Nuova rubrica: Barocco

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Nuova rubrica: Barocco

Messaggioda pbagnoli » sab 01 nov 2014, 18:09

Ritenendo che fosse arrivato il momento di "scorporare" le registrazioni di area Barocco e che fosse giusto dare dignità adeguata e a se stante a questo repertorio, abbiamo deciso di metterle in una rubrica a se stante che trovate in home.
Rimane da decidere se mettere Mozart in questo novero oppure no...
Voi che ne dite?
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Re: Nuova rubrica: Barocco

Messaggioda Enrico » sab 01 nov 2014, 18:54

pbagnoli ha scritto:se mettere Mozart in questo novero oppure no...

No !!!
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Re: Nuova rubrica: Barocco

Messaggioda pbagnoli » sab 01 nov 2014, 18:58

Enrico ha scritto:
pbagnoli ha scritto:se mettere Mozart in questo novero oppure no...

No !!!

Perché no?
Motivare, plìz!!! :mrgreen:
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Re: Nuova rubrica: Barocco

Messaggioda Enrico » dom 02 nov 2014, 1:39

Perché Mozart non è barocco.
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Re: Nuova rubrica: Barocco

Messaggioda pbagnoli » dom 02 nov 2014, 6:05

Perché no?
Chi lo dice?
Perché è diverso da Haendel e Vivaldi?
E allora, secondo te, perché affrontarlo con orchestre di tipo "barocco"? Il che, peraltro, ne ha cambiato profondamente l'approccio...
E se non è barocco, che cos'è?
E quali sono i limiti di ciò che consideriamo genericamente "Barocco"?
Io credo che in musica il termine Barocco sia una comoda convenzione per indicar tutto ciò che c'è stato genericamente prima dell'Ottocento, ma sono disposto a vagliare altre possibilità motivate e un po' più argomentate...
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Re: Nuova rubrica: Barocco

Messaggioda VGobbi » dom 02 nov 2014, 10:42

Ma l'idea del Mozart barocco non la trovo così strampalata, visto che non poche sue opere hanno ascendenze barocche, grazie alla presenza di orpelli, ornamenti musicali che ne rallentano l'azione, pur nella splendida qualità musicale che tutti indiscutibilmente gli riconosciamo, penso all'Idomeneo o La clemenza di Tito.
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Nuova rubrica: Barocco

Messaggioda Enrico » dom 02 nov 2014, 14:49

VGobbi ha scritto:non poche sue opere hanno ascendenze barocche, grazie alla presenza di orpelli, ornamenti musicali che ne rallentano l'azione

Allora è barocco anche Rossini.

pbagnoli ha scritto:credo che in musica il termine Barocco sia una comoda convenzione per indicar tutto ciò che c'è stato genericamente prima dell'Ottocento, ma sono disposto a vagliare altre possibilità motivate e un po' più argomentate...


Nulla in contrario a una rubrica intitolata "Settecento", e ad un'altra sul "Seicento" (Monteverdi e Vivaldi rappresentano lo stesso tipo di "Barocco"?).

Ritengo che il passaggio dal contrappunto alle forme classiche della sonata (esposizione dei temi alla tonica e alla dominante, sviluppo, ripresa nella tonalità d'impianto) della sinfonia "classica" divisa prima in tre e poi quasi sempre in quattro movimenti, del concerto solista (parliamo di classicismo viennese? dell'uso del fortepiano al posto del clavicembalo?), la graduale scomparsa del basso continuo e del concerto grosso, lo sviluppo e l'importanza che assumono nell'opera i duetti e i concertati (strutturati in Mozart quasi come sinfonie divise in più movimenti) rappresentino dei chiari elementi di innovazione e di rottura con lo stile propriamente definito barocco, e non solo perché non conosco nessun trattato di storia delle musica che inserisca Mozart (ma nemmeno Haydn) nel periodo e nello stile che rientrano sotto la definizione convenzionale di barocco.
Suggerirei anche di distinguere tra orchestre "barocche" (specializzate nell'esecuzione di un certo repertorio) e esecuzioni filologiche, con strumenti "originali": l'orchestra "barocca" può eseguire Mozart o Beethoven o Bellini senza che questi autori debbano essere considerati barocchi, così come l'orchestra moderna può eseguire Bach senza necessità di ritenerlo romantico o dodecafonico.

