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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda pbagnoli » mar 18 nov 2008, 17:21

Tucidide ha scritto:Il pezzo sugli ebdomadari mi ha fatto sbellicare :D : io, per altro, nei deboli anni della mia adolescenza mi limitai a Teletutto :lol: , poi passai direttamente alla Fleming. :mrgreen:

Ai miei tempi andava di moda la Freni.
Nonostante tutte le assicurazioni di Elvio Giudici sulla sensualità :shock: della Mirella nazionale, non sono mai riuscito a renderla protagonista dei miei...sogni mostruosamente proibiti!
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda pbagnoli » gio 04 dic 2008, 19:26

Nella sezione backstage, il nostro corrispondente Maugham ci manda un altro splendido pezzo della sua prosa raccontandoci l'allestimento di Siegfried a Firenze, con la direzione di Mehta e la regia della Fura des Bauls ( o come cavolo... ). La trovate bella precisa qui
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda pbagnoli » dom 21 dic 2008, 15:44

In attesa che Matteo ci parli :lol: :lol: con le sue recensioni :lol: :lol: :lol: degli spettacoli cui ha assistito a Londra (e tacciamo,ovviamente, del Fidelio di Abbado), vi metto in home questo articolo che cerca di fare il punto della situazione sull'attualità esecutiva alla Scala.
Spero che serva come spunto di discussione!
Buona domenica di riposo a tutti!
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda VGobbi » dom 21 dic 2008, 18:35

Direi ineccepibile l'editoriale postato da Pietro. Il discorso, secondo me ed anche alla luce di quanto fatto fino adesso da Lissner, se si puo' puntare allo stesso sovrintendente scaligero, o se invece dobbiamo nuovamente chiamare un nuovo direttore artistico, perdendo cosi' altri preziosi anni, anche in previsione degli anniversari wagneriani e verdiani.

L'attesa era molto, ma Lissner ha deluso moltissimo, sopra tutto guardando questa stagione che avrebbe dovuto essere quella del rilancio, delle nuove proposte, dell'innovazione e che gia' alla prima scaligera ha mostrato falle mica da ridere!
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda pbagnoli » mer 07 gen 2009, 22:58

Ho messo qui la mia ultima recensione. L'argomento, stavolta, è un bel DVD.
Leggete e, ovviamente, commentate!
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda MatMarazzi » ven 09 gen 2009, 13:37

pbagnoli ha scritto:Ho messo qui la mia ultima recensione. L'argomento, stavolta, è un bel DVD.
Leggete e, ovviamente, commentate!


Bellissimo commento e avvincente lettura.
Il fatto però è che a quel Onegin di Salisburgo io ero presente dal vivo.
E questo può aiutarci a capire le differenze d'approccio che il mezzo (il DVD) possono generare.
Sono d'accordo assolutamente su tutto per quanto riguarda i cantanti (a dimostrazione che le vecchie fole sulle alchimie ingegneristiche dei tecnici andrebbero ormai radicalmente ridimensionate).
Strepitosamente bravi Mattei, la Samuil, Keiser e Furlanetto.
D'accordo su Baremboim e sui Wiener.

Ho invece la sensazione che il taglio e i primi piani del regista televisivo abbiamo un poco alterato l'effetto che si percepiva (o per lo meno percepii) a teatro.
L'ambientazione non comunicava tutto il senso di grigiore e solitudine che pare emerga dal DVD.
La villa grande e un tempo fastosa in cui si svolgeva la scena era, sì, in declino ma solo per la mutata funzione in un contesto storico diverso.
L'ambientazione - come era parsa a me - era quella del Bolscevismo.
I Nobili descritti da Puskin erano qui i nuovi "potenti" del socialismo! Per cui la madre di Tatiana, ad esempio, era una volgare caporiona comunista che si faceva bella della vecchia villa patrizia in cui ora viveva. L'immagine del grano "DENTRO" il salotto di casa acuiva l'idea di un nuovo mondo impostosi sul vecchio.
L'immagine di Tatiana - la "progressista" - che sogna un nuovo mondo e la libertà, scrivendo al buio su una macchina da scrivere (come fosse un articolo eversivo) il suo amore per l'uomo "nuovo", quell'Oneguin vestito all'ultima moda occidentale, ironico e raffinato - produceva un effetto grandioso a teatro... mentre mi dicono che nel dvd comunichi solo tristezza e povertà (a causa dei campi stretti e della fotografia dura, che inasprisce le luci).

