Licenze di scrittura e questioni grammaticali

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Licenze di scrittura e questioni grammaticali

Messaggioda Alberich » mer 15 ago 2007, 15:40

"Perplimere"
Questo verbo è apparso in una recensione del sito. In realtà non esiste sui dizionari italiani. E' una sorta di neologismo ironico.

Sicuramente il messaggio è OT (e totalmente irrilevante), pertanto domando umilmente una dispensa amministratoriale :D
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Messaggioda pbagnoli » mer 15 ago 2007, 15:53

Proprio recentemente è apparsa una querelle intorno al neologismo "perplimere", uscito da non so quale trasmissione televisiva e inteso come infinito del participio passato "perplesso".
Dopo l'iniziale sconcerto di molti come te, è entrata in azione l'Accedemia della Crusca che, come certamente sai, si arroga il privilegio di custodire il tesoro della nostra lingua.
Ebbene, stando agli Accademici, il verbo "perplimere" è, fra i tanti neologismi apparsi recentemente, da considerarsi accettabile anche per il modo in cui è stato costruito (un po' sulla base di "comprimere" e "compresso"); motivo per cui, data la benedizione di cotanto Istituto, io lo uso
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Re: "Perplimere"

Messaggioda MatMarazzi » mer 15 ago 2007, 16:01

Alberich ha scritto:Sicuramente il messaggio è OT (e totalmente irrilevante), pertanto domando umilmente una dispensa amministratoriale :D


Che piacere rileggerti!
:)

Un salutone
Matteo

(ooops... sono OT anche io!)
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Messaggioda Alberich » ven 17 ago 2007, 20:56

pbagnoli ha scritto:Proprio recentemente è apparsa una querelle intorno al neologismo "perplimere", uscito da non so quale trasmissione televisiva e inteso come infinito del participio passato "perplesso".
Dopo l'iniziale sconcerto di molti come te, è entrata in azione l'Accedemia della Crusca che, come certamente sai, si arroga il privilegio di custodire il tesoro della nostra lingua.
Ebbene, stando agli Accademici, il verbo "perplimere" è, fra i tanti neologismi apparsi recentemente, da considerarsi accettabile anche per il modo in cui è stato costruito (un po' sulla base di "comprimere" e "compresso"); motivo per cui, data la benedizione di cotanto Istituto, io lo uso


Interessante. Io ho molta stima della Crusca, anche perchè ritengo non si arroghi il diritto di decidere quello che si può e non si può fare ma perchè è una sorta di importantissimo centro studi. Per decidere cosa è opportuno dire e non dire uso i dizionari e, eventualmente, le grammatiche (e sui dizionari perplimere non è ancora stato sdoganato).
Comunque non voleva essere un appunto petulante, ogni tanto mi piace parlare della lingua che usiamo (deformazione professionale di ex allievo di liceo classico :D), e il verbo perplimere mi affascina perchè sempre più in uso, però era la prima volta che lo leggevo usato in senso "proprio" e non ironico.
Un saluto
p.s. e complimenti per le recensioni del ring di Karajan, uno dei dischi più belli della storia, secondo me.
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Re: "Perplimere"

Messaggioda Alberich » ven 17 ago 2007, 20:57

MatMarazzi ha scritto:
Che piacere rileggerti!
:)
grazie :)
Sono un assiduo lettore, ma scrivo poco.
Un saluto
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Messaggioda pbagnoli » sab 18 ago 2007, 14:35

Alberich ha scritto: Per decidere cosa è opportuno dire e non dire uso i dizionari e, eventualmente, le grammatiche (e sui dizionari perplimere non è ancora stato sdoganato).
Comunque non voleva essere un appunto petulante, ogni tanto mi piace parlare della lingua che usiamo (deformazione professionale di ex allievo di liceo classico :D), e il verbo perplimere mi affascina perchè sempre più in uso, però era la prima volta che lo leggevo usato in senso "proprio" e non ironico.

Perché no, dopotutto?...
Proprio su "Libero" di qualche giorno or sono c'era una paginetta dedicata a questi neologismi lì ho trovato l'intervista all'Accademico della Crusca di cui ti parlavo prima.
Non sapevo che sui dizionari non fosse ancora stato sdoganato, ma questo perché per scrivere attingo solo al mio...bagaglio personale!
E anch'io sono un ex-classico! :D
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grammatica

Messaggioda Maugham » lun 30 nov 2009, 17:08

Milady ha scritto: P.S. : per favore , dato che maugham scrive con ironia ,con grande eleganza e in ottimo italiano, togliete dall'editoriale l'orrido strafalcione " spettacoli di cui ne..." ( rigo 2) e sculacciate ben bene col battipanni chi ne è l'autore .Mi sarei presa un tre , ai miei lontanissimi tempi, dai miei severiossimi professori....


