Tucidide ha scritto:Mi chiedo solo se il regista televisivo abbia il diritto di intervenire al punto tale da rendere differente la percezione delle suggestioni della regia teatrale. La mia non è una domanda retorica, ma una vera riflessione.
Caro Tuc,
quando curavo il corso sulla regia operistica per i soci del Wanderer, la domanda ricorrente era:
"ma in sostanza è giusto che il regista teatrale sovrapponga il suo punto di vista a quello del librettista e del compositore?"
La mia risposta potrebbe, forse, essere usata anche in questo caso.
Prima di tutto è inevitabile.
Ogni volta che nuovi "segni" vengono aggiunti a vecchi "segni", la volontà di chi ha creato i più recenti agisce.
NOn c'è nulla da fare: è così.
Anche il traduttore - che si vorrebbe più fedele e quasi annullato di fronte al testo che sta traducendo - crea segni, quindi fa scelte, quindi lascia agire la sua volontà.
Quindi, prima di chiederci se è giusto o meno che il regista televisivo imprima la sua volontà allo spettacolo che riprende, dobbiamo constatare che comunque è così, comunque lo fa.
Come il regista teatrale a sua volta imprime il suo punto di vista a quello del compositore (le immagini sono create dopo e sulla musica), il compositore lo aveva fatto sul librettista (la musica è creata dopo e sulle parole), il librettista l'aveva fatto a sua volta sul testo letterario da cui aveva tratto ispirazione (Boito vs Shakespeare) e così via...
Resta da vedere quale margine di libertà lasciamo a chi viene dopo... Quanto un compositore può alterare - con la musica - il pensiero del poeta? Quanto un regista può alterare con le immagini il pensiero del compositore? Quanto un traduttore può alterare con l'italiano il pensiero dello scrittore tedesco? Ecc...
Qui entrano in gioco le famose "convenzioni" a me tanto care...
NOn esistono "regole" (ecco perché non posso risponderti se è giusto o non è giusto), ma solo norme che - col tempo - verranno cambiate e contraddette.
Duecento anni fa uno scenografo operistico non avrebbe potuto cambiare le ambientazioni fissate dal libretto: non era una convenzione accettata.
Oggi lo può fare: la convenzione è cambiata.
Duecento anni fa un traduttore poteva anche considerevolmente alterare il testo originale: Il Monti?
Oggi non potrebbe più farlo: la convenzione è cambiata.
Per arrivare alla tua domanda, auspicando una limitata autonomia creativa nel "video-director" rispetto allo "stage-director", tu dici quello che direi anche io e sicuramente molti di noi. Ora!
Ma sbaglieremmo a chiederci se "ha il diritto". Stiamo solo assecondando una convenzione di oggi.
E' ragionevole prevedere che la convenzione cambierà fra poco e precisamente quando i teatri si accorgeranno che possono guadagnare di più con i video trasmessi al cinema, in streaming o divulgati in DVD che con le semplici rappresentazioni dal vivo.
Allora anche io e te saremmo i primi a ritenere che il video-director deve essere un artista e non solo un tecnico e che il "suo punto di vista" è indispensabile per l'esaltazione dell'oggetto artistico.
IO almeno la vedo così,
Salutoni,
Mat