Più passa il tempo più il DVD diventerà importante.
Più gli spettacoli teatrali verranno pensati in funzione di esso...
Più il video-director acquisirà importanza, come figura aristica autonoma (e non più solo tecnica): diventerà un "punto di vista" in grado di alterare e condizionare il punto di vista del regista teatrale (proprio come questo ora fa con il punto di vista del librettista).

Anche questa - ci piaccia o meno - è evoluzione del genere "opera".

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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda pbagnoli » ven 09 gen 2009, 15:35

L'ambientazione - come era parsa a me - era quella del Bolscevismo.
I Nobili descritti da Puskin erano qui i nuovi "potenti" del socialismo! Per cui la madre di Tatiana, ad esempio, era una volgare caporiona comunista che si faceva bella della vecchia villa patrizia in cui ora viveva. L'immagine del grano "DENTRO" il salotto di casa acuiva l'idea di un nuovo mondo impostosi sul vecchio.
L'immagine di Tatiana - la "progressista" - che sogna un nuovo mondo e la libertà, scrivendo al buio su una macchina da scrivere (come fosse un articolo eversivo) il suo amore per l'uomo "nuovo", quell'Oneguin vestito all'ultima moda occidentale, ironico e raffinato - produceva un effetto grandioso a teatro... mentre mi dicono che nel dvd comunichi solo tristezza e povertà (a causa dei campi stretti e della fotografia dura, che inasprisce le luci

Ho provato a riflettere su quello che dici, e mi andrebbe bene se il riferimento temporale fosse - che so - l'URSS dei tempi di Stalin o almeno quella di Breznev.
Invece anche le note del libretto parlano genericamente di Anni Ottanta: un periodo di transizione per la Grande Madre Russia, quello del "vorrei ma ancora non posso", quello della progressiva perdita delle certezze e dell'introduzione di nuovi elementi, di ricchezze di pochi, di aperture.
Non so se, nel periodo in cui Andrea Breth ambienta l'opera, il comunismo è già caduto oppure no, ma non mi sembra particolarmente importante: l'idea che la regista mi sembra voler comunicare è l'ampliamento della prospettiva proposta da Flimm, quella della Notte della Ragione. E quale migliore momento per la Notte della Ragione di quello in cui si perdono i riferimenti e le prospettive?
Non ho visto lo spettacolo a teatro, ma mi sembra che il taglio della luce dia proprio la sensazione che si vuole comunicare
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Messaggioda Tucidide » ven 09 gen 2009, 16:04

MatMarazzi ha scritto:Più passa il tempo più il DVD diventerà importante.
Più gli spettacoli teatrali verranno pensati in funzione di esso...
Più il video-director acquisirà importanza, come figura aristica autonoma (e non più solo tecnica): diventerà un "punto di vista" in grado di alterare e condizionare il punto di vista del regista teatrale (proprio come questo ora fa con il punto di vista del librettista).

Anche questa - ci piaccia o meno - è evoluzione del genere "opera".

