Grazie nuovamente a Bagnolo per le ulteriori delucidazioni di come dovrebbe essere un signor spettacolo, secondo la linea editoriale di Od
E' vero: sorpresa sorpresa, OD ha una linea editoriale.
Non ne aveva mai parlato nessuno? Strano: è esplicitata sin dal primo editoriale, del 3 giugno 2006.
Mi si permetta, a tale proposito, l'autocitazione:
L’intento finale – come dicevo – non è quello di proporre quale stile esecutivo possa essere migliore, o quale cantante possa essere di riferimento assoluto, bensì per quale motivo in quel determinato periodo quello stile o quel cantante possa aver dettato legge in materia, nella logica di un universalismo esecutivo (...) che mi sembra essere l’unico fil rouge che collega fra loro tutti i cantanti storici, da De Lucia a Florez, dalla Tetrazzini alla Dessay. È solo in quest’ottica che ci si può spiegare perché alcuni cantanti “vanno forte” in determinate realtà culturali, ma sono completamente negletti in altre zone; e perché altri cantanti sono diventati fatti culturali che hanno cambiato la Storia (i nomi Caruso e Callas sono i primi che vengono in mente a chiunque).
Non solo: ci sono certi siti che hanno una linea editoriale che nessuno si permette di contestare, vuoi perché chi lo facesse verrebbe sbeffeggiato e cacciato, vuoi perché - forse - questa linea collima con il pensiero dei più.
Noi invece diciamo cose diverse.
Non è un mistero, come si vede: l'abbiamo detto apertis verbis sin dal primo giorno.
Ma attenzione: come abbiamo scritto e dimostrato mille volte, la linea editoriale non è un diktat da Corea del Nord. Tutti hanno la possibilità di discutere, controbattere, obiettare, eccepire.
Io stesso, sì, io, io (come direbbe il buon vecchio Falstaff) ho pubblicato in home cose scritte da altri che non condividevo nell'impostazione, ma che mi faceva piacere pubblicare per amore di pluralità.
Operadisc non è un tazebao di partito.
Operadisc non è nemmeno una fanzine: si veda, per esempio, tutto quello che abbiamo scritto contro Kaufmann - indiscutibilmente uno dei nostri beniamini - allorquando ci sembrava che il nostro amico fosse andato in direzioni non adatte a lui.
Abbiamo sempre dato voce a tutti, anche a coloro che si sono accomodati qui per dircene peste e corna, con la sola ovvia eccezione di chi l'ha fatto con toni talmente maleducati e tracotanti da costringerci a ricordargli quelle quattro regole di base di educazione.
Ma abbiamo dato a tutti uno spazio gratuito per parlare d'opera, anche contro la nostra famigerata linea editoriale, che è quella cosa che va bene allorquando la esprimono gli altri, ma mai quando lo facciamo noi.
Aggiungerò un'altra cosa: non credo di essere mai stato dogmatico.
Ho sempre cercato di giustificare le mie affermazioni con dati storici e documentati.
E non credo di essere mai stato apodittico.
In ogni caso, ho espresso sempre le mie opinioni, senza mai farle cadere dall'alto come verità di fede.
La linea editoriale è la linea di chi gestisce il sito.
Non c'è nulla di non scritto, nessuna sorpresa: è tutto lì, in quelle parole che ho quotato, che avevamo scritto Matteo e io nel Giugno 2006. Matteo non c'è più su questo sito, ma lo spirito è rimasto immutato.
C'è sempre l'onestà intellettuale di chi cerca di non porsi preconcetti (vedi per esempio l'idea dell'unicità della Tecnica di Canto, che di tutti i preconcetti è forse il più assurdo) e di discutere, sempre e comunque.
Ma va da sé che se la discussione sarà a senso unico, per il rifiuto aprioristico da parte di chi vede nella linea editoriale e nell'opinione di chi gestisce il sito una minaccia intellettuale, al punto di togliere il saluto a chi la esprime, non ci sarà più spazio per un forum. E ciò per ovvie ragioni.
Il sito continuerà, sempre e comunque: se ne facciano una ragione tutti coloro che vi vedono una minaccia per il conformismo.
Il forum, non necessariamente