A meno che non abbiate fretta di riempire la "nuova rubrica" con Mozart (e Haydn no?) piuttosto che scrivere nuove recensioni e articoli su opere di Lully, Purcell, Vivaldi, Haendel, Stradella, Scarlatti, Caldara, Bononcini etc.
Enrico B.
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Re: Nuova rubrica: Barocco

Messaggioda DottorMalatesta » dom 02 nov 2014, 15:19

Gran bella questione! Sono in linea con quanto scrive Enrico. E vorrei, a costo di lenzuolare come al solito :oops: provare a spiegare meglio perché.
A mio parere si può uscire da questo apparente vicolo cieco solo cercando dapprima di definire cosa sia il barocco (con particolare riferimento all’opera lirica) per poi chiarire se Mozart possa essere davvero considerato un esponente del barocco.
Barocco è una definizione, e in quanto tale (il termine "definizione" significa, etimologicamente, ciò che fissa un limite, un confine) rischia di risultare riduttiva. Riduttiva almeno quanto la definizione di “belcanto”, autentica araba fenice (“che vi sia ciascuno lo dice, cosa sia nessun lo sa”), vera croce e delizia di tutti gli appassionati d’opera. Belcanto è definizione che, nel suo includere fenomeni diversissimi tra loro (dal punto di vista dello stile esecutivo e degli interpreti), risulta in definitiva un vocabolo vuoto, un termine in grado di esprimere tutto e il contrario di tutto, una parola passepartout, buona per tutti gli usi, soprattutto come arma da contrapporre a chi la pensa diversamente (arrivando alla degenerazione estrema del concetto, per cui “belcanto” diventa pura soggettività, qualcosa che è nella testa di pochi eletti, detentori e custodi dell’arte canora, e tutto il resto è mal-canto e persino mal-costume). :mrgreen:
A grandi linee, comunque, potremmo definire il “barocco” come il momento estetico finalizzato a destare la meraviglia (“è del poeta il fin la maraviglia”, diceva il poeta barocco Giambattista Marino). In questo senso, il “barocco” travalica gli angusti limiti temporali tradizionali (quelli riportati e, a loro modo, imposti da tutti i manuali di scuola): anche il Burj Khalifa, il grattacielo di Dubai, l’edificio più grande del mondo, è “barocco”.
Comunque, se proprio vogliamo continuare ad utilizzare l’aggettivo “barocco” con riferimento all’opera lirica, vediamo di capire qual è l’accezione comune di questo termine. L’opera barocca è un genere operistico definito dalla forma e dal contenuto. La forma, proprio come quella del barroco (la perla irregolare che, secondo alcuni, è la base etimologica del termine “barocco”), è caratterizzata dall’irregolarità, dall’eccesso, dalla stravaganza: l’opera barocca parla un linguaggio vocale dove l’artificio (la forma innaturale imposta dall’arte e quindi dall’uomo) ha la meglio sulla natura, dove il virtuosismo è portato all’esasperazione, e dove regna su tutto il tema della variazione e del contrasto (arie tripartite con schema A-B-A’ con ripresa della prima parte variata e sezione mediana contrastante per atmosfera). Il contenuto, in maniera similare alla forma con cui esso si esprime, è finalizzato a destare la meraviglia. L’opera barocca rifugge dalla quotidianità e si apre su mondi irreali, fantastici (insistendo su quella confusione tra vita e sogno propria di molti capolavori teatrali di quest’epoca da “La vida es sueno” di Calderòn de La Barca a “La tempesta” o al “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare) , lontani nello spazio (ambientazioni esotiche) e/o nel tempo (tematiche mitologiche o storiche).
Come si inserisce Mozart in questa discussione? Sicuramente vi sono alcune sue opere ascrivibili al “barocco” (si pensi al giovanile “Ascanio in Alba” o all’Idomeneo). Ma a partire dalla trilogia dapontiana, Mozart crea qualcosa di inaudito per forma e per contenuto. La forma subisce una rivoluzione: le arie si aprono ad una maggior libertà formale, frantumando la rigida gabbia strutturale che animava le arie tripartite dell’opera barocca, e la composizione complessiva dell’opera evolve verso un sempre maggior “naturalismo”: alla staticità si contrappone il movimento del dialogo (si pensi al finale primo del “Le nozze di Figaro” o del “Don Giovanni”). Il contenuto è del pari innovativo. Non solo per l’ambientazione popolare (aspetto che si riscontra già a partire da “La serva padrona” di Pergolesi), ma per la resa magistrale della complessità dell’essere umano nel suo caleidoscopio di emozioni. Nessuno, prima di allora, aveva ad esempio raccontato in musica i mille volti dell’amore come fa Mozart a partire da “Le nozze di Figaro (si legga il recentissimo libro “E Susanna non vien” di Lidia Bramani e Leonetta Bentivoglio).
Questi elementi di frattura rispetto al “meraviglioso” barocco fanno sì che alcune opere di Mozart appartengano alla modernità. Per “modernità” intendo tutto ciò che crea una frattura con il passato, imponendosi con una nuova forma e un nuovo contenuto. Una nuova lingua che veicola nuovi contenuti. Sembra che il termine “moderno” derivi dal termine “modus parisiensis”, che indicava il nuovo stile di scrittura sorto nell’XI secolo sull’Ile de France quale conseguenza dell’abbandono del pennino e del calamaio in favore della penna d’oca: un nuovo stile per un nuovo contenuto, quello delle monarchie “moderne”. In questo senso, il Gotico era “moderno” rispetto al Romanico. Parallelamente, “Le nozze di Figaro” sono il moderno rispetto ad “Idomeneo”: nuovo lo stile, nuovo il contenuto.
Non utilizzo il termine “moderno” come sinonimo di “contemporaneo”. Contemporaneo è tutto ciò che va mano nella mano con il nostro tempo (con-tempo), ciò che avvertiamo a noi com-presente, attuale, odierno. In questo senso, considerando la barocco-renaissance in voga in questi nostri anni, possiamo dire che il “barocco” è “contemporaneo”, mentre probabilmente non è a noi “contemporaneo” il “verismo”, che pure è moderno (per novità di linguaggio e forma) rispetto al romanticismo.
Avvertiamo alcune opere di Mozart come “contemporanee”, anche se si pongono in continuità (ad esempio Idomeneo) o in dis-continuità (ad esempio Nozze di Figaro) rispetto al barocco.
Quindi, Mozart è barocco o no? A mio parere esiste un Mozart barocco e un Mozart che barocco non è più, ma che è moderno rispetto al barocco (per lingua e contenuto).
Resta il problema dell’esecuzione e dell’interpretazione. Il Romanticismo considerava come opera sua “contemporanea” il “Don Giovanni”, esaltando alcuni aspetti di quesa composizione tanto da distorcerne la fisionomia originaria. Nozze di Figaro e Così fan tutte, che oggi noi consideriamo nostre “contemporanee” (almeno tanto quanto "Don Giovanni"), vennero invece tralasciate e abbandonate. Don Giovanni fu considerata dai Romantici la sola opera di Mozart davvero “contemporanea”. E in quanto loro "contemporanea", i Romantici la interpretarono piegandola al linguaggio e al contenuto del loro tempo: sonorità massicce, archi densi, tempi maestosi vennero utilizzati come linguaggio per narrare una vicenda dalla valenza metafisica. Don Giovanni, il dissoluto punito, divenne quindi il fratello di Faust, l’uomo che si erge contro il limite della propria natura umana nel suo anelito di assoluto. I Romantici tradussero Don Giovanni nella lingua della loro contemporaneità. La loro traduzione fu un tradimento. Il dramma giocoso divenne tragedia.
Ecco perché ritengo che, dopo decenni in cui il Don Giovanni è stato eseguito nella “traduzione” (una “traduzione” poi divenuta “tradizione” esecutiva) propria dei Romantici, sia giusto – anche a costo di un’estremizzazione- eseguire quest’opera facendone avvertire la discendenza dal “barocco”. Un Don Giovanni figlio del suo tempo, che vive del presente in cui nacque, e non più un Don Giovanni come “opera d’arte del futuro”.
E’ tempo di restituire Mozart al suo tempo.