Acuta e profonda analisi.
Il formato video, di cui il DVD è una declinazione tecnicamente ottima, ha fatto riaffermare la "teatralità" dell'opera, che con il solo disco si era persa, in favore di una maggiore attenzione per il dato vocale o al più musicale.
Sull'importanza del regista televisivo, credo che essa sia balzata in evidenza fin dagli esordi della videoregistrazione di spettacoli teatrali. L'unico occhio "neutro" sarebbe una telecamera fissa che riprendesse tutto il palcoscenico e non si spostasse mai. Altrimenti, ogni singola azione della telecamera costituisce atto esegetico.
Mi chiedo solo se il regista televisivo abbia il diritto di intervenire al punto tale da rendere differente la percezione delle suggestioni della regia teatrale. La mia non è una domanda retorica, ma una vera riflessione.
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Messaggioda MatMarazzi » sab 10 gen 2009, 12:26

pbagnoli ha scritto:Ho provato a riflettere su quello che dici, e mi andrebbe bene se il riferimento temporale fosse - che so - l'URSS dei tempi di Stalin o almeno quella di Breznev.
Invece anche le note del libretto parlano genericamente di Anni Ottanta: un periodo di transizione per la Grande Madre Russia, quello del "vorrei ma ancora non posso", quello della progressiva perdita delle certezze e dell'introduzione di nuovi elementi, di ricchezze di pochi, di aperture.


Be' gli anni '80 erano ancora dominati dal Bolscevismo in Russia, anche se l'odore del cambiamento era nell'aria.
Anche io ricordo che l'odore del cambiamento si sentiva in questa produzione, quindi non c'è nulla in contraddizione con le note del booklet.
Semmai era il "dopo" (ossia l'ultimo atto) a potersi collocare dopo la caduta del comunismo.
Il bello di quella produzione è che le tre generazioni (e classi culturali) delle donne si facevano portavoci di ideologie diverse.
La vecchia serva, di antica bigotteria, che non ha mai ammesso la rivoluzione, ancora fieramente zarista.
La matura madre, volgare e soddisfatta, espressione di un popolino che ha vissuto la rivoluzione come rivalsa e ora si fa bella del potere acquisisto.
La giovane Tatiana, che ha studiato, che morde il freno, che accusa il fallimento della rivoluzione, che guarda con entusiasmo giovanile al futuro.

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Messaggioda MatMarazzi » sab 10 gen 2009, 12:45

Tucidide ha scritto:Mi chiedo solo se il regista televisivo abbia il diritto di intervenire al punto tale da rendere differente la percezione delle suggestioni della regia teatrale. La mia non è una domanda retorica, ma una vera riflessione.


Caro Tuc,
quando curavo il corso sulla regia operistica per i soci del Wanderer, la domanda ricorrente era:
"ma in sostanza è giusto che il regista teatrale sovrapponga il suo punto di vista a quello del librettista e del compositore?"
La mia risposta potrebbe, forse, essere usata anche in questo caso.

Prima di tutto è inevitabile.
Ogni volta che nuovi "segni" vengono aggiunti a vecchi "segni", la volontà di chi ha creato i più recenti agisce.
NOn c'è nulla da fare: è così.
Anche il traduttore - che si vorrebbe più fedele e quasi annullato di fronte al testo che sta traducendo - crea segni, quindi fa scelte, quindi lascia agire la sua volontà.
Quindi, prima di chiederci se è giusto o meno che il regista televisivo imprima la sua volontà allo spettacolo che riprende, dobbiamo constatare che comunque è così, comunque lo fa.
Come il regista teatrale a sua volta imprime il suo punto di vista a quello del compositore (le immagini sono create dopo e sulla musica), il compositore lo aveva fatto sul librettista (la musica è creata dopo e sulle parole), il librettista l'aveva fatto a sua volta sul testo letterario da cui aveva tratto ispirazione (Boito vs Shakespeare) e così via...

Resta da vedere quale margine di libertà lasciamo a chi viene dopo... Quanto un compositore può alterare - con la musica - il pensiero del poeta? Quanto un regista può alterare con le immagini il pensiero del compositore? Quanto un traduttore può alterare con l'italiano il pensiero dello scrittore tedesco? Ecc...