Cara Milady
:oops: :oops: :oops:
mi sculaccio da solo e cedo alla sapienza linguistica femminile.
Anche mia moglie la pensa come te. :cry:
Però (scusate l'OT) continuo a non capire dove stia l'orrido strafalcione.
Perchè, l'ammetto, questa forma l'uso spesso.
"Matteo mi ha regalato molti libri di cui ne ho letto gran parte"
Io ho scritto:
I suoi spettacoli, di cui ne abbiamo visto la gran parte
Se avessi scritto (correttamente)
I suoi spettacoli, di cui abbiamo visto la gran parte
... mi suona male. O forse no?
Mah.
Comunque non posso provvedere alla correzione perchè, sebbene guardiano del sito, non ho i privilegi di amministratore come Pietro e Matteo.
Non posso quindi intervenire direttamente ma aspetto che lo facciano loro.
Nel frattempo pazienza. E grazie dei consigli.
Anche perchè io mi ergo spesso a custode del corretto scrivere e del corretto parlare non sapendo, come in questo caso, di essere il primo ad aver bisogno di custodia.
Grazie per il complimenti.
WSM
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Ivan: What do you mean?
Mae West: I'm intellectual and you are the opposite.
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Re: Mancano due mesi...

Messaggioda Milady » lun 30 nov 2009, 21:55

Carissimo Maugham,
mi trovo tra Scilla e Cariddi: le ripetizioni dei pronomi ( tipo "a me mi" , "di cui ne") debbono essere tassativamente evitate .L'ho imparato, a suon di perigliosi abbassamenti del voto- mettevano in forse la mia magra paghetta!!- dai miei spietati professori cruscanti del Liceo classico.Tua moglie ha quindi ragione.
Però,da quel tempo ormai lontano (purtroppo) tanta di quell' acqua è passata sotto i ponti : il" parlato" , con le sue note ribellioni alla "gramatica",si è infiltrato anche in una prosa elegante e raffinata come la tua.
L'ideale sarebbe trovare una nuova "tournure" sintattica del periodo.
Come? Non so.
Che bella figuraccia ci faccio, vero?
Sono stanca: sono stata due ore col tecnico alle prese di quell'orrida macchna chiamata computer, che faceva capricci da divastra.
Sono stata noiosamente professorale, scusami e proprio con una persona preparata a livello esponenziale come te.
Comunque, in attesa della Carmen dell'anno , con o senza catafalco, sento incombere un metaforico funerale del povero Bizet .
Personalmente sono arcistufa di dissacrazioni vecchie come il cucco.
E infine , amico carissimo,fatti sentire dai signori della garfica del sito!
Un abbraccio affettuoso a te ed a tua moglie da
Milady
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Re: Mancano due mesi...

Messaggioda Tucidide » lun 30 nov 2009, 22:13

Maugham ha scritto:Però (scusate l'OT) continuo a non capire dove stia l'orrido strafalcione.
Perchè, l'ammetto, questa forma l'uso spesso.
"Matteo mi ha regalato molti libri di cui ne ho letto gran parte"
Io ho scritto:
I suoi spettacoli, di cui ne abbiamo visto la gran parte
Se avessi scritto (correttamente)
I suoi spettacoli, di cui abbiamo visto la gran parte
... mi suona male. O forse no?
Mah.

Oh oh oh... :mrgreen: Qui entriamo nel mio campo. : Nurse :
In effetti l'espressione "di cui ne" è pleonastica. "Di cui" è complemento partitivo e il pronome proclitico "ne" equivale a "di esso/di essi", dunque svolgono entrambi la medesima funzione logica.
In assoluto, costrutti con ripetizioni di un complemento mediante pronomi anaforici sono ben attestati in italiano, come la cosiddetta frase segmentata, che altro non è che un anacoluto. Nella frase "la salama da sugo l'ha mangiata Matteo" il complemento oggetto "la salama" è richiamato dal pronome anaforico eliso "la".
In questo caso, però, la struttura segmentata della frase è dovuta all'enfasi data al complemento oggetto posto in prima posizione nell'enunciato, impossibile a rendersi in una lingua ipoflessiva come l'italiano, possibile invece in una lingua flessiva come il latino, dove la desinenza dei casi riconduce alla funzione logica.
Un altro caso analogo, assai simile a quello contestato a Maugham, è quello della frase tipica dei passatisti :D :"di tenori come Corelli non ce ne sono più". Anche in questo caso, si ha un bell'anacoluto con la ripetizione pleonastica del soggetto che, essendo introdotto dall'articolo partitivo alla francese "dei", è assimilato al complemento partitivo, dunque ribadito mediante il pronome anaforico "ne". Tuttavia, la frase corretta: "Dei tenori come Corelli non ci sono più" sarebbe assai meno pregnante, anzi reclamerebbe forse un'inversione di posizione fra soggetto e predicato, con perdita da parte del soggetto della posizione enfatica in principio di enunciato: "Non ci sono più tenori (meglio omettere l'articolo partitivo) come Corelli".
Nella frase di Maugham, invece, la struttura corretta non muterebbe l'ordine dei complementi, pertanto il pleonasmo è inutile.
Spero di non essere stato pedante e professorale. :oops: Nel caso, bannatemi pure! :mrgreen:
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Re: Mancano due mesi...

