giro, quando, tornato uomo, aiuto' Garzelli a vincere. Per il resto non lo rimpiango. Mi spiace molto per la sua fine, ma non lo rimpiango.
Bello, il ciclismo...quando torno a casa mi rileggo con calma i vostri articoli e magari scrivo qualche mia impressione.
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Re: la nuova sezione in home

Messaggioda dottorcajus » sab 14 giu 2008, 23:14

Alberich ha scritto:A me Pantani piacque solo al suo ultimo (?) Giro, quando, tornato uomo, aiuto' Garzelli a vincere. Per il resto non lo rimpiango. Mi spiace molto per la sua fine, ma non lo rimpiango.
Bello, il ciclismo...quando torno a casa mi rileggo con calma i vostri articoli e magari scrivo qualche mia impressione.


Sarei un ipocrita se non ricordassi con piacere il Pantani vincente, specie il primo Pantani, che sorprese tutti. Prima di allora era considerato niente più di uno scalatore di scorta. Non posso non ricordare il suo Tour. Rimpiango quell'imprese nel contesto di un ciclimo drogato che però finiva con il rispettare i valori in campo. Tutti erano dopati e, praticamente, tutti lo erano in equal misura. Non mi scandalizzava quel ciclismo, come ho già scritto, forse perchè ricordavo con disgusto il ciclismo italiano degli anni di Saronni/Moser, un ciclismo che espresse vari campioni italiani, ma che offriva, nelle corse italiane, praticamente le uniche che passavano in tv, uno spettacolo deprimente. Sicuramente il giro di quest'anno ha dimostrato, fino a prova contraria, che non è la media corsa che fa bella la gara, ma il percorso e come viene interpretato dai protagonisti.
Come ho già scritto quello che non riesco a digerire è la venerazione di Pantani che in fondo fu solo vittima di sè stesso e che non mi sembra proprio un modello da seguire, sia per le sue scelte sportive che per quelle private.
Ma l'Italia ha il vizio di condannare e distruggere un mito per poi, specie se negativo, pentirsi fino a ricrearlo.
Roberto
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"Note senza musica"

Messaggioda pbagnoli » sab 02 ago 2008, 22:06

Ho messo qui, in "Note senza musica", qualche considerazione sull'ultimo libro di Stephen King
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Re: Note senza musica: il Re

Messaggioda tatiana » dom 03 ago 2008, 0:00

Letto il tuo commento in un fiato. Corro a comprare il libro.

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Re: Note senza musica: il Re

Messaggioda Tucidide » dom 03 ago 2008, 0:10

Pietro, che libro mi consigli per cominciare ad affrontare King?
Io volli cominiciare con "It", ma non riuscii a proseguire dopo le prime cinque pagine.
Vorrei ritentare... ma non dallo stesso libro. :D
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Note senza musica: il Re

Messaggioda pbagnoli » dom 03 ago 2008, 13:08

Tucidide ha scritto:Pietro, che libro mi consigli per cominciare ad affrontare King?
Io volli cominiciare con "It", ma non riuscii a proseguire dopo le prime cinque pagine.
Vorrei ritentare... ma non dallo stesso libro. :D

It fu proprio il mio primo libro di King; lo adorai divorandomelo in una settimana.
Ci sono a mio parere altri due libri essenziali per la comprensione di quello che puoi ricavare da uno scrittore come lui: uno è "Sacco d'ossa", forse il suo libro più straziante e commovente; l'altro è "Pet Sematary", assolutamente da non leggere se sei a casa da solo, grandissimo saggio sulla tematica del dolore da perdita
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Re: Note senza musica: il Re

Messaggioda MatMarazzi » dom 03 ago 2008, 15:04

tatiana ha scritto:Letto il tuo commento in un fiato. Corro a comprare il libro.
Tatiana


Ho talmente tanta fiducia nel Bagnolo, che correrò anche io a comprare il libro, vincendo la mia istintiva diffidenza per King.

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Re: Note senza musica: il Re

Messaggioda elvino » mar 05 ago 2008, 21:24

Anch'io leggendo la trama e poi le considerazioni di Bagnoli penso propio che lo prenderò da Euroclub
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Re: Note senza musica: il Re

Messaggioda gustav » mar 12 ago 2008, 16:11

Passando, questa vacanza, per una bancarella ho trovato un libro di Maugham...Non l'ho comprato perchè stavo leggengo la "peste" di Camus (giusta come lettura da mare, no?). Purtroppo di tale scrittore britannico non ho mai letto nulla, il tempo a disposizione, tra un pò ritornerà ad essere poco, e la lista di cose da leggere, ancora in cantiere da moltissime lune, ancora lunga...Ma verrà il giorno...

Ho però iniziato a leggere il doctor Faustus di Thomas Mann...Sono solo agli inizi, ma mi pare che gli spunti apposta per noi che amiamo la musica siano abbondanti...Per questo mi sento di consigliarvelo... :mrgreen:


Altrimenti, ma solo per chi va in Sicilia e in Puglia, consiglierei una bella tragedia greca... :D :D :D
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Re: Note senza musica: il Re