Qui entrano in gioco le famose "convenzioni" a me tanto care...
NOn esistono "regole" (ecco perché non posso risponderti se è giusto o non è giusto), ma solo norme che - col tempo - verranno cambiate e contraddette.
Duecento anni fa uno scenografo operistico non avrebbe potuto cambiare le ambientazioni fissate dal libretto: non era una convenzione accettata.
Oggi lo può fare: la convenzione è cambiata.
Duecento anni fa un traduttore poteva anche considerevolmente alterare il testo originale: Il Monti?
Oggi non potrebbe più farlo: la convenzione è cambiata.

Per arrivare alla tua domanda, auspicando una limitata autonomia creativa nel "video-director" rispetto allo "stage-director", tu dici quello che direi anche io e sicuramente molti di noi. Ora!
Ma sbaglieremmo a chiederci se "ha il diritto". Stiamo solo assecondando una convenzione di oggi.
E' ragionevole prevedere che la convenzione cambierà fra poco e precisamente quando i teatri si accorgeranno che possono guadagnare di più con i video trasmessi al cinema, in streaming o divulgati in DVD che con le semplici rappresentazioni dal vivo.
Allora anche io e te saremmo i primi a ritenere che il video-director deve essere un artista e non solo un tecnico e che il "suo punto di vista" è indispensabile per l'esaltazione dell'oggetto artistico.

IO almeno la vedo così,
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda pbagnoli » sab 10 gen 2009, 16:30

MatMarazzi ha scritto:
Il bello di quella produzione è che le tre generazioni (e classi culturali) delle donne si facevano portavoci di ideologie diverse.
La vecchia serva, di antica bigotteria, che non ha mai ammesso la rivoluzione, ancora fieramente zarista.
La matura madre, volgare e soddisfatta, espressione di un popolino che ha vissuto la rivoluzione come rivalsa e ora si fa bella del potere acquisisto.
La giovane Tatiana, che ha studiato, che morde il freno, che accusa il fallimento della rivoluzione, che guarda con entusiasmo giovanile al futuro.

Bella osservazione, Matteo.
L'unica cosa su cui dissento è Larina.
Per me la chiave è proprio nel primo atto: non ci sono palanche, quindi si rimbocca le mani e fa lei il lavoro sporco. Pertanto, io non ci vedo nessun particolare potere, anzi, forse il periodo di transizione l'ha portata ad essere economicamente nei guai.
Per il resto, mi piace molto la tua osservazione!
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda Tucidide » dom 11 gen 2009, 1:13

MatMarazzi ha scritto:Qui entrano in gioco le famose "convenzioni" a me tanto care...
NOn esistono "regole" (ecco perché non posso risponderti se è giusto o non è giusto), ma solo norme che - col tempo - verranno cambiate e contraddette.

Sai che con me sfondi una porta aperta, dato che io sono sempre per una critica descrittiva, che si interroghi sui fenomeni e cerchi di afferrarne i motivi, e non normativa, fissa nel suo intransigente rigore.
Di certo, l'evoluzione di cui parliamo fa parte del new deal dell'opera, quello di cui tu esponi i motivi con chiarezza:
E' ragionevole prevedere che la convenzione cambierà fra poco e precisamente quando i teatri si accorgeranno che possono guadagnare di più con i video trasmessi al cinema, in streaming o divulgati in DVD che con le semplici rappresentazioni dal vivo.