Messaggioda Enrico » lun 30 nov 2009, 22:45

Tucidide ha scritto:Oh oh oh... :mrgreen: Qui entriamo nel mio campo. : Nurse :
[...]
"di tenori come Corelli non ce ne sono più" "Dei tenori come Corelli non ci sono più"


Propongo "Tenori come Corelli non ce ne sono più".
O Tucidide, giochiamo in campi simili? io insegno Italiano e Latino in un liceo classico.
Enrico B.
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Re: Mancano due mesi...

Messaggioda Tucidide » lun 30 nov 2009, 23:14

Enrico ha scritto:Propongo "Tenori come Corelli non ce ne sono più".
O Tucidide, giochiamo in campi simili? io insegno Italiano e Latino in un liceo classico.

Indovinato, Enrico. Io al momento insegno materie letterarie in un istituto privato.
La tua proposta è giusta, in effetti: il primo complemento diventerebbe una specie di complemento di relazione, svincolato dal resto della frase, un po' come l'accusativo alla greca ("per quanto riguarda tenori come Corelli..."). Lo stesso potrebbe dirsi anche a proposito delle frasi segmentate.

Ma che bello il forum di OD: si discute anche di grammatica! : Yahooo : : Chessygrin :
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Re: Mancano due mesi...

Messaggioda Luca » lun 30 nov 2009, 23:35

Ma che bello il forum di OD: si discute anche di grammatica!
===========================================================
Ma guardate, cari colleghi, che essere insegnanti non è per nulla disdicevole !!! :D

Saluti, Luca.
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Re: Mancano due mesi...

Messaggioda Tucidide » lun 30 nov 2009, 23:48

Luca ha scritto:Ma che bello il forum di OD: si discute anche di grammatica!
===========================================================
Ma guardate, cari colleghi, che essere insegnanti non è per nulla disdicevole !!! :D

Giusto, Luca!
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Re: Mancano due mesi...

Messaggioda krausforever » mar 01 dic 2009, 0:35

Luca ha scritto:Ma che bello il forum di OD: si discute anche di grammatica!
===========================================================
Ma guardate, cari colleghi, che essere insegnanti non è per nulla disdicevole !!! :D

Saluti, Luca.

Tanto ci pensa la sora Mariastella a darvi le sculacciate...;-P
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Re: Licenze di scrittura e questioni grammaticali

Messaggioda Tucidide » dom 14 mar 2010, 12:48

FRITZ KOBUS ha scritto:Che la forma linguistica non sia importante ma una variabile a gusto di chi scrive invece è una idea che mi dà ai nervi. In primo luogo perché il codice deve essere condiviso ed evitare gli errori è un dovere per il rispetto dovuto a chi legge. Inoltre perché la lingua a mio parere non deve essere sottoposta a violenza per ignoranza crassa. Sbagliare naturalmente si può; il problema è che spesso lo si fa sapendo di sbagliare e questo non va bene.

Spostiamoci qui, per continuare eventualmente la discussione.
Per conto mio, sono diviso fra due idee: da una parte, il conservatorismo linguistico, che vorrebbe mantenere per quanto possibile le sfumature della nostra lingua ed evitare impoverimenti semantici. Dall'altra, la mia formazione di classicista e linguista semi-dilettante mi fa capire come l'evoluzione del linguaggio non sia altro che una progressiva "violenza, come la chiama Fritz, che dopo un po' non è più stata vista come violenza, ma accettata. In sostanza, l'evoluzione non è altro che un processo per cui si comincia a ritenere giusto ciò che prima era sbagliato, e sbagliato ciò che prima era giusto, seguendo la tendenza. Rari sono i casi di fenomeni linguistici voluti "dall'alto", a tavolino. L'autarchia linguistica del Ventennio ne è un esempio, ma di essa conserviamo il dannunziano "tramezzino" e poco altro. Il "filmo", la "mescita", il "tutto che si vede" e altre stupidaggini simili sono tornati nel nulla da cui provenivano.
Di fronte a questa tendenza, mi inchino, seppur talora di malanimo.
Sono però del tutto indifferente alle questioni che non cambiano la sostanza, e addirittura sostenitore delle evoluzioni che portano un arricchimento alla nostra lingua. Provo ad esempio una simpatia innata per gl'ideogrammi, attualmente detti, con un forestierismo, "emoticons". Si tratta dell'intrusione di un sistema ideografico all'interno di una scrittura alfabetica. Un orrore, in puri termini linguistici. Ma chissà...
D'altronde, le questioni più superciliose, come accenti acuti e gravi, apostrofi malandrini e altro, sono da secoli croce e delizia degli scrittori. Il "pover uom" di Carducci, scritto senza apostrofo e giustificato dal "pover cielo" di Dante, oltre che dal pauper latino, trova però un avversario nell'analogamente malmesso, ma stavolta apostrofato, "pover'uomo" di Manzoni. Eh eh... chi è che sbaglia? :D
Nella Bibbia in italiano di Giovanni Diodati il pronome dimostrativo "ciò" è scritto SEMPRE senza accento: "cio". Di Diodati tutto si può dire, meno che fosse un illetterato. :D

PS - Ciò che richiama Tucidide aprirebbe una questione qui improponibile.

Sulla discussione dei tenori era senz'altro improponibile, ma qui no. Prego! : Chessygrin :
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