DM

P.S.: Enrico, è sempre un piacere ritrovarti!
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Re: Nuova rubrica: Barocco

Messaggioda pbagnoli » dom 02 nov 2014, 15:29

Ok, ragazzi, tutto giusto quello che scrivono sia Enrico che Francesco.
Ma la home di un sito NON E' l'Enciclopedia della Musica: occorre sintetizzare (lo spazio, come ho già detto più volte, non è illimitato né gratis)!
Poi, nell'ambito, si potrà contestualizzare.
Il termine "Barocco" è per me - e per le finalità del sito - una comoda convenzione

Ma la domanda che faccio (anzi, ripeto) è: il Mozart di Gardiner e Jacobs è o non è Barocco?
Come il repertorio Barocco precedentemente affrontato da questi e da altri direttori aiuta a superare le convenzioni romantiche nelle esecuzioni di opere come il già citato Don Giovanni?
Oppure: posso sentirmi autorizzato a infilare in questa rubrica il Don Giovanni di Jacobs (e non quello di Karajan)?
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Re: Nuova rubrica: Barocco

Messaggioda DottorMalatesta » dom 02 nov 2014, 15:56

L'Orlando di Haendel è barocco



Ascanio in Alba di Mozart è barocco



Idomeneo è barocco, sia quando affrontato in stile "barocco" da un bravissimo Croft:



sia quando affrontato in stile "domingo" :mrgreen: da un pessimo Domingo :mrgreen:



Nozze, Così e Don Giovanni non sono barocco (così come non sono barocco, nè per forma nè per contenuto I rusteghi o Le baruffe chiozzotte di Goldoni).