Messaggioda Milady » lun 01 set 2008, 14:48

Carissimi amici,
anche io amo molto Stephen King, da quando lessi lo straziante e indimenticabile Pet Semetary.
Certo , talvolta è sopra le righe,ma in molti altri brani si sente la stoffa del vero narratore di razza.
Chi fa il supercilioso vreso King , lo fa per snobismo da 4 soldi , per partito preso o per ignoranza.
Correrò a comprare il suo ultimo libro.
Grazie dell'indicazione!
Per quanto mi riguarda, questa estate mi sono vista e rivista il formidab ile film Machbeth del divino Orson Welles , mi sono riletta ( con provvida traduzione accanto) , il testo di Shakespeare ( e riascoltato l'opera di Verdi- Boito), constatando, ancora una volta, le infinite possibilità interpretative di un vero classico.Una vera goduria.
Ho anche riletto le - da me amatissime- Confessioni di Sant'Agostino -che sono anche un capolavoro di scrittura-, soprattutto se lette nell'originale in latino-, e tanto Pirandello ( Teatro,novelle, saggi,) piluccando a macchia di leopardo.
Ho anche letto varie raccolte di racconti di Alice Munro, ora molto à la page, ma non mi hanno entusiasmato.
e anche l'ultimo giallo di Elizabeth George, la migliore giallista attualmente sulla piazza. ottimo il plot narrativo, ma i personaggi fissi ( l'ispettore, la sua collaboratrice barbara ,l'amico consulente,etc, piuttosto deludenti rispetto all'intreccio,sempre estremamente intrigante.
Sono una lettrice onnivora .
Consigliatemi tanti bei libri! Di ogni tipo!
Un abbraccio a tutti
da milady
P.S. ; questo è, rara avis, un foro intelligente, colto e senza spocchia . una delizia! Grazie!
Milady
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Note senza musica: Crimini bianchi

Messaggioda tatiana » ven 12 set 2008, 22:51

Caro Pietro,

Ho letto molto attentamente il tuo articolo in Home. Affronti un tema molto forte. Vorrei fare qualche riflessione sull'argomento. Hai elencato molte cause dell'odierna guerra paziente - medico. Per me in primo luogo viene il fatto che oggi tutti credono che qualsiasi malattia può essere guarita del tutto. Il fatto che si possa morire di malattia per molti è una cosa del passato - ma come, oggi tutto è possibile, se io sto male è colpa di quell'incapace del mio medico, oggi si guarisce di tutto... Il fatto che esistono malattie croniche con le quali si deve convivere, oppure che la morte può venire anche con una malattia semplice (capita anche oggi) per 90% della gente non esiste.Il fatto che la malattia qualche volta può avere la meglio anche nei nostri giorni non si accetta più...
In secondo luogo viene il fatto che i media non fanno altro che sbattere in prima pagina quel operato non buono e la corruzione di una manciata di medici che poi sono pochi. Ma questo fa notizia e si deve parlare molto per lungo tempo. E nella testa della gente rimane solo quello, si parla e straparla solo di errori dei medici o di corruzione di primari. Come mai non si parla in maniera adeguata degli interventi riusciti, del buon operato del 90% dei medici che lavorano in silenzio e nell'ombra tutti i giorni? Perchè non si fa una statistica degli interventi riusciti in un anno? O un elenco dei pazienti salvati o di quelli che continuano ad avere una vita normale nonostante abbiano delle gravi malattie croniche e vivono comunque bene grazie alla costante cura dei loro medici? Perchè tutto questo non fa notizia.
Io condivido il tuo sfogo e vorrei discuterne ancora sul tema.
Per quel che dici sul fatto che molti medici non vogliono prendersi rischi per paura di essere denunciati, io per esperienza propria confermo. Basta dire che da due anni non riesco a fare una semplice estrazione di un dente per via della mia allergia agli anestetici...E parlo di ospedali, non di studi privati. Nessuno si prende il rischio pur avendo tutte le istruzioni sulla premedicazione che devo fare, mi dicono che non hanno l'anestesista e non si fidano... E io sto così, ormai è rimasta solo la radice... Figuriamoci per un intervento che tu descrivi.
Credo anch'io che con la nuova fiction il problema peggiorerà ulteriormente.
E un tema che vorrei continuare a discutere.

Tatiana

P.S. Un visita privata in America costa non meno di 600 dollari e può arrivare tranquillamente a superare 1000 dollari.
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Re: Note senza musica: Crimini bianchi

Messaggioda pbagnoli » sab 13 set 2008, 8:04

Grazie, Tatiana: una volta di più ti confermi persona sensibile e attenta
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
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Re: Note senza musica: Crimini bianchi

Messaggioda Orbazzano » sab 13 set 2008, 19:49

tatiana ha scritto:In secondo luogo viene il fatto che i media non fanno altro che sbattere in prima pagina quel operato non buono e la corruzione di una manciata di medici che poi sono pochi. Ma questo fa notizia e si deve parlare molto per lungo tempo. E nella testa della gente rimane solo quello, si parla e straparla solo di errori dei medici o di corruzione di primari. Come mai non si parla in maniera adeguata degli interventi riusciti, del buon operato del 90% dei medici che lavorano in silenzio e nell'ombra tutti i giorni? Perchè non si fa una statistica degli interventi riusciti in un anno? O un elenco dei pazienti salvati o di quelli che continuano ad avere una vita normale nonostante abbiano delle gravi malattie croniche e vivono comunque bene grazie alla costante cura dei loro medici? Perchè tutto questo non fa notizia.


Beh credo sia ovvio che ai telegiornali si parli degli interventi non riusciti, proprio perchè si tratta di casi, almeno si spera, isolati di fronte ai tanti interventi che invece vanno normalmente a termine tutti i giorni. Quello che trovo veramente scandaloso non è tanto l'errore umano (anche se in un mestiere come il medico dovrebbe essere limitato ad uno 0,01 %) quanto più la negligenza che spesso impera in certi ambienti, e ho avuto modo di constatarlo io stesso con i miei occhi.
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