Purtroppo, questo porterà ad una discrepanza sempre maggiore fra le sensazioni di chi assiste all'opera a teatro e quelle di chi se la gode sul divano di casa.
Ma questo, del resto, era un effetto che già il disco aveva portato, seppure da un punto di vista unicamente sonoro.
In un certo senso, il video d'opera ha creato un monstrum, un ibrido: ha riportato l'opera ad una dimensione audio-visiva, che il solo disco aveva reso arte soprattutto sonora, ma è venuto nel contempo incontro all'esigenza, o al desiderio, di assistervi dal salotto di casa, come la generazione cresciuta a pane e dischi è stata abituata a fare. Una fruizione di tipo cinematografico.
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda Maugham » mar 13 gen 2009, 18:29

Tucidide ha scritto: In un certo senso, il video d'opera ha creato un monstrum, un ibrido:


Eh no, Tuc!
Il video d'opera non è un ibrido.
E' una naturale e splendida evoluzione di un mezzo -per ragioni tecniche, limitato- come il disco.
D'opera, ovviamente, per la sinfonica e la cameristica il discorso è diverso.
Il video d'opera finalmente ti mette nelle condizioni di godere e quindi valutare uno spettacolo nella sua totalità.
Il disco -strumento fantastico, veicolo di conoscenza incredibile, intendiamoci- era però una sorta di anteprima.
Se guardi la storia del disco d'opera, dal 78 giri al CD attraverso la stereofonia, la quadrifonia, il multicanale ti renderai conto che lo scopo a cui tendevano tutti i grandi producer operistici della storia (Olof, Culshaw, Reaburn, Ray Minshull, ci metto anche Legge se pur outsider) è stato proprio questo.
Sopperire, tramite i più recenti ritrovati tecnici, alla mancanza dell'aspetto visivo.
Perchè l'opera è teatro. E così è stata per quasi mezzo millennio. E lo sarà in futuro.
Vedi, secondo me facciamo un errore se pensiamo che noi, cresciuti e condizionati (l'ammetto) dal solo audio siamo l'ombelico del mondo. :)
Le prime opere complete in LP sono cominciate a girare a metà degli anni Cinquanta. Ora il solo audio è già tramontato e lo dimostrano i cataloghi delle majors che non fanno uscire quasi più niente se non ristampe di vecchie edizioni a cui cambiano la copertina. :P
Quant'è passato? Mezzo secolo? Tre, quattro generazioni al massimo. Un niente rispetto alla storia del teatro musicale.
Ti butto lì questa cosa che mi ha sorpreso.
L'altro giorno mio figlio (elementari) faceva vedere a un suo compagno gli scaffali con i miei cd e DvD di opera.
Premetto che lui è per ora insensibile alle sirene del teatro lirico.
"Vedi, questi sono i DvD con le opere. Questi invece (indicando gli scaffali dei CD) i DvD di opera che non si vedono ma si sentono soltanto".
Se fossi un discografico ci rifletterei a lungo....
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda pbagnoli » mar 13 gen 2009, 18:57

Assolutamente d'accordo, anche se oggi sono venuto casualmente a conoscenza del fatto che la Gheorghiu ha inciso Butterfly con Pappano, Kaufmann e Capitanucci.
Non mi aspetto cose prodigiose (nemmeno nefandezze, a dire il vero), ma mi sembra evidente che lo star system impone ancora qualche scelta discografica pura.
Tra l'altro, va detto che il vantaggio di un allestimento discografico in studio è la possibilità di approfondire la partitura come valore musicale puro; i video d'opera "filmici" (quelli cioè non live), invece, mi sembrano singolarmente privi di vita e non li amo.
Perfettamente condivisibile, ovviamente, il discorso sulla teatralità dello spettacolo d'opera: sono d'accordo con te quando affermi che tutta la produzione discografica tendeva proprio a questo!

OT: ho inserito in home qualche considerazione sugli eventi musicali del momento.
L'articolo è disponibile qui
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda pbagnoli » mar 13 gen 2009, 22:42

pbagnoli ha scritto: OT: ho inserito in home qualche considerazione sugli eventi musicali del momento.
L'articolo è disponibile qui

Scusate, ma mi sono accorto di qualche errore nel testo che avrei dovuto correggere, e che non riesco a fare adesso.
Spero di riuscirci domani.
Perdonatemi, ma ho fatto tutto un po' in fretta...
Pietro
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