Anche se diversissimi tra loro sono il DG di Furtwaengler (un DG di Mozart che non ha passato, né presente (gli è stato "sottratto" dall'estetica romantica) ma vive del/nel futuro. Un futuro, quello dell'Ottocento, che è per noi passato!)


e quello di Jacobs (un DG che vive il suo presente e discende dal suo passato "barocco")


L'esecuzione può influire sulla recezione dell'opera (recezione che, in fondo, è sempre soggettiva anche se inserita in una sensibilità culturale più ampia), cioè su come forma e contenuto vengono percepiti, ma resta il dato di fatto -oggettivo- che forma e contenuto di Nozze-Così-DG sono nuovi (adottano un nuovo "modo", e sono quindi "moderni") rispetto ad Ascanio in Alba.

Così per come la vedo io.

Rispetto ad Ascanio ed Idomeneo, Nozze, Così e DG sono moderni (per linguaggio e contenuto) e non barocchi (per linguaggio e contenuto).

Personalmente, parlando di opere, sento Orlando di Haendel, Idomeneo, Nozze, Così e DG mie "contemporanee", ma non "Ascanio in Alba".
Così come, parlando di esecuzioni, sento mie "contemporanee" il DG o l'Idomeneo di Jacobs (ma non il DG di Furtwangler).

La modernità, per come la vedo io, è un concetto oggettivo (in quanto si basa su aspetti formali e contenutistici). Non così la contemporaneità (che è dato soggettivo, e che può variare a seconda del contesto storico).
Peraltro, in alcuni (molti) casi non è possibile individuare una cesura netta tra stile antecedente e "modo nuovo", ma la novità si manifesta in maniera progressiva. Per cui alla fine ogni definizione e classificazione è convenzione. Ogni singola opera dialoga con chi la precede, chi le è contemporaneo, e chi la segue. La realtà fa spesso a cazzotti con le esigenze di classificazione. :mrgreen:

Il vero problema è: e la Clemenza di Tito dove la mettiamo?
:mrgreen:

DM

P.S.: Ma quanto è bello parlare di Mozart, erano secoli che non lo facevamo!!!

Ma la domanda che faccio (anzi, ripeto) è: il Mozart di Gardiner e Jacobs è o non è Barocco?
Come il repertorio Barocco precedentemente affrontato da questi e da altri direttori aiuta a superare le convenzioni romantiche nelle esecuzioni di opere come il già citato Don Giovanni?
Oppure: posso sentirmi autorizzato a infilare in questa rubrica il Don Giovanni di Jacobs (e non quello di Karajan)?


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Re: Nuova rubrica: Barocco

Messaggioda DottorMalatesta » lun 03 nov 2014, 13:21

vittoriomascherpa ha scritto:Ho una visione del barocco musicale leggermente diversa: per me comincia con l'ultimo movimento della Sinfonia in do minore di Beethoven, è sviluppato da Wagner e raggiunge il suo apogeo con Richard Strauss e Mahler (non a caso percepiti da musicologi loro contemporanei come squisitamente barocchi di stile e anima). Anche lo Schönberg dei Gurrelieder è barocco mica da ridere.


Ah benon (come si dice dalle mie parti)! :mrgreen:

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Certo che il povero Pietro non lo aiutiamo di certo a questo modo... :roll:

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Re: Nuova rubrica: Barocco

Messaggioda DottorMalatesta » lun 03 nov 2014, 13:54

vittoriomascherpa ha scritto:
DottorMalatesta ha scritto:Certo che il povero Pietro non lo aiutiamo di certo a questo modo... :roll:

A me, invece, pareva d'avere risposto in modo molto preciso e circostanziato alla domanda se comprendere o no le registrazioni di Mozart nella nuova rubrica.


Certo! Mi riferivo alla definizione di barocco, a quanto pare sfuggente al pari di un´anguilla!

Inoltre, Francesco carissimo: secondo me l'ironia aiuta "sempre e dovunque" (che quando feci la naia era anche il motto dell'artiglieria).


Fortunatamente mi sono risparmato la naia. Ma concordo appieno!

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Re: Nuova rubrica: Barocco

Messaggioda pbagnoli » lun 03 nov 2014, 16:38

Va bene! Adottata la risoluzione comune: niente Mozart nella rubrica! 8)
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Re: Nuova rubrica: Barocco

Messaggioda VGobbi » lun 03 nov 2014, 19:36

pbagnoli ha scritto:Va bene! Adottata la risoluzione comune: niente Mozart nella rubrica! 8)

Io non ero d'accordo. :mrgreen:
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Re: Nuova rubrica: Barocco

Messaggioda pbagnoli » mar 04 nov 2014, 15:23

VGobbi ha scritto:
pbagnoli ha scritto:Va bene! Adottata la risoluzione comune: niente Mozart nella rubrica! 8)

Io non ero d'accordo. :mrgreen:

E allora fa' come hanno fatto Francesco e Vittorio: motiva e argomenta il tuo pensiero! 8)
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